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CELLULE STAMINALI ADULTE:

- emopoietiche (HSC): si trovano nel midollo osseo e possono essere quindi

prelevate e iniettate nello stesso paziente (uso autologo  no rigetto). Le

HSC si moltiplicano e autonomamente raggiungono e risanano il tessuto

danneggiato.

Non necessitano di una fase di amplificazione in vitro (tutte le altre staminali

sì, perdendo parte della staminalità).

Quando le HSC iniziano a modulare il loro DNA per specializzarsi possono

dar vita a tumori.

Le HSC danno vita a:

> linea linfoide (linfociti NK, T, B),

> linea mieloide (megacariociti: piastrine, eritrociti, macrofagi, eosinofili,

basofili, neutrofili),

- mesenchimali (MSC): anch’esse prelevate dal tessuto osseo, ma anche da

sangue cordonale, sangue periferico, placenta e tessuto adiposo (prelievo

non invasivo).

Danno normalmente vita alle cellule dei tessuti osseo (osteblasti), cartilagineo

(condrociti) e adiposo (adipociti).

Le MSC possono essere messe a proliferare per molto tempo senza che

perdano la loro staminalità.

Siccome le cellule staminali sono molto plastiche, una staminale tessuto-

specifica può dare origine a linee cellulari eterologhe, anche appartenenti a

foglietti diversi da quello di origine (transdifferenziazione). Infatti le MSC, se

opportunamente stimolate, possono dar vita a cellule di vari tessuti.

Le MSC hanno anche proprietà antinfiammatorie e immunomodulatorie,

utili per le patologie con una base di infiammazione cronica

(neurodegenerative). Secernendo fattori paracrini antinfiammatori, le MSC

possono disattivare le cellule responsabili della risposta immunitaria.

Anch’esse migrano spontaneamente nel tessuto d’origine e selettivamente in

tessuti danneggiati;

- mesangioblasti: cellule staminali dell’endotelio, ritrovate anche in tessuto

osseo, muscolare e cartilagineo (differenziano normalmente nei tessuti del

mesoderma). Scoprte del 2003 da Cossu, che si è concentrato sulla loro

potenzialità di cura delle distrofie muscolari (malattia genetica recessiva del

cromosoma X neuromuscolare degenerativa che porta ad atrofia della

muscolatura scheletrica a causa della mutazione di una proteina del

citoscheletro  le cellule muoiono).

Le cellule danneggiate possono essere sostituite da staminali satelliti locali o

da mesangioblasti, sani da donatore o distrofici arricchiti del gene terapeutico

tramite un vettore virale. Si isolano i mesangioblasti dai tessuti del paziente e

si fanno espandere in vitro; attraverso la tecnologia del DNA ricombinante si

crea un vettore virale portatore del gene terapeutico. Con un trapianto intra-

vascolare si collocano le cellule arricchite del gene terapeutico (oppure

mesangioblasti sani da donatore) nel paziente.

Per la sperimentazione si sono usati soprattutto topi knockout (a cui era stato

disattivato il gene responsabile della distrofia)

Le cellule staminali adulte hanno comunque degli svantaggi:

- rare nell’organismo,

- isolate, perdono velocemente la loro capacità differenziativa,

- la nicchia staminale si impoverisce con l’invecchiamento dell’organismo.

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
6 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/11 Biologia molecolare

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camo.milla di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Modesti Alessandra.