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C
particella: se avessimo 2 quantità distinte di materia con massa complessiva uguale, queste avrebbero
particelle con uguale velocità; in realtà le particelle più leggere sono più veloci (dipendenza da Mm).
Gas Reali: fattore di compressibilità,
Un modo per poter notare se un gas è ideale è determinare il ovvero PV/RT (se
uguale a 1 è ideale): in particolare un gas reale a pressioni molto basse/temperature molto alte tende al
comportamento ideale. Per poter applicare un’equazione generale per gas reali è necessario apportare
correzioni, ovvero:
• Considerare l’attrazione tra le molecole gassose;
• volume reale
Definire il effettivo, considerando anche il volume delle particelle (oltre a quello del
recipiente)
• urti non elastici
Gli sono
• pressione reale
La considera anche l'apporto attrattivo tra le particelle (P+ N a/V )(V
2 2
L’equazione dei gas corretta (valida per i gas reali) pertanto è stata definita come
Nb)=NRT; a è un coefficiente che misura l’attrazione tra le particelle, b il volume occupato dalle particelle
(N=mol): il segno negativo serve a determinare il volume effettivamente libero del recipiente.
Liquefazione dei Gas:
Quando i comportamenti reali si discostano da quelli ideali bisogna considerare le forze intermolecolari e la
vicinanza delle particelle: l'aumento dell'intensità delle interazioni attrattive, infatti, danno origine alla fase
temperatura critica
liquida. Esiste una al di sopra del quale il gas non può liquefarsi qualsiasi sia la
pressione: dalla curva di Andrews abbiamo l'andamento dell'isoterma critica. Perciò è conveniente definire al
meglio il termine “gas” che si riferisce a quelle sostanza che si trovano al di sopra della temperatura critica, al
di sotto sono “vapori”. Si sottolinea la presenza del cosiddetto punto critico C che rappresenta il massimo
valore della temperatura entro il quale la sostanza è liquida:
• Al di sopra dell'isoterma critica è gas;
• Al di sotto fuori dalla campana è vapore;
• Nella campana è una fase di miscela fra vaporeliquido;
• Fuori dalla campana a sinistra è liquido.
Legame a Idrogeno:
legame, a idrogeno,
C’è un particolare detto che
presenta l’interazione polare tra H (avente parziale carica
positiva) ed una coppia di elettroni solitari di un atomo di
piccole dimensioni ma molto elettronegativo come O, N e
F: la dimensione ridotta di H comporta un’alta densità di carica pertanto il legame sarà particolarmente forte
(anche se covalenti e ionici sono più forti); inoltre il fatto che H non abbia elettroni schermanti o guscio quindi
l’effetto è accentuato.
Il ghiaccio a 0°C ha densità minore rispetto a quella dell’acqua liquida: il ghiaccio ha disposizione ordinata
delle particelle e aperta (aperta nel senso di estensione per altri legami), ottimizzando ulteriori possibili
interazioni di tipo legame idrogeno. Questo però porta alla formazione di cavità (dovuta alla maggior distanza
di legame); la fusione del ghiaccio causa il collasso della struttura cristallina con dei legami idrogeno
ricordiamo più ordinati rispetto al quelli nell’acqua liquida. La differenza di questi due legami idrogeno
comporta una maggior densità della struttura liquida.
HO 4 legami, HF 2 legami, HN 2 legami.
Forze di Van der Waals:
interazioni
Vi sono alcune di tipo elettrostatico tra particelle positive e negative (più deboli rispetto a legame
idrogeno, ionico e covalente a causa dell’intensità minore delle cariche – si parla di frazioni di cariche – e delle
forze di Van der
distanze di legame maggiori) che permettono di mantenere uniti alcuni atomi e sono definite
Waals, si suddividono in:
• Dipolodipolo, ovvero le molecole polari tendono ad orientarsi con l’estremità positiva verso
l’estremità negativa (abbiamo un momento dipolare permanente). Hanno buona intensità con distanze
tra atomi molto contenute.
• DipoloDipolo indotto, Il campo elettrico generato induce carica elettrica (frazione polare) di segno
opposto alle molecole vicine non polari; questo trasferimento temporaneo di elettroni è definito come
dipolo indotto: quindi le molecole non polari divengono polari momentaneamente;
• Dipolo istantaneo dipolo indotto, forze di London,
o presente in molecole non aventi dipoli
permanenti: il continuo movimento degli elettroni attorno al nucleo muta la simmetria di carica
elettronica (disposizione degli elettroni attorno al nucleo) generando un momento di dipolo istantaneo:
questo effetto influenza gli atomi adiacenti, comportando complessivamente un effetto attrattivo. Le
forze di dispersione,
London, o di sono significative se le molecole sono vicine fra loro; la
misurazione della sua intensità dipende dalla facilità con cui si può alterare la distribuzione di cariche
polarizzabilità:
negative di una molecola, ovvero la questa aumenta con il numero di elettroni e la loro
distanza dal nucleo (ovvero con il numero atomico e peso molecolare).
Liquidi:
Ogni liquido ha volume proprio ma non forma propria; le interazioni tra le particelle sono più forti rispetto agli elementi
gassosi ma meno intense rispetto ai solidi (via intermedia molte proprietà dei liquidi sono intermedie). I liquidi hanno
superficie
una che presenta proprietà differente rispetto al resto del volume: le forze intermolecolari, infatti, non risultano
tensione superficiale. viscosità
bilanciate, garantendo quindi una risultante di forze residue che danno origine alla La
è la resistenza a scorrimento di un liquido: questa proprietà è connessa alla facilità di movimento relativo delle molecole;
pertanto dipende dalle forze intermolecolari e dalle geometrie strutturali.
Passaggi di Stato:
I passaggi di stato sono sempre affiancati da una variazione di energia del sistema: in particolare si
parla di variazione di entropia a seconda dell’energia richiesta (>0) o liberata (<0) per far
avvenire la trasformazione. Lo stato di aggregazione dipende dalla pressione e dalla
diagrammi di stato
temperatura; i forniscono l'andamento della temperatura e
della pressione in funzione del calore fornito: in particolare riconosciamo che
durante un passaggio di stato la temperatura è costante in quanto il calore
fornito (calore latente di .. trasformazione) è utilizzato per rompere i
legami e non per innalzare la temperatura. La pendenza
dell'incremento termico dipende dal calore specifico e la lunghezza del tratto orizzontale dipende dalla quantità di
sostanza e dalla quantità di calore necessaria a rompere i legami: infatti la temperatura sarà costante fino a quando tutta
la materia non avrà compiuto la trasformazione.
fase
Si definisce quella porzione di sistema avente proprietà fisiche e chimiche omogenee: da qui è possibile tracciare la
presenza delle 3 fasi in funzione di p, T. 3 regioni nel quale i vari stati di aggregazione sono ben distinti,
triplo)
3 curve d'equilibrio tra 2 stati d'aggregazione, un punto di intersezione (punto ove coesistono i 3 stati di
temperatura critica,
aggregazione. Si può notare che la curva liquidovapore si interrompe in corrispondenza di una
pressione critica).
oltre la quale non esiste la fase liquida (a cui corrisponde una Nel caso in cui oltrepassassimo la T e
C
fluido supercritico
p allora avremo a che fare con un all’interno del quali le due fasi sono indistinguibili.
C
Pressione di Vapore:
Lasciando evaporare un liquido in un sistema chiuso, noteremo una fase di vapore che progressivamente
equilibrio dinamico,
tenderà ad uno stato di nel quale il numero di particelle che da liquido passa a vapore è
uguale a quello delle particelle che da vapore passano allo stato liquido. Il vapore formato eserciterà una data
pressione: all’aumentare della quantità di vapore, aumenterà anche la pressione fino ad un valore stabile (in
pressione di vapore
corrispondenza dello stato di equilibrio dinamico) definito o tensione di vapore. Le
volatili:
sostanze che evaporano facilmente sono dette hanno elevate pressioni di vapore. Quando la
pressione di vapore eguaglia la pressione esterna allora il liquido bolle (spiegando la differenza di tempi di
ebollizioni a seconda della località geografica).
Solidi:
Sono caratterizzati da forma e volume proprio, con le particelle prive di energia cinetica traslazionale (solo vibrazionale).
Hanno forze intermolecolari di elevata intensità che provocano l’immobilità delle particelle all’interno del reticolo; inoltre
sono poco comprimibili in quanto hanno poco spazio libero nel reticolo (non come il gas che le particelle sono libere).
Data il legame che intercorre tra cinetica e temperatura, possiamo agire sullo stato di un elemento fornendo/sottraendo
calore (maggiore è l’energia cinetica maggiore è la libertà di movimento quindi un solido tenderà sempre più ad un
comportamento di un liquido o di un gas).
Solidi cristallini:
• hanno una conformazione geometrica precisa (reticolo cristallino); hanno un punto di fusione definito,
intervallo di fusione
con basso (differenza di temperatura tra inizio scioglimento e fine scioglimento) nell'ordine di 0,5
°C: i legami, infatti, si rompono tutti alla stessa energia.
Solidi amorfi:
• la disposizione delle particelle è casuale e il punto di fusione non è netto (la fusione avviene in un ampio
intervallo di temperatura). Hanno strutture simili ai liquidi ma le particelle ovviamente non hanno possibilità di movimento.
A volte le proprietà di un solido dipendono dalla direzione considerata (anisotropia); nel caso dei solidi cristallini, i
singoli cristalli che li compongono presentano proprietà anisotrope: combinandosi queste si bilanciano determinando un
comportamento isotropo.
Struttura Cristallina: costanti parametri di cella;
È una struttura reticolare avente dimensioni definite , dette o le dimensioni non sono
necessariamente parallele agli assi principali, pertanto gli angoli fra i parametri di cella non sono sempre di 90°. Le
cella
superfici piane formatasi sono denominate facce; la combinazione dei parametri in 3 dimensioni determina la
elementare in 3 dimensioni, nodo
ovvero l'elemento modulare ripetuto in modo regolare nelle 3 direzioni. Infine il
corrisponde alla possibile posizione occupata da ogni singola particella atomica.
In totale esistono 7 tipi di celle elementari, quindi 7 sistemi cristallini. centrato),
A volte capita di trovare str