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Riassunto esame Clinica Odontostomatologica: stato di salute generale del paziente, prof. Lugliè Pag. 1
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Estratto del documento

Pressione normale alta 130-139 85

Ipertensione lieve 140-159 90

Ipertensione moderata 160-179 100

Ipertensione grave >180 >1

Ipertensione sistolica isolata >140 <

Le problematiche connesse agli interventi chirurgici posso consistere

fondamentalmente in un attacco anginoso, con eccessivo sanguinamento

intraoperatorio, o crisi ipertensiva.

Esistono numerose classi di farmaci antipertensivi:

ACE inibitori: inibiscono l’enzima di conversione

 dell’angiotensina I in angiotensina II, che è un potente

vasocostrittore

Antagonisti del recettore dell’angiotensina II (o sartani): il blocco

 di questi recettori causa vasodilatazione, riduzione della

secrezione di vasopressina, riduzione della sintesi e secrezione

di aldosterone (risultando fondamentalmente in un

abbassamento della pressione sanguigna)

Calcio-antagonisti: hanno come substrato i canali del calcio di

 tipo L, ovvero quelli voltaggio-dipendenti; queste molecole

vanno a legarsi al canale del calcio durante lo stato inattivato,

prolungandone la durata, e impedendo così l’ingresso di calcio

nella cellula (i loro effetti si esplicano sulla muscolatura liscia e

cardiaca, mentre la muscolatura striata ne è esente in quanto il

loro meccanismo d’azione dipende da Calcio già presente

all’interno della cellula; a livello cardiaco hanno dunque azione

inotropa e cronotropa negativa)

Diuretici: sono farmaci che causano un aumento della diuresi,

 ovvero della produzione di urina; oggi vengono classificati in

base al loro sito d’azione a livello del nefrone

α α-adrenergici

-bloccanti: agiscono inibendo i recettori del letto

 vascolare, con conseguente inibizione del rilascio di

noradrenalina ed effetto antipertensivo

β -bloccanti: si distinguono in selettivi e non selettivi, a seconda

 β

che blocchino rispettivamente soltanto i a livello cardiaco (i

1

quali, se stimolati, causano un aumento di contrattilità,

frequenza e velocità di conduzione degli stimoli; nei reni

β

stimolano la liberazione di renina), oppure anche i (che si

2

trovano nei vasi, dove se stimolati provocano dilatazione, nei

bronchi, dove causano broncodilatazione, e nell’utero, dove

danno rilassamento); la loro azione antipertensiva è dovuta

all’inibizione di questi recettori e quindi del rilascio di

noradrenalina e renina, e all’aumento della sensibilità dei

pressocettori aortici

αβ -bloccanti

 Anti-adrenergici ad azione centrale: la stimolazione di alcuni

 α-adrenergici

recettori centrali, inibendo la produzione di

noradrenalina, abbassa i livelli del flusso simpatico facendo sì

che prevalga il parasimpatico, con conseguente rilassamento dei

vasi sanguigni in altri distretti del corpo, determinando quindi un

effetto antipertensivo

Inibitori diretti della renina

I valori a rischio sono rappresentati da una P > 105 mmHg e da una

diast

P > 200 mmHg: in tali casi, bisogna inviare i pazienti in strutture

sist

protette per interventi urgenti, mentre vanno rinviati fino ad una

normalizzazione dei valori pressori gli interventi elettivi.

In caso di ipertensione con valori inferiori ai suddetti limiti, bisogna

fondamentalmente limitare l’uso di vasocostrittori e, comunque, evitare

sedute lunghe e stressanti per il paziente.

Può essere di aiuto utilizzare ansiolitici in fase pre-operatoria, e rialzare il

paziente a fine seduta lentamente per evitare ipotensione posturale.

⇒ Anomalie congenite cardiache e valvulopatie acquisite: tra le

problematiche connesse agli interventi chirurgici bisogna

fondamentalmente tener presente il rischio di endocardite batterica; per

tale motivo, le precauzioni odontoiatriche si basano su una copertura

antibiotica con 2g di amoxicillina per os almeno 1 ora prima

dell’intervento oppure 2g ev o im 30 minuti prima (in pazienti allergici si

possono somministrare in alternativa 600mg di clindamicina per os 1 ora

prima dell’intervento)

⇒ Coagulopatie congenite: le problematiche principali sono legate ad un

sanguinamento prolungato e copioso durante gli interventi chirurgici; per

tale motivo vanno richiesti in fase di pianificazione dell’intervento i test

della coagulazione, va consultato il medico curante del paziente, bisogna

evitare l’utilizzo di tutti quei farmaci che ritardano l’aggregazione

piastrinica (quali salicilati, FANS, etc.), compensare i fattori della

coagulazione mancanti e, in caso di deficit importanti con valori molto

lontani dai limiti della norma, inviare il paziente in strutture protette

⇒ Favismo:

⇒ Diabete:

⇒ Gravidanza:

⇒ Cirrosi epatica:

⇒ Epatite:

⇒ Nefropatie:

⇒ Ipotiroidismo:

⇒ Ipertiroidismo:

⇒ Allergie:

⇒ Leucemie:

⇒ Mieloma multiplo:

⇒ Linfomi:

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
5 pagine
1 download
SSD Scienze mediche MED/28 Malattie odontostomatologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dottgpdf di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Clinica Odontostomatologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Lugliè Pietrina Francesca.