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Il ruolo del caregiver nel soddisfare i bisogni del soggetto e le conseguenze sull'attaccamento

MOIa quelli che sono i del soggetto e i bisogni che possono non essere stati soddisfattidel caregiver contribuendo allo sviluppo di determinate tipologie di attaccamento.Quindi, quei bisogni di rassicurazione, conforto affetto, possono in qualche modoinfluenzare anche l’atteggiamento nel colloquio e quindi, oltre a non inquadrare bene ilsoggetto che si ha davanti, si può formare nel clinico una certa irritazione a causadella mancanza di materiale sul soggetto per approfondire la reazione e intraprendereil percorso conoscitivo.

Seduzione: maggiormente frequente in ambito giuridico, consiste (in quest’ultimocaso) nel manifestarsi in un modo socialmente desiderabile, privo di difetti: il soggettocerca di mostrarsi molto virtuoso, il più possibile privo di difetti o elementipsicopatologici. Questo atteggiamento si ha sicuramente più frequentemente nei casidi colloquio in ambito giuridico-peritale proprio per l’oggetto del colloquio, ed è

un atteggiamento in cui il soggetto cerca di conquistare l'approvazione dell'altro e indurre in lui valutazioni favorevoli nei propri confronti. C'è quindi proprio il tentativo di ammaliare, sedurre, portare il soggetto dalla propria parte con le modalità che questi conosce. Qui dobbiamo differenziare, come in tutti gli atteggiamenti e modalità relazionali, tra soggetto maschio e soggetto femmina, poiché ci sono delle diversità in questi atteggiamenti seduttivi, così come a livello del professionista sarebbe bene osservare le differenze nelle reazioni che ci sono in professionisti maschi e in professioniste femmine, perché la dinamica può cambiare. Così, in generale, è chiaro che l'atteggiamento seduttivo è un atteggiamento che cerca in qualche modo di sedurre il conduttore e anche, implicitamente, di manipolarlo. Spesso l'atteggiamento seduttivo si esprime attraverso la manifestazione di

adesione a principi che il soggetto ritiene importanti per l'intervistatore, anche se ovviamente può assumere forme e manifestazioni diversificate. Questo significa che il soggetto riesce subito ad entrare in linea con quello che è il pensiero dell'intervistatore, del conduttore del colloquio: riesce immediatamente, date le sue capacità/doti relazionali a cogliere quali sono gli elementi per lui importanti e lavora cercando di aderire a questi principi, in questo modo è chiaro che l'intervistatore può essere attratto da questa modalità, può subito mostrare un atteggiamento positivo verso il soggetto. È chiaro che ci sono dei tentativi di seduzione impliciti ed espliciti, più o meno sofisticati, aperti o coperti, ed è molto importante ovviamente riuscire a capire questi ultimi: mentre quelli aperti sono più facilmente comprensibili perché caratterizzati da una forma verbale/non verbale abbastanza evidente.

In presenza di questi il conduttore riesce/può percepire una sensazione di inganno da parte del soggetto e quindi può avere la sensazione di essere stato giocato pur non riuscendo a identificare i contenuti; il problema si verifica quando l'atteggiamento seduttivo è talmente implicito/sottile/sofisticato che il conduttore non riesce a coglierlo e quindi il rischio è quello di portare avanti una dinamica seduttiva senza rendersene conto con delle problematiche relative alla relazione e al setting. Quindi, le modalità implicite, sofisticate, nascoste, connotate da una componente manipolativa maggiore sono più complesse da riconoscere e da comprendere. Ovviamente, i motivi dell'atteggiamento seduttivo possono essere molteplici a seconda del contesto di riferimento, a seconda del tipo di colloquio psicologico, a seconda della personalità del soggetto. È chiaro però che è un meccanismo che può provocare dei

disagi o delle modalità che non favoriscono il dialogo delle dinamiche, che anzi possono portare a dei veri e propri circoli viziosi all'interno della relazione che vanno interrotti. L'atteggiamento seduttivo può provocare in casi estremi anche degli sconfinamenti dal setting con problematiche molto serie, quindi è chiaro che bisogna prestare la massima attenzione a queste modalità, proprio perché possono veramente mettere in crisi anche un professionista esperto. Gli atteggiamenti seduttivi possono essere presenti all'interno del setting ma anche al di fuori dello stesso e questi sono comportamenti estremamente pericolosi. Fuori dal setting, ad esempio, anche le dinamiche comunicative sono molto importanti da gestire, come i messaggi. Ovviamente queste dinamiche vanno assolutamente discusse / regolamentate in occasione del contratto di lavoro, si stabiliscono delle regole nei primi incontri nell'ambito della definizione del setting.

→ si può stabilire che possono essere inviati soltanto dei messaggi riguardo all'orario delle sedute e che non ci possono essere messaggi con dei contenuti diversi o anche con un atteggiamento di un certo tipo, ad esempio con toni particolari, dei modi che non rispettano quello che è il setting e che non rispettano i ruolo del professionista. Questi non è un amico che risponde ai messaggi, dispensa consigli ed è disponibile h24, è un professionista che ha una competenza psicologica, clinica e che essendo tale si attiene alle regole del contratto che sono state esplicitate in modo chiaro all'inizio del lavoro. È quindi molto importante che soprattutto le modalità comunicative extra setting attraverso il cellulare siano in qualche modo regolamentate proprio per evitare che certi meccanismi scattino e che questi atteggiamenti seduttivi provochino delle dinamiche viziose all'interno del rapporto e delle violazioni del

Aggressione: è un meccanismo che si verifica quando il soggetto è in qualche modo molto direttivo nella stanza del colloquio, quindi ci potrebbero essere dei modi molto bruschi di relazionarsi. L'aggressione, come la seduzione, può essere manifestata esplicitamente oppure indirettamente attraverso l'attacco generale nei confronti del colloquio o più in generale della psicologia. È quindi un atteggiamento molto aggressivo/sostenuto anche nelle modalità, nella tendenza a esprimere certe ragioni, quindi il soggetto può avere un atteggiamento non verbale particolare, può alzare il tono della voce/sbraitare, può non rispettare le regole di comunicazione di base... quindi, in relazione anche alla prossemica, può mostrare la sua aggressività aperta o indiretta nei confronti del conduttore, così come un atteggiamento generale che può riportare direttamente anche nel colloquio.

L'interlocutore/professionista prova la sensazione di essere attaccato, aggredito, messo spalle al muro, minacciato, ci può essere questa tendenza ad aggredire il conduttore. Ovviamente, anche questo atteggiamento aggressivo può essere contestualizzato all'obiettivo che ha il lavoro, al contesto e ovviamente anche alla personalità dell'interlocutore (ci sono personalità di tipo esternalizzante che sono più inclini ad utilizzare questi stili/modalità comunicative). L'aggressione si può manifestare direttamente o indirettamente, una rappresentazione indiretta dell'atteggiamento aggressivo può essere il silenzio oppositivo, il silenzio duro, perché anche qui ovviamente ci sono varie tipologie di silenzio che assumono vari significati a seconda del momento del lavoro psicologico. Quindi è molto importante comprendere il significato del silenzio, analizzarne il significato, cercare di cogliere di che

Tipo di silenzio si tratti; in questo caso si percepisce nettamente, quando c'è un'aggressività, un silenzio aggressivo nel colloquio da parte del richiedente, si percepisce sia a livello della sensazione, dell'emozione controtransferale ma anche si può percepire con particolari modalità molto aggressive di silenzio anche nel corpo. Questo ovviamente è un aspetto che va analizzato/compreso/consapevolizzato.

Assertività: è un atteggiamento abbastanza pieno, efficace, deciso, motivato. Con questo atteggiamento si bada molto al concreto, si bada a portare a casa il risultato, si desidera vedere miglioramenti. Il soggetto si propone in maniera positiva, assertiva, motivata, anche critica, con delle argomentazioni pertinenti, con un impegno adeguato / importante che il soggetto mette in capo. Quindi, la dinamica dell'impegno è in genere nell'atteggiamento assertivo ben sviluppata, il soggetto ha un obiettivo.

locondivide e lo vuole raggiungere quindi è una dinamica positiva importante da accogliere e conservare nel colloquio. È chiaro che può essere una dinamica che in alcuni frangenti può tendere a essere percepita come sfida: da un lato il controtransfert può essere quello di essere ingaggiati/motivati come professionisti nell'accogliere questo impegno/desiderio di lavorare su di sé da parte del soggetto, dall'altro, in alcuni casi ci può essere la tendenza a sfidare l'interlocutore e la sfida è chiaro che può essere un meccanismo rischioso, la dinamica competitiva nel colloquio può essere che non permetta al soggetto di intravedere quelle fragilità che sono presenti in lui nel profondo, la sfida all'interlocutore rappresenta / può rappresentare il tentativo di emergere, di superare anche questo ostacolo con la grossa motivazione del soggetto e quindi "vincere la partita".che usa una modalità assertiva si chiede: "dov'è il mio vantaggio? Che cosa ci guadagno da questo colloquio/prestazione professionale?", quindi questa modalità è spesso legata al guadagno, al vantaggio. Ricapitolando, gli atteggiamenti e stili comunicativi appena visti (salvo l'assertività) possono impedire una comunicazione efficace / possono non facilitare il dialogo e possono impedire al soggetto di esprimersi all'interno della relazione del colloquio professionale. Quali sono i comportamenti verbali e non verbali di ognuno di questi atteggiamenti/stili comunicativi? I comportamenti riguardano l'evitamento, quindi ci sarà una modalità nel soggetto di evitamento: evitare lo sguardo dell'interlocutore, evitare il contatto, evitare la stretta di mano se (ad esempio) la situazione lo prevede... quindi tutta la modalità comportamentale è una modalità schiva.essere distante o poco interessato. Tuttavia, è importante sottolineare che queste sono solo alcune possibili interpretazioni del comportamento del soggetto e non possono essere considerate come una valutazione definitiva della sua personalità o intenzioni. Per comprendere appieno il significato del comportamento del soggetto, è necessario considerare anche altri fattori, come il contesto in cui si verifica il comportamento, le espressioni facciali e il linguaggio del corpo. In conclusione, il comportamento del soggetto può essere interpretato in diversi modi, ma è importante evitare di trarre conclusioni affrettate o giudizi basati solo su osservazioni superficiali.
Dettagli
A.A. 2019-2020
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nicola.salvadori di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Colloquio psicologico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Gori Alessio.