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LA FOTOGRAFIA MESSA A NUDO DAI SUOI ERRORI, ANCHE

Clement Cheroux, storico e critico fotografico è autore de “L’errore

fotografico”. L’errore viene rivalutato, non deve essere un limite ma un criterio

mediante cui ripensare la genealogia della fotografia e la sua influenza sul

periodo avanguardista. Solo attraverso la politica dell’errore il difetto può

diventare risorsa, rinnovamento. Si ribadisce la vicinanza tra operazione

fotografica e arte concettuale di Marcel Duchamp,maestro con gli altri

dadaisti dell’errore e della creatività del caso. Si concentra sulla sostanziale

struttura mediale del dispositivo fotografico e sulle dirette ricadute artistiche

che provengono dalla comprensione dei limiti di questa stessa struttura. La

relazione con le avanguardie è solo l’inizio di una storia dell’errore che

diventa arte fotografica pura. Due artisti che si sono cimentati negli errori

fotografici sono stati Man Ray e Moholy-Nagy che hanno sperimentato

esempio l’auto-ombromania ovvero la proiezione involontaria della propria

ombra sul soggetto della foto. Nel Rinascimento questo uso dell’ombra era

considerato errore. Si può dire che quasi tutta la gamma di errori (esempio:

flou, oscillazioni, deformazioni, riflessi, sovrapposizioni) del primo secolo della

fotografia ha subito un identico rovesciamento con l’epoca moderna, quando

vengono considerati come le più audaci proposte per la fotografia. L’epoca

moderna ha infatti come motivo ispiratore il “disprezzo delle regole” che

comporterà uno sconvolgimento dei valori. Le avanguardie hanno quindi

adottato delle forme visive da sempre giudicate errate. Moholy-Nagy ce ne ha

lasciato testimonianza sia con le sue foto che con i suoi testi che rivelano il

suo interesse per gli errori del medium. Egli scrive “il nemico della fotografia è

ciò che è convenzionale” e “la salvezza della fotografia sta nella

sperimentazione”. L’errore è straordinariamente fecondo, è uno strumento di

conoscenza e costituisce un’ottima base per una nuova grammatica visuale.

Egli ha volontariamente proiettato la sua ombra nelle sue foto, per ricordare

che dietro al dispositivo tecnico c’è un operatore. Li ha riportati nello stessa

immagine. La forma scura che ricopre il soggetto dell’immagine è

conseguenza diretta dell’oscillazione dello scatto fotografico,dichiara il

procedimento utilizzato. E’ la fascinazione per i giochi d’ombra e di luce che

nei primi ’20 aveva portato Moholy Nagy a sperimentare con il fotogramma

come quello in cui a fianco di una croce quasi suprematista egli posa la sua

ombra: questa foto appare come una composizione luminosa tridimensionale,

ma rimane il prodotto di una proiezione. Egli ebbe molti seguaci come Lerner

e Rauter continuarono le sue sperimentazioni, esplorarono in maniera più

sistematica del maestro facendo libero uso del medium e di tutti i suoi difetti.

La schematizzazione della fotografia permette di comprendere che il medium

non è altro che un insieme di indici: tempo di posa,profondità di

campo,messa a fuoco, quindi gli errori fotografici sono variazioni inaspettate

degli stessi parametri.

ARTIFICIO DIGITALE

Claudio Marra è il teorico italiano della fotografia che più ha influito sul

dibattito tra arte,estetica e fotografia. In Fotografia e pittura nel Novecento (e

oltre)analizza la relazione tra foto e arte prendendo in esame il rapporto tra

fotografia digitale e analogica. Marra ribadendo la coerenza nella logica di

funzionamento tra foto analogica e digitale,trasferisce questo principio anche

per spiegare le ragioni per cui l’avvento della fotografia ha determinato una

riconfigurazione dell’arte. Qui è evidente la stretta relazione tra il principio di

funzionamento mediale dell’immagine e le sue possibili applicazioni in ambito

artistico. Il secolo appena concluso ha portato profondi cambiamenti nell’arte

ridefinendola in gran parte. Il 2000 ha introdotto l’espressione ‘2.0’ che sta ad

indicare un uso del web nuovo e differente dagli anni novanta. Il web è

diventato più interattivo dando vita a fenomeni come blog, chat e forum. La

dialettica natura-artificio in questi anni ha in particolare coinvolto la ricerca

fotografica. Qual è il destino della fotografia nel momento in cui avviene il

passaggio da analogico a digitale? Molti autori han parlato di rivoluzione o di

morte della fotografia pensando che il sistema digitale abbia annullato il

principio della foto come un qualcosa di materiale, diretta, fedele alla realtà.

Nella fotografia digitale l’impronta materiale è sostituita da una sorta di

memoria-volatile (il processo digitale si fonda su un alfabeto numerico

binario). Quindi verrebbe a mancare il principio di prova e di verità. Dall’altra

parte si è pensato che il passaggio al digitale abbia risolto una questione

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aperta da anni, quello dell’autorialità. Il digitale avrebbe distrutto quel principio

di referenzialità diretta e avrebbe messo tutto o quasi nelle mani

dell’operatore, aprendo spazi di creatività. In realtà affermare che il digitale

rende l’uomo libero davanti alla macchina fotografica significa poco o nulla. Il

problema è assai più complesso perché il senso dell’arte non è imposto dai

linguaggi (analogico o digitale). L’autentica e unica novità portata dal digitale

è il 2.0 per cui linguaggio scritto visivo e sonoro sono stati affiancati e si è

sviluppata una rete che consente scambi continui. Fenomeni dominanti come

Facebook, Twitter e i blog sono un’evoluzione del diario pubblico di poeti

degli anni 90. Il termine blog è la contrazione di ‘web log’ cioè ‘diario in rete’.

Parte seconda: 2. Fotografia come mediazione.

LA FOTOGRAFIA: UN BORDELLO SENZA LIMITI.

Marshall McLuhan, teorico dei media attivo dai 50 ai 70 fu un

visionario,eccentrico, icona pop e vero sperimentatore di un metodo di studio

strutturalmente interdisciplinare. Opera Gli strumenti del comunicare. Illustra

i principi epistemologici generali alla base del suo approccio allo studio dei

media che si sofferma sull’analisi dei principi generali che regolano l’ecologia

mediale in cui l’uomo è immerso e con questi analizza i media

contemporanei. Considera la fotografia come uno strumento che ha

permesso il passaggio da uomo tipografico a uomo grafico. Questa

conoscenza apre nuovi paesaggio dell’IO da esplorare. La foto è un medium

particolarmente adatto a integrasi ad altri media, vecchi e nuovi. Egli

considera il corpo come una metafora (‘portare oltre’) e l’elettricità come un

medium. Il medium non può mai essere studiato in modo isolato: come faccio

a studiare il cinema? Mettendolo a confronto con la scultura. Medium è tutto

ciò che si pone tra me e la realtà. Quindi esempio anche degli occhiali. Egli

vede il mondo come un villaggio globale in cui tutti sono in contatto con tutti.

Al giorno d’oggi una donna può avere nell’armadio il meglio di cinque o sei

nazioni restando nella sua: la moda è paragonabile a quello che in pittura è il

collage. La foto è entrata in ambiti prima inaccessibili come la fisica nucleare

che ora non potrebbe più farne a meno. L’alfabeto fonetico era un mezzo

tecnico per scindere la parola perlata dal gesto, l’istantanea vuole unire i due

aspetti psichico e fisico in maniera precedentemente sconosciuta. L’era della

foto è l’era del gesto. Jung e Freud iniziarono ad osservare sistematicamente

le posizioni e i gesti delle persone perché credevano nell’esistenza di un forte

nesso tra questi e i sogni, l’inconscio. La foto ha contribuito a migliorare la

vita dell’uomo, nelle sue scoperte. Esempio le foto del volo degli uccelli ne

hanno mostrato la postura esatta. Il segreto stava nella fissità delle ali. Il

movimento serviva alla propulsione, non al volo. Da qui l’uomo iniziò a

progettare aerei. Il settore che più si avvalse della fotografia fu quello delle

arti tradizionali: si passa dal ritratto all’arte astratta e all’impressionismo (per

mostrare il processo interno della creatività) e in ambito letterario dalla

descrizione di avvenimenti alla spiegazione dei gesti interiori dello spirito

mediante cui si arrivano a capire le cose. Gli artisti invitano il pubblico a

partecipare a ciò che fanno, forniscono i mezzi per coinvolgono lo spettatore

a parteciparvi. Nella radio e nella tv si stabilisce un nuovo rapporto con

l’utente che è un rapporto di intensa partecipazione mai evocato finora da

nessun meccanismo. L’uomo non è mai stato educato ad affrontare i nuovi

media. Nell’era della fotografia il linguaggio assume un carattere grafico o

iconico, il cui significato ha poco a che vedere con l’universo semantico e

nulla con la repubblica delle lettere. La fotografia ha così influito sul nostro

atteggiamento esteriore ma anche interiore. Ha condizionato li turismo,che è

diventato conseguenza di capricci e non diverso dall’andare al cinema. Il

mondo diventa una specie di museo di oggetti incontrati in un altro medium.

La fotografia influenza il mondo del packaging e dell’esposizione ed

organizzazione di botteghe e negozi aprendo la strada ai grandi magazzini.

Ebbe effetto nello sport portando a modifiche di regole nel football con

Roosevelt. Quando la fotografia immortalò i ricchi inglese che ordinano da

bere al bar mentre sono a cavallo, la loro relazione fu quella di ritirarsi su

posizioni più modeste dalle quali non si sono più discostati. Rese pericoloso

mostrarsi mentre ci si divertiva. Infine è impossibile capire il medium della

fotografia senza rendersi conto dei suoi rapporti con altri media vecchi e

nuovi,i quali costituiscono un mondo di interazioni biochimiche che deve

cercare un nuovo equilibrio ogni volta che sopraggiunge una nuova

estensione. In America la gente è messa a disagio dal suono registrato della

propria voce e non dalla propria immagine riflessa da uno specchio.

IMMAGINI TRASPARENTI

Walton, filosofo americano, elabora una tesi sulla mimesi che fin’ora è tra le

più note. La sua posizione è molto discussa anche perché molto radicale.

Guardare la foto significa guardare la cosa stessa. Vedere ordinario e vedere

fotografico sono la stessa cosa. Le fotografie sono trasparenti e sono dei

media protesici. Le immagini pittoriche sono opache: il tutto in base alle

condizioni di creazione,meccaniche e indipendenti dall’autore nella foto e

manuali e dipendenti

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
25 pagine
8 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher inzaghino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cinema e fotografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Parisi Francesco.