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Cenni di semantica e sociolinguistica Pag. 1
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TEORIE FORMALISTE

plasmare i concetti. approccio con cui si dice che la lingua serve per esprimere concetti che esistono

TEORIE FUNZIONALISTE:

indipendentemente dalla struttura della lingua (vedi Jacobson)

la studia il lessico dal punto di vista dei significati, la indica

≠ prima seconda

LESSICOLOGIA LESSICOGRAFIA,

il modo in cui si forma il dizionario. Il riferimento al lessema è di tipo convenzionale. 05.05.2015

La e dopo il 1923 la sono il riferimento per stabilire il numero di italofoni.

LEGGE CASATI LEGGE COPPINO,

- Nel primo biennio si imparava a scrivere e leggere (il tutto a malapena): più o meno si e si

leggeva per sillabe

faceva al propria firma.

- Divaricazione tra chi proseguiva gli studi e chi veniva avviato subito al lavoro

- Dal punto di vista politico nel 1868 era stato istituito, ad opera del ministro Broglio, una commissione per

proporre a tutti la BUONA LINGUA. Era presieduta dal Senatore d’Italia Alessandro Manzoni. Era dislocata su

due sedi: Milano e Firenze, con vari componenti quali Tommaseo e Lambruschini.

- “Nuova antologia”: rivista che pubblicava, sempre nel ’68, la relazione sulla buona lingua, senza però

informare l’Accademia della Crusca. Nella relazione era messo in luce che Manzoni non faceva differenze tra

lingua e dialetto, per lui erano entrambe lingue.

- La “lingua” è un tutto omogeneo, organico. La lingua deve rispondere al CRITERIO DI FUNZIONALITA’. La

lingua fiorentina risponde al tutto ma non alla funzionalità, ma tale posizione cambia dopo il 1868. Manzoni

si opponeva al fatto che non si potevano prendere geosinonimi, bisognava adottare un solo modello.

La lingua della tradizione veniva presa da un modello letterario, quindi non era “tutta”.

- Bisognava assumere un “modello vivente”: il fiorentino vivo, che rispondeva alle esigenze funzionali e ha

Firenze, secondo Manzoni, poteva essere come Parigi che fu importante x la forma

dietro la tradizione.

comune del francese!

(Firenze:fiorentino=Parigi:francese)

LE PROPOSTE DI MANZONI

1. Fare un vocabolario dell’uso vivo (solo sincronico), chiudendo i vocabolari storici come quello della crusca.

Nel 1694 in Francia era uscito il vocabolario dell’accademia francese, Manzoni pensava ad un dizionario così..

senza riferimenti autorali.

2. Inviare i maestri toscani in tutti i centri italiani

3. Borse di studio per docenti ed alunni per soggiorni in Firenze

4. Fondi per un’edizione economica del vocabolario

5. Revisione di avvisi, insegni, etc...

Lambruschini (sacerdote pedagogista, senatore, provveditore delle scuole toscane) non era d’accordo con Manzoni,

in quanto riteneva che la con i dizionari della crusca ed il Tommaseo. Egli a

lessicografia era ampiamente proposta

differenza di Manzoni voleva prima di diffonderla, Nel 1869

proteggere la lingua tradizionale protetta dai barbarismi.

divenne arciconsole della crusca.

IL DIZIONARIO GIORGINI – BROGLIO

Appoggiando l’idea del Manzoni, Broglio si mise subito al lavoro per il dizionario manzoniano, noto come “Dizionario

Venne pubblicato dal 1873 l 1897.

Giorgini-Broglio”.

Il “Nuovo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze” (semplicemente il dizionario manzoniano), aprì

l’ennesima ed ultima, questione della lingua.

- A.G.I. = Archivio Glottologico Italiano, il cui fondatore è stato Graziano Isaia Ascoli.

- Dal libro “scritti sulla questione della lingua” (1975):

- Il proemio parla del titolo del vocabolario

- Secondo Ascoli il modello unico c’è anche se molto èlittario

- La posizione dell’Ascoli coincide con quelle del Manzoni

- Il punto di riferimento dell’Ascoli è tedesco, non francese, perché l’unificazione tedesca era recente come

quella italiana, quindi più simile all’Italia dal punto di vista storico. Il parallelo è perciò giustificato.

- Ancor prima di porre questioni linguistiche, bisogna porsi quesiti sull’arretratezza del Bel Paese.

- Secondo l’Ascoli proporre un nuovo modello ribadirebbe le mancanze dell’Italia. 07.05.2015

Unendo la questione della lingua con i dati di De Mauro, si nota l’alta percentuale di analfabetizzazione. Gli italofoni

che parlano esclusivamente il dialetto corrispondono (nel 2000) a circa il 7% e corrispondono a coloro che non

hanno ricevuto un’istruzione. Sono detti Nel 2006, il 93% ha dichiarato di parlare e

DIALETTOFONI INTEGRALI.

scrivere in italiano; il 44% sono sia italiofoni che dialettofoni.

Gli italiani hanno un repertorio molto ampio! N

on solo italiano e dialetto, ma anche livelli di formalità ed informalità.

(=linguaggi tecnici)

Sono detti SOTTOCODICI

Insieme di tutti i mezzi espressivi

a disposizione di un parlante DIALETTO ≠ ITALIANO ≠ REGIONALI

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher StudiaMo88 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Pistolesi Elena.