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STORIA
La pianta del tè fu importata in Giappone dalla Cina intorno al VI secolo.
Bodhidharma zuòchán
La leggenda racconta che , addormentatosi incautamente durante lo
(meditazione), al momento del risveglio si strappò le palpebre per impedire nuovamente
l'assopimento e le gettò via, da queste nacquero le prime piante del tè.
Si attribuivano a questa pianta importanti proprietà
terapeutiche quali quella di offrire sollievo alla fatica,
allietare l'animo, rafforzare la volontà, e guarire problemi
di vista. Le foglie della sua pianta venivano considerate, tra
l'altro, un ingrediente fondamentale dell’elisir di lunga vita
vagheggiato dai monaci taoisti.
La ricetta originaria del tè da cerimonia prevedeva
una lista di ingredienti e una modalità di
preparazione molto particolari. Secondo un'antica
ricetta cinese le foglie di tè venivano cotte a
vapore, pestate in un mortaio e poi si faceva un
panetto che veniva bollito con riso, zenzero, sale,
buccia di arancia, spezie, latte e qualche volta si
aggiungevano le cipolle.
Il tè che si usa nella cerimonia non è il comune tè
in foglie che si immerge in acqua calda, ma si
tratta di un tè dal caratteristico colore verde
brillante, finemente polverizzato e disciolto in
acqua calda con un frullino di bambù. Da esso ne
risulta una bevanda densa, leggermente spumosa,
da un caratteristico sapore amarognolo assai
diverso da quello del tè comune ed è spesso
spuma di giada liquida
definito " ".
IL TE’ VERDE
Il tè verde è un tipo di tè composto esclusivamente da
Camellia sinensis
foglie di che durante la lavorazione
non devono subire alcuna ossidazione.
Nel tempo sono state create molteplici varietà di tè
verde, che differiscono in base alle condizioni di
crescita locali (altitudine, clima, suolo, schermatura dal
sole) e alle modalità di raccolta e di lavorazione.
Camellia sinensis
La può essere coltivata del tutto
al sole oppure più frequentemente è schermata dal
sole nelle 2-3 settimane precedenti il primo
raccolto. Normalmente si costruiscono delle
strutture di bambù ricoperte di paglia o cannucce
kabusè
dette . Questa schermatura rallenta la
maturazione e la produzione di clorofilla,
incrementando il contenuto delle varie sostanze
nutritive e rendendo il gusto più dolce e il colore
più delicato.
Dopo la raccolta le foglie vengono fatte essiccare e
successivamente sono pronte per essere raffinate ed
eventualmente tostate.
matcha maccha
Il o (tè sfregato) è una varietà di tè
verde originaria della Cina usato principalmente nella
tradizionale cerimonia del tè giapponese. Le foglie vengono cotte
al vapore, asciugate e ridotte in polvere finissima; ce ne sono due
koicha usucha
tipi, il (spesso) e l' (sottile).
In Giappone il tè matcha viene utilizzato anche come spezia o
mochi soba
colorante naturale in cibi quali il o la , il gelato al tè
wagashi
verde e una enorme varietà di (dolci). «Il cuore della cerimonia del tè
consiste nel preparare una
deliziosa tazza di tè; disporre il
carbone in modo che riscaldi
l'acqua; sistemare i fiori come
fossero nel giardino; in estate
proporre il freddo; in inverno il
caldo; fare tutto prima del
tempo;
preparare per la pioggia e dare a
coloro con cui ti trovi ogni
considerazione.» Sen no Riky ū
CHANOYU LA CERIMONIA
La cerimonia del tè consiste essenzialmente nella
tè verde amaro
preparazione di un per gli ospiti.
Sen
L’ideatore del rito giapponese fu il monaco
no Riky
ū.
La preparazione comincia alcuni giorni prima
della data fissata, ma in genere non più di cinque;
kaiseki
di solito si articola in tre momenti: (pasto
koicha usucha
leggero), (tè denso) e (tè
leggero).
Dopo che gli invitati si sono accomodati, in
ordine rigorosamente precostituito, con la
sh kyaku
persona più importante ( ) posta al
ō sh ji
primo posto, si apre la porta scorrevole ( ).
ō
Dopodiché il padrone di casa, scaldata l'acqua in
un apposito bollitore sul focolare o su un
braciere, versa del tè verde amaro in polvere in
una tazza, aggiunge l'acqua e lo agita con una
specie di spazzola di bambù fino a creare della
schiuma. chawan
Successivamente viene posta dinanzi agli ospiti la
(tazza). Il primo invitato si scusa col vicino e gli chiede il
permesso di servirsi per primo, prende la tazza la fa ruotare
sh men
per esporre lo (la parte di finitura che fa da
ō teishu
riferimento) in direzione del (l’ospitante),
dopodiché beve con brevi sorsi esprimendo il suo
gradimento. Poi pulisce il bordo della tazza e la posa
teishu
dinanzi a sé. La tazza viene ripresa dal e lavata. La
cerimonia procede passandola agli altri ospiti, finché al
termine, quando tutti hanno bevuto il tè, il primo ospite
sh kyaku
( ) chiede il permesso di esaminare gli utensili: il
ō natsume
contenitore del tè ( ) e il cucchiaino di bambù
chashaku
( ). Il permesso viene accordato e a turno gli ospiti
prendono gli utensili e li osservano attentamente.
Per ultima viene osservata la tazza, rigirandola tra le
mani e chiedendo informazioni sul maestro che l'ha
creata, l'epoca e lo stile.
Dopo la cerimonia principale vengono talvolta serviti
dei tè più leggeri e dolci in stoviglie meno preziose.
La cerimonia termina quando il padrone di casa
saluta gli ospiti.
Nessuna innovazione ha mai modificato la
struttura fondamentale del rito, è negli ambiti
definiti dalla tradizione che si è evoluta
quest’arte, che ci permette ancora oggi di
vedere e apprezzare movenze e gestualità
antiche, tramandate fedelmente per secoli.
Fra i documenti storici sul soggetto vi sono
Canone del tè
il , risalente al secolo VIII, e
Trattato sul tè
il , del secolo XII.
La cerimonia del tè si fonda su basilari concetti che ogni maestro del tè è fondamentale che
principio di armonia
insegni ai suoi discepoli, e sono: il (ogni cosa deve seguire le stagioni, il
principio di
tempo, il naturale fluire delle cose secondo un ideale di perfetta armonia), il
rispetto (insegna a rispettare e benedire ogni singola cosa intorno a noi nutrendo per questa
principio di
un profondo rispetto vivendo in comunione con tutto ciò che ci circonda), il
purezza (parte della cerimonia che invita a spazzare dalla stanza ciò che è costituito da vecchie
principio di tranquillità
energie e a predisporsi ad accogliere il bello e il nuovo) e il (invita a
vivere all’unisono con i ritmi della natura, liberandosi dai vincoli e legami del mondo
materiale).
STRUMENTI
Sen no Rikyu , sostituì gli utensili preziosi
usati dagli aristocratici cinesi con oggetti
domestici. La sua fondamentale estetica
Zen, arricchì immensamente il contenuto
intellettuale ed estetico della cerimonia.
Il vassoio per la cerimonia del tè era
chawan
composto dalla , la tazza al cui
chakin
interno viene posto il , la piccola
pezza bianca di lino utilizzata per
asciugare la tazza dopo averla lavata e
chasen
sopra questa vi è il , il frullino
in bambù per mescolare il tè in polvere
con l'acqua bollente e, sul bordo destro
chashaku
della tazza vi è il , il cucchiaino
bambù
in per raccogliere il tè in polvere
chaki
dal suo contenitore, il .
CERAMICHE
Le ceramiche finissime di origine cinese furono scalzate rapidamente da
quelle di apparenza rozza che incarnavano l'ideale estetico di semplicità e
povertà che i maestri Zen intendevano affermare.
Tutto iniziò quando un operaio, addetto alla produzione di tegole, chiese
di realizzare una ciotola senza usare il tornio, ma semplicemente
modellando la forma concava partendo da un pezzo di argilla; il risultato fu
Sen no Riky
talmente straordinario che stesso giudicò la tazza perfetta sia
ū
dal punto di vista estetico, ma anche da un punto di vista pratico in quanto
la tazza bassa e larga aveva una stabilità ideale ed era quindi ideale per
tatami
l'utilizzo sul senza pericolo che i numerosi spostamenti a cui era
soggetta durante la cerimonia ne causassero il ribaltamento.
Particolarissime sono le tazze con smalti color crema
e soprattutto quelle con smalto nero.
Un discepolo di Sen no Rikyū, dette origine a una
serie di pezzi straordinari per creatività e colorazione
Oribe
noti da allora come stile . Spesso i vasai
lasciavano colature di smalto o zone non coperte,
imperfezioni e bolle.
Presto nacquero molte scuole, ognuna rispettava dei
precisi canoni estetici, ognuna riflettente la filosofia
ed il gusto di un particolare Maestro.
Raku
Le tazze , originarie di Kyoto, furono quelle che
incontrarono più successo. Esse sono piacevoli al
tatto e ispirano serenità nella loro peculiare
semplicità ed elegante sobrietà decorativa.
Generalmente non sono perfettamente rotonde ma sono fatte in modo da essere tenute
con entrambe le mani, come è consuetudine bevendo il tè. Il bordo superiore non è
perfettamente liscio ma è ondulato, così da offrire una sensazione piacevole quando
portato alle labbra. La base in genere non è invetriata, lasciando così vedere il tipo di
argilla di cui è fatta la coppa; non presentano un motivo decorativo preciso, ma la
decorazione è creata dalla invetriata e dal gioco di colori naturali e di contorni.
L’ABBIGLIAMENTO
kimono
Nella cultura giapponese, i sono
indossati durante le cerimonie ufficiali o di
celebrazione. Nel caso della cerimonia del
tè, solitamente viene indossato un kimono
normale o disadorno dalle donne,
hakama
mentre gli uomini indossano l' .
Sia gli uomini che le donne indossano
calzini bianchi e li tolgono prima che
entrino nella sala da tè.
Non si devono indossare gioielli. Questo
include cappelli, orologi, anelli, bracciali,
collane, ecc. Questo perché si può rischiare
di rovinare il set da tè molto costoso e
pregiato.
Si dovrebbe anche rinunciare all'uso di
cosmetici, profumi o qualsiasi cosa con un
forte odore, perché questi possono
interferire e alterare l'aroma del tè stesso e
distrarre gli altri partecipanti.