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OSSERVAZIONE VISIVA

E' la prima e più importante valutazione che compiamo

➔ E' parte integrante dell'esame cinesiologico

➔ L'informazione visiva ci permette di inquadrare i problemi e formulare un piano d'esame

Entra un paziente nella stanza. Già dal momento in cui vediamo il paziente avvicinarsi dobbiamo

controllare a colpo d'occhio il problema. Ad es. nel caso di paziente che “zoppica” vediamo che fa

punto fisso più su un arto che su un altro. Partendo dal presupposto che il cammino è caratterizzato

da due fasi: una di appoggio e una di oscillazione, il paziente riduce nel tempo una delle fasi di

appoggio perché il dolore porta a cambiare velocemente l'appoggio sull'atra gamba. L prima cosa da

fare è sempre e comunque osservare il paziente: vedere se ha una spalla più bassa, se arriva con la

mano sul collo.

OSSERVAZIONE VISIVA

Ci permette di valutare la simmetria del movimento, gli eventuali compensi durante lo svolgimento

di attività funzionali, la postura, profili muscolari, le proporzioni corporee, colorito, condizioni

cutanee, ecc...

Nel nostro caso il paziente compensa mantenendo meno a lungo l'appoggio sulla caviglia dolorante.

Ricordare che i pazienti non sono fatti solo di muscoli o articolazioni ma dobbiamo metterci il

dubbio quando il paziente arriva con ad es. colorito giallastro o pallido che ci siano altre patologie.

Chiederemo la prescrizione medica per i trattamenti che il paziente deve fare, ma dobbiamo

valutare anche altri aspetti, eventuali problemi di ordine internistico e “soffre di altri problemi, di

altre malattie?” è una domanda di rito. Se il nostro paziente ha un enfisema grave o una bronchite

grave non possiamo metterlo a correre per tutta la palestra o a fare uno sforzo fisico... Anche le

attività che gli faremo fare dovranno essere misurate sulle problematiche internistiche.

Se si lavora in reparto sarà il leader del team di riabilitazione – fisiatra – a dare le informazioni

cliniche e insieme si definirà il progetto di riabilitazione, in un ambulatorio, invece, il paziente avrà

una prescrizione di un neurologo, di un ortopedico, di un fisiatra, e ci sarà scritto ad es. “paziente

affetto da... prescritte 10 sedute cinesi, 10 sedute masso, ultrasuoni,...” Il medico prescrive cosa

fare, ma abbiamo sempre noi la responsabilità di valutare altri eventuali problemi che possono

essere insorti anche dopo il controllo da parte del medico. Ad es. se abbiamo un paziente da trattare

al polso ma arriva in ambulatorio con il polso gonfio possibile esito di una frattura e l'ultima lastra è

stata fatta 1 mese e mezzo prima...dobbiamo essere critici e metterci il problema di non obbedire

ciecamente alla prescrizione del medico. Se troviamo un polso dolorante pulsante e gonfio non

possiamo effettuare dei trattamenti...dal momento della prescrizione possono essere successe tante

cose...è possibile che il danno sia successivo alla visita, che il paziente non sia stato del tutto sincero

con il medico, o anche che il medico abbia sbagliato...

Dobbiamo valutare il paziente nella globalità, anche da un punto di vista caratteriale, valutare se

una persona è tendenzialmente depressa e quindi ha bisogno di essere rincuorata o coccolata per

ottenere dei migliori risultati o se è una persona propositiva e non ne ha bisogno. Il nostro mestiere

non è dare farmaci, ma trattamenti prolungati nel tempo, la riabilitazione è un percorso che si fa

tutti insieme, e per questo è necessario valutare il paziente nella sua interezza.

PALPAZIONE

E' l'esame della superficie corporea mediante il tatto.

Serve a valutare i profili delle ossa e delle parti molli, la loro consistenza, la temperatura e la trama

cutanea.

Localizzazione di punti di repere ossei per il corretto posizionamento del goniometro durante lo

svolgimento dell'esame articolare. Tali punti di repere si utilizzano anche come riferimento per la

misurazione della circonferenza di arti e tronco.

Percezione di contrazione durante l'esame della forza muscolare o durante l'esercizio terapeutico.

Bisogna far spogliare il paziente nell'ispezione generale. Con le mani devo toccarlo per vedere se ci

sono dei problemi. Devo valutare i profili ossei, guardare le parti molli, sentire la loro consistenza,

la loro temperatura -molto importante-, vedere la trama cutanea, trovare i famosi punti di repere

ossei (es. il grande trocantere), posizionare il goniometro, valutare la circonferenza di arti e tronco

usando il metro della sarta.

Tono muscolare: Resistenza offerta alla mobilizzazione allo stiramento passivo del muscolo.

Resistenza offerta del muscolo allo stiramento passivo. Se prendo il braccio e fletto estendo il

gomito, il muscolo offre una resistenza perché c'è un tono muscolare di base.

Nb vedere meccanismi del tono muscolare.

Come deve essere posizionato il terapista? come deve essere sostenuto l'arto?

Due volontari: Il paziente è caduto dal motorino e lamenta dolore al gomito e al ginocchio. Il

paziente dovrebbe spogliarsi. Il paziente si deve sdraiare sul lettino. Chiediamo dove sente dolore.

Il fisioterapista deve stare comodo, mettersi il lettino all'altezza giusta.... Controlliamo visivamente

la parte e vediamo ad es. lividi...Iniziamo la palpazione Si valuta il range dell'articolazione che

dipende dal tipo di articolazione, dal muscolo, cute e tessuto adiposo. Questi range sono valutati

sull'uomo/donna media standard...faremo le approssimazioni del caso...

Per muovere l'articolazione e valutare il movimento puro bisogna prima stabilizzare l'articolazione a

monte, quella più prossimale. Nel caso di una patologia altererei il movimento soprattutto se ho

preso anche un colpo alla spalla ed è dolorante. Per vedere la funzionalità del braccio devo bloccare

la spalla con tutta la mano. Tenendo bloccata la spalla fletto e estendo il braccio.

Localizzazione di strutture che necessitano di stabilizzazione per isolare il movimento

dell'articolazione che si vuole mobilizzare.

Valutazione di irregolarità ossee o delle parti molli

Come si fa?

Posizione del terapista

✗ Sostegno dell'arto del paziente

Abbiamo due tipi di Rom uno passivo, che è quello che facciamo fare noi che muoviamo, e uno

attivo. Un rom passivo può non essere uguale ad un rom attivo quando c'è un dolore. Questo è il

motivo più semplice. Poi ci sono mille altri motivi per cui sono diversi...

ROM = Range of motion

E' l'ampiezza del movimento possibile al livello di un'articolazione = escursione articolare.

ROM Passivo

ROM Attivo

ARTICOLAZIONI E LORO CLASSIFICAZIONE

L'articolazione è formata da due superfici articolari ossee tra loro contrapposte ricoperte da

cartilagine ialina.

Che cosa sono le articolazioni? Sono le connessioni fra le ossa. Articolazioni e loro classificazione

Classificazione articolazioni BENE (non è importante usare una classificazione univoca, quanto

saper descrivere l'articolazione es. art del ginocchio: ci sono due sporgenze, due condili che si

inseriscono sulla tibia, che c'è un legamento crociato anteriore e posteriore, che ci sono dei

legamenti collaterali, dobbiamo descrivere come è fatto l'articolazione, non discuteremo se è una

troclea o un condilo...)

Enartrosi: una superficie sferica si articola con una superficie concava e il movimento è

 possibile intorno ad un numero infinito di assi. (es anca)

Ginglimo: è consentito il movimento ampio ma su un solo asse, è munita di robusti

 legamenti (es. art omeroulnare)

Articolazione piana: costituita dall'apposizione di due superfici relativamente piane,

 possibili movimenti di scorrimento (es articolazioni intertarsali)

Articolazione condiloidea:è formata da una superficie ovale convessa contrapposta a una

 superficie ellittica concava, possibile il movimento su due assi (es. art. radiocarpica)

Articolazione a sella: ogni superficie articolare possiede una concavità ad angolo retto con

 una superficie concava, il movimento è possibile intorno a due assi (es. art.

carpometacarpale)

Ginglimo laterale: è costituita da un perno osseo centrale circondato da un anello

 osterolegamentoso, possibile solo il movimento di rotazione (es art. radioulnare prossimale)

Articolazione bicondiloidea: è formata da una superficie con due condili convessi cui

 corrisponde un'altra superficie con due concavità, possibile movimento su un asse e pochi

gradi di rotazione intorno ad un asse posto a 90° rispetto al primo (es. art femorotibiale)

MOVIMENTI ARTICOLARI: PIANI E ASSI

I movimenti articolari vengono descritti facendo riferimento ad un sistema di coordinate (piano

sagittale, frontale e trasversale) il cui punto centrale si trova anteriormente alla seconda vertebra

sacrale quando il soggetto è in piedi in posizione anatomica.

Tale sistema di coordinate può essere posizionato in modo che il suo punto centrale corrisponda al

centro di ogni articolazione del corpo.

Posizione anatomica: individuo in stazione eretta con le braccia lungo i fianchi dita dei piedi palmo

delle mani e gli occhi rivolti in avanti, dita delle mani estese.

Esistono 3 piani: sagittale, frontale, trasversale rispetto all'individuo in posizione anatomica.

Abbiamo tanti tipi di movimenti:

TERMINOLOGIA DEI MOVIMENTI

Movimenti angolari: movimenti che determinano aumento o diminuzione dell'angolo formato da

ossa adiacenti, sono la flessione, estensione, abduzione e adduzione;

flessione: angolazione di un segmento con avvicinamento delle superfici anteriori; eccesioni

✗ sono la flessione del pollice, del ginocchio e delle dita del piede, flessione della caviglia

(plantiflessione), flessione laterale di capo e tronco;

per definizione movimento in cui si avvicinano 2 superfici. Ci sono delle eccezioni.

Flessione del pollice, flessione del ginocchio, flessione plantare -(stiamo allontanando e non

avvicinando)

estensione: raddrizzamento di un segmento con movimento diretto in senso opposto ai

✗ movimenti di flessione, eccezione l'estensione di caviglia (dorsiflessione)

Fa eccezione l'estensione della caviglia: chiamiamo i movimenti della tibiotarsica sul piano

sagittale planti/plantar flessione (flessione vera e propria) e dorsiflessione (estensione). La

tibiotarsica può dorsi e plantiflettersi rispetto al piano sagittale: in questo caso la flessione

sarebbe la plantiflessione e la dorsi flessione sarebbe l'estensione, ma è molto più semplice,

anche se non è scorretto parlare di flessione e estensione della tibio tarsica, parlare di

flessione dorsale o plantare ed è la forma più comunemente usata.

iperestensione: movimento che eccede la normale posizione anatomica di

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
7 pagine
SSD Scienze mediche MED/48 Scienze infermieristiche e tecniche neuro-psichiatriche e riabilitative

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Stellaste89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cinesiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Aiello Giovanni.