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L'ETA' DI IPPOCRATE
Questo insieme di scritti fu tramandato sotto un unico nome, quello di Ippocrate, sul quale si alzò una fama rilevante come fondatore della scienza medica ma ben poco sisa dal punto di vista della verità storica. Possiamo dire che come medico è realmente esistito grazie ad alcune testimonianze antiche. Socrate e Platone furono contemporanei della scuola di Cos e della diffusione del suo insegnamento nell'Atene di Pericle. Nel Fedro di Platone ha perciò grande valore questo accostamento della medicina, razionale da Ippocrate, all'arte oratoria, elevata alla dignità di scienza e disciplina all'arte della parola, che rappresentava una delle principali conquiste della civiltà greca, veicolo del sapere e della filosofia; né si dimentichino gli originari legami di Socrate con le scuole sofistiche. Simili i percorsi di metodo, nella medicina e nella retorica, che si dedicano alla conoscenza.
della natura del corpo e dell'anima. A questo punto, Platone sembra citare un pensiero di Ippocrate sul legame indissolubile tra la conoscenza particolare e la conoscenza globale: un elemento dottrinale che, in maniera generale, è dato riconoscere nel pensiero dello scritto ippocratico "Antica medicina", che fondava la concezione clinica globale dellapatologia, in opposizione con quella semplicemente localistica, derivata dalla medicina filosofica italica e ionica. Con Aristotele, vissuto dopo la morte di Ippocrate, ebbe inizio quel processo di separazione e specializzazione delle discipline scientifiche che fino a quel momento erano ancora considerate come un tutto indivisibile. Aristotele ricorda Ippocrate come medico realmente esistito e ne attesta la grandezza scientifica, tale da renderlo appunto superiore a uomini fisicamente "grandi" più di lui. Inoltre prende esempio, per l'organizzazione delle strutture elettive dello stato.,dall'organizzazione della categoria professionale dei medici del suo tempo, che doveva essersi stabilizzata già da diverse generazioni: il medico rispondeva del suo operato davanti a un'assemblea di medici. Interessante è poi la ripartizione dei frequentatori della medicina in tre grandi categorie: i medici pratici, i ricercatori e medici teorici, e gli uomini colti che hanno appreso la medicina come parte integrante della loro educazione. Gli scritti e la questione ippocratica Al nome di Ippocrate si attribuisce la composizione di un corpus di scritti che viene definito il Corpus Hippocraticum, composto da circa 70 opere in dialetto ionico. Non appartiene ad un solo autore né ad una sola scuola, ma testimonia variamente la produzione medica che va dal V al IV secolo a.C., raccolta in età ellenistica, con complessi problemi attributivi dibattuti nella "questione ippocratica". Il gruppo di scritti più rilevanti dal punto di vista medico sono quelli che trattano di anatomia, fisiologia, patologia e terapia. Questi testi rappresentano una pietra miliare nella storia della medicina, poiché introducono il concetto di malattia come fenomeno naturale e cercano di spiegare le cause delle malattie in termini di squilibrio degli umori del corpo. Inoltre, i testi ippocratici contengono anche importanti considerazioni etiche e deontologiche, come il famoso giuramento di Ippocrate, che stabilisce i principi etici che i medici devono seguire nella loro pratica professionale. In conclusione, i testi ippocratici rappresentano una preziosa fonte di conoscenza sulla medicina dell'antica Grecia e hanno influenzato profondamente lo sviluppo della medicina occidentale.vista del pensiero scientifico e medico possono comunque essere attribuiti ad una cerchia unitaria, alla quale si può convenzionalmente conservare il nome di ippocrate: Antica medicina, Arie acque e luoghi, Prognostico, Male sacro, Epidemie I e III, Regime delle malattie acute, Ferite nella testa, Fratture, Articolazioni, parte degli Aforismi. Resta inteso che con il nome Ippocrate bisognerà sempre pensare al "gruppo di Ippocrate" e all'originaria scuola di Cos. Ma l'aspetto più importante di questi trattati è l'uso coerente della lingua e della scrittura per la trasmissione del sapere medico, al di là dell'antica trasmissione orale riservata dal maestro al suo discepolo: una vera rivoluzione culturale, che affiancava la medicina allo sviluppo delle altre discipline intellettuali e scientifiche della Grecia classica, le tèchnai, attribuendole carattere di laicità e modernità nella ricerca.Nel 1892 fu scoperto in Egitto un papiro (oggi conservato a Londra, donde il nome Anonimo Londinese per il suo autore) che recava una riduzione della storia della medicina composta da Menone, allievo di Aristotele. Menone, dopo aver parlato dei dietetici Eurifonte ed Erodico di Cnido, ricorda Ippocrate solo per la composizione del mediocre trattato sui Venti, contenuto nel corpus ippocratico. Se Ippocrate era realmente autore dei Venti, non poteva essere autore degli altri trattati maggiori. La questione resta tuttavia irrisolta, anche se studi più attenti, hanno rivelato l'antichità di alcune opere del corpus e la loro attribuzione ad un unico maestro, o ad un'unica scuola.
La medicina ippocratica è uno dei trattati più importanti del Corpus ippocratico, Aria acque e luoghi: a.C., e nasce dall'interesse per i fatti ambientali collegati all'eziopatogenesi..a comprendere che l'ambiente è
Un elemento determinante nella vita degli uomini è il suo studio; dunque, fa parte integrante della diagnosi e la terapia può essere basata sulla modificazione di un rapporto sbagliato con l'ambiente, sia attraverso l'allontanamento da condizioni climatiche malsane, sia attraverso la rimozione delle cause ambientali di disagio (l'azione dei venti e delle acque, l'aridità e l'umidità, gli stagni e luoghi paludosi vicino alle città, legati a condizioni edematiche di malattie malariche). Sono riflessioni che possono avere oggi una straordinaria modernità, nel rapporto con un ambiente degradato e inquinato dallo stesso uomo fino a diventare un pericolo per la sua salute.
Il Prognostico: La medicina ippocratica si fondava sulla prognosi, cioè sulla previsione dello sviluppo futuro della malattia: un responso che nella medicina precedente aveva quasi un carattere magico, oracolare (con poche
probabilità di riuscita), e che invece con Ippocrate diventa un elemento scientifico, basato sull'analisi dei sintomi, dei segni della malattia, e sul loro confronto con i segni osservati nei casi precedenti della stessa malattia. Il Male Sacro: Anticamente le malattie del sistema nervoso e le malattie mentali, del tutto inspiegabili a livello fisico, venivano considerate di origine divina, una sorta di punizione o maledizione, e curate solo con pratiche magiche. Così era anche l'epilessia, chiamata appunto il male sacro. Ma Ippocrate rifiuta questa concezione dell'intervento diretto degli dei nella natura: se si tratta di malattia, allora essa può e deve essere spiegata ricorrendo a cause naturali; e a questo porta l'osservazione diretta dei casi di epilessia e l'analisi comparata dei sintomi, sempre uguali e ricorrenti, tali dunque da escludere un'origine divina. È un passo importante per il superamento della medicina.teurgico-sacerdotale, che ancora tanto peso aveva nei santuari di Asclepio, e della stessa medicina popolare, diffusa negli strati più bassi della popolazione. In questo modo, grazie ad Ippocrate, la medicina acquista uno statuto autonomo di scienza laica. Altro elemento rilevante di questo trattato è la riflessione ippocratica sul sistema nervoso, al quale si attribuisce, come organo centrale, il cervello, come già aveva fatto Alcmeone di Crotone: la malattia viene dunque spiegata con stati di alterazione nel funzionamento del cervello e del sistema nervoso. Le epidemie: A differenza degli altri trattati, di carattere più teorico o epistemologico, Le epidemie sono una straordinaria raccolta di osservazioni di patologie individuali o collettive, causate da fattori morbosi o da situazioni ambientali. Colpisce che la registrazione dei dati, con uno stile veloce ed essenziale, avvenga senza alcun riferimento alla prognosi o alla terapia: Ippocrate,Più che un medico, diventa qui un ricercatore puro, uno scienziato, che osserva il fenomeno dall'esterno, senza intervenire, per non influire sul naturale decorso della malattia. Gli importano tutti i sintomi della febbre, giorno per giorno, e i mutamenti delle condizioni ambientali ed igieniche; e giunge a scrivere che "descrivere il passato, comprendere il presente, prevedere il futuro, questo è il compito del medico"; per lui la medicina ha tre grandi attori, la malattia, il malato e il medico, e la lotta contro il male è combattuta congiuntamente dal malato e dal medico.
Il celeberrimo "Giuramento di Ippocrate" nacque forse prima della scuola di Ippocrate e di Cos, e si legava, come rivelano le iniziali invocazioni sacre, alle corporazioni degli Asclepiadi, nelle quali si entrava attraverso una cerimonia che probabilmente comprendeva anche l'accettazione orale, mediante la recitazione di alcune.
La professione medica è interessante dal punto di vista storico anche per l'individuazione degli ambienti che provvidero alla conservazione e alla trasmissione degli scritti ippocratici. Gli Aforismi furono nei millenni l'opera più famosa attribuita a Ippocrate, commentata da medici e scienziati a partire dalle scuole ellenistiche fino al 700. Quel che è certo è che l'opera, una vasta e discontinua raccolta di detti, massime, precetti, osservazioni, fu una specie di compendio di tutto il dibattito scientifico e culturale avviato dalla scuola di Cos ed espresso in maniera coerente negli atri. Questo "manuale", riservato ai medici pratici o a quanti non avessero compiuto un completo apprendistato presso le grandi scuole mediche, rivela però un impoverimento del messaggio ippocratico: invece di essere recepiti come una guida allo studio di opere più vaste, gli Aforismi furono spesso isolati e assolutizzati.
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