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TEST PER LA LUNGHEZZA DEI FLESSORI DELL'ANCA
(I muscoli - funzioni e test con postura e dolore - F. P. Kendall)
Posizione di partenza: il soggetto è seduto all'estremità del lettino, con le cosce per metà oltre il bordo. L'esaminatore pone una mano dietro la schiena del soggetto e l'altra sotto un ginocchio, flettendo in direzione del torace, e aiutando il soggetto a passare in posizione supina. Il soggetto afferra poi la coscia, tirando il ginocchio verso il torace in misura sufficiente a far aderire la regione lombosacrale al piano del lettino. (Evitare di portare entrambe le ginocchia al petto, in quanto provoca un'inclinazione posteriore eccessiva che si traduce in un'apparente [non reale] brevità dei flessori dell'anca.
Movimento del test: se il ginocchio destro è flesso verso il torace, si consente alla coscia sinistra discendere verso il piano mentre il ginocchio omolaterale pende flesso oltre.
Il bordo del lettino. Essendo quattro i muscoli coinvolti nel test, le variazioni che si producono richiedono interpretazioni che verranno descritte nelle pagine seguenti.
Con il soggetto in posizione seduta, le cosce sono per metà oltre il bordo del lettino perché la posizione del corpo cambia quando il soggetto si distende e porta il ginocchio al petto. La posizione finale per dare inizio al test è con il ginocchio controlaterale proprio al bordo del lettino in modo che il ginocchio sia libero di flettersi e la coscia sia ben distesa sul piano.
TEST CORRETTO
La regione lombare ed il sacro aderiscono al piano del lettino. La lunghezza dei flessori dell'anca monoarticolari è nella norma, in quanto la coscia è appoggiata sul piano. L'angolo di flessione del ginocchio indica la presenza di una certa tensione a carico dei flessori dell'anca biarticolari.
TEST SCORRETTO
Il soggetto presenta una flessibilità della schiena superiore alla
norma (vedi in basso a destra) e quando tira il ginocchio al torace in modo esagerato, i glutei si distanziano dal tavolo ed il sacro non aderisce più. Il risultato è che i flessori dell'anca monoarticolari, normalmente lunghi, appaiono contratti.
FLUSSORI DELL'ANCA (I muscoli - funzioni e test con postura e dolore - F. P. Kendall)
Paziente: seduto con il tronco eretto e le ginocchia piegate su un lato del lettino, mentre con le mani ne afferra il bordo per evitare di inclinarsi all'indietro, ottenendo l'assistenza dei flessori dell'anca biarticolari.
Fissazione: il peso del tronco può essere sufficiente a fissare il paziente durante il test, ma aggrapparsi al lettino conferisce un'ulteriore stabilità. Se il tronco è debole, il paziente dovrebbe assumere durante il test una posizione supina.
Test per i flessori dell'anca come gruppo (Figura A): flessione dell'anca a ginocchia piegate, sollevando
lacoscia di alcuni centimetri dal tavolo.
Pressione: contro la faccia anteriore della coscia nella direzione dell'estensione.
Test per l'Ileopsoas (Figura B): flessione completa dell'anca con il ginocchio piegato. Questo test sottolinea l'azione dell'ileopsoas ad una articolazione richiedendo il completamento dell'intera escursione articolare.
Il grado viene assegnato in base alla capacità di trattenere la posizione una volta completata. Se è presente debolezza dell'ileopsoas, la posizione di flessione completa non può essere mantenuta contro resistenza, ma quando la coscia scende tornando alla posizione descritta nel test per il gruppo dei flessori dell'anca, il grado di forza può risultare nella norma. Questo test è utilizzato per ottenere la conferma dei risultati del test in posizione supina descritto nella pagina accanto.
Pressione: una mano contro la faccia anteriore della spalla fornisce una contropressione,
mentre l'altra preme contro la coscia nella direzione dell'estensione dell'anca.
Nota: la rotazione laterale con abduzione della coscia, che si produce quando viene applicata la pressione, generalmente dimostra la forza del sartorio oppure che il tensore della fascia lata è troppo debole per poter contrastare la trazione esercitata dal sartorio. La rotazione mediale della coscia mostra che il tensore della fascia lata è più forte del sartorio. Se gli adduttori sono i primi responsabili della flessione, durante la flessione la coscia produrrà anche un'adduzione. Se gli addominali anteriori non fissano il bacino al tronco, il bacino stesso si fletterà sulle cosce e i flessori dell'anca sono così in grado di contrastare una resistenza di forte entità, ma non alla massima altezza.
Debolezza: diminuisce la capacità di flettere l'articolazione dell'anca e si traduce in invalidità accentuata quando
Il soggetto sale le scale, cammina lungo una salita, si solleva da una posizione reclinata e quando porta il busto in avanti in posizione seduta prima di sollevarsi da una sedia. In caso di marcata debolezza, camminare risulta difficoltoso in quanto la gamba deve essere fatta avanzare grazie ad un movimento pelvico (prodotto dall'azione degli addominali anteriori o laterali) piuttosto che dai flessori dell'anca. L'effetto della debolezza di questi ultimi sulla postura è mostrato nelle pagine 66 e 70.
Contrattura: bilateralmente, deformità della flessione dell'anca con accentuazione della lordosi lombare. Unilateralmente, posizione di flessione, abduzione e rotazione laterale dell'anca.
Brevità: in posizione eretta, la brevità dei flessori dell'anca è osservabile come una lordosi lombare con inclinazione pelvica anteriore.
ESTENSIONE DELL'ANCA (Valutazione cinesiologica. Esame della mobilità articolare e della
forza muscolare – Hazel M. Clarkson)
Valutazione dell’escursione articolare attiva
Movimenti sostitutivi/artificiosi. Inclinazione anteriore del bacino ed estensione della colonna lombare.
Valutazione dell’escursione articolare passiva
Posizione di partenza. Il paziente è in posizione prona. Le anche e i ginocchi sono in posizione neutra. I piedi si trovano all’estremità del lettino.
Stabilizzazione. Il terapista stabilizza il bacino.
Posizionamento della mano distale del terapista. Il terapista afferra la parte distale del femore anteriormente.
Posizione finale. Il terapista applica una lieve trazione spostando il femore posteriormente fino allimite nel movimento di estensione dell’anca.
Sensazione tattile finale. Estensione dell’anca – solidità.
ABDUZIONE DELL’ANCA(Valutazione cinesiologica. Esame della mobilità articolare e della forza muscolare – Hazel M. Clarkson)
Valutazione
dell'escursione articolare attiva
Movimenti sostitutivi/artificiosi. Rotazione esterna e flessione dell'anca. Escursione omolaterale del bacino.
Valutazione dell'escursione articolare passiva
Posizione di partenza. Il paziente è in posizione supina; il bacino è in posizione orizzontale e gli arti inferiori in posizione anatomica.
Stabilizzazione. Il terapista stabilizza il bacino. Qualora fosse richiesta una stabilizzazione ulteriore del tronco e del bacino, l'arto inferiore controlaterale può essere posizionato con l'anca in abduzione, il ginocchio flesso sopra il bordo del lettino e il piede appoggiato su uno sgabello.
Posizionamento della mano distale del terapista. Il terapista afferra la parte distale del femore medialmente.
Posizione finale. Il terapista applica una lieve trazione spostando il femore fino al limite del movimento di abduzione dell'anca.
Sensazione tattile finale. Abduzione dell'anca -
solidità.TEST DI ABDUZIONE (Test di Ober) (I muscoli - funzioni e test con postura e dolore - F. P. Kendall).
- Paziente disteso su un fianco, con la spalla e il bacino perpendicolari al piano del lettino
- La gamba sulla quale il paziente è disteso è flessa al ginocchio e l'anca è flessa e mantenuta flessa per appiattire la curva lombare.
- Se il paziente giace sul fianco sinistro, l'esaminatore appoggia la propria mano sinistra sull'anca in corrispondenza del trocantere, per stabilizzarlo.
- La gamba destra è flessa ad angolo retto all'altezza del ginocchio e l'esaminatore l'afferra immediatamente sotto il ginocchio con la mano destra; la gamba e la caviglia sono libere di distendersi all'indietro sotto il suo avambraccio e il suo gomito.
- La coscia destra compie un'ampia abduzione e quindi, una volta abdotta, un'iperestensione; la parte inferiore della gamba resta orizzontale, mentre si
Fa attenzione a mantenere l'articolazione dell'anca in posizione neutra per quanto riguarda la rotazione.
6. L'esaminatore fa scivolare la mano destra posteriormente lungo la gamba finché afferra la caviglia delicatamente, ma con una forza sufficiente ad evitare la flessione dell'anca.
7. Si consente alla coscia di cadere verso il lettino lungo questo piano. (Avvertenza: non avvicinare l'arto verso il basso). Se la fascia lata e la bandelletta ileotibiale sono contratte, la gamba resterà più o meno stabilmente in abduzione. Se l'anca è in grado di flettersi o di ruotare internamente, la bandelletta ileotibiale si rilassa e la gamba cade per il suo peso.
8. Per il lato opposto si esegue la stessa procedura in ogni caso. Mantenendo il ginocchio ad angolo retto, la coscia scende leggermente sotto il piano orizzontale.
TEST DI OBER MODIFICATO
La modifica del test di Ober è stata raccomandata per la prima volta da Kendall in
Postura e dolore. I motivi addotti per operare tale modifica sono validi: minore tensione medialmente nell'area dell'articolazione del ginocchio; minore tensione sulla rotula; minore interferenza da parte di un retto femorale contratto; e, per un muscolo multipotenziale, quale il tensore, la non necessità di stirarlo nelle direzioni opposte, per ciascuna delle sue azioni, quando se ne voglia stabilire l'estensione. Far distendere il soggetto lungo un fianco con la gamba al di sotto in flessione al ginocchio e all'anca per appiattire la parte inferiore della schiena, così da rendere stabile il bacino nel rischio di un'inclinazione anteriore. Tale inclinazione deve essere evitata poiché, equivalendo alla flessione dell'anca, "favorisce" la contrazione. Il bacino va stabilizzato anche al fine di prevenire un'inclinazione laterale verso il basso sul lato in esame. Quest'ultima equivale a un'abduzione.dell'articolazione dell'anca ed un simile movimento del bacino "faciliterebbe" la contrazione del tensore. Nella maggior parte degli individui in decubito laterale, a toc