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Tornando al sogno la favola del nonno era comparsa anche per le posizioni: il lupo
senza coda chiedeva agli altri di montargli sopra. I vari stadi della trasformazione del
materiale, scena primaria-storia del nonno-fiaba dei sette capretti, riflettono
l’evoluzione del pensiero del sognatore durante la costruzione del sogno: desiderio
di una soddisfazione sessuale offertagli dal padre-comprensione che la castrazione
ne costituisce condizione necessaria-paura del padre.
Come emerge dalle autosservazioni del paziente, la scena primaria deve esser stata
interpretata in un primo momento come atto di violenza e dopo, notando
l’espressione di godimento sul volto della madre, fu vista come un evento piacevole.
L’aver assistito a quella scena aveva rinforzato la convinzione che la castrazione
esista, dato che vedendo i genitali materni aveva visto la ferita nominata da nania.
La calma dopo il sonno fu acquisita rifugiandosi nella nania. La paura di essere
divorato dal lupo altro non era che una trasposizione regressiva del desiderio di
avere un congiungimento con il padre: lo scopo sessuale di esser dominato
passivamente dal padre fu rimosso e sostituito dalla fobia del lupo. La rimozione ha
ottenuto l’energia necessaria dalla libido genitale narcisista che, sottoforma di
preoccupazione virile, lottava contro la soddisfazione che sembrava raggiungibile
solo al costo della rinuncia del membro stesso. Prima del sogno il suo scopo era
passivo (farsi toccare i genitali-masochismo) e indifferente era se la realizzazione
avvenisse con un uomo o con una donna (aveva tentato di farsi toccare i genitali
dalla nania-aveva tentato di farsi picchiare dal padre). Il sogno lo riporta
all’organizzazione genitale, scopre la vagina e il significato biologico di mascolinità e
femminilità, comprese attivo-maschile e passivo-femminile. Aveva paura dei lupi in
piedi, il padre, non di quelli castrati, la madre, ma nel sogno si identifica con
quest’ultimi. Sembrava che dicesse a se stesso “se vuoi essere soddisfatto
sessualmente da tuo padre devi farti castrare come tua madre” ma la virilità aveva
protestato.
5- Qualche osservazione
Freud propone una lunga discussione in cui vaglia le hp e le eventuali critiche
connesse alla scena primaria e alla sua natura. Premette che, anche qualora fossero
fantasie, il processo analitico non sarebbe privato di valore dato che oggetto di
analisi è la realtà psichica che, potremmo dire per definizione, è sempre vera. Infatti
anche le fantasie dovranno esser resi coscienti perché vi sia guarigione. D’altro
canto materiale come la scena primaria non emergono mai come ricordo ma come
ricostruzioni successive, dato il lavoro necessario di passaggio dall’inconscio al
conscio. I detrattori potranno hp.re che l’analista induca il ricordo o la fanatsia nel
paziente attraverso i suoi interventi, ma questo non spiegherebbe il ruolo centrale
che tale materiale risulta ricoprire in ogni caso clinico. I concetti portati avanti da
Jung e Adler che parlano di conflitto attuale, distacco dalla realtà, erano già
considerati da Freud ma non erano considerati così univoci e causali come questi
altri due autori che dimenticano il valore della pulsione. Questi autori parlano di
fuga regressiva di fronte agli impegni del reale attuale, ma Freud ritiene che le
esperienze infantili siano sufficienti a provocare una nevrosi.
Se i sintomi fossero comparsi in età adulta si potrebbe dubitare dell’origine reale
della scena primaria, in quanto il sg avrebbe avuto a disposizione esperienze di vita e
strumenti in grado di trasformare una rappresentazione immaginaria, ma il fatto che
i sintomi compaiano a 4-5 anni depone a favore della loro veridicità. Possiamo anche
ritenere che anche la sorella abbia assistito alla stessa scena e questo
permetterebbe di comprendere le fantasie su nania e la sua precocità sessuale.
Nella revisione del manoscritto, Freud aggiunge che esiste un’altra hp sull’origine
del sogno ed i suoi rapporti con la scena primaria. Il bambino poteva aver assistito
ad un accoppiamento tra cani pastore (i cui tratti sono presenti nei lupi del sogno),
durante la notte il clima di eccitazione dell’attesa aveva favorito la trasposizione
della scena sessuale sui genitori che realmente erano a letto d’estate ma non
avevano compiuto l’atto sessuale; questa hp permette anche di contemplare il coito
a tergo tipico degli animali e la fobia del lupo. In ogni caso Freud chiude la
dissertazione con un non liquet, il caso non è chiaro, frase con cui il giudice romano
chiedeva un supplemento di istruttoria.
6. La nevrosi ossessiva
Quando a 4 anni e mezzo irritabilità e angoscia non accennavano a diminuire la
madre pensò che facendogli conoscere la Bibbia avrebbe elevato il suo spirito o
semplicemente offerto una distrazione. Ma il risultato fu solo la sostituzione di
sintomi ossessivi a quelli d’angoscia. Fino ad allora non riusciva ad addormentarsi
facilmente per paura di avere degli incubi come quello della notte antecedente il
Natale. Ora prima di andare a letto era costretto a baciare le varie immagini sacre e
fare segni della croce.
La sua infanzia si può ora suddividere in quattro fasi: la prima dalle origini alla
seduzione a tre anni e tre mesi e in cui ebbe luogo la scena primaria; il secondo con
il cambiamento di carattere e arriva fino al sogno di angoscia a quattro anni; il terzo
dalla fobia degli animali alla iniziazione religiosa; il quarto è il periodo di nevrosi
ossessiva che si protrae oltre il decimo anno. È bene notare che nessuna fase sostituì
nettamente la precedente ma coesistevano varie correnti.
La madre gli raccontava la storia sacra e anche la nania che arricchiva la lettura con
suoi commenti personali; inoltre doveva anche rispondere e contenere i dubbi e i
pensieri critici del bambino, che anche a Freud sembravano tanto sofisticati da esser
una proiezione retrospettiva del giovane di trent’anni, ma questa opinione non
venne mai accettata dal paziente.
All’inizio insorse contro il carattere doloroso della figura di Cristo, poi contro tutta la
storia. A critiche razionaliste sulla onnipotenza di Dio si aggiunsero curiosità
istintuali relative alla presenza o meno del sedere e della defecazione in Cristo.
Sappiamo che dopo il rifiuto della nania la sua attività genitale venne bloccata e fu
recuperata da dimensione anale nelle espressioni sadiche e masochiste,
mantenendo nel primo caso una identificazione con il padre e nel secondo
desiderando di esser posseduto. Era quindi in una regressione pregenitale che
dispone alla nevrosi ossessiva. L’effetto del sogno, che lo aveva riportato sotto
l’influsso della scena primaria, avrebbe potuto permettergli una organizzazione
genitale che organizzava il masochismo in omosessualità, ma ciò non avvenne
perché il sogno sfogò in angoscia. Si giunse così ad uno stadio orale in cui trova un
sostituto del padre e scinde la relazione con lui individuando la paura di esser
divorato dal lupo. Ma ciò non la eliminò. Tre sono le aspirazioni sessuali rivolte al
padre ma tutte accomunate dalla passività: dopo la notte del sogno, nell’inconscio
fu omosessuale e nella nevrosi si trovò a livello di cannibalismo mentre
l’atteggiamento dominante era il masochismo.
La conoscenza della storia sacra fu l’opportunità di sublimare il suo masochismo: si
identificò con Cristo (erano anche nati lo stesso giorno) ossia divenne qualcosa di
grande e virile. Chiedersi se anche Cristo avesse un sedere erano informazioni sulla
sua omosessualità rimossa; il timore di essere irriverente pensando queste cose
corrispondeva alla rimozione della sua omosessualità. Anche le sue ricerche sessuali
trassero vantaggio dalla storia sacra: la nania gli aveva detto che lui era figlio del
padre e la sorella della madre, ma quando seppe che Maria era la madre di Dio
seppe che tutti i bambini nascevano dalle donne, inoltre venne a sapere che
Giuseppe non era il padre di Cristo ma era come se lo fosse; insomma quello che
desunse era che tra padre e figlio il rapporto era meno intimo di quanto pensasse.
La sua ostilità e la sua paura si rivolsero contro Dio che aveva trattato male suo figlio
e gli uomini. Resisteva a Dio per poter salvare l’immagine del proprio padre, per
conservarla non ambivalente ma solo amorevole. Le due opposte correnti di
sentimento si fondevano nel conflitto sul problema religioso e quanto scaturiva
sotto forma di sintomo bestemmia era un prodotto di compromesso. Altri sintomi
connessi alla figura di suo padre erano inspirare lo spirito santo ed espirare gli spiriti
maligni, inspirare ed espirare per non diventare un mendicante.
Un sogno permise di dimostrare che la coazione a emettere un respiro alla vista di
persone dall’aspetto pietoso era insorta solo dopo il compimento dei sei anni ed era
collegata a suo padre. Erano mesi che non vedeva il padre e la madre li portò in una
casa di cura dove questi risiedeva malato: dunque la decisone di non essere come le
persone malate e deformi altro non era che la vecchia identificazione con il padre in
senso negativo. Ma il respiro pesante era anche la riproduzione di quello prodotto
dal padre durante l’atto sessuale. Il suo spirito santo era il respiro virile del padre,
che la rimozione aveva trasformato in spiriti maligni, ma rappresentava anche la
mal-aria di cui soffriva al tempo della scena primaria.
Un giorno gli avevano raccontato che Cristo aveva fatto entrare dei demoni nei
maiali che si erano poi gettati in un precipizio e questo gli aveva fatto venire in
mente che un giorno la sorella, mentre camminava, era caduta e rotolata dalle rocce
alla spiaggia = anche la sorella era uno spirito maligno e qui si connette anche il Dio
porco.
Effettuò una connessione tra la storia di Adamo convinto da Eva e l’ascendente che
la sorella aveva sul padre. La sua ostilità per le donne era nata al momento della
seduzione e vedeva la sorella come simbolo del peccato.
Tutta la sua ardente devozione si dileguò quando a 10 anni, parlando con un nuovo
precettore tedesco, scoprì che questi non era credente. Questi lo dissuase dal
compiere atti crudeli verso gli animaletti ma il paziente non smise se non dopo averli
torturati ancora una volta e anche durante il trattamento aveva reazioni negative
transitorie: ogni volta che un elemento sembrava chiarito cercava di opporsi con una
recrudescenza del sintomo risolto, come quando i bambini compiono un’ultima
volta l’azione vietata per credere di aver smesso volutamente.
Sotto l’influenza del precettore tedesco il masochismo si era trasformato in sadismo:
fu preso dall’entusiasmo per cose militari e per le cose tedesche (anche le case di
cura e i medici, mentre quelli del suo paese rappresentavano il padre).