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L
della sopravvivenza, come p-AkT, c-Raf e Survivina (138,139).
E’ stato osservato che il SAHA induce iperacetilazione degli istoni H3
WAF1/CIP1
e H4 a livello della cromatina associata al promotore di p21 in
linee cellulari di linfoma, aumentando i livelli di espressione di
quest’ultimo e favorendo così l’arresto del ciclo cellulare (140). Anche
altri inibitori delle Cdks, come p15 e p16, presentano un incremento
della loro espressione dopo trattamento con il SAHA. Inoltre, è stata
osservata una diminuzione dell’espressione delle cicline D1 e D2,
fondamentali per la progressione del ciclo cellulare.
Il SAHA è anche in grado di esercitare un’azione citotossica attraverso
l’induzione di stress ossidativo e produzione di ROS (specie reattive
dell’ossigeno) (141). Studi sperimentali hanno dimostrato che il SAHA
è in grado di indurre un incremento dei livelli di p53 (142).
Dagli acidi idrossammici deriva un composto metabolicamente stabile
in vivo, l’ITF2357 (Fig.6), che determina, in linee cellulari di
carcinoma del colon, riduzione della proliferazione cellulare e apoptosi.
E’ stato osservato infatti che questo composto determina l’incremento
WAF1/CIP1
di p21 e dei fattori pro-apoptotici Bax e Bid e la riduzione dei
fattori antiapoptotici, come Bcl-X
L .
L’ITF2357 sembra essere il più potente HDACI della famiglia degli
acidi idrossamici essendo capace di agire ad una concentrazione 10
volte inferiore a quella di SAHA. Questo composto è in grado di
ripristinare l’acetilazione degli istoni H3 e H4 e indurre apoptosi
riducendo la percentuale delle cellule vitali in cellule di tumore colon
rettale. La somministrazione ripetuta del farmaco è risultata capace di
determinare un effetto apoptogeno marcato.
dell’ ITF2357
Fig.6: Struttura
L’oxamflatina l’attività delle
e la benzamide MS-27-275 inibiscono
L’apicidina
HDAC a concentrazioni micromolari (27). è un metabolita
fungino che esibisce una potente attività anti-protozoale ad ampio
l’attività delle HDAC a
spettro e inibisce concentrazioni nanomolari
(31). Il tetrapeptide ciclico depsipeptide isolato da Chromobacterium
inibisce l’attività delle
violaceum HDACs a concentrazioni
micromolari (28). La trapoxina e la depudecina si legano
irreversibilmente alle HDACs e inibiscono la sua attività
rispettivamente a concentrazioni nanomolari e micromolari (32;33). Le
caratteristiche essenziali degli acidi idrossamici sono un sito polare, un
gruppo idrossamico, uno spaziatore etilenico idrofobico a sei atomi di
carbonio, un secondo sito polare ed un gruppo terminale idrofobico. La
sostituzione di un acido idrossamico con un acido carbossilico o un
gruppo ammidico rende i composti inattivi (34;35;36;37).
Fig.7: struttura degli inibitori delle deacetilasi istoniche
TRAIL e i suoi recettori
Gli organismi multicellulari normalmente eliminano le cellule
attraverso l’apoptosi.
danneggiate Una delle caratteristiche delle cellule
l’annullamento dell’apoptosi al fine di consentire la loro
cancerose è conseguenza i metodi dell’apoptosi indotta sono
sopravvivenza (39). Di
stati un importante approccio nello sviluppo delle nuove terapie del
cancro. Le cellule possono andare incontro ad apoptosi attraverso il
pathway intrinseco ed estrinseco. Il pathway intrinseco è
preferenzialmente scatenato da proteine intracellulari come p53 in
risposta a molti differenti stimoli dannosi quali per esempio radiazioni
e trattamenti chemioterapici. Invece il pathway estrinseco è scatenato
dall’attivazione dei recettori di morte che appartengono alla
superfamiglia dei recettori per il TNF (fattore di necrosi tumorale).
Questi recettori si attivano quando legano i loro ligandi. In seguito al
legame si ha una trasduzione del segnale all’interno della cellula che
porta ad apoptosi. TRAIL che fa parte della superfamiglia del TNF
induce apoptosi nei tumori in vivo senza causare tossicità nelle cellule
normali. La maggior parte delle cellule tumorali umane nei primi stadi
sono resistenti all’apoptosi indotta da TRAIL. In alcuni casi è stato
osservato che il trattamento con inibitori di deacetilasi istoniche può
sensibilizzare le cellule tumorali resistenti (40).
I geni membri della superfamiglia del Tumor-Necrosis Factor (TNF)
codificano proteine multifunzionali che esercitano il loro effetto
all’interno del
primariamente sistema immunitario, modulando
l’immunità innata e adattativa, ma sono coinvolte anche nella
regolazione di tessuti o di organi, in particolare controllando la
proliferazione, il differenziamento, la sopravvivenza e la morte
cellulare (41).
TRAIL è stato per la prima volta identificato da Wiley et al. e Pitti et
al. nel 1995 e 1996 (42;43), come il terzo membro della superfamiglia
del TNF (Tumor Necrosis Factor) capace di indurre apoptosi. Questa
proteina nota anche come Apo2L, consiste in una sequenza
amminoacidica di 281 aa nella forma umana e 291 aa nella forma
murina (le quali condividono un grado di omologia del 65%), ed ha un
peso molecolare pari a 32.5 kDa. TRAIL (Fig.8) è una proteina di
membrana di tipo II (48) caratterizzata da un dominio transmembrana,
un dominio C-terminale extracellulare ricco di cisteine conservato tra i
membri della stessa famiglia, e un dominio N-terminale citoplasmatico
che presenta invece delle caratteristiche uniche. Il dominio C-terminale
di TRAIL è caratterizzato da un grado di omologia con i membri più
TNF come FasL, TNFα, LTα e LTβ del 28%,
stretti della famiglia del
23%, 23% e 22% rispettivamente, dove in particolare l’omologia è
Tuttavia
legata alla regione che presumibilmente forma un foglietto-β.
TRAIL non è solo presente in forma di molecola di superficie, ma può
anche essere rilasciato in seguito a proteolisi ad opera di proteasi
cisteiniche. Il dominio extracellulare (amminoacidi 114-281) infatti,
in seguito a taglio
così come è stato osservato per FasL e per il TNF-α,
proteolitico forma una struttura omotrimerica solubile oppure associata
in vescicola necessaria per creare legami crociati con i propri recettori e
quindi trasdurre il segnale alle cellule bersaglio (42;43). TRAIL è
codificato da un gene della lunghezza di circa 20 Kb, che mappa sul
cromosoma 3, in posizione 3q26, ed è costituito da 5 esoni e 4 introni
(42;43). Come la maggior parte degli altri membri della famiglia del
TNF, TRAIL forma degli omotrimeri che legano tre molecole di
recettore (44;45). Studi funzionali hanno dimostrato che questo ligando
capacità di innescare apoptosi in un’ampia varietà di
ha una potente
linee cellulari tumorali, ma non nella maggior parte delle cellule
normali, evidenziando la sua potenziale applicazione terapeutica nel
trattamento del cancro (46;47). Al contrario di altri membri della
famiglia del TNF, la cui espressione è strettamente regolata e sono
cellule attivate, l’mRNA di
spesso solo transitoriamente espressi in
TRAIL è costitutivamente espresso in un’ampia gamma di tessuti. Ciò
suggerisce che TRAIL non è citotossico per la maggior parte dei tessuti
(42;43). Fig.8 : Struttura di TRAIL
Ci sono cinque recettori per TRAIL (Fig.9) (78), comunque solo due di
loro TRAIL-R1 o DR4 e TRAIL-R2 o DR5 sono capaci di trasmettere
un segnale apoptotico (49-53). Altri due recettori TRAIL-R3 o DcR1 e
noti come “recettori decoy”
TRAIL-R4 o DcR2 sono incapaci di
trasmettere il segnale apoptotico (54;55). I recettori DR4 e DR5
contengono un dominio di morte (DD) nella loro porzione
intracellulare, che presenta un motivo a 6-7 eliche che può legare altri
domini DD (56). DcR1noto anche come TRAIL-R3 invece manca del
dominio DD ed al suo posto ha un’ancora di glicosilfosfatidilinositolo
(GPI). Esso agisce da recettore trappola e la sua over-espressione
induce resistenza a TRAIL, mentre la sua rimozione dalla superficie
cellulare aumenta la sensibilità delle cellule all’effetto apoptotico di
inibisce l’apoptosi
TRAIL (76). DcR2 noto anche come TRAIL-R4
attraverso l’inibizione della formazione del
indotta da TRAIL,
complesso DISC e dell’attivazione della pro-caspasi-8 (77) poiché
l’attivazione
contiene un dominio DD tronco ed induce, inoltre, del
fattore nucleare Kb (NF-Kb), che viene iperespresso. Dati consistenti
possa avere un’importanza maggiore
sembrano indicare che TRAIL-R4
rispetto a TRAIL-R3 nella fisiologia del sistema TRAIL/TRAIL-Rs, in
quanto risulta maggiormente espresso nei tessuti normali (54;76).
Quando TRAIL si lega ai recettori decoy, non si può legare agli altri e
quindi non si ha apoptosi (57). Il topo ha un solo recettore di morte per
TRAIL (mTRAIL-R) che è altamente omologo a quelli umani DR4 e
DR5 (58). Invece i recettori decoy murini presentano una ridotta
omologia rispetto a quelli umani e sono mDcTRAIL-R1 ed
mDcTRAIL-R2. La loro funzione è però simile a quelli umani e
mancano della regione citoplasmatica (59). TRAIL-R1 (noto anche
come DR4) possiede una struttura altamente comparabile a quella di
TRAIL-R2, così come il pattern di espressione e la regolazione.
Sebbene TRAIL-R1, al pari di TRAIL-R2, sia in grado di indurre
attivamente il segnale di morte, recenti studi, condotti su mutanti di
TRAIL, suggeriscono un maggiore ruolo di TRAIL-R2, rispetto a
TRAIL-R1, nel partecipare al programma di morte cellulare indotto da
TRAIL (75). TRAIL-R2 (noto anche come DR5) è una proteina
transmembrana di tipo I altamente espressa in numerosi tessuti umani e
presente in due differenti isoforme proteiche. A causa di eventi di
splicing alternativo dell’RNA, si generano due differenti isoforme di
TRAIL-R2: una lunga e una corta, che differiscono per 23 amminoacidi
localizzati nel dominio extracellulare della proteina. Entrambe le forme
sono ugualmente attive nel mediare il processo di morte cellulare (76).
TRAIL lega anche un recettore solubile chiamato osteoprotegerina
(OPG) o TRAIL-R5 che è coinvolto nella regolazione della formazione
dell’osso e normalmente funziona come un recettore decoy per
RANKL (receptor activator of nuclear factor Kappa B ligand). Quando
RANKL si lega al suo recettore RANK, si attiva NF-KB e si ha il
riassorbimento dell’osso (60). In realtà è stato visto che TRAIL blocca
l’osteoclastogenesi indotta da RANKL nelle cellule mononucleari di
sangue periferico (61). Il ruolo fisiologico di TRAIL è ancora poco
chiaro. TRAIL, inoltre, può qualche volta promuovere la
la migrazione e l’invasione
sopravvivenza,