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HIPOMNEMATA: LESSICO DI COMUNICAZIONE SENSIBILE

Hipomnemata erano nel mondo antico dei taccuini di appunti, utilizzati dai viaggiatori. Questo libro introduce il sensibile tra i canoni della comunicazione, il cui obiettivo è quello di addolcire gli effetti alienanti prodotti dai media, dalla massificazione elettronica, segnalando la necessità di una cura dell'io a vantaggio di un colloquio con tutto ciò che è altro. Introdurre il sensibile significa declinare diversamente lo sguardo sulle cose, su ogni altro e prediligere il marginale, il dettaglio, l'intravisto. Si propongono delle voci "aperte" cioè voci che possono essere ulteriormente rielaborate e anche contrastate da chi voglia sfidare la doxa con l'epistème.

ADORNO: - L'emancipazione si scontra con gli interessi dell'industria culturale ma anche con le tendenze dei consumatori che spesso non hanno gli strumenti per far fronte Adorno alla pressione pubblicitaria.

scriveva che il <>. Ancora Adorno affermava che è il potere sociale a decidere ciò che è vero e ciò che è opinione, in quanto ha a disposizione più strumenti di diffusione. Affinché, quindi, i messaggi di emancipazione possano avere una loro incidenza è necessario che essi siano leggibili da tutti, in modo da trasmettere il loro senso e trasmetterlo in maniera responsabile. Parlando di comunicazione parliamo dell'agire comune capire; capire del riconoscersi, dannoe dunque della comunità che cambia pelle continuamente. In questo quadro, fondamentale è che i nuovi territori emancipativi la possibilità di riconquistare quel giusto agire trasmesso nelle nuove generazioni per via estetica. AMORE: - Savino ha scritto che amare significa cercarsi un complice necessario e in due allearsi contro il resto dell'umanità>>. Il matrimonio, la famiglia

Stringono tra uomo e donna la più salda complicità, quella del sangue come fra "due assassini della stessa vittima. Il due si trasfigura in uni.

ARTE: - Dewey affermava che fare esperienza dell'opera d'arte, significava fare un esperienza diretta e coinvolgente che dissolveva qualsiasi pregiudizio culturale. Ma non si tratta di un atto empatico: non c'è un abbandono o un perdersi nell'opera, bensì un ricongiungimento dell'altre ad ogni altra attività umana. Per Dewey fare un esperienza significa compiere un azione, portarla a compimento e darle forma conchiusa. L'esperienza compiuta entra tra artista e pubblico attivando comunicazione, ovvero rielaborazione comune. L'arte deve essere accessibile a tutti per mettere in condizioni tutti di godere dei frutti del lavoro collettivo.

AQUILONI: - L'aquilone detto anche "cervo volante" veniva usato in Oriente come capro espiatorio per disperdere

Nell'aria i mali o le colpe della comunità e per mettere al sicuro l'anima. Nel film di Ermanno Olmi "cantando dietro i paraventi" la vedova Ching accoglierà l'invito a desistere delle ostilità contro l'imponente flotta cinese, toccata dai messaggi che l'ammiraglio imperiale le invia attraverso aquiloni colorati. Quegli aquiloni dicevano: se accetti un gesto gentile, devi deporre le armi.

ASCOLTO: - Porsi Jean Luc Nancy in ascolto significa essere sempre sul bordo del senso. Pone un interrogativo: perché ogni volta che parliamo di intendere ci riferiamo solo all'aspetto cognitivo e trascuriamo il sentire? Nancy spiega il perché riproponendo la questione della corporeità a vantaggio dell'orecchio della mente, volto alle esclusive comprensione delle cose. Il filosofo è colui che sempre intende ma mai riesce davvero ad ascoltare, anzi neutralizza in sé l'ascolto, la condizione del.

filosofare, Ciò perché il filosofo è senza corpo, fuori dal circuito del contatto-contagio dei corpi e perciò fuori dal flusso del sentire. All'ascolto Nancy offre un ruolo ermeneutico, consapevole che l'ascolto ben educato proprio l'energia corporea accende la scintilla del sentire; è nell'ascolto che risiede la capacità di preparare le parole opportune. Educare alla parola è un esercizio di libertà che sappia vincere l'impulso all'interruzione. NON IL SILENZIO, ma solo concentrazione sullo spazio dell'ascolto.

AUTORE: -auctor è autore ma anche lettore: colui che fa crescere, germogliare, ma anche colui che informa ed è quindi garante di qualcosa. La sua esperienza, di autore/attore raggiunge sempre altre esperienze, attraverso scene teatrali come scuola e teatro, visti come media caldi di esperienze e vissuti che ambiscono a lasciare un segno. Il rapporto tra autore/attore e il suo pubblico si basa

su un rapporto di fiducia, e per ispirare fiducia l'autore deve saperla creare nell'uditorio con tutti gli artefici possibili. BATESONO E MEAD: Maegareth Mead Bateson sosteneva che è meglio imparare a pensare che apprendere contenuti concreti. Il compagno di viaggi di Mead, elaborò una teoria secondo la quale è meglio apprendere i modi in cui un messaggio è veicolato piuttosto che i contenuti. IL DEUTERO-APPRENDIMENTO: è un apprendere per e ad apprendere. Un modello in cui il progetto partecipa del processo di formazione acquisendo non solo le competenze di base ma anche quelle per modificare ciò che ha appreso. BELLEZZA: Benjamin affermava che la bellezza rendesse visibile il segreto. Tanto più nettamente si delinea la dualità tra rivestimento e nudità, tanto più appare chiaro che nella nudità disvelata viene meno il bello. Nella nudità può darsi solo il sublime. La bellezza tuttavianon vuole essere solo ammirata ma anche consumata. ha scritto che la "la bellezza di una donna non appartiene solo a lei ma ha il dovere di spartirla perché fa parte del tesoro che approda su questo mondo. Oggi la bellezza vive nell'incertezza estetica, affidata esclusivamente allo sguardo; è diventata velina, pin-up, affidata all'industria della modellazione, alla chirurgia estetica. BRUTTEZZA: - Secondo Umberto Eco la bellezza non avrebbe senso senza la bruttezza; se la prima è rischiosa, la seconda è rassicurante. Platone considerava bello anche una semplice pignatta ed era brutta se mancavano proporzione e luminosità. È intorno alla metà dell'800 che si accosta la bruttezza al male morale, all'errore, con Rosenkranz. Egli affermava che se il bello era armonia delle forme, allora il brutto era l'assenza di forma, o lo sfiguramento, la deformazione, il banale, il rozzo. CALVINO: - Autore dei Lumi, respinse ilrealismo per concentrarsi sulle forme fiabesche e mitologiche, sull'avventura, sulla fantascienza: una letteratura del percepibile e del pensabile. Crescendo scopre che nessuna struttura è stabile e univoca e resta attratto dalla pluralità delle cose singole e semplici. Piuttosto che lavorare sui personaggi, Massimo Bucciantini lavorava sugli oggetti, gli emblemi, le allegorie. In un libro "Calvino e le scienze", scrive che la sua fu ricerca di un linguaggio non incentrato sull'uomo ma più vicino possibile alla scienza. Del dato scientifico si serve per uscire dalle pigrizie dell'immaginario. Calvino scrive nell'era cosmonautica; la perlustrazione dello spazio è un viaggio alla ricerca di nuovi miti, per riuscire a vedere il mondo con un'altra ottica. In un suo libro "Palomar" del 1983, Calvino raccoglie le disavventure in cui ognuno di noi potrebbe incorrere, attraverso la figura del protagonista, appunto Palomar. È un

Ironico sul buon uso che possiamo fare dell'immaginazione e di alcune tecniche per renderla più veloce e fluida. È ironico perché Palomar sa ridere delle sue povere certezze e come si sa, l'ironia è sempre un buon rimedio contro ogni ipocrisia.

Nella Poetica, Aristotele definiva il carattere come quell'elemento da cui risultano chiare le intenzioni morali di una persona, ossia quali cose preferisce e quali no. Aristotele quindi, parlando di generi letterari, scrive che "mancano di carattere quei discorsi nei quali chi parla non ha motivo né di preferire qualcosa, né di schivare qualcosa". Discorsi quindi che non dicono né pro, né contro qualcosa.

La caverna è metafora della generazione, del nascondimento, della protezione dallo sguardo esterno. In una caverna Omero ha composto L'Iliade su ordine di Elena; in una caverna Platone avrebbe collocato una delle più

importanti meta narrazioni del destino umano nota come <> dove ci sono i prigionieri destinati a vivere nelle ombre. In una delle 500 caverne sotterranee di Creta, Rea avrebbe protetto il piccolo Zeus dagli occhi e dalle orecchie del padre.

DON CHISCIOTTE: è figura moderna del disincanto, cavaliere dell'utopia. Egli affermava che bisognava reagire ai mali, alle offese, ai torti, che si proponeva di vendicare, di diradare. Don Chisciotte sente di dover nuovamente e diversamente nominare le cose, gli animali, le persone. Perché il nominare è prendere nuovo possesso sulle cose. Chisciottismo significa anche sfiducia profonda nell'autorità, negli abusi che può commettere qualsiasi potere. È anche la ragione che sconfina e apre altri mondi non previsti: immaginazione, follia, libertà.

CIOCCOLATA: la cioccolata ha una lunga storia ideologica. Inizialmente fu cattolica in opposizione al

tè e al caffè dei protestanti; con Luigi XIII perse l'aridità gesuitica edivenne bevanda privilegiata nei boudoir delle cortigiane grazie alle sue virtù afrodisiache. All'inizio del XIX secolo l'Olanda ne divenne la maggiore produttrice, e oggi la si usa come colazione per bambini e signore. Molti sono stati i film che l'hanno resa protagonista, anche perché si presta ancora a usi metaforici e allegorici. Ad esempio, "CHOCOLAT", "GRAZIE PER LA CIOCCOLATA" in cui la protagonista fa affiorare i conflitti e le perversioni della borghesia di provincia, "LA FABBRICA DI CIOCCOLATO" di Tim Button, che attualizza la nostra condizione di divorati e divoratori, considerata come una metafora sui vizi capitali, rappresentati da 4 bambini catturati nella confusione adulta: precocemente obeso il 1° a causa dei peccati di gola della famiglia, metafora dell'insaziabilità del potere, e già

competitivi gli altri 4,resi tali dai palinsesti televisivi. Una visione tanto dolce e nutriente come il cioccolato, ma anche una satira della cultura pop. CLASSICI: - Per Calvino un classico è un'opera umana che non ha mai finito di dire quel che ha da dire; qualcosa che continua a parlarci nel tempo e che non ha ancora esaurito la sua energia. COCO': - Salvemini ai primi del '900 delineò la figura di Coco', tornato a casa dall'università di Napoli, laureato ma analfabeta, come ritratto dell'ignoranza e della superficialità della società.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecilialll di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Pesare Mimmo.