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ORGANI EMATOPOIETICI
Gli organi ematopoietici forniscono il microambiente necessario alla proliferazione e al differenzia-
mento verso varie linee cellulari.
midollo (è l’organo
Organi mieloidi: ematopoietico per eccellenza) osseo (rappresenta il microam-
biente per le ematopoietiche)
Organi linfoidi: timo e midollo osseo
Organi linfoidi secondari o periferici: linfonodi, tonsille, placche di Peyer tessuto linfoide diffuso,
milza
MICROAMBIENTE EMATOPOIETICO
Il microambiente fornisce:
Fattori fisici come tempo, spazio, superficie e viscosità del mezzo
Fattori nutritivi come amminoacidi, zuccheri, lipidi, elettroliti, oligominerali, vitamine
Microambiente biologico ossia cellule circostanti che secernono fattori che regolano ematopoiesi
Fattori specifici come inibitori, stimolatori, anticorpi
PROPRIETA HSCs
Le proprietà principali delle ematopoietiche staminali sono:
Self-renewal
Differenziazione
Migrazione
Apoptosi
C’è un raffinato equilibrio tra queste quattro funzioni e questo equilibrio determina il numero di cellule
staminali presenti nell’organismo.
HSC Self-renewal associata all’espressione della telomerasi, l’assenza
La capacità di self-renewal è strettamente infatti di que-
L’interazione tra l’Angiopoietina-1
sto enzima riduce la capacità di self-renewal in HSC murine. con i
recettori Tie-2 sembra regolare lo stato quiescente di queste staminali.
HSC differenziazione
Il processo di differenziazione è strettamente regolato da un intricato numero di fattori di crescita e cito-
chine. Le citochine vengono prodotte attraverso meccanismi autocrini e paracrini da cellule non ematopoieti-
che quali stromali ed endoteliali (sono quindi prodotte nel microambiente).
L’IL-3 ed il GM-CSF (granulocyte/macrophage colony simulating factor) inducono la proliferazione
cellulare dei progenitori iniziali.
L’eritropoietina, IL-5, e il M-CSF (macrophage colony simulating factor) inducono la proliferazione
e/o differenziazione dei progenitori più avanzati e sull’attivazione delle cellule terminali mature
proteggono la cellula dall’apoptosi
Flt-3 ligand e Kit-ligand
Le chemochine invece inibiscono la crescita dei progenitori, regolano la migrazione dei progenitori emato-
poietici e mediano lo sviluppo delle cellule T nel timo. media il processo dell’homing di ematopoietiche e
Cellule nello stroma producono chemochine come SDF-1
progenitori nel midollo dopo il trapianto.
Altri regolatori sono i componenti della matrice extracellulare (ECM) che fa da scaffold permettendo l’anco-
raggio delle staminali, integrine e selectine che mediano l’interazione tra le HSC e progenitori con i compo-
nenti della ECM.
HSC migrazione
La migrazione avviene in momenti specifici dello sviluppo e sotto stimolo di determinate condizioni. La mo-
bilizzazione è citochina-indotta ed incrementa il numero di HSC circolanti che raggiungendo i siti ema-
l’ematopoiesi.
topoietici (come milza, fegato e midollo) sostengono il self-renewal e
HSC apoptosi In topi transgenici dove è stato indotto l’aumento di
Esiste un meccanismo che regola il numero di cellule.
apoptosi si nota l’incremento di HSC.
HSC Plasticità
Le HSC sono sufficientemente plastiche difatti sono in grado di generare cellule non ematopoietiche inclusi
epatociti, cellule muscolari, cellule epiteliali, neuroni, cellule miocardiche ecc.
Saggi in vitro hanno permesso di identificare quasi tutti i
progenitori intermedi. Cellula che ha potenziale di stami-
nalità può formare colonie per clonogenicità. CFU è un
progenitore avanzato, subito dopo si forma la cellula ma-
tura. Sono stati fatti studi per identificare progenitori con
saggi in vitro ed in vivo.
SAGGI A COLONIE A BREVE TERMINE
I prototipi dei saggi funzionali a breve termine sono rappre-
sentati dai saggi a colonie.
La sospensione cellulare viene piastrata in terreni semisolidi rappresentato da metilcellulosa o agar. Si for-
mano quindi delle colonie che devono essere identificate in base a grandezza, morfologia, colore e sensibilità
a fattori di crescita da cui sono regolati ed immunofenotipo. Ogni colonia è un continuum di cellule. Proge-
nitori con diversi livelli di maturità sono riconosciuti mediante sensibilità di risposta a fattori di crescita, tempo
per differenziarsi (più tempo che ci vuole più la progenie è immatura), grandezza e morfologia. Questi saggi
hanno consentito di identificare i progenitori della linea eritroide. c’è
A monte, come cellula multipotente,
CFU-GEMM, progenitrice della linea
linfoide e mieloide. I progenitori della li-
nea eritroide sono BFU-E e più a valle
CFU-E ed infine EPO. Le cellule proge-
nitrici della linea granulo-macrofagica
sono: CFU-GM, CFU-G e CFU-M. I
progenitori piastrinici sono invece BFU-
MK e CFU-MK. In generale le cellule
BFU sono più a monte delle CFU.
Nei saggi funzionali vengono quindi valutati:
La proliferazione cellulare misurata attraverso il numero di cellule prodotte
Potenziale differenziativo stimato attraverso il numero di linee cellulari rappresentate nella progenie
prodotta.
In pratica questi saggi indicano la cellula a che grado di differenziazione si trova.
Limite dei saggi a colonia a breve termine
Questo tipo di saggio non è adeguato per identificare progenitori più a monte, inoltre agar e metilcellulosa
sono inadeguati in quanto l’efficienza del terreno semisolido non supera le tre settimane, mentre una cellula
staminale molto immatura impiega anche 3-5 settimane per differenziarsi.
COLTURE A LUNGO TERMINE
Le colture a lungo termine utilizzano il feeder-layer che è costituito da cellule che da un lato fungono da
substrato e dall’altro provvedono a secernere fattori di crescita nel tentativo di ricostruire il microam-
biente ematopoietico. È ad esempio stato utilizzato per identificare CFU-GEMM. Il feeder-layer è formato
da cellule midollari aderenti espanse per 4 settimane ed irradiate per inibire la divisione cellulare che
fungono da scaffold e linee cellulari continue murine derivate dallo stroma. Queste linee cellulari continue
murine (un esempio MS5) sono facilmente gestibili, possono essere ottenute in maniera illimitata e supportano
bene sia la differenziazione linfoide sia quella mieloide.
UNITÀ EMATONE E NICCHIA
È una struttura funzionale rappresentata da un ago aspirato midollare, indispensabile per la comprensione dei
meccanismi biologici che regolano in vivo la cavità della cellula staminale ovvero la sua nicchia.
Il microambiente ematopoietico è fatto da cellule stromali che nel loro insieme sono costituite da adipo-
citi, cellule endoteliali, macrofagi e fibroblasti.
La cellula endoteliale secerne GM-CSF e presenta molecole di adesione come ICAM e VCAM; il macrofago
invece espone i suoi fattori di crescita (come IL-6, GM-CSF ecc).
Concetto di nicchia
La nicchia è un microambiente stabile per la cellula staminale, è costituita da cellule e componenti della ma-
l’autorinnovamento nonché
trice extracellulare che può ospitare una o più cellule staminali e controllarne la
produzione di progenie, la matrice extracellulare insieme alle molecole di adesione definiscono i confini spa-
ziali della nicchia e modulano l’espressione di molecole di adesione nonché quelle deputate al signalling.