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Questo può avvenire a causa dei diversi livelli di attivazione fisiologica nelle diverse
identità, dei sintomi somatici che possono mimare gli effetti collaterali dei farmaci o
delle esperienze soggettive di separazione delle identità. I pazienti con disturbo
dissociativo dell’identità possono avere molte fluttuazioni dei sintomi a livello
giornaliero o circadiano causate dalle difese dissociative così come da eventi di vita.
Per questo è più utile cambiare o regolare i farmaci che intervengono sul clima
emozionale generale del paziente piuttosto che cercare di curare i cambiamenti
psicologici giorno dopo giorno. Antidepressivi: sono più spesso utilizzati per trattare
sintomi depressivi o sintomi del disturbo postraumatico da stress, ansiolitici invece
possono essere utilizzati principalmente come approccio a breve termine per trattare
l’ansia ma è necessario ricordare che presentano un alto potenziale di dipendenza che
rappresenta una chiave di rischio per i pazienti vulnerabili. antipsicotici invece sono
stati usati in dosi relativamente basse con pazienti con disturbi dissociative per
trattare con successo l’iper attivazione, la disorganizzazione del pensiero, i sintomi
intrusive del disturbo postraumatico da stress, l’insonnia. Stabilizzanti dell’umore: lo
stato d’animo altalenante e causato da intrusioni postraumatica, disgregò l’azione
affettiva e dal passaggio fra identità alternative. Altri farmaci come gli stimolanti: sali
di anfetamina e destro anfetamina possono essere utilizzati per i pazienti con disturbo
dell’attenzione e con una co morbilità con il disturbo dissociativo dell’identità. L’EMDR
ovvero desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari è stato
sviluppato per facilitare la rapida risoluzione dei ricordi traumatici in disturbi post
traumatici da stress non complessi da Shapiro. Tuttavia l’uso di questo processo con i
pazienti con un disturbo dissociativo dell’identità non ancora diagnosticato a
provocato gravi problemi clinici tra cui una violazione delle barriere dissociative,
improvviso emergere di identità alternative non diagnosticate e rapida
destabilizzazione. E ciò nonostante a molti potenziali benefici nel trattamento del
disturbo dissociativo dell’identità consente infatti di cambiare le distorsioni causate dal
trauma nella rappresentazione di sé aumentando così collegamenti associativi a un
materiale ad attivo e di facilitare l’integrazione del materiale traumatico trattato nelle
identità alternative. Una guida generale per l’uso di EMDR nei disturbi dissociative
raccomanda che sia utilizzato all’interno di un approccio complessivo di trattamento
piuttosto che come trattamento autonomo. E’ raccomandato solo quando il paziente
generalmente stabile e a capacità di copying adeguate.
Disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati
I disturbi da sintomi somatici e altri disturbi caratterizzati da sintomi somatici
prominenti rappresentano una nuova categoria del dsm. Questa include il disturbo da
sintomi somatici, il disturbo d’ansia di malattia, il disturbo da conversione, i fattori
psicologici che influenzano altre condizioni mediche, il disturbo fittizio e altri disturbi
da sintomi somatici specifici. questi sintomi sono presenti in diverso grado. Spesso la
componente somatica è presente in disturbi depressivi ansiosi e incrementa la gravità
e la complessità del quadro clinico. Diversi sono i fattori che possono contribuire ai
disturbi da sintomi somatici tra cui una vulnerabilità genetica, esperienze traumatiche.
La diagnosi di un disturbo da sintomi somatici viene posta sulla base di sintomi e segni
positivi. Una delle caratteristiche fondamentali dei soggetti con questo disturbo non
sono i sintomi somatici di per se ma il modo in cui si presentano il modo in cui sono
interpretati. I pazienti hanno spesso sintomi somatici molteplici che sono fonte di
stress o danno luogo a significativi disturbi nella vita quotidiana. questi pazienti
tendono ad avere altissimi livelli di preoccupazione rispetto alla malattia e a
considerare i propri sintomi somatici come minacciosi, pericolosi e spesso pensano al
peggio. Anche quando è presente una chiara evidenza del contrario i pazienti
continuano ad avere paura per la propria salute. Il disturbo è abbastanza difficile da
trattare e vi è una scarsità di dati empirici a supporto di un trattamento piuttosto che
di un altro. La lista che presenta un insieme di consigli su come lavorare con un
paziente con questo disturbo fa riferimento a:
- riconoscere la sofferenza e il dolore del paziente;
- Comunicare al paziente che si è interessati a fornire una cura;
- Informare il paziente della sua diagnosi evitando gli scontri;
- Assicurare al paziente che eventuali sintomi fisici non riscontrati potrebbero essere
portati alla luce grazie a una continua valutazione;
- Sottolineare che la cura psichiatrica è un supplemento e non sostituisce quella
medica.
Disturbo d’ansia di malattia
Il disturbo da ansia di malattia può essere considerato sia in questa categoria che in
quella dei disturbi di ansia. Dato lo spiccato focus sulle preoccupazioni somatiche e
visto che pazienti con questo disturbo afferiscono a servizi medici e il disturbo è
riportato in questa categoria. Parte dei soggetti con ipocondria è classificata come
avente un disturbo da sintomi somatici. il disturbo è caratterizzato dalla
preoccupazione di avere o di riscontrare una malattia grave. I pazienti con questo
disturbo sono facilmente allarmati dalle malattie ad esempio quando vengono a
sapere di qualcuno che si ammala. La malattia diviene una caratteristica centrale
dell’identità del soggetto e della sua immagine, un argomento frequente nelle
discussioni e una risposta tipica alle situazioni stressanti. I soggetti con questo
disturbo spesso si esaminano ripetutamente e vanno alla ricerca di informazioni sulla
sospetta malattia, ricerca di eccessive rassicurazioni da medici, amici e familiari.
Questa incessante preoccupazione diventa spesso frustrante per gli altri e può dar
luogo a notevoli tensioni familiari. In alcuni casi l’ansia conduce a un Evita mento
maladdativo di attività o a situazioni in cui i pazienti si convincono di mettere a rischio
la propria salute. Per il trattamento può essere utile la terapia supporti va, un numero
sostanziali di pazienti migliora in assenza di terapia, devono essere trattati sintomi
ansiosi e depressivi.
Disturbo di conversione
Questo disturbo ha una caratteristica essenziale ovvero la presenza di sintomi
neurologici che sono dimostrati incompatibili con la patofisiologia neurologica. Nel
disturbo da conversione possono essere presenti una o più sintomi di diverso tipo: i
sintomi motori includono la paralisi o la debolezza, movimenti anomali come tremori,
anomalie posturali. I sintomi sensoriali includono Modifiche nelle percezioni uditive o
visive. Per la diagnosi devono essere presenti evidenze cliniche che mostrano una
chiara incompatibilità con una condizione neurologica. Per il trattamento il lavoro in
collaborazione con il collega medico che ha inviato il paziente è più utile rispetto
all’adottare un approccio puramente psichiatrico, è utile richiedere una valutazione
medica e neurologica completa.
Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche
La caratteristica essenziale dei fattori psicologici che influenzano una condizione
medica e la presenza di uno o più fattori psicologici o comportamentali che incidono
negativamente su una condizione medica accrescendone il rischio di svilupparla. Tra i
fattori considerati vi sono lo stress psicologico, stili di copying e cattive abitudini
relative alla salute ho una scarsa aderenza al trattamento e alle raccomandazioni
mediche. esempi clinici comuni sono rappresentati dall’ansia che esacerba plasma,
negare la necessità di un trattamento per il dolore al petto. Gli effetti vanno da
conseguenze acute e immediate fino a condizioni croniche o che si sviluppano dopo
molto tempo.
Disturbo fittizio
Come negli altri disturbi da sintomi somatici il disturbo fittizio è caratterizzato da
persistenti problemi legati alla percezione di malattia e dell’identità. Nella maggior
parte dei casi di disturbo fittizio sia individuali che per procura il soggetto si presenta
con sintomi somatici e con la convinzione di avere una patologia medica. Per questo
motivo questo disturbo è incluso all’interno del capitolo dei disturbi somatici.
Caratteristica essenziale di questo disturbo è la falsificazione di segni e sintomi medici
o psicologici su se stessi o sugli altri. I soggetti con disturbo fittizio possono anche
ricercare cure per sé o per gli altri dopo aver indotto i sintomi. Per fare diagnosi è
necessario dimostrare che il soggetto mette in atto azioni furtive per falsare, simulare
o causare i sintomi o i segni di una malattia. per la diagnosi differenziale si fa
riferimento al disturbo da sintomi somatici; malingering ovvero si differenzia dal
disturbo fittizio per l’intenzionale riferire sintomi in vista di un vantaggio personale ad
esempio denaro al contrario del disturbo fittizio non deve essere presente alcuna
chiara ricompensa che motivi il comportamento del paziente.
Disturbi alimentari e della nutrizione
I disturbi dell’alimentazione costituiscono un’emergenza che coinvolge tutti i paesi
dell’alto reddito. E’ naturalmente l’espressione più evidente di quanto i fattori
ambientali e le pressioni che spingono ad adeguarsi a certi modelli possono contribuire
allo sviluppo di un disturbo. I disturbi dell’alimentazione costituiscono un gruppo di
sindromi psichiatriche caratterizzate da diversi elementi:
- Una persistente alterazione del comportamento alimentare e delle condotte
connesse al cibo;
- Un’inadeguata assunzione degli alimenti;
- La non secondarietà a patologie internistiche o ad altri disturbi psichiatrici;
- Il voler determinare una compromissione significativa del funzionamento sociale e
del benessere psicofisico del soggetto.
La più recente versione del manuale statistico e diagnostico per le malattie mentali
classifica i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nelle seguenti categorie:
1. Pica;
2. Disturbo da ruminazione;
3. Disturbo evitante dell’assunzione di cibo;
4. Anoressia nervosa;
5. Bulimia nervosa;
6. Disturbo da binge-Eating;
7. Disturbo della nutrizione dell’alimentazione;
8. Disturbo della nutrizione senza altra specificazione.
Essendo disturbi a esordio più frequente nel periodo adolescenziale è importante
sottolineare come il 30% circa degli adolescenti con preoccupazioni eccessi