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Secondo altri la datazione poteva essere trovata nello studiare la
varietà dei marchi di fabbrica. Quello che però risulta da diverse
esperienze è innanzitutto la vanità di voler creare criteri validi per
ogni epoca ambiente o prodotto grafico. E' evidente che le
metodologie adatte a datare scritture alto medievali risultano
inapplicabili nel datare codici tardo medievali e rinascimentali. Il
catalogatore dovrà allora basarsi non solo sul colpo d'occhio ma su
una serie di elementi grafici ed extra grafici spesso ripetuti dagli
scribi indipendentemente dallo stile di scrittura adoperato:
- per alcune abbreviazioni spesso tipiche di luoghi specifici.
- per alcuni usi codicologici come il richiamo.
- per l'uso del puntino tondo sulla "i", tipico dell'area italiana.
Localizzazione
Localizzare un codice significa identificarne il luogo o la zona
d'origine dove esso è stato materialmente prodotto come oggetto e
scritto; in questo senso il concetto di origine va nettamente distinto
da quello di provenienza, cioè l'ultima sede nella quale codice è
stato conservato. L'area identificata può essere vasta da pochi
metri quadrati fino ai confini di un'intera nazione storica. Localizzare
un codice non è indispensabile, non molti cataloghi contengono
infatti attribuzioni di codici a delle precise aree territoriali. Il
problema della localizzazione si pone tradizionalmente soltanto per
i codici medievali e rinascimentali perché ad oggi non esiste una
paleografia dell'età moderna. Il catalogatore deve possedere una
buona preparazione paleografica e codicologica. iI principi da tenere
in considerazione per arrivare alla localizzazione di un codice sono:
- luogo di conservazione.
- la connessione con persone particolari
- la sottoscrizione degli esecutori
- zona in cui erano state eseguite correzioni ed aggiunte coeve o di
poco posteriori alla data di fattura
- il testo con i suoi particolari elementi di contenuto e linguistici.
Tali criteri sono utilizzati tutti i manoscritti. Però rimane un
problema: Come individuare la localizzazione di un codice che non
possiede caratteristiche linguistiche individuabili? In questo caso il
catalogatore dovrà valutarne soprattutto il sistema abbreviativo, le
iniziali calligrafiche, conoscere la storia del manoscritto e in caso di
codice cartaceo, fare un confronto della filigrana con altri codici già
datati.
Contenuto
Il compito più importante del catalogatore è di risolvere tutti i
problemi di identificazione di autori e di testi che l'incerta
bibliografia, soprattutto medievale, gli presenta di volta in volta. Nei
manoscritti medievali frequentissimi sono i casi di attribuzioni
inesatte o di quelle cosidette d'autorità, per cui un trattato o un
sermone venivano sottratti all'autore reale ed attribuiti ad un padre
della Chiesa assai più noto, che il catalogatore deve restituire ai vari
autori dopo aver fatto un confronto con altre edizioni delle stesse
opere. Molto spesso però l'opera si presenta anonima: qui il
catalogatore inizierà una paziente opera di ricerca partendo dalle
raccolte di "initia" di opere tardoantiche. Tali strumenti spesso non
forniscono alcun aiuto, occorrerà ancora cercare parole poco
comuni e nomi propri vari, che vengono registrati nei dizionari
linguistici o negli onomastica, per tentare di collocarla nell'ambito
del proprio genere letterario, della sua epoca e per arrivare infine a
determinare la paternità. analogo Ma assai più semplice da risolvere
è il caso del testo manoscritto che al posto del nome esatto
dell’autore presenta uno pseudonimo, cosa che va risolta ricorrendo
agli appositi repertori di cui si servono gli studiosi; per l'Italia
basterà il Melzi-Passano. Ma i titoli non vanno solo identificati,
vanno anche indicati nella forma più corretta e nella lingua
originale. Occorrerà dunque anche per questo ricorrere ai dizionari
biografici che forniscano l'esatta forma del nome dei singoli autori
nella loro lingua originale.
Descrizione
La descrizione esterna non è altro che la fornitura di notizie circa la
fattura fisica del codice, la sua struttura e le tecniche impiegate
dagli artigiani che lo hanno materialmente composto. La struttura di
un codice consiste nella sua costituzione in più fascicoli fatti
ciascuno di un certo numero di fogli ripiegati al centro, inseriti uno
dentro l'altro e cuciti fra loro lungo la piegatura centrale. Assai
spesso però la struttura risulta irregolare o perché lo è sin dall'inizio
o perché lo è divenuto col tempo per perdita o aggiunta di fogli;
quindi ogni struttura dev’essere analizzata e numerata. Il primo a
creare un sistema per ricostruire la struttura di un codice fu M.R.
James e consiste nell'indicare ciascun fascicolo con un numero
arabico progressivo e con un'altra cifra arabica in esponente il
numero delle carte che lo formano. L'altro sistema consiste in una
esposizione verbale della struttura stessa resa più breve con il
ricorso ad abbreviazioni per esprimere i vari tipi di fascicolazione
come quad. per quaderno se tern. per ternio. Questo tipo di
descrizione è quello più usato perché più chiaro ed intuitivo. La
legatura è l’ultima operazione nella produzione di un codice e si può
attribuire ad essa la datazione del codice stesso quando si può
affermare che tale operazione sia venuta subito dopo le altre
previste; le si può attribuire una datazione di poco o di molto
posteriore a quello del codice. Può anche accadere che alla
legatura si debba attribuire una datazione anteriore a quella del
codice quando avviene un riutilizzo della coperta, considerata
spesso la parte più importante e appariscente della legatura. Le
misure della legatura sono: altezza, larghezza ed ampiezza del
dorso. La distinzione più importante da fare e capire se si tratta di
una prima legatura o successiva. Nel primo caso questa è il
risultato di una delle operazioni per la produzione del codice. Per
quelle altomedievali in specie può trattarsi di materiale prezioso
come oro, argento e pietre preziose oppure può trattarsi di tessuto
come cotone, velluto, seta o pelle di animali. Della pelle inoltre si
dovranno specificare gli animali di provenienza. Per periodi meno
antichi di solito si usavano animali di allevamento mentre per
periodi antichi si usavano anche animali selvatici. Nella maggior
parte delle legature di pelle o di pergamena è presente una
decorazione per impressioni ma è possibile trovare anche
decorazioni, incisioni, motti e stemmi. Non va omessa la
segnalazione dei Restauri a cui sia stata eventualmente sottoposta
la legatura, gli elementi deperiti e le parti danneggiate.
Catalogo Analitico
Con catalogo analitico si intende il catalogo totale, il cui fine è di
contenere una descrizione quanto più possibile accurata ed
esauriente di tutti gli aspetti di ogni singolo codice, da quelli esterni
a quelli relativi al suo contenuto testuale. Il risultato di tale
procedimento è sempre quello di produrre una trattazione piuttosto
ampia, la quale viene articolata in più sezioni e sottosezioni,
variamente disposte a seconda dei diversi modelli esistenti e
relative a quattro diversi aspetti del manoscritto: la faccia esterna,
la sua storia, il suo contenuto, la sua bibliografia.
Catalogo Sommario
Il catalogo sommario dovrebbe essere un catalogo nel quale viene
fornito il massimo numero di dati conciliabili con la massima
concisione possibile, omettendo tutto quello che costituisce il frutto
di indagini specialistiche particolari. Se ne deduce che il catalogo
sommario non contiene i dati più propriamente codicologici relativi
allo specchio di scrittura, né la descrizione particolareggiata
dell’ornamentazione. Altra particolarità del catalogo sommario è il
linguaggio secco e conciso che fa ricorso a poche forme verbali e ad
un uso frequente di annotazioni.
Repertorio di Manoscritti