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Tutte le cose sono la misura dell'uomo
Questo contrasto può essere espresso anche dall'uso che facciamo dei pronomi 'noi' e 'loro'; necessità di vedere se stessi in termini di 'noi' e 'loro', di opporre 'noi' a 'loro'; la mancanza di identità è un sintomo di ciò.
In un UNIVERSO CONSENSUALE la società è vista come un gruppo di individui che sono uguali e liberi, ciascuno qualificato a parlare in nome del gruppo e sotto la sua egida. Nessun membro possiede una competenza esclusiva, ciascuno può acquisire qualsivoglia competenze richieste dalle circostanze. Sotto questo aspetto ciascuno agisce come un 'amateur' competente o come un 'osservatore curioso'.
Nella maggior parte dei posti pubblici possiamo incontrare 'professionisti' che
esprimono la loro opinione. Un tale stato di cose richiede una certa complicità, cioè le CONVENZIONI LINGUISTICHE, domande che non si devono porre, argomenti che possono o non essere toccati. Questi mondi sono oggi istituzionalizzati nei caffè, nei pub. Fanno prosperare l’ ‘’ARTE DELLA CONVERSAZIONE’’. A lungo andare la conversazione crea nuclei di stabilità e di ridondanza, una comunanza di significato tra coloro che vi partecipano. Il pensiero è espresso ad alta voce, pensare diventa unarumorosa attività pubblica che soddisfa il bisogno di comunicare. In un UNIVERSO REIFICATO la società è vista come un sistema caratterizzato da ruoli differenti e da ineguaglianza di classe. Solo l’acquisizione di una certa competenza determina il loro grado di partecipazione secondo il merito, il diritto di svolgere la funzione di ‘’medico’’ di ‘’psicologo’’ ecc. lo scambio
dei ruoli, l'intercambiabilità, costituiscono modi diversi di acquisire competenze, di isolarsi o di essere differenti. Esiste un comportamento appropriato in ogni circostanza, una formula linguistica per ogni confronto, e l'informazione appropriata per un dato contesto. Siamo vincolati dalle regole dell'organizzazione che corrispondono ad una sorta di accettazione generalizzata. Il contrasto fra i due universi ha un impatto psicologico. La scienza rappresenta gli strumenti attraverso i quali comprendiamo l'universo reificato, mentre le rappresentazioni sociali hanno a che fare con l'universo consensuale. Scoop del 1° è di stabilire una mappa di forse, oggetti ed eventi che sono indipendenti dai nostri desideri al di fuori della nostra consapevolezza, e ai quali possiamo reagire imparzialmente e remissivamente. Essi mirano a favorire la precisione intellettuale e l'evidenza empirica. Dall'altraParte le rappresentazioni ristabiliscono la consapevolezza collettiva e le danno forma spiegando oggetti ed eventi in modo tale da renderli accessibili a tutti e da farli coincidere con i nostri interessi immediati. L'uso di un linguaggio fatto di immagini e parole, diventate proprietà comune attraverso la condivisione di idee riferite, ravviva e feconda quegli aspetti della società e della natura di cui ci stiamo occupando. Vera natura dell'ideologia: facilitare il passaggio da un mondo all'altro.
CAPITOLO 31 GESTIRE L'IGNOTO
Per comprendere il fenomeno delle rappresentazioni sociali bisogna partire dall'inizio e procedere gradualmente. Problemi che affronteremo per primi:
- Perché creiamo queste rappresentazioni?
- Nei nostri motivi per crearle, che cosa spiega le loro proprietà cognitive?
Potremo rispondere ricorrendo a 3 ipotesi tradizionali:
- Ipotesi della desiderabilità - un individuo o un gruppo di individui cercano di creare immagini,
2- ipotesi dello squilibrio —> tutte le ideologie, tutti i concetti del mondo sono mezzi per risolvere tensioni psichiche o emotive dovute al fallimento o alla mancanza di integrazione sociale. Sono compensazioni immaginate che hanno lo scopo di ripristinare un grado di stabilità interna
3- ipotesi del controllo —> i gruppi creano rappresentazioni allo scopo di filtrare informazioni derivate dall'ambiente e così controllare il comportamento individuale. Esse funzionano come una sorta di manipolazione del pensiero e della struttura della realtà. Non sono completamente prive di verità, ma hanno il comune difetto di essere troppo generali —> Dobbiamo cercare un'ipotesi differente, meno generale
Per mosconi lo scopo di tutte le rappresentazioni è quello di rendere qualcosa di
inconsueto familiare (anche l'ignoto stesso). Tutto ciò che viene detto o fatto in questi universi conferma solamente credenze e interpretazioni acquisite. Ci si aspetta che le stesse situazioni, gesti e idee ricorrano continuamente; il cambiamento è percepito e accettato solo quanto da una sorta di vivacità. ff ff ff fi fi La dinamica delle relazioni è una 'dinamica di familiarizzazione' dove oggetti, individui ed eventi sono percepiti e intesi in relazione a incontri o paradigmi precedenti. -> la memoria prevale sulla deduzione. La consapevolezza di ciò che è familiare viene usata come un criterio per valutare ciò che è inusuale, anomalo; ciò che non è familiare. Se non si trova ciò che ci aspettiamo di trovare rimaniamo con un senso di incompletezza e di confusione. L'attualità di qualcosa di assente, la non sufficiente esattezza, preoccupa e minaccia. La paura di ciò
che è estraneo è profondamente radicata. I fenomeni di panico delle masse discendono frequentemente dalla stessa causa e sono espressi nei tessuti drammatici movimenti di fuga e angoscia. Questo avviene per la paura di perdere i consueti punti di riferimento. Quando la diversità si impone a noi la rifiutiamo istintivamente perché minaccia l'ordine prestabilito. La rappresentazione dell'atto è un mezzo per trasferire ciò che ci disturba dall'esterno all'interno; trasferimento effettuato separando concetti e percezioni normalmente collegati e ponendo in un contest dove l'inconsueto diventa consueto. Nei nostri universi consensuali la tensione tra il familiare e il non familiare si risolve in onore del primo. Nel pensiero sociale la conclusione ha il primato sulle premesse; nelle relazioni sociali il verdetto ha la priorità sul processo. 2 RAPPRESENTAZIONI SOCIALI E SENSO DI ESTRANEITÀ Le rappresentazioni che noifabbrichiamo sono sempre il risultato di uno sforzo costante per rendere consueto e reale qualcosa che non lo è, che è estraneo. Attraverso loro noi dominiamo questo qualcosa e lo integriamo nel nostro universo mentale e fisico che ne risulta arricchito e trasformato. Mentre le creiamo siamo sempre meno consapevoli delle nostre intenzioni poiché le immagini e le idee tramite cui arricchiamo l'inconsueto ci riportano semplicemente a ciò che già conoscevamo. È come se ogni volta che si verifica una frattura o una scissione in ciò che è abitualmente percepito come normale, le nostre menti cicatrizzassero la ferita e rimodellassero dall'interno ciò che era al di fuori. Questo processo ci rassicura, restituisce un senso di continuità nel gruppo e nell'individuo minacciato dalla discontinuità. È particolarmente importante che venga osservato lo sviluppo di tale caratteristica, proprio nel momento in cui essa.emerge nella sfera sociale. Il contrasto con la scienza è mega poiché essa procede nel modo opposto: dalla premessa alla conclusione; e deve fare a damento ad un sistema di logica e di leggi stabilite. Crea un ambiente completamente artificiale. Per vincere la tendenza a confermare ciò che è familiare lo scienziato deve falsificare, invalidare le proprie teorie. La scienza moderna si occupa con successo di demolire costantemente la maggior parte delle nostre opinioni e percezioni correnti. Il suo oggetto è di rendere il familiare non familiare.CAPITOLO 41 SCIENZA, SENSO COMUNE E RAPPRESENTAZIONI SOCIALI
La scienza e le rappresentazioni sociali sono diverse tra loro e tuttavia complementari tanto che dobbiamo pensare e parlare in entrambi i registri. I nostri monti rei cati aumentano con il proliferare delle scienze. Quanto le teorie, le informazioni e gli eventi si moltiplicano, essi devono essere moltiplicati e riprodotti ad un livello più immediato e accessibile.acquisendo una forma e un'energia propria. Sono trasferiti all'universo consensuale. Adesso il senso comune è la scienza resa comune. Ogni fatto, luogo comune nasconde dentro la sua stessa banalità un mondo di conoscenze. 2 I DUE PROCESSI ALLA BASE DELLE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI Per dare una simonia familiare a ciò che non lo è si devono mettere in moto 2 meccanismi di un processo di pensiero basato sulla memoria e su risultati scontati: 1- ancoraggio -> si sforza di ancorare le idee insolite, di ridurle a categorie e immagini ordinarie, di porle in un contesto familiare. Processo che porta qualcosa di estraneo e disturbante e lo confronta con il paradigma di una categoria che riteniamo adatta. Nella misura in cui un dato oggetto o idee è confrontato con il paradigma di una categoria esso acquisisce le caratteristiche di quella categoria ed è ri-accomodato ad adattarsi ad essa. Se la classificazione ottenutaè generalmente accettata allora qualsiasi opinione che si riferisce aquella categoria si riferirà anche a quello’oggetto o a quell’idea.
Ancorare = classi care e dare un nome alle cose. Le cose che non sono classi cate e sono privedi un nome sono aliene e perciò minacciose. processo
Se siamo in grado di porre una data categoria allora l’inconsueto diviene consueto—>di rappresentazione
Classi care qualcosa signi ca limitarlo ad un set di comportamenti e regole che stabiliscono ciò che è e non è permesso, in relazione a tutti gli individui di una classe —> caratteristiche principalidi una classe = fotokit (rappresenta un modello che riassume le caratteristiche comuni)
Classi care qualcuno o qualcosa signi ca scegliere uno dei paradigmi imagazzinati nella nostramemoria e stabilire con esso una relazione negativa o positiva.
Le classi cazioni sono fatte confrontando un individuo con un prototipo
generalmenteconsiderato rappresentativo di una