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INTERVISTE SEMI STRUTTURATE ED ESEMPI

L'intervista semi-strutturata è un'intervista standardizzata e codificata, solito mantiene la struttura del colloquio clinico. L'intervistatore segue domande standard, ma è incoraggiato a personalizzare l'intervista in base al livello di intelligenza, all'educazione, alle caratteristiche cliniche del soggetto. La domanda può essere riformulata, altre domande possono essere aggiunte, si può chiedere al soggetto di descrivere i sintomi con parole proprie. L'intervistatore, in base alle sue competenze, può proporre le domande tali e quali come formulate nello strumento, ma può anche, se necessario/se lo desidera, riformulare una data domanda ispirandosi all'item della domanda stessa. Il tipo di risposta del paziente che può evocare lo strumento può essere o una risposta stringente si/no o una risposta narrata. La modificazione delle domande ha come obiettivo di

renderle accessibili alla persona che dobbiamo intervistare. L'intervistatore è un conduttore, ed avrà un atteggiamento direttivo (lui stabilisce l'argomento di cui si parla e ne mantiene le redini per portala al termine) e la sua attenzione è rivolta ai contenuti. Può essere utilizzata da intervistatori con esperienza clinica e training adeguati.

Algoritmo diagnostico: è una strada da seguire quando si sottopone un'intervista semistrutturata, in base a ciò che dice il paziente. Es. Esempio di intervista Semi-Strutturata in Psicologia Clinica: Structured Clinical Interview for DSM-5 Disorders Clinician Version.

CONDUZIONE COLLOQUIO CON UN PAZIENTE COLLABORANTE:

Paziente COLLABORANTE: disponibile a narrare la sua storia, ad accogliere l'opinione del clinico, cerca aiuto.

Tecniche di conduzione:

  • continuazione: stimolare il pz a proseguire quando sta esitando a proseguire la narrazione. Esempio: "poi cosa è"

accaduto?”- enfatizzare: indurre il paziente a dirci qualcosa di più e più preciso perché potremmo aver sovrastimato il problema. Quindi possiamo enfatizzare un concetto per verificare come il pz aderisce o meno a quel concetto e come reagisce. Esempio: “Quindi le capita spesso di essere molto attivo?”.

- ridirezionare: utile a ricollocare il pz su una tematica che ci interessa approfondire, dalla quale il pz stava deviando. Esempio: “può tornare a dirmi perché ieri si è presentata al pronto soccorso?”.

- transizione: utile quando non è il paziente che cambia argomento ma siamo noi che abbiamo esigenza di spostarci a un altro argomento/topic. Può essere a tre livelli: a) graduale: il clinico gradualmente amplia il topic originario ad es. per discostarsi dalla sintomatologia legata al disturbo al livello funzionale Esempio: “l'uso di cocaina le ha dato problemi economici?” b) accentuata:

È il passaggio a un altro argomento esplicitando la nostraintenzione. Questo si fa quando il paziente tende a rimanere invischiato dentro una specifica narrazioneche però secondo noi è già stata sviscerata. Esempio: “passiamo a un altro argomento...”

c) improvvisa: sicambia topic senza dichiararlo esplicitamente. Utile ad es. quando abbiamo un pz che divaga moltissimo eabbiamo tempi stretti e abbiamo bisogno di fissare alcuni concetti o può servire per richiamarel’attenzione del pz che tende a disperdersi e facendosi distrarre da elementi secondari e così possiamoricollocarlo o ancora con pz che si mostrano un po’ manipolatori e così possiamo mantenere le redini e ilcontrollo del colloquio del pz. Esempio: “… e del suo umore che può dirmi?”.

GLI INGREDENTI CHE FAVORISOCNO L’ASCOLTO.

L’ascolto nel colloquio clinico deve essere fondamentalmente un ascolto attivo, composto da diversecomponenti:

1.

  1. Empatia che deve essere vera, genuina e non artificiale. Numerosi studi clinici dimostrano che alleanza clinico-paziente e empatia incidono positivamente sull'outcome in psicoterapia.
  2. Interesse: il clinico deve mostrarsi interessato dal mondo del paziente.
  3. Attenzione: il clinico deve mostrare attenzione nei confronti della narrazione, facendo domande di approfondimento e cercando di disegnare la nostra immagine mentale di quella narrazione.
  4. Curiosa consapevolezza: non significa che il clinico assuma sembianze di 'impiccione' nei confronti del paziente e della sua vita ma significa raccogliere tutte quelle informazioni che sono di pertinenza clinica, tenendo la curiosità viva e la consapevolezza di dove ci stiamo dirigendo, in modo da direzionare la domanda successiva affinché possa accrescere in modo incrementale la nostra conoscenza.
  5. "Non ci sono cattivi narratori, ci sono solo pazienti che non hanno ancora trovato un buon"

"L'ascoltatore" (Tasman 2013) è in un viaggio alla scoperta di cosa sia il paziente. Utilizza strumenti per fare domande, testare e chiarificare. Il paziente è un informatore attivo. Ascoltare è un lavoro che richiede tempo, concentrazione, immaginazione e senso dell'umorismo e un atteggiamento che pone il paziente come eroe della sua storia clinica. L'ascoltatore nell'ascoltare la storia esperisce il mondo e il paziente dal punto di vista del paziente, facendo da contenitore della storia del paziente. L'ascolto è guarigione e anche diagnosi, se ben fatto, l'ascoltatore diventa un diagnosta migliore. Il miglior ascoltatore ascolta entrambi: il paziente e la patologia, e valuta ogni elemento come potenzialmente terapeutico." (Tasman 2013)

LIFE SKILLS ASCOLTO (Tasman 2013): L'ascoltatore è in un viaggio alla scoperta di cosa sia il paziente. Utilizza strumenti per fare domande, testare e chiarificare.

paziente è un informatore attivo. Ascoltare è un lavoro che richiede tempo, concentrazione, immaginazione e senso dell'umorismo e un atteggiamento che pone il paziente come eroe della sua storia clinica. L'ascoltatore nell'ascoltare la storia esperisce il mondo e il paziente dal punto di vista del paziente, facendo da contenitore della storia del paziente. L'ascolto è guarigione e anche diagnosi, se ben fatto, l'ascoltatore diventa un diagnosta migliore. il miglior ascoltatore ascolta entrambi: il paziente e la patologia, e valuta ogni elemento come potenzialmente terapeutico

Skills per un ascolto appropriato sono:

  • Ascoltare: tenendo in considerazione quello che è il significato connotativo delle parole;
  • l'uso idiosincratico del linguaggio (creazioni linguistiche le lo caratterizzano);
  • le figure nel discorso che raccontano una storia sottostante, magari implicita e che è sfuggita, creando una finestra nel mondo interno del paziente.

Pz; tono e modulazione della voce che sono uno specchio della dimensione emotiva e infine il flusso di associazioni che rappresentano la struttura mentale del paziente. L'ascolto può essere rivolto ai sintomi o rivolto alla dimensione narrativo-esperienziale del pz.

Osservare: postura, la gestualità dell'intero corpo, l'espressione facciale e in generale tutto ciò che fa trasparire le sue emozioni in termini di espressioni esterne.

Confrontare: notare cosa manca nella narrazione del pz; dissonanza fra modi di esprimersi per vedere se c'è qualcosa che ci è sfuggito nelle maglie di queste dissonanze; intuire ovvero cercare di leggere tra le righe della narrazione del pz qualcosa di implicito che però arricchisce la narrazione stessa.

Riflettere: partecipare alle proprie emozioni interne (innerviewing) per comprendere qual è la compartecipazione emotiva del pz e se ci trasmette qualcosa e fa risuonare qualcosa dentro.

di noi e infine pensare il tutto senza sentire la pressione di rispondere durante l'intervista. Intervista è un momento delicato e molto importante per designare il quadro clinico e non ci devono essere interferenze comunicative tra clinico-pz e viceversa. Il clinico esperto ascolta le parole, osserva i comportamenti, si ingaggia e nota le interazioni che via via si manifestano. Consente a sé stesso di sperimentare le reazioni interne a un processo e non dimentica che i sintomi sono esperienze private ed esclusive. Il senso del narratore è un ascoltatore che c'è, è presente ed è connesso, è con il paziente migliora l'accuratezza della storia riportata dal paziente. (Tasman 2013) OSTACOLI ALL'ASCOLTO. Descriverne 2 Ci sono degli ostacoli che possono peggiorare le capacità di ascoltatore del clinico. Somiglianze superficiali ossia impressione che qualcosa di noi somigli a qualcosa del pz o viceversa ci puòPeriodo in cui essa si è verificata nella vita. Sarà molto importante andare a conoscere altre informazioni:

  • Sintomi di tolleranza/astinenza (come abbiamo visto nella MINI e nella SCID i sintomi astinenziali cambiano a seconda della sostanza)
  • Fattori di rischio e protezione (ad esempio, l'età di inizio dell'uso di sostanze, la presenza di disturbi mentali concomitanti, il supporto sociale)
  • Trattamenti disponibili (come terapia individuale, terapia di gruppo, farmacoterapia)
  • Prevenzione delle ricadute (strategie per evitare il ritorno all'uso di sostanze dopo un periodo di sobrietà)
  • Impatto sulla salute fisica e mentale (come danni agli organi, disturbi del sonno, ansia, depressione)
  • Supporto familiare e sociale (come coinvolgimento della famiglia nel processo di recupero, supporto dei gruppi di auto-aiuto)
  • Risorse disponibili (come centri di trattamento, linee telefoniche di supporto, siti web informativi)
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Stella011212 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Colloquio psicologico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Cosci Fiammetta.