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Componenti della circolazione extracorporea
Cannule
Pompa
Ossigenatore
Scambiatore di calore
Filtri ossigenatori
Esposizione Diretta a gorgogliamento a membrana
Esposizione Indiretta e/o fibre cave
Vantaggi dell'ossigenatore a membrana
Gas transfer ottimale
Alta affidabilità
Minore traumatismo sulla parte corpuscolata del sangue
Scambiatore di calore
Lo scambiatore di calore ha il compito di:
Mantenere costante la temperatura del sangue di perfusione e quindi la temperatura corporea.
Raffreddare e/o riscaldare il sangue per variare la temperatura corporea.
Statore
Rullo sotto pompa
Filtro
Maglie di nylon con pori di 40-200μ
"Reservoir
Nella ossigenatore
Sulla linea arteriosa"
Priming
Si intende la quantità e la qualità dei liquidi necessari per riempire il circuito.
In passato veniva effettuato con sangue eparinizzato compatibile o con sangue conservato resoincoagulabile con una soluzione di ACD
(citrato).
I rischi maggiori erano rappresentati dall'epatite, dall'AIDS, dai danni alla microcircolazione dell'apparato respiratorio e degli organi emuntori.
"PRIMING" 20 ml priming x Kg di peso corporeo
Ringer-lattato 5%+Eparina 50 mg/l di priming
"PRIMING" L'emodiluizione determina:
una riduzione della viscosità del sangue
facilita la microcircolazione in ipotermia
l'aggregazione evita degli eritrociti
VANTAGGI
Risparmio di sangue
Prevenzione di eventuali reazioni da sangue omologo
Migliorata microcircolazione per riduzione della viscosità del sangue (che aumenta del 5% per ogni C° di diminuizione della T corporea)
Mantenimento della diuresi a valori alti
SVANTAGGI:
Acidosi transitoria
EPARINIZZAZIONE
Immediatamente prima di collegare il paziente alla CEC alla dose di 3 mg/Kg.
Per iniezione diretta o in atrio destro o direttamente in aorta.
EPARINIZZAZIONE
L'attività dell'eparina può essere
valutata mediante il tempo di coagulazione attivato (ACT). L'ACT in condizioni normali è compreso tra 90" e 130". Un'adeguata anticoagulazione durante CEC si ottiene con un ACT superiore a 480". EPARINIZZAZIONE - Dose: 3 mg/Kg di peso corporeo - Tempo di coagulazione attivato dopo 1 ora: Eparina al 50% della dose iniziale - Protamina: viene somministrata a fine intervento per ristabilire la coagulazione. La dose di protamina è di 1 mg per ogni 100 unità di eparina. La somministrazione deve essere lenta perché il complesso eparina-protamina attiva il complemento e può causare ipotensione, che può essere attenuata con l'uso di calcio. CIRCOLAZIONE EXTRACORPOREA Il vantaggio della circolazione extracorporea è finalizzato alla prevenzione della dilatazione delle camere cardiache e al rischio di embolismo, favorendo una migliore esposizione chirurgica. Tuttavia, possono sorgere alcune problematiche come aritmie atriali dovute al drenaggio venoso, embolizzazione di aria e ostruzioni causate dalla malposizione del catetere. Inoltre, è possibile la dislocazione di placche.Ateromasiche durante l'aorta, manipolazione il clampaggio aortico, il jet della cannula sulla parete sono i fattori di rischio maggiori per stroke postoperatorio, ma anche dissezione aortica ed insufficienza renale postoperatoria.
L'incannulazione arteriosa durante: dislocazione embolica, sanguinamento, ematoma intramurale e falsi aneurismi (anche infettivi), malposizione della cannula.
Problematiche:
- Perfusione ad andamento LINEARE (Δ= 10-20 mmHg):
- Aumento delle resistenze periferiche
- Riduzione della perfusione tissutale
- Acidosi metabolica
"Fisiopatologia":
Il contatto del sangue con superfici sintetiche determina una massiva risposta di difesa:
The inflammatory response to cardiopulmonary bypass
Inizia una potente stimolazione trombotica con la produzione, il rilascio e la circolazione di un gran numero di microemboli e di sostanze con azione vasoattiva e citotossica con effetto su molti organi e tessuti. Il punto centrale
didall'questa risposta è rappresentato attivazionedel complemento da parte del sistemafibrinolitico.The inflammatory response to cardiopulmonary bypassComplementoVia classica Ag-Ab Via alternativaanafilatossineC3- C5Attivazione di GB,GR,PLT e conseguente attivazionedei sistemi coagulativi, liberazione di citochine."Complicanze da CEC""da CEC" – "da STASI"Polmonari: polmone dell'caratterizzato da un aumento acqua a livelloextravascolare negli spazi alveolari e peribronchiali,edema delle cellule alveolari, riduzione deldell'equilibriosurfactant,alterazione ventilazione-perfusione.Renali: riduzione del flusso e della diuresi.Cerebrali: ictus o emorragia, da alterato flusso omicroembolie.Ematologiche: sanguinamento post-operatorio o CIDda diminuzione dei fattori della coagulazione dei globulirossi (conseguenza emodiluizione) e riduzione dellepiastrine. "Protezione miocardica"E' il termine con il quale ciSi riferisce alle strategie e alle metodiche utilizzate per attenuare o prevenire le disfunzioni miocardiche post-ischemiche che si verificano durante o dopo gli interventi sul cuore.
STORIA DELLA PROTEZIONE MIOCARDICA
1950 Bigelow: "ipotermia" forma di anestetico, applicata sui cani
1955 Melrose, Bentall: concetto di arresto reversibile nei cani
1959 Shmway: ipotermia locale
1964 Bretshneider: arresto del cuore con una soluzione con poco sodio e calcio-libero, procaina
1964 Sondergaard: adotta la soluzione cardioplegica di Bretshneider nella pratica clinica
Protezione miocardica
L'arresto ischemico ottenuto con il semplice clampaggio aortico fu introdotto da Cooley. Nelle cellule miocardiche private di apporto ematico cessa il metabolismo aerobio, si ha un rapido depauperamento delle riserve energetiche, blocco delle pompe ioniche di membrana, l'attività elettro-meccanica del cuore cessa, la carenza di energia comporta anche l'incapacità da parte delle
cellule asequestrare calcio nel reticolo sarcoplasmatico con conseguente abnorme aumento del calcio intracellulare e contrattura spastica del cuore (Stone heart).Protezione miocardica Shumway per consentire periodi più lunghi di ischemia (senza danni irreversibili), nel 1959 propose un modello ipotermia locale miocardica, mediante irrigazione del pericardio con soluzione salina fredda (+4°C). L'ipotermia riduce l'attività metabolica e si ha una consistente diminuzione della domanda di ossigeno.
CARDIOPLEGIA
La cardioplegia, ovvero la "quiescenza elettro-meccanica", riduce il consumo di ossigeno a livelli talmente bassi che la produzione di energia spontanea è sufficiente a garantire i processi essenziali al mantenimento della vitalità cellulare.
- Inibendo il passaggio di Na e K attraverso la membrana plasmatica
- Bloccando il passaggio transmembrana del Ca2+
- Inibendo la liberazione del Ca2+ dalle vescicole del RE
- Rallentando il
passaggio del Ca nelle vescicole e nei mitocondri al termine della contrazione
La combinazione cardioplegia-ipotermia costituisce la protezione miocardica ideale
Assicura un cuore fermo, esangue e rilasciato, condizioni ottimali per un accurato intervento chirurgico
CONSUMO DI O A LIVELLO CARDIACO
2 – 9 ml/100 gr/m’
Condizioni normali 6,5 – 5
Fibrillazione ventricolare 4
Perf. a cuore battente 4
– 2,2
Arresto potassico 1,2 0,2
Cardioplegia ipotermica 15 °C 0,1
Cardioplegia ipotermica 5 °C
CARDIOPLEGIA
Le soluzioni cardioplegiche contengono una grande varietà di agenti chimici che sono disegnati del cuore rapidamente in diastole.
Esse si dividono in 2 tipi:
1) cristalloidi
2) ematiche
Vie e metodi di somministrazione della cardioplegia
VIA ANTEROGRADA :- BULBO AORTICO-
INCANNULAZIONE OSTI CORONARICI
VIA RETROGADA: INCANNULAZIONE SENO VENOSO CORONARICO
Modalità di infusione:
- CONTINUA / INTERMITTENTE
CARDIOPLEGIA
Tutti i metodi sembrano essere ottimali, una comparazione fra di essi risulta difficile perché molti sono "confondenti" i fattori che intervengono come:
- La composizione della soluzione
- La temperatura
- La durata dell'infusione
- La pressione dell'infusione
- La durata e la complessità dell'intervento ch.
Anamnesi (I)
- Allergie o Intolleranze
- Antiaggreganti
- Eparina
- Protamina
- Farmaci utilizzati
- Dicumarolici
- Antiaggreganti
- Eparine a basso PM
- Steroidi
Anamnesi (II)
- Precedenti Interventi
- Cardiaci
- Toracici
- Addominali
- Trattamenti Radianti del Torace
- Diabete
- Storia di Ulcere o Sanguinamenti GI
- Pregressi episodi tromboembolici
Esame Obiettivo
- Segni di BPCO
- Segni di infezioni
- atto
- Esame neurologico di base
- Valutazione polsi arteriosi
- Valutazione circolo venoso arti inferiori
- Test di Allen
- Peso Altezza - BSAValutazione Strumentale
- Rx Torace
- Emocromocitometrico Coagulazione - Gruppo
- Funzionalità epato-renale
- ECG
- Ecocardiogramma Doppler arterioso venoso
- Cateterismo cardiaco
- Test provocativi e di vitalità
- Spirometria - EGA EuroscoreEuroscoreOperazioni in CEC 1
- Sternotomia
- Pericardiotomia
- Esposizione del cuore
- Confezione delle borse di tabacco
- Eparinizzazione
- Incannulazione e connessione alla CEC Operazioni in CEC 2
- Inizio CEC
- Raffreddamento
- Clamp aortico
- Cardioplegia
- Disconnessione del ventilatore
- Inizio della procedura Operazioni in CEC 3
- Operazioni in CEC 4
- Dearing
- Release clamp aortico
- Control