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TECNICHE CHIMICO-FISICHE E L'ELETTRONE

Le tecniche analitiche permettono di analizzare un campione e per mettono di rispondere alle domande "CHI?" e "QUANTO?", cioè quali sono le componenti del campione e quanto ce n'è di ciascun componente. Le tecniche chimico-fisiche invece devono rispondere alla domanda: "COSA FANNO?" "COME SI COMPORTANO?" "CHE PROPRIETÀ HANNO?". Quindi la tecnica chimico-fisica deve sapere gestire il reso e non deve essere distruttiva. Le tecniche analitiche invece possono essere anche distruttive e non. Tra le tecniche chimico-fisiche abbiamo visto la colorimetria, che ci ha fatto in una certa maniera non è distruttiva. Altre volte però può essere distruttiva come quando sciolsi una proteina e la denaturazione. Poi abbiamo visto anche il cosmoi e la tecnica di estrazione con solventi non miscibili: Entrambe le tecniche permettono di rispondere alla domanda CHI e QUANTO e non sono tecniche distruttive. In generale l'osmoj non è mai distruttivo, invece l'estrazione è sotto le sue regole, e ad esempio la proteina viene fatta passare in un ambiente distruttivo per vedere la denaturazione.

Le tecniche chimico-fisiche svolgono sempre identificato una tecniche che studiano l'interazione radiazione-materia. Interazione significa che ci deve essere uno scambio: la protagonista di qualsiasi processo è l'energia. Quindi lo scambio deve avvenire è uno scambio energetico. Quindi sfruttano le interazioni radiazione-materia per studiare le caratteristiche dell'organismo vivente. Quindi dobbiamo capire com'è fatta la materia: Ecco è formato da atomi che possono formare le molecole. Ogni atomo è costituito da un nucleo e da elettroni. Nel nucleo ci sono protoni e neutroni.

Quando la radiazione arriva, smonterà per prima gli elettroni e quindi comparrà uno scambio di energia ovvero il costo.

Eint = Etrasl + Erost + Evib. + Eelett.

Quello di cui interessa è l'energia degli elettroni. Gli elettroni hanno un'energia legata alla massa della particella e questa sarà:

E = m.v2

cioè un'energia legata alla massa e alla velocità delle particelle.

L'energia traslazionale invece era E = 1/2 m v2. Qui c'è 1/2 e questo è dato col fatto che qui c'è un punto di partenza e quindi gli elettroni possono andare da una parte o dall'altra. Invece nel caso della prima legge, qui non c'è un punto di partenza.

L'altra modalità di energia è quella ondulatoria. Ci sono quindi un modo di propagazione lungo una retta. Ci sono quindi una funzione sinusoidale caratteristiche di una ampiezza (a) che rappresenta l'altezza delle creste. Ci sarà anche una distanza tra cresta-cresta, chiamata lunghezza d'onda (λ) e una velocità di preparazione dell'onda, chiamata v.

Ognuno poi delle grandezze le derivano da queste e sono la frequenza che si indica con V (ni). La frequenza è proporzionale all'energia dell'onda.

E ∝ V

Le creste dell'onda corrisponde alla pulsazione che avvengono in corso di tempo. La frequenza sarà quindi proporzionale alla velocità dell'onda. Bisogna pure considerare anche la λ perché più sono vicine le creste più stretta è la pulsazione, e invece le creste sono distante la pulsazione avvengono meno frequente. Perciò quindi la frequenza e la lunghezza d'onda sono inversamente proporzionali.

Quindi: V = v / λ

La proporzionalità tra E, V e la formula della frequenza, viene elaborata da Bohr. Lui però non aveva trovato la costante di proporzionalità che invece viene trovata da Plank. Questa costante venne infatti chiamata costante di Plank e viene indicata con h.

E onda = h.V

Queste energie (Einstein e Plank) possono essere uguagliate e quindi otteniamo:

m. v2 = h. V = h. v / λ 2

Ma le due velocità sono uguali e quindi le possiamo semplificare.

EQUAZIONE DI DE BROGLIE

Questa equazione dice che le quantità del moto è in relazione con la lunghezza d'onda.

così ottengo una sfera. Quindi con N=1 → l=0. Se invece m=2 ho due creste nella circonferenza, quindi posso avere una direzione e quindi l=1, ma posso avere non sovrapposti e quindi ho di nuovo una sfera. Quindi con m=2 → l=0 e l=1 assorbi l=m-1. Se m=3 posso avere 3 creste nella circonferenza. Quindi ho due direzioni e il cui avere valori l=0, l=1, l=2, l=2 rappresenta gli orbitali d.

L'ultima condiz., permette di determinare la posizione dell'elettrone e si determina ponendo la posizione di r sugli assi. Infatti posizioni, definire angolo in funzione di XYZ, Quindi q quindi l'angolo che φ forma tra l'asse Y e la posizione di r nel piano XY. L'elettrone è una carica negativa che si muove e ciò crea un effetto magnetico (1) alla direzione principale. Per vedere con si orienta l'elettrone bisogna mettere dei poli magnetici angli assi X e Y (1) Quindi se l'elettrone è più orientato verso Y, passo un -1 con Y, se invece l'elettrone va sotto verso X, con un +1 con X. Ciò vuol invece un 0 verso Z. Quindi se rivendo l'elettrone verso Z, ma ho effetto magnetico, invece un somm con Y poi con -1, se nem verso X con +1.

Quindi mpx=+1, mpy=-1, mpz=0. Ho dunque 3 orientazioni magnetiche, e secondo di dovità prende l'elettrone gli orbitali f hanno due direzioni, verso Z, verso X, verso Y; se abbiamo l'orbitale due volte diretto verso Z, 0+0=0. Se invece le direzioni sono tra 3 e l'ordin. 0-1=-1, e possiamo mettere l'orbitale due volte verso X e 2 volti verso Y e quindi si ottiene +2 e -2. Quindi in questo caso si ottengono 5 possibili M magnetici. Quindi i numeri quantici sono 3 che descrivono questi contenitori energetici. L'energia non è considerata da m, quindi i 5 contenitori sono due. Quindi adesso siamo in grado di costruire una vera scala dell'energia.

Le basse ... in un sistema condensato l'elettrone sa a chi dare

l'energia e la cede in maniera molto efficiente. Avendo la dimen-

sione v... e veloce, il tempo di rilassamento diminuisce e il SE aumenta.

Quindi la curva non è più schiacciata e può arrivare ad essere tal-

mente schiacciata da non vedersi più. Però il risvolto positivo è che il

lavoro interno della curva mi diminuisce, la cambio energetico e quindi

l'interazione.

Sappiamo dal tempo che un atomo di carbonio con

tre tentente nel famoso, mi interazione con le proteine a più rapidamente case energia

a noi interme il termine di volare con la tonia.

giotto del nostro salto aura la vastità della componente in grande 1.

Quindi le radiazioni della spettro del visibile.

Questa componente è 2,

non cosiddette retinale. Ci sono al nostro interno due componenti: i

un doppia legame carbonio a miglio

  • 1C=Oj

due legame, l'atomo con l'idrodon e l’altro con una catena di atomi

di carbonio che è instaurato, cioè il son dei doppie legami:

  • C ... o'

consideriamo il legame carbonio. Questo legame ...

C=O e il responsabile dell’apparimento di mol-

to le componenti visibili. Quello che interno e 2

lo il legame tra C e O, mentre non intere-

sano i legami con l'idrogeno e con la catena carbonica. Disegniamo

quindi gli oribitali di ossigeno carbonio.

bb questi energetica nel carbonio

lo dell'ossigeno diventa rispetto lo quel-

lo dell'ossigeno. Queste perciò ossige

e carbonio hanno un numero diverso

di protoni. Il carbonio avra' 6 protoni

mentre l'ossigeno 8 per cui l'ossige

no ha una carica nucleare più alta e quindi stabilizza di più gli

elettroni. Da qui nasce l'elettronegativita, cioè un attrazione da porta

del nuclea de di aplia soprattutto del legame chimico.

Quindi gli or-

bitali atomici dell'ossigeno sono più stabile e enormous un strano leggi.

A questo punto passiamo nella situazione di fare legami chimici, move per

legami darono comendo in forma proprio magneto, quindi nell’impegno

elettorizzo gli il n)... impie-:

miči della C=C in attore alle sue interazioni. L'opinione C e O devono trovare a scegliere quali orbitals utilizzano. Ciè

non un problema di geometric, perchè questi orbitals hanno phot-

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
47 pagine
6 download
SSD Scienze chimiche CHIM/02 Chimica fisica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eli_marini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Chimica fisica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Ottaviani Maria Francesca.