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La sistematica, secondo Simpson, è la parte più elementare e sintetica della
biologia, perché gli organismi non possono essere studiati se non dopo che essi
siano stati distinti in qualche modo. Essa utilizza molte altre discipline per
stabilire i rapporti di affinità.
• Filogenesi: genealogia degli organismi nel corso della loro storia evolutiva.
• Ontogenesi: processo di sviluppo di un individuo. 3
Aristotele fece il primo tentativo di classificazione secondo somiglianze
strutturali. Come già detto, questo tipo di classificazione non aveva basi
biologiche effettive e venne sostituito, ma è conservato il principio del metodo
di classificazione ascendente.
John Ray fu il primo a sostenere questo innovativo modello di classificazione
(contrario al modello discendente di Cisalpino); con Linneo si ebbe la prima
classificazione gerarchica accompagnata da un sistema di nomenclatura
binomia valido tutt’oggi (ed entrata in vigore ufficialmente nel 1758).
nomenclatura binomia si basa sull’uso di due termini, entrambi scritti in
La corsivo e in latino, dei quali il primo indica il genere di appartenenza, indicato
con la lettera maiuscola, il secondo, il nome specifico della singola specie. La
nomenclatura può anche essere accompagnata dal nome del descrittore di
quella data specie. 4
Categorie tassonomiche
• Taxa: un taxon è un qualunque gruppo di organismi sufficientemente distinto
da essere nominato, a qualsiasi livello di categoria.
Esistono varie categorie sistematiche, le più importanti delle quali sono:
• il Regno;
• il Phylum;
• la Classe;
• l’Ordine;
• la Famiglia;
• il Genere;
• la Specie.
Fondamentali sono il Phylum, che distingue gli animali in base ai loro piani di
organizzazione generale del corpo, e la specie. 5
• Sinonimia: una stessa specie riceve due o più nomi diversi da parte di più
descrittori.
• Omonimia: uno stesso nome viene attribuito a due o più specie diverse.
Entrambi erano casi molto frequenti in passato a causa della scarsità dei mezzi di
comunicazione e divulgazione scientifica.
• Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica (1961): insieme delle
regole internazionali per assicurare una corretta nomenclatura.
I biologi che intendevano nomenclare una nuova specie, dovevano consegnare ad
un museo l’esemplare-tipo di quella specie; se si trattava di una serie di
esemplari, era necessario individuare un olotipo, mentre gli altri erano
considerati paratipi. 6
Specie
La specie è l’unica categoria sistematica che presenta una connotazione biologica.
• fa riferimento alla filosofia platonica e a dei “tipi universali”
Specie tipologica:
presenti in un numero limitato ai quali, però, nella realtà fisica, fanno riscontro
un gran numero di soggetti individuali. Su questo criterio si basa la sistematica
linneana, con la definizione di un individuo-tipo al quale si riferiscono tutti gli
altri individui della stessa specie. È un modello che viene scartato con
l’avvento del darwinismo.
• nega i “tipi universali”. Esistono solo gli individui, e la
Specie nominalistica:
categoria diventa vuota di qualsiasi realtà fisica.
• Specie biologica: secondo Mayr, la specie è costituita da gruppi di popolazioni
naturali i cui individui sono, effettivamente o potenzialmente, interfecondi ed
isolati riproduttivamente da altri gruppi. Il concetto di specie biologica è
ragionevole perché identifica in una proprietà biologica (la riproduzione) il
legame che tiene uniti i membri di una specie; è tuttavia applicabile sono a
specie viventi, esclusi quindi i fossili, con riproduzione sessuata. 7
Le specie viventi sono una miscela di caratteri:
• ancestrali: rimasti invariati dai progenitori.
• derivati: evoluti più recentemente.
In due taxa:
• un carattere si dice omologo se è stato ereditato da entrambi gli individui
attraverso le linee di discendenza di un antenato (indica un progenitore
comune) → omologia (1)
• un carattere si dice analogo se in entrambi gli individui adempie alla stessa
→
funzione ma deriva da strutture diverse analogia (2)
(1) (2) 8
esempio di convergenze
evolutive tra mammiferi
marsupiali e placentati
caratteri simili non
presenti nell’antenato
comune (analogie)
divergenza tra marsupiali e
placentati avvenuta 140
milioni di anni fa (da dati
genetici e fossili)
caratteristiche analoghe si
sviluppano
successivamente,
indipendentemente nelle
due linee filogenetiche 9
Indirizzi sistematici
• Sistematica tipologica: ogni taxon è definibile da un complesso di caratteri
scelti dallo studioso in base a criteri personali;
• Sistematica evoluzionistica (tradizionalista): [Mayr / Simpson] tiene conto dei
rapporti filetico-evolutivi. Aspira a divenire lo schema della storia evolutiva
degli animali grazie all’identificazione di gruppi sistematici (gradi) i cui
membri hanno tra loro in comune più caratteri che con altri gruppi. I caratteri
non hanno lo stesso peso;
• Sistematica numerica (fenetica): [Sneath / Sokal] considera i caratteri tutti alla
pari e non tiene conto di omologie ed analogie. Non si occupa di filogenesi;
• Sistematica filogenetica (cladismo): [Hennig] i caratteri vengono diversamente
valutati per evidenziare precisi rapporti di derivazione. Ogni specie si evolve
dicotomicamente. 10
SISTEMATICA 11
Metodi tassonomici di studio
• Caratteristiche morfologiche e anatomiche
• Stadi di sviluppo (embriologia)
• Caratteristiche comportamentali ed ecologiche
• Parassiti
• Metodi molecolari
• Fossili (con il problema della disponibilità solo per certi organismi) 12
Studio degli stadi di sviluppo
Lo studio degli stadi di sviluppo tratta l’embriologia: secondo Ernest Haekel,
l’ontogenesi di un individuo ripercorre la sua filogenesi. Il confronto fra gli
stadi di sviluppo precoci di gruppi correlati, mostra stadi di sviluppo simili ma
adulti diversi. forme larvali dei Tunicati:
la corda è presente solo
allo stadio pelagico 13
Studio di comportamento
e tassonomia
Specie con diversità nella livrea e isolate geograficamente, possono avere uguali
strategie di corteggiamento.
• Comportamento fossilizzabile 14
Studio dei parassiti
Grazie allo studio dei parassiti è stato visto che specie simili presentano parassiti
simili: questo è, ad esempio, il caso dell’evoluzione dei pidocchi e delle pulci
parallela a quella degli ospiti (pulci simili sia nell’uomo che nelle scimmie
antropomorfe). Il fenicottero rosa
è vicino alle
cicogne, in
base agli studi
molecolari,
ma lo studio
dei parassiti lo
colloca più
vicino ai
trampolieri. 15
Metodi molecolari
• Elettroforesi: viene eseguita su proteine particolari (es: citocromo C) ed è un
metodo usato in passato che varia lentamente nel tempo dando, con le sue
variazioni, un’idea dei tempi evolutivi.
• Determinazione della sequenza di basi del DNA nucleare e mitocondriale
(DNA hybridization): questo metodo si basa su un confronto iniziale tra DNA,
che porta alla separazione tra i vari filamenti e ad un accoppiamento tra le
doppie eliche ibride (delle specie diverse) per raffreddamento. L’appaiamento
dipende principalmente dalla similarità fra le due specie e la termolabilità dalla
percentuale di basi bilanciate. È un metodo utile da utilizzare per specie
relativamente affini (perché il DNA non si accoppia stabilmente per differenze
superiori al 20%).
• Dosaggio radio immunologico (es: collagene nei fossili). 16
Distanza immunologica
• Metodo immunologico: il rapporto tra
antigene e anticorpo è specifico, per
questo dalla risposta si ricava l’affinità
filogenetica (> precipitato > affinità). 17
Il metodo immunologico usato per forme fossili presenta alcuni caratteri diversi.
18
Filogenesi del Panda maggiore e del Panda minore
(DNA hybridization) 19
I principi essenziali della metodica
sono i seguenti:
• Ogni specie si evolve dicotomicamente (il cladogramma è infatti basato su
dicotomie) dando origine a due specie sorelle, mentre quella progenitrice deve
considerarsi estinta (discutibile secondo un processo evolutivo graduale);
• tutti i taxa devono essere rigorosamente monofiletici (si parla di cladi). Questo
accade quando un carattere che appare ex-novo (apomorfia o neoapomorfia),
ad un certo punto rimane presente in tutti i rami che originano da questo punto
(sinapomorfia);
• anche questa sistematica ha dei problemi concettuali e di applicazioni.
• Apomorfie / neoapomorfie: caratteri fisici o comportamentali nuovi
• Sinapomorfie: caratteri fisici o comportamentali vecchi 20
A B C
a’’ a’’ a’
Cladogramma per le tre specie A, B e C in cui il carattere a si presenta nelle due
alternative a’ (plesiomorfa) e a’’ le due specie vicine a’’, si
versioni (apomorfa):
differenziano da una specie ancestrale.
Plesiomorfia: carattere nuovo che diventa vecchio. 21