vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La teoria del ruolo sociale di Batson
Batson, con la sua teoria del ruolo sociale, sostiene che le donne danno importanza all'interdipendenza (dipendenza reciproca, fare affidamento sugli altri) e sono più orientate al prossimo, mentre gli uomini danno importanza all'indipendenza e sono più orientati verso se stessi. A dimostrazione di ciò:
- Esperimento di Batson: descrizione di un evento che causava sofferenza a un adolescente del loro stesso sesso → risultati: rispetto agli uomini, le donne dimostravano più empatia nei confronti della vittima se avevano vissuto esperienze simili nell'adolescenza
Teoria dell'apprendimento sociale (approccio sociale): Il comportamento prosociale non è innato, bensì viene appreso:
- Attraverso le istruzioni: Grusec, nei suoi studi sulle pratiche parentali, rilevò che il semplice indicare ai bambini di aiutare gli altri funzionava → n.b.: raccomandare di essere buoni possiede un valore dubbio se:
Interiorizzi l'idea dell'essere solidale
Ipotesi del mondo giusto: Secondo Lerner, le persone hanno bisogno di credere che il mondo sia un luogo giusto dove si ottiene ciò che si merita. Esempi di sofferenza immeritata minano questa credenza, e le persone possono concludere che le vittime, in realtà, meritino il proprio destino. Fortunatamente la maggior parte di noi è convinta dell'evidenza: la sofferenza è immeritata.
Una precondizione necessaria all'aiuto è credere che esso sarà efficace. Miller ha isolato due fattori che possono convincere un aspirante prestatore di aiuto a passare all'azione:
- la vittima rappresenta un caso speciale, non è una delle tante
- il bisogno è temporaneo (piuttosto che persistente)
Un importante elemento capace di influenzare lo sviluppo e il mantenimento del comportamento prosociale è inoltre la norma culturale → le norme forniscono un riferimento permanente di come dovremmo comportarci.
chiunque abbia bisogno, indipendentemente dal fatto che ci abbiano aiutato in passato o che ci aiuteranno in futuro. Questa norma si basa sull'idea che è nostro dovere sociale aiutare gli altri, senza aspettarci nulla in cambio. Il comportamento prosociale può essere influenzato anche da altri fattori, come l'empatia, l'identificazione con la vittima, le norme culturali e sociali, e le aspettative degli altri. Tuttavia, le norme di reciprocità e di responsabilità sociale sono considerate le principali motivazioni dietro il comportamento prosociale. È importante sottolineare che il comportamento prosociale può essere appreso e incoraggiato attraverso l'educazione e l'esempio. Inoltre, le norme sociali possono variare da cultura a cultura e da contesto a contesto, quindi ciò che è considerato normale o corretto in una determinata situazione può essere diverso in un'altra. In conclusione, il comportamento prosociale è influenzato da norme sociali che definiscono ciò che è considerato normale o corretto. Le norme di reciprocità e di responsabilità sociale sono due delle principali norme che guidano il comportamento prosociale.coloroche hanno bisogno e alle persone che dipendono da noi, aprescindere dalle ricompense future; è bene sottolineare, però il fattoche questa norma viene applicata in maniera selettiva (es. individuiaiutano i senzatetto senza colpe piuttosto che i vicini in difficoltà)N.B.: Nessuna delle due norme può realisticamente spiegare ilcomportamento prosociale negli anni Apatia dello spettatore IL CASO DI KITTY GENOVESE Kitty Genovese era una donna di New York che fu accoltellata a morte neipressi della sua casa nel quartiere di Kew Gardens, distretto del Queens,New York. Inizialmente l'aggressore, dopo un primo assalto, vedendo moltiosservatori affacciati alla finestra, si ritira; poi, vedendo che essi non fannoniente, torna indietro e la uccide. Senso comune” → la società non ha più sensibilità nei confronti altrui,“ecc. Spiegazione scientifica (Darley e Latanè) → processo di IGNORANZAPLURALISTICA (la presenza diUn certo numero di persone blocca l'intervento e crea situazioni di stallo → si parla di "effetto spettatore" → es. tutti si guardano, non sapendo se intervenire o meno, nel tentativo che qualcuno vada a disambiguare la situazione → vedendo non agire gli altri pensano non ci sia nulla da preoccuparsi)
Alla base di tale processo:
- fenomeno di DIFFUSIONE DI RESPONSABILITÀ → la presenza di altri individui spinge le persone a trasferire a questi la responsabilità (e dunque l'agire/il non agire); quando sono da soli sentono di avere la responsabilità incentrata su di loro e allora sono spinti a intervenire.
- Inibizione del pubblico → la presenza di altri individui può rendere le persone a disagio nell'attuare l'azione desiderata; le persone non vogliono apparire stupide e, dunque, non vogliono fare una brutta figura, reagendo in maniera eccessiva; di conseguenza, il timore di agire in modo
inappropriato inibisce ai membri di un gruppo risposteefficaci di fronte una situazione di emergenza.– influenza sociale → gli altri forniscono un modello di azione: se sonopositivi e senza preoccupazioni, la situazione può sembrare menoseria.
Altri esempi a dimostrazione del fatto che quando si è da soli si agisce inun modo differente da quando si è con altre persone:fumo che esce dalla porta → ragazza da sola interviene, ragazza inserita in un contesto in cui sono presenti anche altri partecipanti(attori) noragazzo che si sente male dopo aver dichiarato di soffrire una crisi epilettica in un altra stanza (mentre si comunica per un fintoesperimento) e dopo aver finto che gliene sia venuta ragazzo dellastanza vicina, consapevole di essere l'unico, esce immediatamentedalla stanza per intervenire, ragazzo quando sa che vi sono degli altriindividui non interviene.
Latanè e Darley elaborarono un modello cognitivo (1970) relativo
Alla decisione di un individuo che si trova a dover prestare aiuto → 4 elementi/fasi:
- Essere presente a ciò che accade
- Definizione di un evento come un'emergenza (la probabilità di definire un evento come un'emergenza aumenta quando crediamo che la condizione della vittima sia grave e possa peggiorare con rapidità + indizi verbali di sofferenza, es. urla) → caratteristiche di una situazione di emergenza:
- Può essere pericolosa
- È un evento inusuale
- Può differire ampiamente nella natura
- Non è prevista
- Richiede un'azione istantanea
- Assunzione di responsabilità
- Decisione riguardo a ciò che può essere fatto
QUALI SONO LE PERSONE CHE AIUTANO?
- Stati d'animo: quando le persone stanno bene sono più sensibili ai bisogni altrui e quindi sono più pronte ad aiutare
- Corporatura: le persone che prestano aiuto tendono ad essere più
alte, più prestanti e fisicamente più forti–
Stile affettivo: Le persone che sono sicure sono più compassionevoli e altruiste–
Personalità: ha poca o nessuna influenza sul prestare aiuto (← non esiste nessuna personalità altruistica di per sé)–
Dimensione della città di residenza: Latanè e Darley (1970) rilevarono che le persone provenienti da piccoli centri avevano maggiori probabilità di prestare aiuto rispetto a quelle provenienti da città più grandi → studio di Paul Amato (1983): analisi della propensione delle persone ad aiutare in 55 città e paesi australiani → risultati: all'aumentare della popolazione, le azioni di aiuto diminuivano ← ciò è dovuto al fatto che la popolazione rurale è più attenta al prossimo perché si sente meno oppressa dalla folla, è meno frettolosa, meno disturbata dal rumore, percepisce dunque
menosovraccarico urbano e meno stress ambientale– Competenza: Sentirsi in grado di afforntare un'emergenza rende piùprobabile il proprio aiuto (“effetto competenza”) → esperimento:partecipanti divisi in due gruppi, uno con forte competenza(infermieri) e l'altro meno competente (studenti di un corso generale)→ era più probabile che ad aiutare un operaio apparentemente cadutodalla scala in un corridoio attiguo fossero gli infermieri piuttosto chegli studenti. ← ciò è dovuto al fatto che “so quello che faccio, perciòho la responsabilità di agire”N.B.: l'effetto competenza può generalizzarsi al di là di un contestoristrettoDifferenze di genere: è più probabile che siano gli uomini a dare– aiuto alle donne →Benson sostiene che la causa di ciò sia dovuta alfatto che gli uomini potrebbero essere spinti dall'attrazione sessualenel prestareaiuto alle donne ("effetto dell'attivazione sessuale") → esperimento di Przybyla (1986): alcuni studenti e studentesse guardarono un video erotico, altri un video non erotico, altri ancora non guardarono nessun video; dopo aver lasciato il laboratorio, passarono davanti ad un collaboratore di ricerca (maschio o femmina), che "accidentalmente" fece cadere una pila di carta → risultati: Video erotico: - uomo → uomo: ca. 30 secondi - uomo → donna: !!! 6 minuti !!! - donna → donna: poco (addirittura meno di quelle degli altri gruppi, ovvero gruppo video non erotico e gruppo nessun video) - donna → uomo: poco (addirittura meno di quelle degli altri gruppi, ovvero gruppo video non erotico e gruppo nessun video) Dunque, quasi tutti i maschi che avevano guardato