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I PRINCIPI DELLA REATTIVITÀ
L’energia è definita come la capacità di compiere lavoro. L’energia cinetica è associata al moto:
energia termica, moto a livello particellare; energia meccanica, moto a livello macroscopico;
energia elettrica, moto degli elettroni in un conduttore e energia acustica. Mentre l’energia
potenziale deriva dalla posizione dell’oggetto: energia gravitazionale, energia chimica e energia
elettrostatica. Legge della conservazione dell’energia: L’energia non può essere né creata né
distrutta. L’energia totale dell’universo è costante.
Temperatura e calore
La temperatura di un oggetto è una misura della sua capacità di trasferire energia in forma di calore,
misurata attraverso un termometro, maggiore è la temperatura di un dato oggetto, maggiore è
l’energia termica. In termodinamica, un sistema è un oggetto, o un insieme di oggetti, che vengono
studiati; mentre, l’ambiente, è tutto ciò che è esterno al sistema e che può scambiare energia e/o
materia con il sistema. Un sistema isolato è un sistema che non può trasferire né energia né calore
con l’ambiente, è esotermico se l’energia viene trasferita dal sistema al suo ambiente mentre è
endotermico se l’energia viene trasferita dall’ambiente al sistema. La capacità termica specifica (C)
è l’energia trasferita in forma di calore necessaria per innalzare di 1 kelvin la temperatura di un
grammo di sostanza, la cui unità di misura è J/g x K. Se l’energia viene trasferita al sistema, cioè il
processo è endotermico, allora il segno sarà positivo; in caso contrario, in un sistema esotermico, in
cui l’energia viene trasferita dal sistema il segno sarà negativo. Un cambiamento di stato è il
passaggio da uno stato (solido, liquido o gas) a un altro. La quantità di energia trasferita in forma di
calore, necessaria per convertire una sostanza da solida a liquida è chiamata calore di fusione. La
termodinamica è la scienza del calore e del lavoro, lavoro che si compie ogni volta che un oggetto
viene mosso contro una forza contraria. L’equazione: ΔU = q + w rappresenta l’espressione
matematica della prima legge della termodinamica, la variazione di energia di un sistema (ΔU) è la
somma dell’energia trasferita sotto forma si calore tra il sistema e l’ambiente (q) e dell’energia
trasferita come lavoro tra il sistema e l’ambiente (w). L’entalpia, H, è definita come H = U + PV.Le
reazioni chimiche sono accompagnate da variazioni dell’entalpia, i chimici-fisici, usano l’entalpia
di reazione standard, ΔrH° per le reazioni. Lo stato standard di un elemento o un composto è
definito come la forma più stabile della sostanza nello stato fisico che esiste alla pressione di 1 bar e
a una data temperatura (25° C o 298 K). Le entalpie standard di reazione possono essere usate per
calcolare la quantità di energia trasferita in forma di calore e in condizioni di pressione costante da
una data quantità di reagente o prodotto. La seconda legge della termodinamica enuncia che in un
processo spontaneo, l’entropia (dispersione dell’energia) dell’universo aumenta. L’entropia è una
grandezza che viene interpretata come una misura del caos di un sistema fisico o più in generale
dell'universo e quantifica la dispersione di energia che, in un processo spontaneo, va in direzione
della massima dispersione. L'entropia caratterizza il verso di qualunque trasformazione reale come
trasformazione irreversibile. Il punto di riferimento per i valori dell’entropia è la terza legge della
termodinamica, descritta da Boltzmann, che afferma che a 0 K un cristallo perfetto ha entropia zero,
quindi S = 0. L’energia libera di Gibbs è definita come G=H-TS, se ΔH è negativo e ΔS è positivo,
ΔG è sempre < 0 quindi la reazione è sempre spontanea a tutte le temperature; se ΔH è positivo e ΔS
è negativo, ΔG è sempre > 0 quindi la reazione non è mai spontanea a nessuna temperatura; se ΔH è
negativo e ΔS è negativo, ΔG dipende da T e quindi la reazione è generalmente spontanea a basse
temperature e se ΔH è positivo e ΔS è positivo, ΔG dipende da T e la reazione è generalmente
spontanea ad alte temperature. L’energia sviluppata o assorbita sotto forma di calore in un processo
chimico o fisico è misurata con una tecnica sperimentale chiamata calorimetria, attraverso il
calorimetro. La valutazione del trasferimento di energia in forma di calore nel sistema mostra che
qreazione + qsistema + qambiente = 0. Per molte reazioni chimiche, non è possibile misurare il
calore di reazione con un calorimetro, la variazione di entalpia nella reazione può essere calcolata
indirettamente grazie alla legge di Hess che stabilisce che se una reazione è la somma di due o più
reazioni.
LA STRUTTURA DEGLI ATOMI
Maxwell sviluppò una teoria matematica per descrivere qualsiasi tipo di radiazione in termini di
campi elettrici e magnetici oscillanti nello spazio, dette radiazioni elettromagnetiche. La lunghezza
d’onda, indicata con λ, è la distanza tra due creste successive. La frequenza, indicata con ν,
corrisponde al numero di onde complete che passano in un certo punto in un determinato intervallo
di tempo. Per l’intensità e la lunghezza d’onda della radiazione emessa da un corpo incandescente
esistevano teorie che prevedevano che l’intensità della radiazione aumentasse progressivamente al
diminuire della lunghezza d’onda, previsione che falliva nella regione ultravioletta (catastrofe
ultravioletta). Planck ipotizzò che fossero gli atomi (detti oscillatori), inoltre propose che l’energia
fosse quantizzata, cioè sono permesse solo certe vibrazioni con specifiche frequenze. Se un
oscillatore passa da un’energia alta ad una più bassa, si ha l’emissione di una radiazione
elettromagnetica. In un corpo alcuni atomi vibrano a frequenza maggiore (responsabili di una parte
della luce), altri a frequenza minore (responsabili di una parte della luce), ma la maggior parte vibra
a frequenza intermedia (responsabile della maggior parte della luce) in questo modo uno spettro di
luce è emesso con massimo d’intensità ad una certa lunghezza d’onda (come verificato
sperimentalmente), risolvendo così la catastrofe ultravioletta. Albert Einstein spiegò l’effetto
fotoelettrico dicendo che gli elettroni sono emessi quando la luce colpisce la superficie di un
metallo, ma solo se la frequenza della luce è sufficientemente elevata, così da avere un aumento di
elettroni emessi all’aumentare dell’intensità della luce. La luce ha proprietà corpuscolari, queste
“particelle”, dette fotoni, sono prive di massa ma sono pacchetti di energia. L’energia di ogni fotone
è proporzionale alla frequenza della radiazione. Se gli atomi di un elemento, in fase gassosa e a
bassa pressione sono sottoposti ad un intenso campo elettrico, assorbono energia e si dice che sono
“eccitati”, possono emettere luce visibile. La luce emessa da un oggetto molto caldo, consiste di uno
spettro di radiazioni continuo, mentre, la luce emessa da atomi eccitati è caratterizzata dalla
presenza di poche e specifiche lunghezze d’onda. Bohr propose una struttura di tipo “planetaria” per
l’atomo di idrogeno nella quale l’elettrone si muove in un’orbita circolare attorno al nucleo. Bohr
ipotizzò che u elettrone può percorrere solo certe orbite, o livelli energetici, in cui è stabile. Se un
elettrone si sposta da un livello energetico ad un altro allora una certa quantità di energia deve
essere emessa o assorbita, somministrata agli atomi con una scarica elettrica o mediante
riscaldamento, Dopo l’assorbimento di energia, questi elettroni possono tornare ad un livello
energetico più basso rilasciando energia, come fotoni di radiazioni elettromagnetiche. Per
l’idrogeno, la serie di righe che hanno energia nella regione dell’ultravioletto è la serie di Lyman, la
serie di righe che hanno energia nella regione del visibile, detta serie di Balmer. de Broglie propose
che a un elettrone di massa m, che si muove alla velocità v, fosse associata un’onda di lunghezza
d’onda data dall’equazione: λ = h/mv. Davisson e Germer osservarono che la relazione di de
Broglie era rispettata quantitativamente. La diffrazione è un fenomeno che viene spiegato in base
alle caratteristiche ondulatorie della radiazione ne consegue che in certe occasioni gli elettroni
possono essere descritti come onde. Heisenberg dimostrò che per un oggetto estremamente piccolo
quale l’elettrone, è impossibile determinare con accuratezza allo stesso tempo sia l’energia che la
posizione (principio di indeterminazione). Schrӧdinger sviluppò un modello atomico in modo
comprensibile il comportamento degli atomi, detto quanto-meccanica o meccanica ondulatoria, il
modello si basa su una serie di equazioni dette funzioni d’onda. Per descrivere il comportamento
dell’elettrone nell’atomo si usa un’onda stazionaria che, se bidimensionale, deve avere dei punti ad
ampiezza nulla (nodi) e solo certe vibrazioni sono possibili cioè solo quelle con lunghezza d’onda
pari a n(λ/2) dove n è un numero intero. Per le onde stazionarie le vibrazioni sono quantizzate e
l’intero n viene detto numero quantico. L’equazione di Schrӧdinger per un elettrone che si muove
nello spazio tridimensionale richiede tre numeri quantici, tutti interi. La probabilità di trovare
l’elettrone in data regione di spazio, probabilità detta densità elettronica. Il numero quantico
principale è n, maggiore è la distanza media dell’elettrone. In atomi che posseggono due o più
elettroni, due o più elettroni possono avere lo stesso valore di n, questi elettroni si trovano nello
stesso strato elettronico o livello energetico. Il numero quantico secondario (momento angolare) l,
che può assumere tutti i valori interi compresi tra 0 e n-1, e corrisponde a una forma differente
dell’orbitale. Il numero quantico magnetico, ml, è correlato all’orientazione nello spazio
dell’orbitale nell’ambito di un certo sottostrato. Il valore di ml può variare da +l a –l, incluso lo 0 e
indica il numero di orbitali del sottostrato (2l + 1). L’orbitale 1s è rappresentato come nuvola
elettronica cioè gli elettroni sono rappre