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Cap.3 LA CONVERGENZA AL DIGITALE

Una serie di caratteristiche oggi in maniera riferite ai nuovi media digitali, in realtà erano già appannaggiodi media preesistenti. Non è un’esclusiva dei nuovi media digitali, per esempio la multi direzionalità e lasimultaneità della comunicazione o l’interazione con un terminale domestico. Non lo è nemmeno latrasmissione di dati in rete o la rappresentazione discontinua dell’informazione.

I principi costitutivi dei nuovi media digitali vanno individuati nella convergenza al digitale, nellamultidimensionalità del messaggio e nell’esperienza interattiva.

3.1 La globalizzazione dei sistemi

Negli anni 70 Anthony Oettinger professore di Harvard, decide di coniare un neologismo ossiacompunication. Tale termine andrà successivamente ad indicare per gli USA, un concetto che per glieuropei corrisponderà a quello di telematica.

Il primo sottolinea maggiormente il concetto di elaboratore.

ossia il computer e ponendo di fatto l'accento sull'aspetto tecnologico, che andrà di seguito a guidare il processo di sviluppo delle "autostrade dell'informazione". Il secondo, invece, su quello di comunicazione: la telematica non trasporta corrente passiva ma informazioni e quindi potere; gestire la rete diventa un obiettivo fondamentale. Una prima definizione del concetto di convergenza al digitale lo dobbiamo a Nicholas Negroponte, fondatore del MediaLab al MIT, il quale nel 1978 visualizzò 3 cerchi sovrapposti la concentrazione delle industrie di informativa, della stampa e del broadcasting. Il concetto che sta alla base delle teorie di Negroponte è segnato dall'esclusiva attenzione che viene posta sulle modalità di trasmissione e non sul contenuto dell'informazione: "Per pratica diciamo che un bit è 1 o 0. Che cosa significhi l'1 o lo 0 non ci interessa." Negroponte a differenza di Shannon ne

Amplia gli effetti a tutta la sfera dell'essere. Questa trasmutazione da atomi in bit, non è sufficiente, tuttavia, a supportare un'efficace e credibile teoria strutturata sulla convergenza digitale, quanto invece ad appoggiare le teorie estreme di uno dei più famosi visionari della rete, il quale non esiterà a stigmatizzare coloro che non usufruiscono di internet che Negroponte chiamerà "senza tetto digitali".

Di fatto il dibattito sulle dinamiche della convergenza al digitale rimane, oggi, ancora aperto e non esiste ancora un neologismo che definisca bene la combinazione di concetti quali la telecomunicazione, informazioni e computer. L'unica cosa che al momento possiamo affermare con certezza è che sistemi di trasmissione di informazioni come le telecomunicazioni, la comunicazione di dati e il broadcasting, che lungo l'arco del secolo scorso si erano sviluppate secondo forme e regole autonome, oggi hanno cominciato a integrarsi.

Ma per capire come siano nate le dinamiche della loro convergenza dobbiamo risalire non solo a motori di ordine tecnologico, ma anche economico e sociale.

3.2 Codifica numerica e reti neutre

La quantificazione dell'informazione teorizzata da Shannon riconduce la rappresentazione di qualsiasi messaggio a un unico formato fisico, quello digitale, e segna il passaggio da un concetto di rete specifica a un concetto di rete neutra, ossia in grado di trasferire qualsiasi tipo di contenuto.

Due principali linee del progresso: da una parte la corsa alla digitalizzazione di tutte le forme di comunicazione, dall'altra la corsa verso l'ampliamento della capacità di trasmissione del canale.

3.2.1 La codifica numerica

La tecnologia informatica tende a trasformare e unificare il formato fisico dei mezzi di comunicazione analogici, in un unico formato immateriale che oggi noi comunemente chiamiamo digitale, ossia una codifica numerica binaria del messaggio costituita da sequenze di 1 e 0.

  1. Cosa cambia tra la rappresentazione di un'immagine su pellicola e quella che ne fa il computer?
  2. In linea generale, a livello di visualizzazione non cambia nulla: le immagini ci sembrano uguali. Tuttavia, se iniziamo a duplicare l'immagine della pellicola su un'altra pellicola e poi ancora su un'altra, la visualizzazione dell'immagine sembra rimanere inalterata. Al contrario, se facciamo lo stesso con il computer, l'immagine va progressivamente a degradarsi. È come se l'immagine perdesse costantemente informazioni relative al colore, alla luminosità e alla definizione complessiva.

  3. Qual è l'obiettivo delle teorie di Shannon?
  4. Le teorie di Shannon cercano di trovare un modo per trasferire un messaggio in maniera tale da garantire la fedeltà di risposta a destinazione.

  5. Cosa fu necessario fare per garantire la fedeltà di risposta a destinazione?
  6. Affinché fosse possibile garantire la fedeltà di risposta a destinazione, fu necessario quantificare l'informazione, ossia darne una rappresentazione numerica attraverso una serie di codici.

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permettessero diregistrare le variazioni di stato di una grandezza fisica non in maniera continua, ma per successivicampionamenti numerici. Tale rappresentazione viene indicata come rappresentazione discreta.

Nel momento in cui noi definiamo degli intervalli regolari di registrazione di un percorso in salita, ossia igradini, possiamo dire che “campioniamo” la salita. Nel campionamento di un segnale analogico, il segnalecontinuo viene campionato a intervalli regolari (periodo di campionamento) in una sequenza di codicinumerici che ne definiscono la sua rappresentazione discreta (digitale). Maggiore sarà la frequenza dicampionamento maggiore sarà la qualità e la definizione del segnale.

Nel campionamento digitale di un’immagine dobbiamo pensare che la complessiva rappresentazionecontinua e indefinita dell’emulsione fotografica impressionata, ricca di dettagli e informazioni, vengacodificata, invece, in un numero finito di campioni, che in

Questo caso chiamiamo pixel, ognuno dei quali riconduce tutte le informazioni di un specifico punto dell'immagine a dei valori unici di riferimento come la cromia e la luminosità dell'immagine. Facendo così si perdono delle informazioni, seppur minime: il problema della codificazione digitale, infatti, non consiste nel maggior carico di informazione da rappresentare, ma nel quantificare l'informazione utile da rappresentare.

L'ingrandimento di un'immagine analogica rivela un indefinibile numero di informazioni e di dettagli che vengono evidenziati dalla sfocatura e dalla granulosità dell'immagine; l'ingrandimento digitale invece rivela il punto dell'immagine ben delimitato dal colore e contiene meno informazioni: mancano le informazioni relative alle variazioni intermedie tra i campioni. Il campionamento dell'immagine si traduce in bit, e questa codifica digitale viene rappresentata sullo schermo da una matrice di

pixel.In un’immagine in bianco e nero, l’immagine è rappresentata semplicemente da una configurazione di pixelaccesi o spenti: nel primo caso ritornerà come valore cromatico il bianco nel secondo il nero. Ogni pixelcorrisponde a un bit. Questo genere di rappresentazione dell’immagine viene definito bitmap, laddove si memorizza la mappa dei pixel che descrivono un’immagine in un’equivalente mappa di bit. Tuttavia se la nostra immagini rimanesse a colori questa condizione non sarebbe più valida, perché le informazioni in bit richieste per ogni pixel, utili a memorizzare maggiori informazioni sul colore, andrebbero esponenzialmente oltre il rapporto uno a uno tra pixel e bit.

Esiste pertanto una seconda variabile utile a stabilire la maggiore o minore fedeltà della riproduzione digitale, oltre alla frequenza di campionamento, ed è la profondità di bit, ossia la quantità di bit impiegati per descrivere la

quantità di informazione memorizzata per ogni campione e quindi l’accuratezza con cui ogni campione viene registrato (quantizzazione). Nel caso dell’immagine bitmap, la scelta dei valori cromatici è limitata a due risultati, bianco o nero. Se i bit assegnati al campione per registrare le informazioni fossero 16, gli elementi disponibili per effettuare una scelta più fedele del colore sarebbero molti di più: calcolando che a ogni bit corrisponde una scelta binaria la quantità di oggetti numerabili sarebbe uguale a 2 ossia 65536, ossia i colori. Anche nel testo c’è una cosa simile ogni carattere ha valore 8 bit ossia tale da rappresentare tutti i 256 caratteri. 3.2.2. la trasmissione digitale in rete Il concetto di rete preesiste a internet e indica più genericamente, l’insieme delle connessioni che permettono la comunicazione tra due o più utenti. L’esempio più concreto di conversione da analogico a digitale è la trasmissione di dati in rete. In questo caso, i dati vengono convertiti in segnali digitali, composti da una sequenza di bit, che possono essere trasmessi attraverso i cavi o le onde radio. La trasmissione digitale offre numerosi vantaggi rispetto alla trasmissione analogica, come una maggiore resistenza al rumore e la possibilità di compressione dei dati. Inoltre, i segnali digitali possono essere facilmente elaborati e manipolati dai dispositivi di rete.digitale del segnale di trasmissione lo abbiamo sicuramente nella rete telefonica, la cui digitalizzazione, compiutasi in Italia lungo l'ultimo ventennio del secolo scorso, non a caso finisce con l'integrare in maniera definitiva i servizi di telefonia e comunicazione dati all'interno di un'unica rete di trasporto. Parlare oggi di telefonia non significa più parlare solo e necessariamente di telefono, ma anche di altri apparecchi in grado di collegarsi alla rete per trasmettere informazioni quali, per esempio il fax, il computer o il modem. La codificazione digitale del segnale consente, oggi, l'integrazione di una molteplicità di servizi all'interno di uno stesso canale di trasmissione che originariamente era dedicato a una sola funzione, ossia la veicolazione della voce. La porta di ingresso al circuito rimane il doppino telefonico che veicola il segnale che poi viene scomposto e trasmesso attraverso la rete di supporto. Il sistema diil segnale viene suddiviso in pacchetti di dati che vengono inviati singolarmente attraverso la rete. Ogni pacchetto contiene informazioni sulla sua origine, destinazione e sequenza, consentendo alla rete di instradare correttamente i pacchetti e garantire la consegna corretta. Questo approccio consente una maggiore efficienza nella gestione delle risorse di rete, in quanto i canali di comunicazione possono essere condivisi tra più utenti. Inoltre, la trasmissione digitale consente una maggiore resistenza agli errori rispetto alla trasmissione analogica. I pacchetti di dati possono essere controllati e corretti utilizzando algoritmi di correzione degli errori, garantendo una maggiore affidabilità nella consegna delle informazioni. La trasmissione digitale ha anche aperto la strada a nuovi servizi e applicazioni, come la trasmissione di dati ad alta velocità, la telefonia su Internet (VoIP) e lo streaming di contenuti multimediali. Questi servizi richiedono una larghezza di banda maggiore rispetto alla tradizionale trasmissione analogica e sono resi possibili grazie alla capacità della trasmissione digitale di gestire grandi quantità di dati in modo efficiente. In conclusione, la trasmissione digitale ha rivoluzionato il modo in cui le informazioni vengono trasmesse attraverso le reti di comunicazione, offrendo maggiore efficienza, affidabilità e nuove opportunità di servizio.nfatti, le informazioni vengono frazionate in tante unità autonome che vengono denominate pacchetti. La rete digitale è infatti una rete di commutazione a pacchetto. Ogni pacchetto di informazioni porta con sé sia i dati che l'indirizzo di destinazione, consentendo così di instradare correttamente i pacchetti attraverso la rete.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
40 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher zanespace di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione digitale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Guidolin Ugo.