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PARTE SECONDA

ARTE, MEDIAZIONE, COGNIZIONE

Introduzione

La fotografia è tra tutte le forme d’arte visuale quella che ha goduto di minor successo dal punto di vista teorico. Troppo contaminata

dalla tecnica e poco capace di mostra l’impronta dell’autore, al contrario della pittura e troppo povera dal punto di vista del

movimento rispetto al cinema.

L’aspetto più interessante della fotografia è quella di accomunare due caratteristiche mediali: la funzione di rappresentazione e la

funzione di rivelazione. Per rappresentazione si intende la capacità delle arti di ripresentare bidimensionalmente una realtà

tridimensionale attraverso un atto creativo e intenzionale e con rivelazione la capacità della fotografia di mostrare aspetti della realtà.

Con strumenti di visione protesica intendiamo i dispositivi tecnologici grazie ai quali la nostra visione può catturare aspetti altrimenti

invisibili. Il punto distintivo dell’immagine fotografica rispetto agli altri dispositivi consiste nell’incorporazione di questi due aspetti.

Rappresentano qualcosa e inducono a considerare che la rappresentazione è frutto di un fatto realmente accaduto.

La fotografia esercita sulle nostre strutture cognitive un effetto di amplificazione.

L’attuazione di questo principio, l’idea che le tecnologie espandono o riducono le possibilità della nostra cognizione si conduca a

McLuhan. Il principio di protesi mcluhaniana spiega che le tecnologie sono estensioni del nostro organismi che regolano la relazione

tra individuo e ambiente. Vi sono poi immagini che si fondano su proprietà comunicative differenti come proposto da Friday che

distingue tra immagini kepleriane e albertiane.

La relazione tra medium e soggetto è caratterizzata dalla interazione delle parti.

1. Arte, errori e modernità

Degas e l’immagine istantanea di Aaron Scharf

Aaron Scharf in questo capitolo estratto da Arte e Fotografia, intende indicare le influenze di Degas, il più ‘’fotografico’’ degli

impressionisti mettendo in luce le relazioni tra le opere del pittore francese e la fotografia.

Il motivo principale per il quale la fotografia contamino la sua arte pittorica è di natura tecnica: l’istantaneità dell’immagine fu resa

possibile quando i tempi di esposizione delle fotocamere si ridussero tanto da permettere di ‘’congelare’’ il movimento del soggetto.

Queste immagini ebbero un grande impatto nell’immaginario visuale del tempo, mostrando ciò che prima non era percepibile.

Degas fu l’unico pittore impressionista, a cogliere le nuove possibilità visive che la fotografia offriva. Al contrario dei pittori dell’epoca,

Degas si dimostrò aperto verso queste nuove possibilità, anticipando l’universo visuale moderno. Il taglio delle immagini, il

decentramento del soggetto sono alcune delle influenze dall’estetica delle nuove istantanee fotografiche. Ad esempio, la

decentralizzazione della Donna con crisantemi si distacca dalle regole pittoriche tradizionali. Il suo essere decentrata, come se

stesse comunicando con qualcuno al di fuori del quadro, carica la foto di una sorta di ‘’dietro le quinte’’, tipico delle istantanee del

tempo.

Una delle caratteristiche costanti delle sue opere è il taglio dei soggetti come ad esempio nel quadro Jockeys a Epsom o nel Place

de la Concorde. Questa ‘’progressione cinematica’’ era stata raramente utilizzata nella pittura. Anticipa anche la raffigurazione del

movimento nel suo Danseuse rajustan son chausson, dove riproduce una sola figura, non in posizioni consecutive, ma in una o due

posizioni, come a vederla da diversi punti divista.

Degas fu tra i primi a studiare il movimento dei cavalli dalle fotografie di Muybridge. Dopo il 1880 Degas ritrae i cavalli come riprodotti

dalle istantanee fotografiche. I suoi disegni ritraggono le posizioni corrette del galoppo, limitandosi ad indicare il movimento. Il suo

realismo fu accusato di mancanza di stile; gli artisti che copiavano le fotografie venivano trattati severamente dalla critica. Il realismo

è però uno degli elementi più potenti dell’immagine fotografica. Proprio la mancanza di ordine e le distorsioni danno incisività alla

fotografia. Degas, dipingendo le immagini fotografiche creò qualcosa di nuovo ritraendo le deformazioni delle sue figure, l’ineleganza

dei gesti e anche le bruttezze di certe espressioni che possono essere ritrovate soltanto nelle istantanee fotografiche.

Queste non sono il prodotto di una ‘’sottomissione alla fotografia’’ come sostenuto da alcuni critici. Degas infatti, rese pittoricamente

valide le fotografie.

Fotografia e rappresentazione di Roger Scruton

Roger Scruton si occupa di teoria dell’arte ed estetica. Questo saggio costituisce uno dei capisaldi della filosofia della fotografia. Agli

inizi degli anni Ottanta, la disciplina comincia a stabilire dei punti chiavi per un’estetica fotografica che riesca a confrontarsi e unirsi

con altre arti visive.

Dal saggio emerge l’inadeguatezza, secondo Scruton, della fotografia rispetto alle arti rappresentazionali. La fotografia, a causa della

sua dipendenza dalle leggi ottiche e della realtà, non è in grado di riprodurre delle rappresentazioni. Per Scruton, affinché vi sia una

rappresentazione è necessario che la relazione tra l’atto e la creazione dell’artista sia libera da ogni costrizione. La libertà

intenzionale nella creazione di una rappresentazione è un requisito fondamentale. La fotografia non possiede questo requisito in

quanto è sempre la fotografia di qualcosa e non può essere considerata arte. Potremmo obiettare che le scelte del fotografo (taglio,

colori, scelta del soggetto) siano dei requisiti sufficienti per considerare la fotografia una rappresentazione ma attraverso una serie di

esempi l’autore prova a spiegare le motivazioni che lo portano a questo estremismo.

Innanzitutto Scruton ci dice che si pensa che la fotografia condivida l’apparenza del suo soggetto con maggiore efficacia rispetto a

un quadro e quindi, la fotografia è un modo migliore di rappresentazione, parola che può essere applicata alla fotografia. Scruton

però, effettua un’ulteriore distinzione ovvero, quella tra rappresentazione e arte rappresentazionale. (esempio: suono musica o

acqua della fontana, solo una è arte del suono).

Per capire questa distinzione bisogna separare la fotografia dalla pittura. La pittura ideale risiede nella relazione intenzionale con il

soggetto. Se un quadro rappresenta un soggetto, non vuol dire che il soggetto esista. Il quadro è in relazione con il soggetto per via

dell’atto dell’artista. Anche la fotografia ideale è in relazione con il soggetto: una fotografia è una fotografia di qualcosa ma la

relazione è causale, non intenzionale. Se la fotografia è la fotografia di qualcuno, quel qualcuno esiste. Nel mettere in luce la

relazione tra la fotografia ideale e il suo soggetto si attua un processo causale e non intenzionale.

Quando apprezziamo un quadro come una rappresentazione, io lo vedo per ciò che rappresenta, non lo scambio quindi per ciò che

rappresenta e non devo credere che ciò che rappresenta avrebbe l’aspetto dell’oggetto che vedo nel quadro. Ad esempio se osservo

un dipinto con un guerriero, io potrei anche vederlo come un Dio. posso distinguere tre oggetti d’interesse:

- L’oggetto intenzionale, un dio

- L’oggetto rappresentato: un guerriero

- L’oggetto materiale della vista: il dipinto

Capire un dipinto comporta la comprensione dei pensieri comunicati dallo stesso, che sottostanno alle intenzioni del pittore e allo

stesso tempo ci danno informazioni sul modo in cui vedere il quadro. Ciò non dipende esclusivamente dalle proprietà del soggetto

ma dalla nostra comprensione del quadro. L’immagine ci offre non soltanto la percezione di un uomo ma un’idea su di lui che

dipende dalla nostra percezione. Quando avviene la comunicazione delle idee sul soggetto il concetto di rappresentazione diventa

applicabile.

Il quadro ideale non ha poi bisogno di apparire identico al soggetto e il pittore non deve presentare una copia esatta dell’aspetto di

qualcuno. La connessione tra il quadro e il suo soggetto non è una questione accidentale, in quanto l’artista ci offre un modo di

vedere il suo soggetto. La comprensione del quadro non è garantita da regole ed è una funzione naturale del nostro sguardo. Il fatto

che un quadro possa essere vero o falso gioca un ruolo cruciale nella nostra valutazione. La verità del dipinto, non essendoci regole

per la comprensione del quadro, risiede nella percezione dello spettatore e non è una proprietà del dipinto. La valutazione estetica

deve quindi restare indifferente alla verità del suo oggetto ed è anzi di fondamentale importanza per l’estetica che la maggior parte

degli oggetti siano immaginari, poiché se non fosse possibile rappresentare cose immaginarie, difficilmente la rappresentazione

potrebbe essere rilevante per noi. L’arte rappresentazionale può esserci solo in virtù dell’interesse estetico che ha come oggetto la

rappresentazione, che implica l’interesse nell’immagine e non solo nell’oggetto rappresentato. L’interesse verso l’oggetto è

insostituibile dalla cosa rappresentata ed è questo interesse a determinare il valore dell’arte.

Descrivere cosa vedo in un’immagine è legato al descrivere le proprietà visive del soggetto e nel fornirne un’interpretazione. La

caratteristica della fotografia è quella di rivelare come il soggetto appariva in quel determinato momento, al contrario del ritratto

pittorico il cui scopo è rappresentare il suo soggetto come esteso nel tempo.

La fotografia ideale è in relazione causale con il suo soggetto e lo rappresenta tramite una riproduzione del suo aspetto. Una

persone che esamina questo tipo di fotografia si fa un’idea molto precisa di come appare quella cosa e assume delle informazioni

analogamente a come avrebbe fatto avendola vista per davvero. La fotografia ideale è incapace di rappresentare qualcosa che non

esiste. Ad esempio potrei prendere una fotografia di un nudo con un drappo e chiamarla Venere ma non sarebbe una

rappresentazione fotografica di Venere, ma una fotografia di una rappresentazione Venere. Il processo di rappresentazione finzionale

non risiede nella foto ma nel soggetto che rappresenta Venere.

Scruton spiega che la fotocamera non viene usata per rappresentare qualcosa ma per indicarla analogamente alle dita. Il medium

fotografico non ha importanza in quanto ci presenta ciò che vediamo ma non ci dice come vederlo. La nostra curiosità non è verso la

fotografia ma verso il soggetto della fotografia. Se trovo che una foto sia bella,

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
15 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MFallout di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cinema e fotografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Parisi Francesco.