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IL VENTAGLIO DELLE ILLUSIONI

Nel 2005 Katrina, uno degli uragani più potenti della storia, si è abbattuto sulle regioni

sud-orientali degli Stati Uniti causando migliaia di morti. Nel 2004 due cicloni tropicali

avevano colpito alcune isole del mar dei Caraibi e del golfo del Messico fra cui Cuba e

Haiti e devastato una parte della Florida e della Louisiana provocando la morte di più

di 2000 persone. In diverse parti del pianeta questo fenomeno è chiamato anche

cyclone, termine utilizzato nell’Oceano Pacifico e nelle regioni sud-occidentali

dell’Oceano Indiano. Nell’Atlantico settentrionale e nel mar dei Caraibi si dice

hurricane o uragano. In Asia si chiama typhoon (grande vento). Dal 1978 i meteorologi

non chiamano più queste calamità solo con nomi femminili. Queste violente

perturbazioni si formano nella zona intertropicale. Perché un ciclone possa formarsi e

svilupparsi è necessario che la temperatura delle acque marine arrivi a minimo 27° C.

Questa condizione provoca un riscaldamento degli strati bassi dell’atmosfera e quindi

delle correnti ascendenti. Per condensazione si formano nuvolosità: si tratta di

cumulonembi che possono raggiungere 15000 metri all’interno dei quasi i venti sono

molto violenti. Sono disposti a corona intorno a una zona depressionaria: l’occhio del

ciclone. Per effetto della forza di Coriolis la corona principale e i rami principali della

corona esterna sono animati da un movimento vorticoso. Nella corona esterna i venti

possono superare la velocità di 300 km orari. Le dimensioni dell’occhio variano dai 10

ai 100 km e si riducono con la formazione del ciclone. L’intensità dei cicloni aumenta

quando passano sopra le acque calde, mentre diminuisce spostandosi verso la

terraferma. Si muovono alla velocità media di 30 km orari. Gli uragani sono classificati

in cinque diverse categorie sulla base della scala di Saffir-Simpson. La categoria 1

indica gli uragani di intensità minima. Il livello del mare sale da 1 m a 1,70 m,

inondando le strade costiere. I rischi per le abitazioni sono lievi. La categoria 2

(uragani medi) presenta venti che variano dai 154 ai 177 km orari. La vegetazione

subisce danni considerevoli così come le case senza fondamenta. Nella categoria 3 26

(uragani intensi) alla quale appartenevano l’uragano Jeanne, i venti possono

raggiungere la velocità di 209 km orari distruggendo numerose abitazioni costiere.

Case senza fondamenta, roulotte e bungalow vengono distrutti. I venti della categoria

4 (uragani estremi) possono soffiare fino a 249 km orari e il livello del mare salire fino

a 5,60 metri. Terreni inondati, tetti scoperchiati, muri di protezione distrutti. La

categoria 5 è quella degli uragani catastrofici : tetti e abitazioni scoperchiate, edifici

distrutti e portarti via. Questa categoria rende necessaria l’evacuazione di tutti i

residenti. Katrina fu il quarto uragano di categoria 5 a colpire gli Stati Uniti nell’arco di

un secolo.

1) Da Haiti a Cuba

Si contarono più di 2000 morto a Haiti per il passaggio di Jeanne allora semplice

tempesta tropicale, invece in seguito al passaggio del ciclone Ivan a Cuba con venti

superiori ai 250 km orari. La causa va cercata nella povertà degli haitiani: senza o con

poca elettricità e privi di fornelli a gas. Per cuocere gli alimenti in queste condizioni si

può solo ricorrere al carbone a legna. Questo porta ad una deforestazione . così le

acque scorrono e si accumulano nei fondovalle inghiottendo le abitazioni, comprendo i

sentieri e distruggendo i ponti. L’acqua potabile viene a mancare e comincia un

susseguirsi di disastri. I cubani combattono ogni anno con i cicloni: l’Oxfam,

organizzazione anglosassone, parla di un’impressionante riuscita nel processo di

riduzione dei rischi di questi fenomeni. Gli Stati Uniti hanno pianto più di 100 morti

durante il passaggio di Ivan e Jeanne mentre i sei uragani più forti che hanno colpito

Cuba tra il 1996 e il 2002 hanno causato solo 16 morti. L’Oxfam analizza questo

paradosso attribuendolo alla solidarietà e all’educazione dei bambini e della società a

rischi che costituiscono la vita caraibica. Il potere dei soldi dunque non fa tutto e

soprattutto non fa molto per gli esseri umani.

2) Katrina

Domenica 28 agosto 2005: il ciclone si sta avvicinando, la traiettoria è seguita dal 23

agosto dai meteorologi. Il sindaco di New Orleans, Ray Nagin, ordina l’evacuazione di

tutti gli abitanti. È troppo tardi: da una parte molti abitanti sono reticenti a lasciare i

loro poveri beni e poi non sono stati preparati. In secondo luogo temono i saccheggi.

Lunedi 29 agosto Katrina devasta la Louisiana: quasi tutta la città di New Orleans,

sotto il livello del mare, è colpita. Il costo totale della catastrofe è stimata a 100

miliardi di dollari. È la più grande catastrofe che gli Stati Uniti abbia mai conosciuto. Il

31 agosto viene dato l’ordine di evacuazione, ma nel frattempo si sono verificati

saccheggi sporadici accompagnati da violenze con colpi di fuoco. Alcuni incendi hanno

reso le evacuazioni molto difficili. Forse i 28000 militari inviati per ristabilire l’ordine

sarebbero stati più utili se impegnati in altri compiti. Il disastroso bilancio politico: il

consolidamento delle dighe e degli argini sarebbe stato dieci volte meno costoso

dell’inondazione. Erano previsti lavori dell’importo di 14 miliardi di dollari che il

presidente Bush portò a 1,2 miliardi ulteriormente poi ridotti. Sono emerse carenze

come la penuria di mezzi aerei e militari: molto elicotteri sarebbero stati più utili a New

Orleans che in Iraq. Le esitazioni e i voltafaccia nei confronti degli aiuti umanitari

proposti da numerosi paesi, tra cui l’Arabia Saudita e i paesi colpiti dagli tzunami.

Resta solo da interrogarsi anche sull’assenza di un piano di evacuazione per coloro che

non disponevano dei mezzi privati per uscire dalla città, né di posti in cui rifugiarsi. Il

44% dei bambini di New Orleans vive al di sotto della soglia di povertà e per il 70% 27

dei neri il grado di miseria è tre volte più elevato rispetto quello dei bianchi. Nel

settembre 2005 il liberismo del presidente Bush avrà colpito tanto forte come Katrina.

Il bilancio di vittime è stato catastrofico. I neri poveri sono stati maggiormente colpiti e

in molti casi i bianchi è stata data priorità di evacuazione (la stampa ha fatto anche

propaganda razzista). Si obbietterà che Katrina fu un ciclone devastante contro il

quale persino il paese più potente del mondo non poteva far niente. La perdita

collettivi di solidarietà e aiuto reciproco, del loro corrispettivo politico, e l’eliminazione

dei servizi pubblici potrebbero pericolosamente aggravare gli effetti del

surriscaldamento climatico predetto dagli esperti dell’Ipcc.

3) Le soluzioni illusorie

La produzione di CO2 ritenuta durevole è stimata a 500 kg per abitante del globo,

mentre le attuali emissioni sono di 5 tonnellate per gli Statu Uniti e 3 tonnellate per

l’Europa. I discorsi ufficiali sulla lotta contro gas ad effetto serra sono solo ipocrisia. Se

le previsioni dell’Ipcc fossero certe, sarebbe di vitale importanza ridurre le emissioni di

gas ad effetto serra. Come? Rinunciando alla circolazione automobilistica a favore dei

mezzi pubblici, riservando il trasporto aereo a situazioni di necessità. Bisognerebbe

eliminare alcuni tipi di hobby: guida di aerei, moto, formula 1. Rinunceremmo quindi

alla frutta esotica e altri beni trasportati. La globalizzazione dell’economia dovrebbe

cedere il posto alla rilocalizzazione delle attività agroindustriali. Poiché l’allevamento

dei bovini produce troppo metano eviteremmo di consumare troppa carne di manzo.

Per non parlare delle risaie e delle foreste allagate che producono metano o delle

mandrie africane le cui flatulenze producono metano. Tutti i paesi avanzati

preferiscono le soluzioni più catastrofiche in materia di gas ad effetto serra, stesse

soluzione che deplorano a parole. Mondializzano l’economia quando dovrebbero

deglobalizzarla e delocalizzare le attività agroindustriali quando bisognerebbe

rilocalizzarle. L’uso del trasporto su strada è incoraggiato in tutta Europa nonostante le

giornate senza auto di cui si parla una volta l’anno. I mezzi pubblici sono scomodi,

costosi, insufficienti e costringono gli utenti a ricorrere alla proprio auto. Come ha

potuto dunque affermare nel 2002 Raffarin che la Francia persegue l’obiettivo di

stabilizzare nel 2010 le sue emissioni di gas ad effetto serra al livello del 1990 non

annunciando nessuna misura? Anche lo sviluppo aereo è incoraggiato ovunque: gli

aerei sono il mezzo di trasporto più inquinante che ci sia. Il meno inquinante è il

trasporto su rotaie. I più inquinanti sono l’auto personale e l’aereo. Le grandi fonti

industriali dei gas ad effetto serra sono aumentate dopo la conferenza di Rio

nonostante in paesi come l’ex Urss siano diminuite. Gli Stati Uniti hanno aumentato le

loro emissioni di più del 15,2% tra il 1990 e il 1999. Si prendono sovvenzioni mirate

per rimediare alle carenze dei mercati , sugli scambi di permessi di emissioni e sulla

tassazione delle emissioni di CO2. Nel 1998 hanno cominciato ad essere applicati i

permessi negoziabili e la banca mondiale vigila attraverso l’istituzione di un fondo

d’investimento finanziato da alcuni paesi e da alcune compagnie transnazionali come

la Bp o la Chevron Corp. Quanto alle tassazioni o saranno accettate dalla imprese o

integrate nei costi e quindi inefficaci oppure saranno rifiutate dalle imprese. In

quest’ultimo caso la tassazione sarà fonte di disoccupazione senza produrre alcun

vantaggio ecologico.

4) Le cosiddette energie del futuro 28

In passato molte fonti energetiche erano rinnovabili: i mulini a vento, antenati delle

nostre pale eoliche, e i mulini a marea o fluviali che rappresentavano fonti di energia

pulita e rinnovabile. Le carbonaie nei quali il legno era trasformato in carbonella

potevano disboscare una foresta nel raggio di 1 km in quaranta giorni. Fino al

ventesimo secolo il carbone fu la principale energia fossile; poi lo sviluppo del motore

a scoppio portò ad un uso maggiore di petrolio e dei suoi derivati. Alcuni esperti

ritengono che le risorse petrolifere cominceranno a mancare entro venti anni. Oggi

alcuni importanti giacimenti di scisto bituminoso del Canada e dell’ex Unione Sovietica

non vengono sfruttati per questa ragione e perché sono più inquinanti dei petroli

utilizzati ora (brent del Mar del Nord). L’uso dei combustibili porta all’intensificazione

dell’effetto serra quindi una delle grandi sfide per gli esseri umani del ventunesimo

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Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
35 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EMANULEA90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione della scienza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Candela Andrea.