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Il comportamentismo di Watson
Watson riconosce la procedura di condizionamento introdotta da Pavlov come la modalità principale di funzionamento che spiega il comportamento umano. Nell'articolo "Psychology as the Behaviorist views it" (1913) propone un rovesciamento delle prospettive psicologiche dell'epoca, sia in termini di metodo che di contenuti: - Oggetto di studio della psicologia: previsione e il controllo del comportamento che può essere manipolato e controllato (i concetti di "processi mentali", "coscienza" e "introspezione" non hanno valore scientifico) in quanto settore della psicologia, scienze naturali, si occupa solo dei fatti osservabili e misurabili. - Metodo: no introspezione (non porta al rilevamento di dati scientifici, osservabili e misurabili) psicologia è un settore delle scienze naturali ora unità di analisi è il riflesso condizionato, che permette lo studio della risposta.appresa e della formazione di abitudini, che sono comportamenti più complessi
N.B.: È bene ricordare che Watson si è formato all'interno dell'impostazione teorica di tipo funzionalistico; infatti la sua tesi di dottorato su Animal education è stata supervisionata dallo psicologo funzionalista Angell. Successivamente prende le distanze da questo approccio soggettivo e ne delinea uno che si basa sul controllo del comportamento e sull'analisi sperimentale e quantitativa.
Nell'articolo "An Attempted formulation of the Scope of Behavior Psychology" (1917) si trova una descrizione dei termini "stimolo" e "risposta".
- Con il termine "stimolo" si fa riferimento ad eventi puramente fisici (come per esempio i raggi di luce che colpiscono gli occhi, le onde acustiche percepite dall'orecchio, gli oggetti presenti nell'ambiente). ≠ fisiologia: In psicologia il termine stimolo è usato
Nello stesso modo in cui è usato in fisiologia. L'unica diversità è che in psicologia parliamo di stimoli quando nel laboratorio ci troviamo ad avere a che fare con fattori relativamente semplici e cerchiamo di isolare questi effetti per quanto riguarda l'adattamento dell'uomo. D'altro lato parliamo di "situazioni" quando i fattori che portano alla risposta sono più complessi, cosa che per esempio si verifica nel caso dei fenomeni sociali. Naturalmente la situazione è riconducibile a un gruppo complesso di stimoli.
Con il termine "risposta" si fa invece riferimento alle unità molecolari di comportamento, cioè a sequenze di risposte semplici e risposte più complesse che hanno luogo simultaneamente. Più semplicemente si potrebbe dire che con questo termine ci si riferisce a qualsiasi cosa faccia l'uomo.
In fisiologia, anche se in psicologia è raro che ci occupiamo di risposte semplici, più spesso invece ci interessiamo a sequenze di risposte complesse che hanno luogo simultaneamente.
Per studiare la "sensazione" no metodo introspettivo, bensì attraverso studio del comportamento motorio.
Watson ritiene l'"apprendimento" centrale nella spiegazione dei più disparati fenomeni del comportamento, ma non elabora una teoria esaustiva e innovativa.
Egli lo considera il mantenimento delle risposte corrette (come previsto dalla concezione associazionistica di Thorndike ed Ebbinghaus) che pone al centro le leggi di frequenza (la risposta corretta è quella più frequente, cioè quella presente ad ogni sessione sperimentale) e di recenza (la risposta corretta è anche la più recente, cioè l'ultima ad essere emessa).
Per quanto riguarda l'apprendimento del linguaggio, Watson afferma che nel
bambino si instaura una risposta condizionata circolare determinata dalla contiguità temporale tra l’emettere il suono e sentirlo e tra il vedere un oggetto e sentire ripetuto uno stesso suono. Il pensiero ha anch’esso una natura senso-motoria derivata dal fatto che non è altro che linguaggio sub vocalico, che è permesso dalle abitudini laringee, viscerali e motorie. Secondo Watson la personalità è la somma dei comportamenti osservabili, il prodotto finale dei nostri sistemi di abitudini. Alla nascita sono presenti embrioni di attività che non sono appresi e che iniziano, a quel punto, ad essere condizionati. è la situazione ambientale a far affiorare un comportamento o un altro (Non riconosce, dunque l’esistenza di tratti stabili della personalità). Per Watson anche gli stati affettivi sono il risultato di un apprendimento, secondo il modello dei riflessi condizionati. Le emozioni sono un insieme di risposte unitarie.che comportano delle profonde modificazioni in tutti i meccanismi corporei (soprattutto nei sistemi viscerali e ghiandolari). 3 emozioni fondamentali (emozioni di base, presenti alla nascita, a partire dalle quali si apprendono le emozioni più complesse, attraverso risposte condizionate, ovvero attraverso l'associazione tra stimoli neutri e una risposta emozionale; ogni emozione di base si differenzia dalle altre sulla base degli stimoli che la provocano e delle risposte emesse): CAUSA MANIFESTAZIONE PAURA - Improvvisa - Trattenere il fiato mancanza di - Stringere le labbra sostegno fisico - Ammiccamento del bambino palpebre - Suoni intensi - Piangere - Portare via la - Risposta di fuga coperta al (nei bambini più bambino che sta grandi) per addormentarsi - Scosse improvvise o stimoli analoghi RABBIA - Restrizione - Irrigidimento imposta dei corpo movimenti - Chiusura delle mani a pugno - Faccia che si arrossa - Schiaffi, morsi, spinte (nei bambini più grandi) AMORE - Tenere in braccio- Sorrisi il bambino - Gorgolii - Ondeggiamento - Protendere le braccia in avanti
La paura, la rabbia e l'amore sono le modalità fondamentali delle risposte emotive; mediante il metodo dei riflessi condizionati gli stimoli che non producono risposte emotive poi le producono; le emozioni grazie alle secrezioni ghiandolari producono energia per le azioni istintuali e abituali. Pertanto le emozioni possono essere poste sotto controllo sperimentale.
Un noto studio sull'apprendimento delle emozioni è quello del piccolo Albert - ESPERIMENTO DEL PICCOLO ALBERT (Watson e Rayner, 1920): descrizione fase del condizionamento classico producendo nel bambino il condizionamento della paura
- Da poche risposte emozionali condizionamento ampliamento risposte emotive (vita emozionale complessa dell'adulto)
- Soggetto sperimentale: Albert B (descritto come un bambino "sano", "robusto", "calmo" di 9 mesi)
Procedura:
1) 9 mesi: Visione ratto bianco,
coniglio, cane, scimmia, maschera senza capellie con, batuffoli di cotone no paura (risposta del bambino: manipolazione)
2) 11 mesi e 3 giorni: presentazione ratto tentativo di raggiungerlo con la mano; subito dopo, sbarra d'acciaio colpita (risposta del bambino: paura, ma non pianse); nuovo tentativo di toccarlo e anche qui, subito dopo, colpita sbarra d'acciaio (risposta del bambino: iniziò a piagnucolare)
3) 11 mesi e 10 giorni: presentazione ratto (senza alcun rumore) osservazione ma nessun tentativo di toccarlo; ratto messo poi più vicino tentativo di toccarlo ma appena il ratto si avvicinò alla mano del bambino egli la ritira (sta avvenendo il condizionamento); vennero mostrati dei blocchi di costruzione (per vedere se anch'essi erano coinvolti nel processo di condizionamento) nessuna risposta di paura
4) Una serie (7) di associazioni combinate ratto-suono (a cui segue sempre una risposta di paura)
5) 11 mesi e 15 giorni: Presentazione
soddisfatta la necessità di proteggere il benessere e la sicurezza del soggetto sperimentale) - Conclusioni: L'esperimento di Watson e Rayner ha dimostrato che è possibile condizionare una risposta di paura in un bambino attraverso l'associazione di uno stimolo neutro (il ratto) con uno stimolo avversivo (il rumore forte). Questo ha evidenziato il ruolo dell'apprendimento nell'acquisizione delle paure e ha aperto la strada a ulteriori ricerche sull'apprendimento condizionato e sulle fobie. - Implicazioni: Questo esperimento ha avuto un impatto significativo sulla psicologia e sulla comprensione dell'apprendimento. Ha evidenziato l'importanza dell'ambiente e dell'esperienza nell'acquisizione delle paure e ha contribuito allo sviluppo di terapie comportamentali per il trattamento delle fobie. Inoltre, ha sollevato importanti questioni etiche riguardo alla sperimentazione su soggetti umani e ha portato all'adozione di linee guida più rigorose per la ricerca psicologica.attuata unadesensibilizzazione o comunque un'altra procedura per far scomparire la fobia, no permesso della madre)CONDIZIONAMENTO DELLE EMOZIONI OGGI Lo studio di Watson e Rayner è stato spesso citato come prova delle fobie adulte come quelle per i ragni, i serpenti, gli spazi chiusi e gli spazi aperti. Esse sarebbero dovute ad episodi di condizionamento, nel quale l'oggetto della paura è stato associato a conseguenze avverse. Molte fobie, infatti, emergono a seguito di un'esperienza traumatica, un bambino rischia di annegare e può sviluppare la fobia dell'acqua, un altro bambino è morso da un cane e può sviluppare la fobia dei cani, un adolescente che incespica durante un discorso in classe scatena l'ilarità dei compagni e può sviluppare la fobia di parlare in pubblico. In questi casi uno stimolo precedentemente neutro (l'acqua, i cani o il parlare in pubblico) si associa ad un evento traumatico (affogare,essere morsi, vergognarsi) che elicita ansia. Attraverso il condizionamento classico, lo stimolo precedentemente neutro diventa in grado di scatenare la reazione di ansia. Inoltre, molte persone con tali paure evitano l'oggetto fobico perché l'evitamento le aiuta a ridurre l'ansia, ma il comportamento fobico, così facendo, si mantiene attraverso i meccanismi di condizionamento operante).
Alcune fobie, inoltre, possono essere apprese attraverso l'osservazione: genitori paurosi, per esempio, tendono a trasmettere ai figli le loro stesse paure.
Le fobie sono state il primo campo di applicazione della Behavior Therapy. Nel 1924 Mary Jones illustra una procedura di decondizionamento per esposizione in vivo graduale.