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Gli operai hanno raggiunto delle condizioni di vita migliore, aspirano alla classe media. I

consumi e la scolarizzazione diventano di massa, la scuola viene aperta a tutti e si verifica un

allungamento della scuola dell’obbligo. Nel 1962 viene introdotta la scuola media unica, ossia

otto anni di scuola obbligatori.

Il modello fordista entra un crisi sia per elementi interni che per elementi esterni a lui.

• Saturazione della domanda che rimane solo sostitutiva (causa interna)

Il sistema non può andare avanti all’infinito perché è poggiato sui consumi di massa, tanto che

la domanda arriva a un punto di saturazione e le nuov edomande sono solo per la sostituzione

dei beni.

• Crescita di una domanda diversificata di qualità (causa interna)

Inizialmente la richiesta delle masse è per uno stesso prodotto, ma quando tutti riescono ad

averlo la domanda inizia a differenziarsi; questo fatto è intrinsecamente contrario al fordismo.

Biforcare significa iniziare ad essere contradditori nel principio di produzione di scala, significa

fare due prodotti in parte diversi, riducendo il numero di quel prodotto finito. Quindi alla fine c’è

una riduzione dell’economia di scala in quanto non è più una questione di quantità ma qualità

perchè il consumatore diventa sempre più esigente. Anche il sistema d controllo della qualità è

alla fine del processo, c’è una separazione tra produzione e controllo. Chi esegue le fasi nella

catena di montaggio non si occupa della qualità, anche perché i passaggi di cui si occupa

sono elementari, chi si occupa della qualità sta alla fine del processo. Con questo sistema ci

sono molti più scarti. Il controllo delle varianze avviene nelle singole fasi di produzione mentre

i controllo qualità è alla fine.

• Concorrenza dei paesi di nuova industrializzazione con basso costo del lavoro (causa

interna

Il fordismo è in grado di pagare bene e in maniera crescente gli operai. Nei Paesi

industrializzati a partire dall’Ottocento le paghe crescono tantissimo, poi ci sono i Paesi in via

14

di sviluppo, le così dette tigri asiatiche che essendo in una situazione di bassi redditi pagano

15

poco i lavoratori, fanno concorrenza alle gradi fabbriche occidentali .

• Impennata dei prezzi de petrolio (causa esterna)

L’inverno del 1974 è stato molto freddo e il prezzo del petrolio era raddoppiato, tanto che si

stava attenti anche nel consumo. Inizialmente il petrolio costava circa 3 dollari al barile, ma in

questo momento il prezzo viene raddoppiato e questo ha decretato la fine del fordismo, in

quanto il sistema di produzione era basato su costi bassi delle materie e se questo raddoppia

13 Sistema sanitario, pensionistico, di indennità, di assicurazione garantiti a tutti.

14 Ad esempio Taiwan e la Corea del Sud.

15 L’accusa mossa alla Cina è stata quella di invadere il mercato con prodotti di basso costo e bassa qualità

e questo è quello che era successo anche all’Italia appena industrializzata: se il mercato è invaso da prodotti

di costo minore, il consumatore non acquista più i prodotti nazionali ma quelli che costano di meno e

l’industria nazionale entra in crisi. 10

ci sono problemi. L’impennata nei prezzi crea uno squilibrio a livello internazionale, tanto che

viene abbandonato il sistema dei cambi fissi.

• Abbandono del sistema dei cambi fissi (causa esterna)

Se un’azienda vuole importate o esportare paga in dollari e ciascuna valuta deve fare i conti

con il tasso di cambio con il dollaro, che veniva mantenuto stabile dal Dopoguerra e la stabilità

del tasso determinava la stabilità dei costi di produzione. Il sistema del fordismo è stabile

perché sa che può contare su un sistema di cambio fisso. L’incostanza del tasso di cambio

crea incertezza

• Conflittualità industriale (causa esterna)

Se i prezzi aumentano la capacità di acquisto dei lavoratori scende, quindi chiede al sindacato

un aumento del salario. Si crea un circolo vizioso per cui bisogna pagare di più i lavoratori, è

necessario vendere di più così che il guadagno sia maggiore, aumentano i prezzi, i lavoratori

scioperano e chiedono altri aumenti, con lo sciopero la catena di produzione si blocca. Manca

la stabilità e c’è una crescente domanda di aumento dei salari.

• Disponibilità di nuove tecnologie flessibili o robotizzazione (causa esterna)

Lo stesso impianto è in grado di fare prodotti diversi e questo permette di sviluppare una fase

successiva al fordismo.

È possibile parlare di modelli alternativi al fordismo che a seconda della diverse parti del

mondo trovano diversi livelli di sviluppo, tanche che possono definirsi anche complementari.

Alcune forme di fordismo sono ancora presenti per qui Paesi che mirano a crescere la produzione

e in cui ai lavoratori interessa il benessere materiale e la sicurezza.

2.4 Toyotismo

Il passaggio da fordismo a toyotismo non è stato immediato e senza conseguenze. Prima

differenza fondamentale tra toyotismo e fordismo è il passaggi dagli operai ai tecnici: si assiste

così a una progressiva scomparsa della figura dell’operaio di massa. Con il toyotismo la

fabbricazione non è più soggetta alla manipolazione diretta del prodotto da parte dell’operaio;

questo è dovuto all’automazione flessibile, ossia una produzione che coinvolge l’uso di

macchinari che possono variare la produzione. Aspetto molto importante del toyotismo è quello

che viene definito zero scorte, ossia non si produce più per immagazzinare, ma si produce solo

ciò che è già stato venduto perché non si ha più la sicurezza dell’assorbimento delle “eccedenze”

da parte del mercato: a questo proposito è possibile di parlare anche di just in time per cui si

ordina qualcosa e lo si ha in breve tempo. La concorrenza inizia quindi a basarsi non più solo sul

prezzo, ma anche sulla velocità dei tempi di consegna e anche sulla qualità. Nel toyotismo le

funzioni di produzione e le funzioni di controllo sono riunite nelle diverse squadre che hanno anche

il compito di attuare il controllo qualità del prodotto fino alla fase seguita da loro. Inizia così a

svilupparsi la total quality, soprattutto in Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale perché

questa nazione fonda il suo sviluppo internazionale sul mercato degli Stati Uniti d’America, anche

se inizialmente la tecnica non ha funzionato: il Giappone pagava gli operai molto poco, ma allo

stesso tempo produceva prodotti di scarsa qualità e ha quindi rischiato di uscire dal commercio

occidentale. in poco tempo i giapponesi capiscono operò che la qualità è un elemento

fondamentale per avere successo sul mercato americano: all’interno delle aziende giapponesi

iniziano a formarsi i circoli di qualità in cui gli operai consigliano ai manager cosa fare per

migliorare i prodotti. 11

2.5 Distretti industriali

I modello dei distretti industriali risponde al motto small is beautiful. Con l’avvento

dell’automazione flessibile le piccole aziende possono iniziare ad usufruirne per lavorare su lotti

che permettono loro di stare sul mercato; questa possibilità è incentivata anche dalla presenza di

un territorio favorevole che solitamente è ristretto e specializzato in una determinata produzione

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grazie a una rete di piccole imprese , tra cui prevaleva la collaborazione piuttosto che la

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concorrenza .

Sono stati fatti diversi studi sugli assetti locali e ci si è domandato perché questo modello così di

successo in alcune zone non lo sia stato altrettanto in altre. Alcuni distretti furono costruiti, per

esempio, anche nel Sud Italia come volano per lo sviluppo del Meridione, senza però ottenere

successo. 18

I distretti industriali in Italia nel 1980 circa (ISTAT)

Negli anni Settanta il modello di economia dei distretti determina un’industrializzazione diffusa

in Italia: uno dei modelli che ha portato allo sviluppo dei distretti industriali è la mezzadria che ha

permesso la nascita di una prima forma di spirito imprenditoriale, specie se si pensa alle piccole

imprese familiari. L’industrializzazione diffusa è stata possibile anche ala decentramento produttivo

avviato in precedenza dal fordismo, oltre che grazie agli assetti locali: le amministrazioni locali

favoriscono lo sviluppo della piccola impresa, essendo sensibili alle necessità dei piccoli

imprenditori. Negli anni Sessanta e Settanta si assiste a un travaso dei grandi imprenditori: i

dirigenti incentivavano gli operai più in gamba ed esperti a mettersi in proprio, grazie alla

16 Ad esempio in Piemonte nell’area di Biella si producevano tessuti di lana, in Lombardia vicino a Como era

si producevano tessuti di seta, nelle Marche erano presenti numerose aziende per la fabbricazione di

strumenti musicali, a Carpi in Emilia Romagna si produceva abbigliamento in maglia, la provincia sud-

orientale di Modena era specializzata nella produzione di piastrelle e l’area di Erba era famosa per la

produzione di coltelli, che venivano poi esportati dagli svizzeri per la confezione dei loro famosi coltellini.

17 Ad esempio l’area di Cantù in Lombardia e l’area di Verona in Veneto erano specializzate nella produzione

di arredamento, così diverse aziende seguivano diverse fasi della preparazione dei mobili; i prodotti

confezionati venivano poi assemblati da una sola azienda che vendeva i mobili interi ad altre aziende che li

avrebbero poi immessi sul mercato per i consumatori finali.

18 In Italia gli anni Ottanta sono caratterizzati dalla fine del fordismo e da un panorama politico dominato da

Democrazia Cristiana e Partico Comunista Italiano: all’interno di uno stesso distretto c’erano fabbriche

bianche e fabbriche rosse molto uniformi al loro interno, ma che comunque collaboravano anche nonostante

il diverso orientamento politico. 12

donazione da parte loro di macchinari che loro non avrebbero più utilizzato perché sostituiti da

nuovi; questa nuova tendenza ha permesso l’attuazione di una mobilità sociale ascendente.

Altro elemento assolutamente importante per i distretti industriali sono le economie esterne,

ossia la possibilità di trovarsi su un territorio con tanti potenziali fornitori e clienti. I distretti

industriali sono basati sulla mobilitazione individualistica di mercato che avviene attraverso il

19

metodo dell’exit, ossia il consumatore può scegliere autonomamente a quale fornitore rivolgersi

senza alcun vincolo.

I distretti industriali sono nuove realtà che si aprono ai piccoli imprenditori e in cui si sviluppa la

figura dell&rsq

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Publisher
A.A. 2015-2016
15 pagine
3 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EriErica93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sistemi sociali comparati e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Chiesi Antonio.