Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 4
Comunicazione e cosmopolitismo responsabile Pag. 1
1 su 4
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

COMUNICAZIONE COME RISORSA GLOBALE

Dominique Schnapper scrive la cittadinanza è una utopia. Intende risolvere con il diritto i conflitti tra i gruppi sociali, ma è un paradosso creare una comunità di cittadini, poiché come tutte le invenzioni dell'uomo che fanno appello alla ragione è molto fragile.

In molte lezioni B. ha posto la domanda: cosa significa per te essere italiano? Molti studenti hanno affermato che nessuno gli aveva posto questa domanda. Tra le risposte sono emersi: orgoglio per la storia, la cultura, i paesaggi, la vergogna per il presente (mafia e camorra). Ci sono stati anche studenti che hanno negato un senso di appartenenza e che hanno affermato di sentirsi cittadini del mondo. B. afferma di sentirsi sia italiano che cittadino del mondo.

Altri studenti hanno riferito di essersi sentiti italiani soprattutto in occasione di viaggi all'estero.

Cosa significa Diventare cittadini del mondo? Nel lessico

Di sinistra, la parola cittadino, è soprattutto usata per indicare l'essere umano, la persona umana. Tra i giovani ci si riferisce all'espressione cittadini del mondo, in senso anarchico, nel senso che lo Stato nazionale sia un'istituzione del passato. B. propone una concezione di questa affermazione "diventare cittadini del mondo", in senso più aperto e favorevole alla costruzione di interculturalità. Questa situazione deve essere assunta come la pre-condizione sociologica per poter lavorare nella direzione di costruire un lessico condiviso e per far esistere una sfera politica mondiale più allargata. Di fronte a piccoli gruppi cosmopoliti, la grande maggioranza degli uomini sono stati locali, hanno vissuto tutta la loro vita nell'orizzonte chiuso della propria comunità di appartenenza. È solo nel corso degli ultimi 2 secoli, con il diffondersi dei mezzi di trasporto e di comunicazione.

che è cresciuto il numero dei cosmopoliti. È necessario lavorare nella direzione di accrescere sempre più il numero dei cosmopoliti per accrescere la democrazia.

COSMOPOLITISMO

Diventare cittadini del mondo, significa capire 2 questioni:

  1. Per costituire l'identità di ciascuno di noi non è necessario pensarla come unica, rigida e immutabile. Il mondo cambia di continuo e di conseguenza anche le nostre identità possono essere plurime e mobili.
  2. Oggi la gran parte delle questioni vitali per la nostra sopravvivenza si pongono al livello del sistema mondo. Dobbiamo quindi imparare ad abitare il mondo. A tal riguardo è fondamentale la fiducia, come affermava Luhman. La fiducia riduce la complessità sociale.

Accanto ai fondamentalismi a tutti ben noti ve ne sono degli altri: ad esempio il fondamentalismo pacifista (fatti di Genova), fondamentalismo americano (che rischia di trasformare la battaglia per la

<è> <’> <èMONDO> <è>

L'altro e noi stessi, dopo aver incorporato lo sguardo dell'altro. Libri, film e giornali possono aiutarci a capire che la comunicazione può essere una risorsa globale. Sulla sia di quanto scritto da Pialuisa Bianco, B. concepisce l'individuo-persona come costretto a mantenersi in equilibrio sul filo di un rasoio tentato da 2 vie: da un lato i nichilisti che intendono il post moderno come fine della civiltà, dall'altro i fondamentalisti. Tra nichilisti e fondamentalisti, il passaggio è stretto.

Il cosmopolitismo responsabile che il sottotitolo del libro convoca alla nostra attenzione, è il tentativo di dare un nome a una realtà culturale che è comune in tanti studenti. Questo cosmopolitismo si fonda sulla conoscenza acquisita in 2 modi:

  • Attraverso i viaggi e/o il contatto diretto con individui, popoli e culture
  • Attraverso i media

Accanto a questo esiste un cosmopolitismo irresponsabile da attribuire ad atteggiamenti facili che tanta

Parte della nostra cultura tende a coltivare gli equivoci, inducendo confusione. Il facilismo viene diffuso anche inconsapevolmente, sia dalle teorie della società dell'informazione centrate sullo sviluppo delle nuove tecnologie concepite come protesi sostitutive dell'uomo, sia dalle teorie della massificazione, che tendono a cancellare le differenze individuali.

Il cosmopolitismo responsabile deriva dalla consapevolezza che solo l'esperienza di apprendimento può suscitare. Il cosmopolitismo responsabile ha 2 ostacoli alimentati dalle bombe medianiche: l'ottimismo di maniera e il nichilismo radicale. Le bombe medianiche sfruttano il sentimento di paura che questo periodo di incertezza suscita negli esseri umani. C'è bisogno di un giornalismo responsabile.

1° - Il concetto di svolta comunicativa

Per la preparazione del 2° colloquio italo-brasiliano di Firenze del 2001, B. ha elaborato il concetto di svolta comunicativa.

Questo concetto consente di attivare un punto di vista nuovo sul mondo attuale, di rintracciare nei processi storici le radici di ciò che ci stava e ci sta accadendo. Inoltre questo concetto può contribuire alla nascita di una società dell'informazione, ma che potrebbe chiamarsi società della comunicazione: B. prende le distanze dall'eccesso di attenzione sugli aspetti meramente tecnologici, per investire sulla comunicazione come problema, come pericolo e come risorsa. Per contribuire a far nascere un nuovo ordine mondiale, basato su una sfera pubblica fatta di uomini liberi e responsabili. La svolta comunicativa intende dare vita ad una società della comunicazione, caratterizzata dalla centralità dell'essere umano, inteso come individuo persona protagonista della propria storia e della propria identità. Le scienze della comunicazione hanno coltivato 3 vocazioni: 1. EMPIRICA RADICATA NELL ESPERIENZA DELLA

SOGGETTIVITÀ UMANA

RIFLESSIVA DIALOGICA RADICATA NELLE NARRAZIONI E NEL DIALOGO

TEORICA FONDATA SUL METODO STORICO COMPARATIVO

È dunque dall'analisi dei percorsi seguiti dalle scienze della comunicazione che nasce l'idea di svoltacomunicativa capace di costruire uno sguardo nuovo più aperto verso il futuro. La cultura della comunicazionedelle scienze della comunicazione si basa sul riconoscimento del singolo individuo-poersona come attoreprincipale e responsabile dell'agire comunicativo.

I NVESTITI DAL VENTO DELLA STORIA

L'11 settembre 2001 ha messo in evidenza a livello planetario, la vulnerabilità alla quale ciascuno di noi è esposto. Dopo gli attentati USA, siamo tutti più consapevoli di essere cittadini del mondo. I media hanno messo in onda l'evento che più di ogni altro, verrà ricordato dagli esseri umani. Questo evento ha fatto sì che ognuno di noi percepisse il vento della storia.

RIVOLUZIONE COMUNICATIVA E SVOLTA COMUNICATIVA

Leggere l'11 settembre in chiave comunicativa, significa attivare una riflessione che rivisitando il nostro passato, vada alla ricerca di quelle tracce che possano farci individuare la genesi di atteggiamenti capaci di riconoscere le risorse adatte a risolvere i problemi. L'evento mediatico dell'11 settembre ha provocato 2 effetti:

  1. Percezione dell'umana vulnerabilità.
  2. Un'incredibile quantità di analisi e riflessioni proposte da libri e giornali.

Questi 2 effetti sono la conseguenza della rivoluzione comunicativa che sta alla base dell'allargamento della sfera pubblica. La svolta comunicativa si colloca all'intreccio di 3 eventi:

  1. Guerra.
  2. Perfezionarsi di scienze e tecnologie.
  3. Messa a punto di teorie.

Dopo la seconda guerra mondiale, si pare una stagione decisiva per la rivoluzione comunicativa. Il processo di allargamento della sfera pubblica procede in modo sempre più

veloce. Occorre valorizzare la comunicazione come grande risorsa a ns disposizione, comunicazione intesa come capacità di liberarsi dai pregiudizi delle comunità e delle società chiuse. E’ attraverso la comunicazione che gli esseri umani cambiano e imparano a gestire le proprie paure e incertezze.

A –BUSO DI PAROLA LE PAROLE DERUBATE DEI LORO SIGNIFICATI ORIGINARI occorre coltivare ottimismo, riscoprire il senso profondo della nostra storia per coltivare quella vocazione universalistica che talvolta ha illuminato il nostro passato. Per poterlo fare dobbiamo ritrovare il significato originario, complesso e profondo di parole importanti che molti di noi oggi utilizzano in modo distorto. La parola comunicazione è stata abusata e tradita. Solo a partire dalla consapevolezza del problema, ossia quando si capisce che è difficile entrare in comunicazione con se stessi (con l’altro che è dentro di noi) e con l’altro.

La consapevolezza del problema attiva la necessità di conoscere se stessi e gli altri, facendo esperienza, attivando dialogo e riflessività.

Comunicazione è soprattutto un processo, un agire e una presenza. Ha il fine di costruire relazioni cooperative. La comunicazione è disturbata o disturbante quando non produce relazioni cooperative, quando non convoca al dialogo, alla conversazione, all'apprendimento. Comunicare significa aprirsi a un'esperienza di cambiamento attraverso l'apprendimento. Significa potersi fidare dell'altro. I terroristi sono negatori della comunicazione. Sono non comunicativi, anche tutti coloro che hanno la presunzione di essere nella verità.

Masse o individui nella sfera pubblica

Fare i conti con i grandi numeri

Ai grandi numeri si attribuiscono connotazioni negative, come se la numericità fosse sinonimo di superficialità, di perdita di qualità, di anonimato. Ma i grandi numeri possono anche essere una risorsa, un'opportunità per la democrazia. La sfera pubblica è il luogo in cui si incontrano e si confrontano le diverse opinioni, i diversi punti di vista. È il luogo in cui si costruisce la democrazia, attraverso il dialogo, la discussione, la negoziazione. È il luogo in cui si prendono decisioni che riguardano la collettività. Ma per fare i conti con i grandi numeri è necessario che ci sia una comunicazione efficace, che permetta a tutti di esprimere le proprie opinioni, di essere ascoltati, di partecipare attivamente alla vita pubblica.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
4 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Buonanno Milly.