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CAPITOLO I

L’ORGOGLIO DEGLI AMBERSON

Con L’ Orgoglio degli Amberson (The Magnificent Ambersons, 1942), la disfatta sarà completa,

Welles viene licenziato dalla RKO, inoltre il film tratto dall’ omonimo romanzo di Tarkington, viene

distribuito in una versione manipolata.

Il film è incentrato sulla decadenza di una famiglia agli inizi del nuovo secolo, sullo sfondo del

tramonto dell’economia latifondista, alle soglie della moderna industrializzazione, l’opera inoltre

presenta delle analogie con Quarto Potere (Citizen Kane, 1941), con cui appare collegata.

Infatti anche in questo film vengono trattate delle tematiche legate alle origini del capitalismo

moderno e al contrasto che ne scaturiva, contrasto legato anche qui come in Quarto Potere (Citizen

Kane, 1941), ad una volontà narcisistica ed infantile tesa alla conquista del potere, utile a celare una

vulnerabilità e debolezza intima, connessa nei due film alla perdita dell’infanzia.

Ma anche il tentativo di trasmettere attraverso lo stile il senso del film, dilatando lo spazio e il

tempo dell’inquadratura e della sequenza, con il ricorso frequente a piani sequenze a riprese in

profondità di campo, a profondità e montaggi, peculiari anche a livello sonoro, all’interno di una

scenografia complessa, con l’incombenza dei soffitti costruiti in studio, ma sempre esclusi da

Hollywood, sono tutte caratteristiche che rendono riconoscibili le opere di Welles, dai film di

genere come i grandi noir :

La Signora di Shanghai (The lady from Shanghai, 1948), Rapporto Confidenziale (Mr Arkadin,

1955), L’Infernale Quinlan (Touch of Evil , 1958), ai film in cui la tematica esistenziale si esprime

su base letteraria, come Il Processo (Le Procès, 1962), oppure film tratti direttamente dalle opere di

Shakespeare come Macbeth (Macbeth, 1948), Otello (The Tragedy of Othello: the moor of Venice,

1952), Chimes of Midnight- Falstaff (1965).

Il plot dell’Orgoglio degli Amberson (The Magnificent Ambersons,1942) si dispiega così:

Alla fine del diciannovesimo secolo, nella cittadina di Indianapolis, Isabel Amberson, figlia di una

famiglia ricca e di antica tradizione, rinuncia a sposare l’industriale Eugene Morgan considerato un

eccentrico, (che una sera era andato a farle una serenata da ubriaco ed era caduto sopra un

contrabbasso rompendolo), a cui gli preferisce Wilbur Minafer.

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La coppia non ha che un figlio, George, che si rivela già dall’infanzia, un essere orgoglioso ed

egoista.

Diventato adulto, incontra Lucy Morgan - il cui padre ha fatto fortuna costruendo le prime

automobili – e le fa la corte.

Dopo la morte del padre Wilbur Minafer, George cerca di chiedere la mano di Lucy, ma abbandona

il progetto.

Poi con l’aiuto di sua zia Fanny, che ama in segreto Morgan, minaccia di far scoppiare uno scandalo

per far fallire il tentativo di sua madre di risposarsi con Eugene.

Isabel parte per un lungo viaggio in Europa e non ritornerà che per morire, mentre Lucy, stanca del

carattere di George lo lascia.

Il vecchio maggiore Amberson, padre di Isabel, non sopravvive che poco tempo a sua figlia mentre

gli eredi scopriranno che la fortuna degli Amberson in realtà non esiste più.

George quindi, costretto a lavorare, si sceglie un lavoro pericoloso, mentre Lucy, che malgrado tutto

ama ancora George evoca durante una conversazione al padre in termini mascherati l’orgoglioso

ragazzo che era, proprio poco prima che il ragazzo sia vittima di un incidente.

Lucy accorre all’ospedale dove è ricoverato George, mentre fuori dalla stanza, Eugene e Fanny

ricordano i tempi passati e Isabel.

L’ era degli Amberson sembra comunque definitivamente tramontata, e le loro case vengono

vendute e smembrate nella nuova città che si espande

5 1.1

FILM E MONTAGGIO

Rispetto a Quarto Potere (Citizen Kane, 1941), in L’Orgoglio degli Amberson (The Magnificent

Ambersons, 1942), sono meno evidenti le caratteristiche autoreferenziali ed è minore l’impatto

spettacolare.

Sul piano della scrittura ricorda i vecchi adattamenti radiofonici di Welles, ciò avviene perché

riprende direttamente il dialogo dal romanzo e ricorre alla voce fuori campo.

La sequenza iniziale che introduce il ballo degli Amberson, è un esempio altamente sofisticato di

montaggio, che ha una funzione similare a quella dei cinegiornali di Quarto Potere (Citizen Kane,

1941).

Infatti in meno di dieci minuti di proiezione (un pò di più rispetto alla versione originale), Welles

sintetizza tutto il materiale che lo scrittore Tarkington presenta al lettore in tre capitoli.

La storia comincia con lo schermo buio, e la voce fuori campo di Welles che narra come lo

splendore degli Amberson, cominciato nel 1873, fosse durato “Per anni e anni, fino a che non

videro il loro villaggio del Midwest allargarsi, oscurarsi e diventare una città”.

Mentre si illumina lo schermo, Welles continua a parlare “ In quella cittadina a quei tempi tutte le

donne che indossavano sete e velluti conoscevano tutte le altre donne che indossavano sete e

velluti”.

Quindi la prima immagine riprende la descrizione di un tram a cavalli presente nelle prime pagine

del libro: un elegante casa di mattoni ripresa attraverso un mascherino; un tram momentaneamente

uscito dai binari di fronte ai cancelli e diversi passeggeri scesi per rimetterlo in carreggiata.

Mentre le immagini sono accompagnate da un sottofondo flebile, la colonna sonora con le

variazioni di Bernard Hermann su Toujours ou Jamais di Waldteufel, un malinconico tema musicale

che Welles prediligeva in modo particolare.

Ancor prima di mostrarci la vera dimora degli Amberson, Welles opta, per un montaggio rapido di

immagini dominate dal leitmotive dei capelli, mentre ci informa del ruolo che la famiglia occupa in

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seno alla comunità: vari gentiluomini col cilindro in testa che affollano un bar, un giovane in rendi

gotte che si arrangia con i remi per portare in barca una bella ragazza, infine il copricapo del

maggiore Amberson che viene colpito da una palla di neve.

Tre inquadrature sono dunque sufficienti per informarci che le abitudini degli Amberson

influenzano la moda in città e nel medesimo tempo si assiste anche allo scorrere inesorabile del

tempo, dall’estate all’inverno.

“In quei giorni – fa notare Welles nel suo commento – la gente trovava il tempo per ogni cosa”, ma

sullo schermo il tempo scorre con incredibile velocità: le prime immagini sembrano un semplice

album di vecchie foto, ma più le si guarda più ci si rende conto che le stagioni, e a volte le

generazioni si succedono vorticosamente, modificandosi ad ogni stacco o dissolvenza.

In questo film man mano che il tempo passa, gli eventi tendono a ripetersi, Eugene Morgan

corteggia Isabel Amberson per tutta la sua vita, diventa sempre più ricco ma viene sempre respinto,

e ogni rifiuto ferisce più del precedente.

Mentre procede l’esame preliminare degli anonimi abitanti della città, Welles si serve dei loro

commenti per descrivere il bizzarro stile di vita della ricca famiglia.

Come nella tradizionale narrativa ottocentesca, queste scene contengono elementi di deliberato

artificio: gli sfondi, i costumi, i volti tendono a persuadere il pubblico che il mondo degli Amberson

è reale, ma i toni sono volutamente artificiosi e sentimentali.

Molte delle prime inquadrature sono adombrate dalla nebbia, e gli attori sono posti in posa in un

rigoroso tableau.

Tutti i critici concordano nel riconoscere alla scena del ballo, uno dei massimi punti forza del film,

soprattutto dal punto di vista tecnico.

In quel periodo, Welles stava lavorando con Stanley Cortez, un giovane fotografo la cui esperienza

non era paragonabile a quella di G. Toland, ma una volta promosso si rivelò un perfezionista

attentissimo al suo lavoro, fra i più meticolosi di Hollywood.

La macchina da presa si spostava attraverso sette stanze, con più di quaranta tecnici addetti alla

manovra delle luci e dei microfoni, infatti la villa degli Amberson secondo il materiale pubblicato

dalla RKO, occupava ben tre teatri di prosa arredati con più di novemila pezzi.

In una sequenza successiva, purtroppo poi tagliata, Cortez fece un giro completo della casa ormai

in declino, salendo e scendendo le scale, eseguendo panoramiche di 360 gradi per mostrare tutte è

quattro le pareti della stanza.

Welles aveva deciso di riprendere gli interni con una serie di carrellate, il suo scopo era quello di far

avvertire allo spettatore la spaziosità degli ambienti interni, di fargli respirare la solida ricchezza

della famiglia.

L’effetto viene raggiunto con una serie di stacchi da un immagine relativamente statica all’altra.

7

Tutto o quasi tutto durante la festa degli Amberson, come alla fine di Quarto Potere (Citizen Kane,

1941) dove una lunga carrellata esplora tutti i possedimenti terreni del protagonista, viene

fotografato con obiettivi grandangolari e profondità di campo, mentre la macchina da presa scivola

attraverso i saloni e i corridoi, insinuandosi dentro la casa.

I movimenti di macchina e la profondità di campo suggeriscono i ritmi di valzer che dominano la

festa, gli attori entrano ed escono dal quadro, e solo di rado vengono isolati in un primo piano.

Ci sono appena due brevi momenti in cui gli sguardi dei personaggi si incrociano : uno all’inizio

quando Eugene Morgan incontra Isabel nella hall dove vengono ricevuti gli ospiti in arrivo, e l’altro

alla fine della festa quando George e Lucy siedono sulle scale a guardare i loro genitori che

danzano.

I rapporti fra i personaggi e il loro atteggiamento verso il tempo non sono mai espressi così

ammirevolmente come in quello straordinario momento in cui genitori e figli sono riuniti nella

danza.

La danza è un immagine ideale con cui si conclude la sequenza, poiché è un movimento senza

destinazione.

Per un attimo tutto sembra in armonia e nello spirito della gaiezza, ma nell’istante in cui la sala

degli Amberson è piena di fervida gioia, l’immagine si dissolve, il tempo è già passato, la casa è

avvolta nelle tenebre, e vediamo Eugene e Isabel in un valzer accompagnato da un violino solitario.

Quando Welles passa con uno stacco a un piano più ravvicinato di Eugene e Isabel, sottolinea la

tristezza delle loro vite ponendo i loro figli a distanza in un cerchio di luce.

La forza di questa inquadratura deriva dalla ricca complessità del suo significato, da un lato offre la

speranza che il passato possa essere recuperato; se Eugene Morgan non può rivendicare i diritti del

suo unico vero amore, almeno c’è la nuova generazione, rappresentata dalla coppia visibile sullo

sfondo.

Il montaggio parallelo seguente che mette in contrasto i Morgan e gli Amberson, evidenzia la

tragica situazion

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
19 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher val.fi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Manzoli Giacomo.