Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 13
Riassunto esame Clinica psicodinamica, prof. Mangano, libro consigliato Pelle d'asino, Perrault Pag. 1 Riassunto esame Clinica psicodinamica, prof. Mangano, libro consigliato Pelle d'asino, Perrault Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Clinica psicodinamica, prof. Mangano, libro consigliato Pelle d'asino, Perrault Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Clinica psicodinamica, prof. Mangano, libro consigliato Pelle d'asino, Perrault Pag. 11
1 su 13
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Incidenti domestici e abuso:

il segale di un comportamento disattento o di incuria da parte di un adulto che deve

averne cura. alcune ricerche hanno messo in correlazione gli incidenti con alcune

caratteristiche familiari, in particolare con la madre.

I risultati mostrano come i bambini sono vittime di incidenti domestici mentre sono

vicini alle madri. Queste sono donne: stressate, aggressive, meno istruite, che

vivevano in un ambiente disfunzionale, molto giovani e spesso costrette a svolgere il

ruolo di capofamiglia.

I bambini erano spesso percepiti dalle madri in maniera negativa: bambini aggressivi,

difficili, che davano continui problemi.

I principali tipi di incidenti sono: bruciature, avvelenamenti e cadute.

Troppo video nel tempo libero e nell’addormentarsi: oggi il televisore è un

oggetto indispensabile ed è presente spesso nelle camere da letto.

Questo strumento ha sostituito la baby sitter durante il giorno ed il racconto della

favola durante la sera prima di addormentarsi.

La funzione importante della favola è di rinforzare il legame genitore-figlio;

l’intimità e la complicità che la vicinanza crea attraverso il racconto, permette al

bambino di comunicare le sue paure ed al genitore di offrirgli il giusto sostegno

emotivo.

2.7 Violenza psicologica

La violenza psicologica contro bambini e adolescenti, consiste in atti omessi o

commessi che vengono ritenuti psicologicamente dannosi.

Tali atti vengono commessi da individui, singolarmente o collettivamente, che per le

loro caratteristiche (es: età, condizione sociale) sono in una posizione di potere

differenziale che rende il bambino vulnerabile. Questi atti danneggiano il modo di

agire comportamentale, cognitivo, affettivo o fisico del bambino.

Atti di violenza psicologica sono:

1) Rifiutare: rifiutare di riconoscere, di credere, di accogliere; non accettare,

respingere; rifiutare di ascoltare, di ricevere.

2) Rigettare: si tratta di un rifiuto attivo; es: trattare un bambino in maniera

differente rispetto a sorelle e fratelli.

3) Umiliare: privare della dignità; es: chiamare un bambino stupido, umiliarlo

pubblicamente.

4) Intimorire: impressionare con il terrore, costringere con intimidazioni; es:

minacciare di uccidere.

5) Isolare: allontanare un bambino da sé, separarlo da tutti gli altri; es: non

consentire interazioni o relazioni con i coetanei o con persone adulte al di fuori

della famiglia.

6) Corrompere: rendere antisociali o ribelli alla società, trasformare da uno stato

di correttezza e verità ad uno malvagio; es: insegnare a rafforzare atti che

umiliano gli individui diversi per razza.

7) Sfruttare: strumentalizzare, utilizzare ignobilmente a proprio vantaggio o

profitto; es: molestare sessualmente un bambino o impegnarlo in casa nel ruolo

di servo o come sostituto di uno dei genitori.

8) Non riconoscere la sensibilità psicologica: mostrarsi distaccati e non coinvolti,

interagire solo se necessario; es: ignorare i tentativi d’interazione compiuti dal

bambino.

I castighi: assumono un significato diverso secondo il grado di severità, la frequenza

e la durata con cui i genitori li utilizzano.

Da uno studio è emerso che i ragazzi reagiscono con rabbia quando i frequenti

castighi riguardano: la socializzazione, l’isolamento ed il cibo.

Le caratteristiche dei genitori che utilizzano frequentemente i castighi, sono: distacco

emozionale dal figlio di cui ignorano le esigenze ed i desideri di dipendenza; lo

hanno considerato un estensione del loro sé. In queste famiglie, la coppia genitoriale

è spesso chiusa in se stessa, troppo impegnata nel proprio funzionamento come

coppia e nel raggiungimento di obiettivi sociali ed economici.

2.8 Le punizioni fisiche, una forma trascurata di violenza fisica e

psicologica

In una ricerca (Mendorla, Castorina), gli autori si sono posti l’obiettivo di verificare

quanto e come le punizioni fisiche sono strumenti utilizzati nel processo educativo e

nel loro uso all’interno delle

se esistono eventuali differenze socio-economiche

famiglie.

I risultati mostrano che in famiglia i genitori utilizzano in modo frequente le

punizioni fisiche per educare i figli e che esse vengono utilizzate maggiormente dai

genitori che hanno un basso livello sia d’istruzione sia professionale.

Perché un genitore picchia un bambino. Molti sono i genitori che sostengono di

essere cresciuti bene grazie ad un simile tipo di educazione; di conseguenza per essi

picchiare un figlio non è un comportamento violento. I genitori devono correggere la

crescita del figlio. La disubbidienza è sentita come un attacco aggressivo all’autorità

genitoriale, fa sentire impotente il genitore che perciò tenta di recuperare la propria

autorità attraverso la punizione fisica.

I ragazzi pensano che i genitori li picchiano perché. Effetti delle punizioni fisiche: il

bambino impara che è consentito picchiare chi si ama, che i più forti possono

e che è legittimo l’uso della forza per imporre la propria

picchiare i più deboli

volontà. Impara, dalla sua esperienza coi genitori, che quando si è nervosi o arrabbiati

è normale picchiare. Il bambino picchiato si sente offeso fisicamente nel corpo e nel

sé, prova sentimenti di impotenza, umiliazione, disagio legati alla paura di sentirsi

aggredito da quelle figure genitoriali da cui dipende emozionalmente.

2.9 Abuso sessuale

L’abuso sessuale è quel comportamento di un adulto che coinvolge bambini e/o

adolescenti, in attività sessuali che essi non sono in grado di tollerare e sostenere,

violando le leggi ed i tabù sociali. Si definisce abuso sessuale anche il contatto fisico

con penetrazione o no tra due minori, di cui uno, l’aggressore, più grande di età

rispetto al bambino vittima. La violenza può avvenire attraverso rapporti sessuali

completi, penetrazione anale, rapporti orali, carezze, esibizioni di organi genitali.

Le vittime mantengono il silenzio per diversi motivi: se l’aggressione viene subita

quando il bambino è molto piccolo, egli può non rendersi conto della perversione

dell’adulto; il bambino può temere di essere accusato e considerato bugiardo, se

rivelasse la sua vittimizzazione.

La violenza sessuale agita all’interno della famiglia è definita incesto; rientrano in

questa definizione i legami sessuali tra: fratelli, nonni e nipoti, tra madre e figlio o

figlia e tra padre e figlia o figlio.

L’incesto è il sintomo di una disfunzione che si realizza in un ambiente familiare

caratterizzato da violenza, psicopatologia di uno o ambedue i genitori e da carenza

emozionali.

Le tecniche utilizzate dall’aggressore possono essere: violenza fisica, minacce,

offerta di doni, seduzione. (caso clinico di Grazia che a nove anni prende il posto

della madre, incinta e costretta a letto).

Alcuni autori hanno cercato di verificare se esistono dei fattori di rischio che possono

rendere un soggetto più vulnerabile all’abuso sessuale.

I risultati indicano che le ragazze sessualmente abusate presentavano disagi

emozionali e stress preesistenti all’abuso; anche le famiglie in cui si verificano gli

abusi sessuali sembrano essere più problematiche; caratterizzate da una maggiore

presenza di problemi coniugali, disoccupazione, basso livello di istruzione,

condizioni di stress, abuso di sostanze stupefacenti, isolamento sociale, difficoltà di

comunicazione tra i membri familiari e precarie condizioni di salute mentale dei

genitori.

I bambini abusati: manifestavano disturbi del comportamento, scarsa autostima,

erano più depressi e infelici, presentavano disturbi alimentari, disturbi di identità,

disturbi narcisistici, tendenza alla passività, disturbi della sessualità, difficoltà a

stabilire relazioni durature sessuali,frigidità, depressione, comportamento

autolesionistico e tentativi di suicidio. Il senso di colpa e la vergogna spinge la

vittima a ritirarsi in se stessa, ad isolarsi.

Nell’adolescente abusato si manifestano di più sintomi depressivi, idee suicidarie e

tendenza all’alcolismo. Il corpo violato diventa oggetto di autoaggressione, il rifiuto

di sé può essere agito tramite comportamenti di automutilazione, fino al suicidio.

2.10 Conclusioni

Nei bambini maltrattati si evidenziano: danni neurologici, disturbi del

comportamento, dell’emozionalità, ansia, aggressività, depressione, senso di

solitudine, comportamenti autodistruttivi. E’ probabile che nel futuro diventino

genitori abusivi; l’esposizione delle bambine a scene di violenza domestica può

costituire un fattore di rischio perché esse potranno nel futuro, divenire mogli vittime

nel rapporto di coppia.

Il bambino che ha subito l’abuso avrà una percezione negativa di se stesso, bassa

autostima, si sentirà inferiore agli altri, manifesterà sintomi depressivi, isolamento,

difficoltà nelle relazioni sociali coi coetanei.

Avvertono i genitori non come fonte di sicurezza e benessere, ma come figure

minacciose da temere.

Non vivono la loro casa come un luogo sicuro, ma come un posto dove sperimentare

tensioni insostenibili.

I bambini e gli adolescenti sono spesso vittime di incidenti; si parla di una personalità

specifica che ha una predisposizione agli incidenti. Alcuni autori infatti, danno agli

incidenti un significato autodistruttivo e mettono in relazione le tendenze inconsce

all’autodistruzione e i comportamenti suicidari, come manifestazione di un bisogno di

essere punito.

I ragazzi che fanno incidenti affermano: di essere ansiosi, soffrono di disturbi

psicosomatici, hanno difficoltà alimentari, disturbi alimentari, disturbi del sonno.

Inoltre hanno una valutazione negativa dei loro genitori; li sentono come ostili nei

loro confronti e li valutano come persone nervose.

L’esposizione ad un’atmosfera di violenza domestica, procura angoscia non

tollerabile nelle vittime che possono scaricare in acting fisicamente pericolosi per se

stesse.

Queste azioni, il cui esito è un attacco al corpo, potrebbero servire ad appagare il loro

bisogno di punizione; gli incidenti potrebbero rappresentare gli attacchi al corpo e al

sé e degli equivalenti dei comportamenti di automutilazione.

CAPITOLO 3: “Il trauma dell’incesto”

Il mito mostra come il desiderio sessuale agito nei confronti di un figlio è il sintomo

l’individuo che ne è affetto ad un comportamento

di una psicopatologia che porterà

etero ed auto aggressivo. Il padre incestuoso procuro un danno al proprio figlio o

causandone la mote se il bambino è molto piccolo, meno di cinque o dieci anni, o se

il figlio è più grande, st

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher swarovskyna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Clinica psicodinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Mangano Gandolfa.