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AMBIGUITÀ, OMONIMIA E POLISEMIA
Estensione dei significati delle parole
Ambiguità lessicale = proprietà di una parola di assumere diversi significati in base al contesto. (p. 65)
2 tipi di ambiguità: (p. 37)
- Omonimia: una forma lessicale (parola) ha accidentalmente due o più significati distinti e non correlati -> i due sensi sono contraddittori, quindi in un determinato contesto, l'uso di uno esclude automaticamente l'altro. (es. riso) (parole diverse, non possono essere collegate in una frase).
- Particolarità dell'omonimia:
- Omografi si pronunciano in modo diverso -> due parole diverse, che si scrivono allo stesso modo ma (es. venti, ancora)
- Omofoni hanno lo stesso suono -> due parole diverse, che si scrivono allo stesso modo e (es. riso)
Due parole omografe non sono sempre anche omofone. Si contano sempre più di una parola (non sono casi di ambiguità perché i significati sono diversi e non sono collegati).
[ Lessema = unità del lessico assunta come forma base alla quale sono ricondotte le forme esse.]
Lemma = corrisponde alla singola voce del dizionario.
Polisemia2. = una stessa parola, utilizzata in contesti diversi, ha diversi significati -> ha più. I diversi significati sono in relazione tra loro. Significati denotativi (contiguità) (es. collo -> sico, delmaglione, della bottiglia…) -> nel tempo questa parola è stata estesa in altri contesti per identificare una contiguità una sola parola -> che è polisemica, perché ha più significati. Concettuale -> (soprattutto verbi).
POLISEMIA = proprietà delle parole di avere più di un significato. Metonimia e metafora fenomeni linguistici in base ai quali il significato delle parole si espande. = Metonimia -> il significato delle parole viene esteso. (nomi) (procedimento: associazione) Metafora -> il significato passa da
Il contenitore indica/significa il contenuto. (es. pranzo - bere).
prodotto / produttore proprietà / qualità della persona / persona (es. automobile - azienda) (es. pianta / frutto / ore autorità) (es. caffè -> sostanza - quantità)
tazzina - Metonimia aiuta ad essere più veloci nel parlato.
Il contesto serve ad interpretare la metonimia e a darle un senso -> attr. la pragmatica. es. contesto: ristorante -> 'il (cliente del) tavolo ha chiesto il conto'.
Metonimia non sempre indicata nel dizionario appunto perché a volte non vogliono dire nulla di per sé ma hanno senso solo in quel contesto.
Nella metonimia si usa un referente per indicarne un altro ad esso associato. Il vero referente è rimosso. (non è espresso)
8. LA POLISEMIA (verbale) E LA METAFORA
Metonimia
- Classe dei nomiMetafora
- Riguarda la classe dei verbi
- Che ampliano il loro significato
- Pagina 69
Nella metafora il senso non è letterale, non si tratta di un'operazione fisica. Espressione idiomatica = tutto è non letterale. È un'espressione "cristallizzata", cioè che non può essere modificata, perché altrimenti non significherebbe niente o avrebbe un significato diverso. Il senso figurato è prodotto da un uso metaforico del verbo. Esistono delle metafore già esistenti e se ne possono creare di nuove. Polisemia verbale: uno stesso verbo ha significati diversi nelle varie frasi. Esempi: es. tagliare 1. senso letterale 2. caso intermedio - operazione non fisica (senso non letterale solo del verbo) 3. espressione idiomatica. Es. divorare 1. significato letterale 2. uso figurato del verbo - le metafore danno una visione più ricca. Es. andare, mangiare, arrivare, aprire, ...
Schema di
polisemia verbale: - Uso letterale / uso gurato
La polisemia è spesso frutto di un meccanismo metaforico.
Metafora = è la sostituzione di una parola con un'altra il cui senso letterale ha una qualche somiglianza con il senso letterale della parola sostituita.
Viene stabilita un'analogia tra due parole -> meccanismo dell'analogia. (es. la vita è un viaggio)
La metafora consiste nella presentazione di un'analogia sottostante, o di un paragone.
Un'entità si identifica con quella con cui è confrontata.
La metafora è una ''similitudine abbreviata''.
Gli usi metaforici non sono precisi ma creativi. Non sono scontati. Ricaviamo una visione diversa dell'elemento di partenza.
Metafora similitudine-> perché nella metafora la proprietà condivisa non è esplicitata, mentre nella similitudine sì.
6fi fi fi fi fi fi fi ff fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi
Metafora come interazione
(Black) —> metafora sia per nomi sia per verbi.
L'analogia alla base della metafora fa interagire le conoscenze associate a ciascuno dei termini coinvolti nell'analogia. Il risultato di questa interazione è il significato dell'espressione metaforica.
Il soggetto primario viene proiettato su un soggetto sussidiario. Soggetto sussidiario = cosa o persona che compie l'azione espressa dal verbo. Può anche essere sottinteso.
Per permettere l'associazione dei due termini vengono evocati luoghi comuni, cioè la serie di conoscenze associate al soggetto sussidiario che vengono poi proiettate su quello primario.
Uso metaforico anche dei verbi -> il soggetto sussidiario non viene sempre esplicitato. Il soggetto primario viene visto attr. le azioni tipiche del soggetto sussidiario, che vengono racchiuse nel verbo. Avviene quindi uno spostamento del significato del verbo, che viene interpretato in modo diverso dal suo significato letterale.
Vaghezza
→ proprietà delle parole il cui significato non è definito nei suoi confini, ma si definisce nella situazione comunicativa → vale per aggettivi indicanti proprietà graduali (es. alto, caldo...) che indicano fasce d'età (es. vecchio, giovane...) commento/analisi di testi e immagini.9. LE RELAZIONI TRA LE PAROLE p. 163 Associazioni lessicali → Relazioni basate su:
- significato → relazioni semantiche (es. sinonimi)
- forma (es. radice, suffisso, caso → creano famiglie morfologiche)
- no relazione semantica
Relazioni semantiche possono essere (in base all'asse su cui avvengono):
- Verticali → uno dei termini è sovraordinato e l'altro è sottoordinato/gerarchiche
- Orizzontali → di equivalenza o di opposizione → i termini sono sullo stesso piano.
1. Relazioni gerarchiche di inclusione: iperonimia o iponimia p. 164 (dipende dal punto di vista)
Iperonimia → senso più
generale -> denota un Iponomia -> signi cato più speci co.tipo della parola più generale.Iperonimo -> termine più generale (sta sopra) Iponimo -> termine più speci co (sta sotto)
[ Nel caso dei nomi : l’iponimo denota un referente che è incluso nel referente denotato dall’iperonimo,quindi il referente dell’iponimo è un sottotipo del referente dell’iperonimo. ]
attr. l’analisi delle relazioni di iperonimia/iponimia, si può costruire una classi cazione gerarchica,da cui si nota che :
- La relazione è verticale
- La relazione è orientata/asimmetrica (non bidirezionale) perché c’è una diversa gerarchia.
- Esistono più livelli di iperonimia/iponimia
- La relazione è transitiva : perché consente il trasferimento di informazioni semantiche attr. più livelli
- Uno stesso iperonimo può avere più iponimi
‘‘co-iponimi’’-> tutti allo stesso livello di speci cità delsigni cato -> relazione orizzontale
Test per individuare la relazione di iperonimia/iponimia -> basato sul criterio di inclusione :‘’x è un y, ma y non è un x’’ (non funziona con i sinonimi).
Si può risalire la catena usando l’espressione :- ‘’è un tipo di’’ per i nomi.
- ‘’è un modo di’’ per i verbi.
- ‘’è un tipo di’’ per gli aggettivi.
Gli aggettivi però tendono ad essere associati attr. relazione tra contrari (rel. orizzontale), in base al loroopposto, non attr. relazione iperonimia-iponimia. 7fi fi ffi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi2. Relazioni gerarchiche di inclusione : meronimia o olonimiap. 164 Meronimia -> indica relazioni tra una parte (meronimo) e l’intero (olonimo)
Diversi tipi di relazioni meronimiche :tra 2 o
più parole - intero - parti -> ‘’è una parte di’’ - oggetto - sostanza di cui è fatto ’-> ‘’è fatto di’ - insieme - i suoi membri - intero - porzione di esso -> la 2ª parola è intrinsecamente relazionale (sempre associata all’intero) - intero - elementi di cui è composto naturalmente -> nomi numerabili-non numerabili (non esiste il plurale-> a volte ci sono parole che denotano una porzione di essose non in speci che situazioni) (es. acqua - goccia) - luogo - altro luogo in esso contenuto -> (es. deserto - oasi) La relazione di meronimia a volte viene sfruttata nella metonimia (es. ‘senza tetto’= senza casa). Un meronimo può avere più omonimi e più co-meronimi possono riferirsi ad un solo meronimo.