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Tecnica di base per l’avulsione di un ottavo inferiore incluso:
Lembi di accesso: la scelta del lembo è determinata dalla profondità
dell’inclusione e dalla posizione del terzo molare; in generale
comunque vengono utilizzati lembi a tutto spessore, che possono
essere:
A busta: prevede un’incisione intrasulculare a livello del settimo
✏ e un’incisione di scarico distale e vestibolare; questo lembo
permette una limitata divaricazione dei tessuti molli, e dovrebbe
quindi essere limitato ai denti inclusi meno impegnativi, laddove
si prevede una limitata ostectomia; l’assenza di incisioni mesiali
rende inoltre lo scollamento di questo lembo meno agevole,
soprattutto in presenza di tessuti parodontali sottili; il vantaggio
di questo accesso chirurgico è rappresentato dalla possibilità di
suturare il lembo più rapidamente e in modo ottimale, essendo
presente la sola incisione di svincolo distale; per ottenere un
maggiore accesso, questo lembo può essere esteso anche
intraoperatoriamente con una incisione intrasulculare lungo la
superficie vestibolare del primo molare (in questo caso, anche
per semplificare la sutura, è indicato conservare la papilla tra
primo e secondo molare)
Triangolare: questo lembo associa un’incisione di scarico distale
✏ simile a quella del lembo a busta ad una seconda incisione di
svincolo che, partendo dal margine disto-vestibolare del settimo,
si dirige verso la linea di giunzione muco-gengivale con
un’inclinazione di circa 45° in direzione mesiale; una terza
incisione intrasulculare distale, estesa fino all’angolo
disto-linguale, permette inoltre lo scollamento del lembo sul
versante linguale, rendendo possibile la protezione del nervo
linguale; la presenza di una seconda incisione di rilasciamento
vestibolare facilita lo scollamento del lembo e ne aumenta le
possibilità di retrazione, rendendo questo accesso più adatto alle
situazioni di inclusione più difficili da trattare; il corretto
riposizionamento del lembo in fase di sutura è però meno
agevole rispetto al lembo a busta
Trapezoidale: l’incisione di scarico distale, comune agli altri due
✏ lembi, è associata ad un’incisione intrasulculare a livello del
settimo (ma estendibile anche al sesto, con conserva mento
della papilla), e ad una seconda incisione di scarico che dal
margine mesio-vestibolare del settimo o disto-vestibolare del
sesto si dirige in direzione mesiale; lo scollamento del lembo è
più agevole rispetto al lembo a busta, grazie alla seconda
incisione di scarico, che permette inoltre un buon accesso
chirurgico; anche il riposizionamento del lembo è più facilmente
ottenibile
L’incisione di scarico distale, indipendentemente dal lembo scelto, deve
dirigersi vestibolarmente, oltre che distalmente: questo perché la
mandibola, distalmente al settimo, non prosegue secondo una linea che è
la continuazione dell’arcata dentale, ma diverge lateralmente; se
l’incisione di scarico fosse diretta distalmente, il bisturi perderebbe
contatto con l’osso mandibolare e cadrebbe nello spazio retromolare, col
rischio di sezionare il nervo linguale; prima di eseguire l’incisione distale
è utile eseguire la palpazione della zona retromolare per individuare più
precisamente possibile il limite linguale della mandibola, permettendo di
condurre l’incisione in sicurezza
Scollamento del lembo: il lembo deve essere scollato a tutto
spessore, ed è molto importante durante le successive fasi di
ostectomia e odontotomia, proteggere dagli strumenti rotanti i tessuti
molli linguali e vestibolari per non danneggiare, rispettivamente, il
nervo linguale e l’arteria facciale
Ostectomia di accesso ed esposizione del dente incluso: la
rimozione di tessuto osseo attorno all’elemento incluso dovrebbe
sempre essere limitata al minimo indispensabile, dovendo permettere
la creazione di punti di leva favorevoli per la lussazione del dente e
fornire spazio sufficiente alle successive manovre di odontotomia; se
l’inclusione è solo mucosa, dopo scollamento del lembo l’ostectomia
può non essere necessaria; in caso di inclusione ossea parziale,
l’ostectomia avrà inizio dalla parte affiorante del dente, fino ad
esporre l’intera corona: viene quindi eseguito un solco attorno alla
corona dell’ottavo, in modo da esporre una parte o l’intera corona
clinica; l’ostectomia può essere estesa, se necessario, fino ad esporre
l’intera superficie vestibolare, la linea di giunzione amelo-cementizia
dell’incluso e spesso anche la sua superficie distale; l’ostectomia non
dovrebbe mai coinvolgere la sottile corticale linguale, in prossimità
della quale decorre il nervo linguale; in caso di inclusione ossea totale,
la rimozione del tessuto osseo ha inizio di solito in corrispondenza
della zona disto-vestibolare del secondo molare: una volta poi
individuata la corona dell’ottavo, la breccia ossea viene allargata fino
ad esporla completamente
Odontotomia dell’incluso: i fattori che determinano la necessità di
dividere il dente in più parti sono principalmente l’angolazione
dell’ottavo rispetto al settimo e la sua anatomia radicolare; tale
separazione del dente viene effettuata con una fresa da fessura e non
viene mai completata in direzione linguale, apicale e mesiale; la fresa
si approfondisce per circa ¾ dell’estensione della parete da separare,
dopodiché la separazione viene completata per frattura con una leva
(si riduce così la possibilità di danneggiare, rispettivamente, il nervo
linguale, l’alveolare inferiore e la radice del settimo
Ottavi mesio-inclinati: per estrarre questi denti è spesso necessario
o separare la loro parte distale, la cui rimozione crea lo spazio
necessario per la lussazione in senso distale del dente; se il dente
possiede radici separate e divergenti può essere poi necessaria una
loro separazione per completare l’avulsione
Ottavi orizzontali: è necessario in questi casi separare in toto la
o corona dal blocco radicolare, a livello della giunzione
amelo-cementizia; la sezione della corona dovrebbe essere
leggermente obliqua, restringendosi leggermente in senso apicale,
in modo da agevolare la rimozione della corona; talvolta, specie
quando l’ottavo presenta cuspidi accentuate che si impegnano nel
sottosquadro distale del settimo, la rimozione della corona è
possibile solo dopo una sua ulteriore separazione in senso
mesio-distale; la rimozione della corona permette la lussazione in
senso mesiale del blocco radicolare (in caso di radici separate e
ritentive è comunque necessaria la loro separazione)
Ottavi verticali o normo-inclinati: se il dente possiede un’unica
o radice e la sua avulsione è ostacolata distalmente, sarà sufficiente
rimuovere la parte distale della corona, come per i mesio-inclinati;
mentre, se presenta due radici ritentive, la rimozione della corona
per mezzo di una sezione orizzontale precederà la separazione
delle radici; la maggiore difficoltà dell’estrazione di questi denti è
data dalla necessità di una maggiore ostectomia vestibolare per
compensare la minore accessibilità dovuta alla vicinanza del
settimo
Ottavi disto-inclinati: la loro avulsione è spesso la più impegnativa,
o poiché la presenza del settimo impedisce una buona visione delle
radici dell’ottavo quando queste devono essere separate; ulteriore
difficoltà è rappresentata dal fatto che il tragitto estrattivo degli
ottavi con inclinazione distale li porta ad impegnarsi contro la
branca montante della mandibola, e questo richiede più spesso
un’abbondante ostectomia distale; l’estrazione richiede la
separazione di tutta la corona o di una parte di essa dal blocco
radicolare; la rimozione della corona crea così lo spazio per la
lussazione in direzione distale delle radici, dopo che queste sono
state eventualmente separate tra di loro
Avulsione: dopo le eventuali ostectomia e odontotomia, il dente o le
sue parti vengono delicatamente lussati; la lussazione richiede
l’applicazione di forze controllate, per ridurre il disagio del paziente e
per evitare fratture radicolari o, in casi limite, fratture della mandibola;
la lussazione del dente viene di solito eseguita con una leva diritta e
sottile o con le leve di Barry e può essere facilitata creando una
fessura sul dente (con la fresa), nella quale viene inserita la punta
della leva; l’avulsione viene poi completata asportando il dente o le
sue parti con una pinza emostatica curva
Revisione dell’alveolo postestrattivo: prevede un curettage
dell’alveolo e la rimozione di eventuali residui del follicolo dentario,
che vengono afferrati con una pinza emostatica e scollati per via
smussa con una curette alveolare; l’alveolo viene poi
abbondantemente irrigato con soluzione fisiologica sterile, dopo che il
tartaro eventualmente presente sulla superficie distale del settimo è
stato rimosso
Sutura: vengono utilizzati punti staccati di ridotto diametro (3-4/0); i
tessuti vengono riposizionati nella posizione iniziale, e la guarigione
avverrà per prima o seconda intenzione a seconda della situazione
iniziale di inclusione completa o parziale; non è indicato cercare di
chiudere per prima intenzione un lembo in caso di inclusione parziale
e in ogni caso in presenza di infezione rilevante precedente
all’avulsione
Per germectomia si intende l’avulsione di un dente incluso ad uno stadio di
formazione precoce, quando la sola corona o al massimo il primo terzo delle
radici sono formati.
Le sue principali indicazioni sono:
Ortodonzia: è indicata quando è previsto un trattamento ortodontico
✏ che preveda la distalizzazione di primo e secondo molare per
guadagnare spazio in arcata; in altri casi, è indicata per risolvere
anomalie di posizione del secondo molare (es. posizione
eccessivamente vestibolarizzata o rotazione)
Prevenzione della disodontiasi dell’ottavo: quando in arcata è già
✏ presente affollamento, è poco probabile che il terzo molare trovi uno
spazio sufficiente per erompere correttamente
Alterazioni morfologiche o di sede
✏ Interferenza dell’ottavo con il processo di eruzione del settimo
✏ Situazioni displastiche a carico del germe: l’estrazione precoce è
✏ sicuramente indicata in caso di cisti follicolare o di neoplasia associata
al germe (es. ameloblastoma)
La tecnica di base prevede:
Lembi di accesso
Via distale alta: prevede un’incisione si