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CIRILLO E METODIO
MISSIONE CIRILLO-METODIANA: la ricostruzione del loro operato si basa su fonti di carattere
eterogeneo, la cui attendibilità storica è spesso dubbia:
Vita Costantini e Vita Methodi (pareri discordi sulla datazione; composti presumibilmente
➢ nel IX sec. ma pervenute in copie tarde)
Testi slavi, latini e greci: Sermoni panegirici (uno in lode di Cirillo, l’altro in lode di Cirillo
➢ e Metodio), le Vite brevi, la cosiddetta Legenda italica , la Legenda Boema, la Legenda
Morava, il cosiddetto Memorandum di Salisburgo dell’870-871 e i documenti superstiti
della Curia papale.
CIRILLO E METODIO
Nati a Salonicco (all'epoca città bilingue) nell'815 Metodio e nell'827 Costantino, ultimo di sette
figli. Ricevono un'educazione accurata: Metodio di profilo giuridico, Costantino di profilo
filologico e filosofico.
Costantino viene chiamato a Costantinopoli dal logoteta Teoctisto che lo prende sotto la proprio
protezione; qui gli vengono offerti onori e alte cariche, ma fugge in monastero. Viene poi inviato in
ambasceria presso il califfo arabo per discutere dello scambio di prigionieri (C. era un abile
polemista).
Al suo ritorno raggiunge il fratello in un monastero sul monte Olimpo, dove i due fratelli potrebbero
aver concepito il primo progetto di un missione fra gli slavi.
Con l'ascesa di Fozio (che era stato maestro di C.) alla dignità patriarcale nell'858, a Costantino
viene affidata una missione politico-religiosa nel khanato di Chazari e Metodio si unisce a lui. Si
fermano a Cheroneso Taurico (Crimea) dove Costantino impara a leggere e scrivere l'ebraico. Là
conversa con un samaritano e decifra i libri che questi gli mostra: un vangelo e un salterio scritte in
lettere “russe”* e cominciò subito a leggere e parlare. La missione in Crimea è un successo (anche
per il ritrovamento delle reliquie di Clemente Papa). Tornati a Costantinopoli ritornano in
monastero.
Nell'862 due principi slavi, Ratislav e Sventopluk, chiedono che gli si invii un vescovo e un maestro
capace di spiegare le leggi cristiane in lingua slava. Probabilmente i due fratelli avevano già
intrapreso l'elaborazione di un alfabeto e di una lingua per la predicazione tra gli slavi; la data
dell'863 segna, se non l'inizio dell'attività missionaria, il momento della sua ufficializzazione.
Si recarono in Moravia e iniziarono a tradurre in questa lingua i testi liturgici e biblici; si recarono
poi a Venezia dove Costantino fronteggia i sostenitori della tesi Pilatiana, secondo cui solo le tre
lingue dell'iscrizione di Pilato (greco, latino, ebraico) possono essere usate per lodare Dio.
Vengono convocati a Roma e accolti da papa Adriano III, cui portano in dono le reliquie di papa
Clemente. Così il papa benedice i libri slavi e incarica due vescovi di consacrare i discepoli slavi.
Costantino, fattosi monaco col nome di Cirillo, si ammala gravemente e muore il 14 febbraio 869.
Papa Adriano invia a tutti i paesi slavi Metodio come maestro e lo nominerà in seguito arcivescovo
pro-fide (della Pannonia).
La reazione dell'impero franco è violenta: catturano Metodio e lo sottopongono ad un interrogatorio
e lo rinchiudono. Nell'873 verrà liberato grazie all'intervento di papa Giovanni VIII e
riaccompagnato in Moravia dove solo la promessa fatta al fratello lo trattiene dal ritornare all'amato
Olimpo, spronandolo all'attività traduttoria.
Continuerà ad essere screditato dai sacerdoti franchi e richiamato a Roma, dove la sua carica di
arcivescovo pannonico e di missionario viene trasformata in arcivescovo residenziale di una nuova
chiesa morava. Riprenderà la sua opera di traduzione fino alla morte, nel 6 aprile 885.
*l'aggettivo “russo” (rusьskь) è stato interpretato in vari modi: alcuni studiosi propongono di vedere
un'interpolazione slava orientale volta a sottolineare l'autonomia dell'ingresso della Rus' nella