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IN CHE COSA GIULIANO AVEVA SBAGLIATO
Diventato imperatore e dichiarata la sua fede pagana, convocò i vescovi cristiani nel palazzo di
Costantinopoli e li invitò a dimenticare le differenze tra loro e a praticare la tolleranza religiosa. Le
sue intenzioni erano senza dubbio buone.
Sebbene Giuliano avesse condotto le sue compagne in Gallia e in Germania con enorme
successo, la campagna persiana fu segnata da strani errori di valutazione che fanno pensare
quanto meno ad una mancanza di sicurezza nella sua guida.
Una causa alla quale Giuliano teneva molta era il rinnovamento delle città e dell’amministrazione
cittadina. Fu dunque logico per Giuliano rafforzare e riformare il senato di Costantinopoli, ormai la
sede più importante del governo imperiale. Egli promulgò leggi anche per rafforzare i consigli di
altre città, eliminando per esempio le restrizioni che pesavano sull’ammissione.
GIULIANO E IL CRISTIANESIMO
- Soppresse le esenzioni fiscali concesse al clero da Costantino ed alcune terre cristiane
sicuramente cambiarono proprietario.
- L’editto del 362 impedì ai componenti del clero di insegnare retorica e grammatica (Questo
fu un atto diretto a reprimere la potenziale conversione degli studenti pagani per opera di maestri
.
cristiani)
- Si dilettò nello sperimentare ogni tipo di culto e, soprattutto, i sacrifici cruenti condannati dai
cristiani.
- Tentò di restaurare il tempio (pagano) di Gerusalemme, restauro del tempio che purtroppo
fallì.
LA MORTE DI GIULIANO
Quanto alla morte di Giuliano, anche’essa è circondata dal mistero e dalle dicerie. Non avendo
indossata la sua corazza, egli fu colpito dalla lancia di un cavaliere.
Lo stato romano tardo antico. Da Costanzo a Teodosio
La molteplicità degli imperatori fu la regola e i n aggiunta a ciò, l’elezione di fanciulli comportava il
rischio che il potere venisse posto:
- nelle mani di altri, come avvenne con la madre di Valentiniano II, Giustina
- nell’autorità di un vescovo influente, come nel caso di Graziano e Teodosio con Ambrogio.
Sebbene diversi Augusti si siano trovati nello stesso tempo al potere, l’impero non subì alcuna
divisione formale nel periodo che va dalla morte di Costantino nel 337 a quella di Teodosio I nel
395. Alla morte di quest’ultimo i suoi due figli, Onorio e Arcadio assunsero rispettivamente il
controllo dell’Occidente e dell’Oriente.
VALENTINIANO
Con la morte di Giuliano si concluse il periodo in cui fu al potere la casata di Costantino:
- Il suo successore, Gioviano, fu imperatore per brevissimo tempo.
- Il pannonico Valentiniano venne scelto dagli alti ufficiali dell’esercito insieme con i più alti
gradi delle cariche civili quando ancora era in marcia dall’oriente verso Costantinopoli.
Una volta a Costantinopoli egli cooptò al trono, a sua volta, il fratello Valente: quest’ultimo
ebbe l’Oriente.
Per poi evitare che alla sua morte venisse eletto un successore non gradito, Valentiniano
cooptò al regno il figlio Graziano, un fanciullo di solo otto anni.
- Alla morte di Valentiniano, nel 375, sebbene Graziano e Valente fossero entrambi Augusti,
un altro figlio di Valentiniano perfino più giovane di Graziano all’epoca della sua elezione
nel 367, fu proclamato imperatore dell’esercito col nome di Valentiniano II.
- La dinastia terminò alla morte di Graziano ucciso dalle sue stesse truppe.
TEODOSIO I
Teodosio I fu un altro il cui padre si era distinto nella carica di magister militum. il senato non
svolgeva più un ruolo attivo e il popolo, se mai compariva sulla scena, era un semplice spettatore.
LE INVASIONI BARBARICHE
Questo periodo è caratterizzato:
- dalla crescente pressione delle invasioni barbariche.
- dall’uso sempre più massiccio di personale barbarico perfino nei ranghi più elevati
dell’esercito romano: alla fine del quarto secolo generali di origine barbarica giunsero ad
avere un ruolo determinante nella politica imperiale (vedi Stilicone, magister militum sotto
Teodosio I).
GRADI SOCIALI
Nella società romana tardo antica i gradi di dignità erano regolati per legge, ma ad un certo punto
ranghi e titoli divennero inflazionati (dei ranghi equestri più elevati si dovette passare ad una suddivisione
in sottogruppi, addirittura. Anche l’ordine senatorio si accrebbe di numero, come conseguenza del processo
.
già iniziato da Costantino)
Si passò quindi in questo periodo alla trasformazione dei vecchi ordini: così, il figlio di un senatore
aveva ancora lo status di senatore, ma non con grado elevato, che poteva essere raggiunto se
venivano ricoperte specifiche cariche.
- Il sistema tardo romano appare cosi, ad un primo sguardo, corruzione sfrenata. Ogni cosi
era in vendita, incluso l’esercizio stesso del potere.
- Alto era il numero dei funzionari statali, ma una larga fetta della popolazione non aveva
alcun genere di rapporto diretto di impiego (lavoro salariato): o si apparteneva al gruppo dei
ricchi proprietari terrieri, o a quello dei dipendenti (schiavi, coloni, affittuari)
CONCLUSIONI
Tra le trasformazioni:
- L’accresciuto ruolo della chiesa come istituzione e l’aumento di importanza dei vescovi.
- Lo sviluppo dell città di Roma nel quarto secolo
- L’ascesa di Costantinopoli come capitale
- L’impatto crescente delle invasioni barbariche
L’economia E La Società Romane Tardoantiche
- Il pilastro centrale dell’economia era ancora rappresentato dall’agricoltura
- si trattava di uno stato fortemente oberato dalle spese militari.
- quantunque si sostenga spesso il contrario, la confisca dei beni dei templi operata da
Costantino non può davvero essere stata responsabile di una ripresa economica di vasta
portata.
LA CHIESA
La chiesa si arricchì in vari modi tra cui i lasciti ereditari (Molti cristiani donavano cospicue somme
di denaro alla chiesa).
- Molto denaro fu speso per la costruzione di edifici di culto e per opere caritatevoli, mentre il
diffondersi della moda dei pellegrinaggi in terra santa favorì lo sviluppo dei commerci e
degli insediamenti locali.
- La Chiesa era impegnata in operazioni commerciali, proprio come si trova notizia nelle fonti
di proprietari terrieri che registrano lauti guadagni grazie alla vendita di prodotti agricoli.
- Già nel terzo secolo, la chiesa di Roma provvedeva, con la sua carità, al sostenimento di
circa mille e ottocento tra vedove, orfani e indigenti (L’idea di donare ai poveri era una
. Non erano manchevoli organizzazioni umanitarie
componente importante dell’etica cristiana)
come gli ospizi e la case per gli anziani ed orfani .
(di frequente annesse alle chiese)
LA MONETA
L’effetto della svalutazione della moneta d’argento nel terzo secolo e delle varie misure fiscali di
Diocleziano e Costantino fu quello di lasciare l’impero, nel quarto secolo, con un sistema basato
essenzialmente su due tipi di monete:
- una in oro (il solidus).
- una in rame (La moneta d’argento, che pur continuava ad essere coniata, fu progressivamente
soppiantata, come principale unità di conto).
Per quanto riguarda i contadini, molti di loro riuscivano ancora per lo più a sopravvivere senza
dover usare la moneta. A conti fatti, insomma, quelle che, da un punto di vista moderno, appaiono
come le mende del sistema non possono non avere avuto un effetto depressivo sul livello
dell’attività economica almeno su alcune aree, ma non implicarono il collasso economico.
LA RICCHEZZA DEI SENATORI
In occidente: grandissime proprietà potevano cadere nelle mani di unici individui, un fenomeno che
aveva implicazioni economiche e politiche: una pericolosa concentrazione di ricchezza in mani
private nella parte occidentale, specialmente nel quinto secolo, mentre lo stesso governo centrale
divenne sempre più debole. Nell’impero d’Oriente: le ricchezze dei senatori erano più contenute, in
parte in considerazione della creazione assai più recente del senato di Costantinopoli e in parte del
fatto che in esso il ruolo più eminente era appannaggio di uomini con origini assai più comuni.
LA SCHIAVITÙ
In recenti contributi si è fatto osservare come l’uso di schivi nei latifondi privati non sia mai stato la
regola al di fuori dell’Italia, e perfino qui lo è stato solo per un breve periodo e con molte limitazioni.
Il numero degli schiavi poteva divenire elevato in alcune occasioni a seguito di conquiste e
continuò per tutto il medioevo, però la condizione degli schiavi impiegati nell’agricoltura e dei liberi
coloni andò via via assimilandosi.
LE DISTRIBUZIONI
Insieme ai cereali venivano distribuite anche razioni di carne olio e vino, anche se non
gratuitamente, ma ad un prezzo ridotto: che per la maggior parte proveniva da tasse in natura
applicate ai territori limitrofi. All’origine di tali forniture vi era uno scopo politico, quello di assicurarsi
il consenso della popolazione della capitale; queste distribuzioni restarono, praticamente, in uso
per molti secolo per cui, malgrado le difficoltà oggettive e le occasioni di illecito che esse potevano
generare, è del tutto logico che venissero estese alla popolazione di Costantinopoli.
Ovvie implicazioni economiche:
- incoraggiavano la crescita di una classe di cittadini poveri e dipendenti
- ostacolavano qualsiasi tipo di sviluppo di attività lavorative salariate nelle due capitali
- monopolizzavano la produzione granaria del Nord Africa.
MATRIMONI
- I matrimoni tra esponenti dell’alta società venivano concordati e le fanciulle andavano
spose all’età di dodici\quattordici anni e fidanzate prima della pubertà. Leggi dell’imperatore
Teodosio I e Giustiniano vietarono i matrimoni tra parenti stretti, in opposizione con la
prassi che veniva di solito seguita ai confini orientali dell’impero.
- Le donne erano viste come fonte della tentazione degli uomini, e molti degli scrittori cristiani
erano dell’idea che non solo i rapporti sessuali, ma anche il matrimonio fosse di per sé un
peccato.
Le vicende militari, i barbari e l’esercito romano tardo antico
- I primi anni dell’impero di Costantino erano stati erano stati impiegati nel comando
dell’esercito dell’impero impegnato in Gallia contro le tribù dei Franchi.
- Poi le guerre civili si protrassero più o meno senza interruzioni negli anni 306-313,
riprendendo ad opera di Licinio e Costantino nel 316, prima del loro ultimo scontro nel 324.
- il regno di Costanzo ebbe identico andamento : la guerra tra Costanzo e Magnenzio dal 350
al 353, oltre a distogliere l’attenzione di Costanzo dalla parte orientale dell&rsquo