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UV
Transizioni n : hanno luogo nel vicino UV in composti contenenti doppi legami e
π *
elettroni di non legame (es. N=O, C=O, N=N)
Transizioni : transizioni molto
π π*
intense che hanno luogo nel vicino UV in
sistemi con doppi legami C=C o
contenente eteroatomi. L’intensità e la
lunghezza d’onda della transizione
aumentano per doppi legami coniugati (polieni, dichetoni, aromatici…). Sistemi di
coniugazione molto estese possono assorbire radiazione visibile
Transizioni d-d e per trasferimento di carica: nel visibile, in complessi di metalli di
transizione (orbitali d parzialmente riempiti). Le d-d riguardano la transizione tra due orbitali
atomici d del metallo, quelle per trasferimento di carica il passaggio di un elettrone da un
orbitali d del metallo ad un orbitale di un legante o viceversa (MnO4- o CrO4-).
Gli spettri nel visibile sono dovuti agli elettroni di legame più o meno ampiamente
π
delocalizzati. Infatti se in una molecola sono presenti doppi legami coniugati, si verifica una
delocalizzazione elettronica con conseguente diminuzione energetica tra un livello e l’altro:
per effettuare transizioni occorreranno quindi radiazioni di minor energia, quali ad esempio
quelli del campo vivibile. Cromoforo: gruppo funzionale insaturo responsabile di
un assorbimento situato nella regione delle lunghezze
d’onda comprese rta 200 e 800nm (UV-Vis)
Auxocromo: gruppo che estende la coniugazione di un
cromoforo condividendo elettorni liberi (es. -OH, -NH2,
-Cl), ne influenzano la lunghezza d’onda e intensità di
assorbimento
Questo esempio di spettro UV-Vis di un’aldeide insatura ci fa vedere l’estesa
α-β
coniugazione che fa sì che si abbia una banda di assorbimento nel visibile.
Regole empiriche:
Se lo spettro di un composto esibisce una banda di assorbimento ad
- intensità bassa nella regione 270-350 nm, e nessun altro assorbimento
sopra i 200 nm, il composto contiene solo un cromoforo non coniugato
con elettroni n (transizione n ) es: C=O nell’acetone
π*
Se lo spettro mostra molte bande anche nel visibile, il composto
- contiene probabilmente catene coniugate o gruppi aromatici. Es.
benzene
Se il composto è colorato possono esistere almeno 4,5 cromofori
- coniugati e gruppi auxocromi (con l’eccezione di alcuni nitro-, azoto-,
diazo-, e nitroso-composti che sono colorati)
Anche ci dà delle informazioni sul tipo di composto:
ε Un valore tra 10000 e 20000 generalmente rappresenta un chetone
- α,β-
insaturo o un diene
Un valore tra 1000 e 10000 normalmente mostra la presenza di un
- gruppo aromatico. Se questo ha dei gruppi funzionale, possono
comparire bande con > 10000 ed altre con <1000
ε ε
Un valore minore di 100 rappresentano transizioni n
- π*.
Spettrofotometro UV-Vis Negli spettrofotometri commerciali
si ha = 200-800 nm, comprendente
λ
visibile e parte dell’UV. Sotto i
200nm si avrebbe forte
assorbimento da parte dell’aria, quindi si dovrebbe lavorare in atmosfere di N2, o sotto vuoto
spinto. Uno spettrofotometro è costituito da:
Sorgente: da cui prende origine la radiazione policromatica diretta sul
- campione. Negli strumenti che misurano la luce ultravioletta e visibile
sono presenti due diverse lampade, in modo che la sorgente copra
l’intervalli da 200- 800 nm:
Visibile : lampada a incandescenza a filamento di
• tungsteno; il filamento, reso incandescente dal
passaggio di corrente elettrica, emette uno spettro
continuo di luce.
UV
: lampada a scarica di deuterio; la corrente
• elettrica passa attraverso un gas (deuterio): dalla
collisione degli elettroni con gli atomi di gas si ha
eccitazione a livelli energetici più elevati e
conseguente decadimento ai livelli iniziali
mediante emissione di luce
Nelle lampade più moderne abbiamo lampade allo Xenon, in grado
coprire tutto l’intervallo UV-Vis.
Monocromatore: è il sistema ottico per disperdere la luce
- policromatica in bande monocromatiche, inviate poi in successione sul
campione. Il fascio policromatico inside su un oggetto in grado di
deviare le diverse radiazioni con diversi angoli: la radiazione uscente
sarà quella che passa attraverso la fenditura di uscita:
Il prisma è in grado di disperdere le radiazioni con
• diversa lunghezza d’onda grazie al fenomeno della
rifrazione;
I reticoli svolgono la stessa funzione del prisma,
• ma basandosi sulla riflessione. Costituiti da una
serie di solchi o fenditure parallele tracciati su una
superficie lucida a distanza ravvicinata (superficie
di un CD)
Cella portacampione: contiene il
- campione da esaminare; questo,
generalmente in soluzione, viene
introdotto in questi contenitori che sono
chiamati cuvette, che possono essere di
plastica, vetro e quarzo. Ma nell’UV assorbono il vetro e la plastica!
Negli spettrofotometri a doppio
raggio sono presenti due celle,
una contenente il campione,
laltra contenente il solo solvente,
di riferimento. Questo deve
essere trasparente nella regione UV-Vis e inerte nei confronti del
soluto.
Rivelatore: dispositivi capaci di produrre un segnale elettrico che
- dipende dall’energia delle radiazioni che lo investono. Questo segnale
viene poi trasferito a un indicatore analogico o elaborato per via
elettronica in modo più o meno complesso. Spesso è un tubo
fotomoltiplicatore, che misura il numero di fotoni della radiazione
convertendoli in segnale elettrico. Questo segnale viene poi
opportunamente amplificato e un amperometro ne rivela l’intensità,
trasponendolo in un segnale da 0 a 100. Ponendo pari a 100 il segnale
in assenza del campione, otteniamo la trasmittanza e da questa
l’assorbanza: T=I/I0 A=log(1/T)=log(I0/I)
Esistono vari tipi di spettrofotometri:
Spettrofotometro a monoraggio usati solo per analisi quantitative
- Spettrofotometri a doppio raggio, per analisi quali/quantitative. Si ha
- un sistema che invia due raggi, identici per frequenza e intensità, uno
attraverso un campione e l’altro attraverso il bianco, per cui si ha un
confronto continuo tra l’assorbanza del campione e del bianco. Si
possono effettuare misure a qualsiasi lunghezza d’onda e senza
ripetere azzeramenti, quindi preferibile per le applicazioni qualitative
Spettrofotometri a serie di diodi, strumenti UV in cui il rivelatore è
- costituito da un chip con centinaia di fotodiodi allineati, ognuno dei
quali misura la particolare banda si radiazione inviatagli dall’elemento
disperdente. Non hanno una risoluzione elevata, ma presentano pero
una caratteristica notevole: registrano simultaneamente tutto lo spettro.
Si registra in tempo reale, secondo per secondo, l’intero spettro della
miscela in uscita.
Spettroscopia UV nell’analisi
farmaceutica
È un buon metodo per l’analisi quantitativa, ci permette di:
Determinare il pKa dei farmaci
- Determinare la loro solubilità
- Determinare la velocità di rilascio di un farmaco da una formulazione
- (test di dissoluzione)
Monitorare la cinetica di degradazione di un farmaco
-
Inoltre è un metodo riconosciuto dalla farmacopea ufficiale (analisi qualitativa)
VANTAGGI: metodo facile, attendibile ed economico per l’analisi quantitativa, metodo di
routine usato per la determinazione delle proprietà chimico-fisiche dei farmaci. LIMITI: non
applicabile all’analisi di miscele.
Analisi quantitative: l’assorbimento di radiazioni elettromagnetica monocromatica da parte
di una soluzione può essere sfruttato per determinare la concentrazione della soluzione
grazie alla legge di Lambert-Beer. L’assorbanza della soluzione è direttamente
proporzionale alla concentrazione della specie assorbente. Se si conosce la costante ,
ε
caratteristica della specie in esame, si può si puo ricavare c, misurando A. Questa legge
però è valida solo per soluzioni molto diluite! Per questo le condizioni di lavoro prevedano
che le soluzioni siano sempre diluite al massimo, compatibilmente con la sensibilità dello
strumento, per avere valori accettabili di assorbanza, inoltre le radiazioni che devono
attraversare la soluzione in esame devono essere monocromatiche. Si usano quindi fasci di
radiazioni comprendenti una banda molto ristretta dello spettro, ossia fasci quasi
monocromatici. Verrà scelta una lunghezza d’onda in modo che:
L’assorbimento sia massimo, per motivi di sensibilità, in modo da
- rilevare quantità piccolissime di sostanza
Sia al centro di un picco ‘largo’, per motivi di precisione, in modo che
- piccole variazioni di lunghezza d’onda comportino minimi errori sulla
misura dell’assorbanza
Calcolo della concentrazione di una soluzione attraverso la legge di Lambert-Beer
Metodo della retta di taratura: nel caso non si conosca Si
ε.
preparano diverse soluzioni a concentrazione nota e crescenti
della sostanza da analizzare. Riportando su un grafico
A/Concentrazione i valori di assorbanza letti sullo
spettrofotometro si deve ottenere una retta passante per l’origine
(A= xC). Poi si misura l’assorbanza del campione a
ε
concentrazione incognita e con l’aiuto del grafico per l’interpolazione si ottiene la
concentrazione corrispondente a quel valore.
Analisi qualitative: si fa uso di raggi policromatici a spettro continuo, poi separati tramite
monocromatori nelle varie componenti. Queste radiazioni monocromatiche si fanno poi
passare una alla volta attraverso la sostanza in esame, la quale assorbirà con differente
intensità le diverse radiazioni. Si riportano i valori registrati in un grafico lunghezza
d’onda/assorbimento e si ottiene lo spettro di assorbimento della sostanza esaminata. Avendo
ogni sostanza il suo spettro di assorbimento, l’esame di tali spettri permette di identificare
una sostanza ed il suo grado di purezza. Le tecniche migliori rimangono comunque la
spettroscopia infrarossa, e soprattutto la risonanza magnetica nucleare.
SPETTROSCOPIA DI FLUORESCENZA
La fluorescenza è quel fenomeno per cui una molecola colpita da una radiazione luminosa
ad una certa lunghezza d’onda ( di eccitazione) ne emette un’altra a lunghezza d’onda
λ
superiore ( d’emissione). La dissipazione dell’energia che la molecola ha ricevuto dal
λ
quanto può avvenire in due modi:
La molecola trasferisce l’eccesso di energia all’intorno con un processo non
1. radiativo. Attraverso gli urti con altre molecole o attraverso moto che avvengono nei
solidi, l’energia emessa sotto form