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La comunicazione delle organizzazioni

Che cos'è la comunicazione in generale?

La comunicazione è un'attività o interazione contestualizzata, cioè richiede sempre un contesto in cui può svilupparsi e svolgersi. Ciò dipende dalla socializzazione e dalla precomprensione: per comunicare è necessario un contesto di riferimento e codici di comprensione condivisi. Il linguaggio e l'attribuzione di senso sono pratiche comunicative situate.

La comunicazione ha rapporto con lo spazio e il tempo e li modifica: l'individuo comunica se stesso, il contesto di riferimento, i valori del suo tempo ecc. quindi una comunicazione degli anni '70 è differente rispetto a una del 2013.

La comunicazione riguarda il potere, l'influenza e la disuguaglianza nella società: nell'agire comunicativo di un soggetto nei confronti di un altro soggetto si può esercitare una forma di potere (es. mamma che dice al figlio di...)

Sistemare la camera). Il contesto sociale, a sua volta, viene strutturato dai processi comunicativi, ovvero il nostro agire comunicativo può produrre effetti sull'ambiente, ad esempio sul comportamento: degli studiosi americani hanno studiato l'impatto che può avere l'introduzione della tv in un paesino rurale del sud degli USA effetti: le donne sono meno efficienti, si occupano meno della casa e le forme di socializzazione collettiva si riducono. Dunque, l'ingresso di nuove forme di comunicazione, come la comunicazione di massa, ha un impatto sul contesto di riferimento perché ne modifica i comportamenti.

Si parla anche di costruzione sociale della relazione comunicativa. Comunicazione pubblica = è un processo, un complesso di regole, di attori, di protagonisti che accomuna tutti coloro che fanno parte della sfera pubblica (noi, lo Stato e tutti quei soggetti, associazioni e imprese, che si rivolgono ai cittadini con una funzione pubblica).

È un tipo di comunicazione rivolta ai cittadini-utenti secondo caratteristiche di certezza, imparzialità, affidabilità, trasparenza e proveniente da istituzioni e/o organizzazioni pubbliche e private con finalità di interesse generale. Ha per oggetto gli affari di interesse generale (affairs), ovvero gli oggetti di interesse generale per la collettività che producono effetti innanzitutto sulle interazioni tra soggetti pubblici e cittadini.

È comunicazione pubblica ogni forma di comunicazione che proviene dalla pubblica amministrazione. Il problema è definire i confini del settore pubblico. Mentre può essere abbastanza semplice stabilire quali soggetti sono "enti pubblici", in quanto determinati dalla legge, può essere invece difficile allargare la definizione di pubblica amministrazione a tutte le realtà appartenenti al cosiddetto "parastato". Queste ultime spesso condividono molte più

Le caratteristiche della comunicazione pubblica sono condivise sia con il settore privato che con quello pubblico, eppure spesso partecipano appieno al sistema degli attori istituzionali della comunicazione pubblica. Dietro al concetto di comunicazione pubblica vi è l'idea di flussi informativi bidirezionali tra cittadini e pubblica amministrazione. La comunicazione pubblica, dunque, si realizza solo laddove c'è un'autentica interazione, a due vie, tra cittadini e Stato. Laddove c'è solo il monologo dell'istituzione pubblica potremo avere uno Stato che comunica, magari nel senso del termine propaganda, ma non avremo comunicazione pubblica.

Comunicazione politica = portata avanti da partiti, movimenti e altre organizzazioni di rappresentanza politica, con lo scopo di costruire il consenso e influenzare le scelte del governo su temi controversi. Ha quindi un oggetto ben definito a differenza della comunicazione pubblica che rimane indefinita perché la possono esercitare soggetti diversi.

sensibilizzare e formare le persone su determinati temi o argomenti, al fine di promuovere una maggiore consapevolezza e conoscenza;comunicazione promozionale, che ha lo scopo di promuovere un prodotto, un servizio o un'attività specifica, al fine di aumentarne la visibilità e l'interesse del pubblico;comunicazione di servizio, che ha lo scopo di fornire informazioni utili e pratiche ai cittadini, come ad esempio orari di apertura, modalità di accesso a determinati servizi, ecc.;comunicazione di emergenza, che ha lo scopo di informare e istruire la popolazione in caso di situazioni di emergenza o di calamità naturali, al fine di garantire la sicurezza e la protezione delle persone.

Altri studiosi definiscono la comunicazione pubblica a partire dai soggetti: comunicazione dell'istituzione pubblica, verso l'interno e verso l'esterno (es. verso i media).

• Alcuni aspetti non sono comunicati verso l'esterno; comunicazione di solidarietà sociale, fatta da attori privati che affrontano temi di ordine generale• attraverso campagne che attraggono l'attenzione su questioni che altrimenti verrebbero ignorate (es. disabilità).

Un'articolazione ulteriore prevede: comunicazione normativa• comunicazione delle attività istituzionali• comunicazione di pubblica utilità = informazioni provenienti dalle istituzioni per la semplificazione• dei rapporti e della fruizione dei servizi comunicazione di promozione d'immagine = informazioni

provenienti dagli organismi pubblici per• la diffusione, il consolidamento e il miglioramento della propria immagine

comunicazione sociale = informazioni provenienti dagli organismi pubblici, dalle associazioni e dagli• enti no-profit per sensibilizzare, rendere consapevoli i cittadini in merito a problemi di interessecollettivo (anche nella prospettiva di un cambiamento dei comportamenti)

Un'istituzione, tuttavia, può sì comunicare la sua attività ma può anche svolgere tutte le altre forme dicomunicazione, per questo i confini della comunicazione istituzionale pongono dei problemi.

E' solo recentemente, dagli anni '90, che i cittadini sentono l'esigenza di essere informati in modo trasparente.Essi vedono in questo modo riconosciuti i loro diritti: oggi vi è un'attenzione ai diritti in passato sconosciuta.

Analisi comunicativa

CHI: la fonte del messaggio è un'istituzione pubblica o un'organizzazione privata?

Si tratta di comunicazione dell'istituzione pubblica (avente per oggetto le attività e le iniziative delle istituzioni stesse) o di comunicazione sociale (incentrata su argomenti e servizi di interesse generale)? COME: attraverso quale mezzo il messaggio viene comunicato? Che tipo di canale e di formato è stato scelto? Il formato può essere uno spot o interventi con testimonial in programmi idonei. COSA: qual è il contenuto prevalente del messaggio? Definizione e articolazione dell'oggetto di analisi: ci si riferisce a un problema, a una patologia, a un'abitudine, a un comportamento, ecc. Come viene declinato? Vi sono valorizzazioni dell'oggetto? Vi sono parole chiave che esemplificano il concetto? A CHI: chi sono i destinatari del messaggio? Spesso le campagne sono fallimentari perché incapaci di comunicare ai cittadini il contenuto prevalente del messaggio. Ci sono indicatori per targettizzare il pubblico: domande collettive, rivolte.alla cittadinanza in modo generico:
  • 13 di 21 domande socialmente organizzate, rivolte a determinate categorie di persone (es. pedibus)
  • domande individuali, rivolte ai singoli cittadini (es. comunicazione delle Aziende Sanitarie Locali attraverso lettere spedite a casa)
Analisi qualitativa:

Vengono soddisfatti i criteri di trasparenza, chiarezza, semplicità? La comprensibilità del messaggio rispetto a un pubblico medio è soddisfatta? Il messaggio è coerente con il target preso come destinatario? Il messaggio è allettante (= che può essere ricordato e/o diventare oggetto di dibattito pubblico)? Osservazioni sullo stile, sulle immagini, sui suoni e sulle parole.

Campagne degli anni '70: "Dona sangue", "Difendi il verde", "Rispetta l'opinione altrui", "A favore degli handicappati".

La condotta negativa delle persone diventa l'occasione per consentire alle organizzazioni di

attribuire la responsabilità agli individui, attraverso l'uso di un tono paternalistico. Queste campagne non servono solo per informare dunque, ma anche per identificare dei responsabili. Coloro che non seguono un comportamento virtuoso vengono additati come responsabili. Spesso queste campagne comunicano però l'effetto opposto, come quella a favore degli handicappati che non sensibilizza alla vicinanza. Anni '80: "Figli si nasce, genitori no". Il tono è quello degli anni '70, ma si fa un salto organizzativo: al termine della pubblicità viene data la possibilità di avere un opuscolo informativo. Ma viene comunicata una rappresentazione dei ruoli familiari che non era quella della famiglia italiana media. È contro l'abbandono dei minori ma, più che comunicare ciò, sembra comunicare la colpevolizzazione dei genitori. Anni '90: "Contro il razzismo" Viene introdotta la musica, la voce fuori

Campo e viene fatto il montaggio. Il messaggio è chiaro, vengono usate poche parole, le immagini svolgono la funzione segnale, cioè permettono di collocare il servizio/pubblicità in un contesto.

Anni 2000: puntano sulla compartecipazione, sul pathos, per commuovere e stabilire una connessione emotiva con gli spettatori. Anche il lessico è cambiato (non si usa più "handicappato"). Viene introdotta la musica in funzione diegetica, ossia che ha lo scopo di rafforzare il contenuto delle immagini (extradiegetica = decontestualizzata rispetto all'azione). Infine, è spesso presente un testimonial, una figura di riferimento che catalizza l'attenzione degli spettatori e valorizza la campagna stessa, garantendone la validità.

Esempi:

  • Avis con Tiziano Ferro
  • Telecom → Gandhi, se avesse potuto comunicare così che mondo sarebbe?
  • Medici Senza Frontiere sulle crisi dimenticate (es. in Sri Lanka, Yemen, Pakistan ecc.)

sensibilizzazione portata all'eccesso attraverso le immagini

Ministero per le Pari Opportunità contro lo stalking

Telec

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
21 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia_polly di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione delle organizzazioni e dei processi interculturali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Nizzoli Antonio.