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forma
degli isolati sono diventati il punto di forza di
Cerdà un processo di espansione che è durato
Se il rispetto della trama viaria e la forma degli isolati sono diventati il punto di
decenni
forza di un processo di espansione che è durato decenni, i punti di debolezza
I punti di debolezza sono stati:
sono stati: a) il processo di densificazione, in parte
a) il processo di densificazione; spontaneo in parte determinato dalle
b) la mancata realizzazione di molti servizi e aree verdi previste.
pressioni della rendita immobiliare
immobiliare, che ha
vanificato il rispetto dell’isolato aperto a
favore di corti chiuse con conseguente forte
incremento della densità edilizia
b) la mancata realizzazione di molti servizi e
aree verdi previste
p
ca Facoltà di Architettura Università degli Studi G. D’Annunzio - Pescara L’incremento progressivo
struiti e
e Progetto originale: 2 soli lati costruiti e 65% della sup. dell’isolato a verde
Alla fine dell’800 la sup. edificata è già il 70% e l’edificabilità è resa consentita
è già
ià il
ntita su tutti su tutti 4 lati
La profondità ammessa dai 16 mt iniziali ai 24,4 mt pari a 7 piani oltre al PT e
t iniziali ai all’attico
e all’attico E’ reso edificabile il cortile interno (h=4-5 mt) Si passa dai 977 ab/isolato del
o (h=4-5 mt) periodo 1890-1940 ai 3087 ab/isolato del 1953
Il processo di densificazione è inesorabile fino al 1976 quando viene
eriodo
1953 approvato il nuovo Piano Generale che stabilisce il max di 1944 ab/isolato
(inizia la decongestione)
esorabile
vato il
isce il max
ngestione)
g ) Edificato su tre lati. Risoluzione planimetrica
dell’angolo di un isolato: scavare (smussare) l’angolo in
modo tale da ridurre lo spessore per far entrare
nell’edificio la luce e l’aria.
Situazione moderna: lotti occupati al 100%.
Antoni Gaudí, architetto spagnolo e massimo esponente del modernismo catalano. Si diplomò presso l’Alta
scuola di architettura di Barcellona.
Casa Batlló: il gioiello di Gaudí
Casa Batlló, costruita tra il 1904 e il 1906 nel cuore della città, è l’opera più emblematica del geniale
architetto catalano. Gaudí dotò Casa Batlló di una facciata originale, fantastica e ricolma d’immaginazione:
un insieme costituito da pietra e cristallo. Le pareti esterne sono dotate di forma ondulata e rivestite con il
tipico mosaico catalano, il trencandìs.
A livello del Piano Nobile, Gaudí situò una grande tribuna –per vedere e per essere visti- che sporge di
qualche metro sul Passeig de Gràcia e che dotò di enormi vetrate dalla forma ovale. L’architetto vi inserì
colonne di pietra a forma di ossa, balconi a forma di maschere (o piuttosto di pipistrelli?).L’edificio è
coronato da un tetto spettacolare la cui struttura, costituita da grandi scaglie, allude al dorso di un drago; da
una torre spicca una croce a quattro bracci che indicano i punti cardinali.
La facciata, nel suo insieme, è una rappresentazione allegra, allegorica, con elementi organici, colma di
simbolismo e di colori.
Sul piano nobile, residenza della famiglia Batlló, Gaudí creò una nuova distribuzione degli ambienti con
pannelli dalle forme ondulate e arredò le stanze.
Tutta la casa è dotata di un’atmosfera da mondo sottomarino.
Il cavedio (o pozzo luce, cioè il cortile di piccole dimensioni che serve a fornire aria e luce a locali secondari,
vedi bagni, disimpegni, servizi, ecc.) fu un importantissimo elemento. Le finestre sono più piccole nella parte
superiore, dove giunge una quantità superiore di luce naturale, e s’ingrandiscono progressivamente alla
discesa ai piani inferiori.
L’attico cattura l’attenzione per la sua struttura ad archi.
Sulla terrazza, il grande dorso del drago, che svolge un importante ruolo di equilibrio estetico della facciata,
cede parte del suo protagonismo ai quattro gruppi di sinuosi camini.
L’opera consta di pianterreno, piano principale con cortile, quattro piani interi, attico e terrazza, accesso
privato al piano nobile, o principale, una scala per gli inquilini che si snoda all’interno di un cavedio
ampliato. Dalla strada si accede alle rimesse, a livello del pianterreno, che si addentrano fino a occupare la
parte sottostante al cortile del piano nobile e da dove si accede alle carbonaie, nella parte inferiore.
In totale la casa occupa più di 5000 m2; si affaccia sul Passeig de Gracia mentre il versante posteriore si apre
al cortile dell’isolato.
Negazione dell’angolo retto.
Casa Milà
Casa Milà, popolarmente conosciuta come La Pedrera (la cava di pietra), un'allusione ironica per la
somiglianza della sua facciata a una cava a cielo aperto, è stata costruita tra il 1906 e il 1912 da Antoni Gaudí.
L'edificio, che occupa un lotto angolare, è composto da sei piani, su ognuno dei quali ci sono otto
appartamenti; sono inoltre presenti due cortili interni, che garantiscono elevata luminosità a tutti gli
appartamenti.
Adotta come elemento fondante la linea curva, chiaramente zoomorfa e richiamante l'immagine delle onde
del mare, che trionfa in svariati motivi presenti nella struttura (facciata, interni, mobili).
La facciata esterna dell'edificio è rivestita di pietra grezza. In effetti, l'edificio presenta l'aspetto di parete
rocciosa, ondulata, plasmata da forze geologiche, grandioso basamento di una statua alla vergine del
Rosario che Gaudí intendeva collocare in sommità. L'intero edificio è quindi privo di linee rette, perfino le
piante dei cortili interni e degli appartamenti seguono un disegno curvilineo, anticipando l'intuizione del
“plan libre” di Le Corbusier. La struttura, infatti è costituita da una griglia irregolare di travi metalliche e di
pilastri di materiali e dimensioni variabili, all’interno della quale si trovano le tradizionali volte catalane in
laterizio, permettendo una disposizione libera delle divisioni interne.
I camini sul tetto sono sculture dall’aspetto surreale e fantastico.
A livello tecnico egli decise fra i primi di utilizzare il cemento armato come elemento base, sul quale poi
sovrapporre i materiali di copertura. Altro materiale fondamentale per Casa Milà è sicuramente il ferro
battuto, utilizzato nelle porte, nei balconi, nel cancello d’ingresso e nella struttura stessa dell'abitazione.
Altra importante innovazione tecnica fu l'utilizzo del vetro armato che costituisce la pavimentazione
trasparente di diversi balconi presenti nella struttura.
TIPO A VILLA
Le Corbusier è il rappresentante dell’Esprit nouveau, l’appello ai valori <non dicibili> dello spazio, della
luce e del volume, cioè l’appello all’arte, intesa come qualità e obiettivo specifico del comporre, come
significato ultimo dell’architettura, al di là della semplice funzione.
Nato nel 1887, Le Corbusier è stato uno dei pionieri dell’architettura moderna nel XX secolo. Nel 1920 un
progetto di fondamentale importanza che in pochi segni anticipa e sintetizza l’essenza dell’architettura
moderna. Il Dom-ino (Domos-innovazione) è essenzialmente una singola unità modulare che può essere
organizzata in svariati modi e che può essere ripetuta per creare insiemi più complessi per molteplici fini.
Decisivo per la sua formazione professionale è l’incontro
iniziale con l’architetto parigino August Perret, colui il
quale sperimenta per la prima volta l’utilizzo di una
struttura in calcestruzzo di cemento armato.
tecnica costruttiva, allora innovativa, in grado di portare
negli ambienti interni più aria e più luce grazie all’apertura
di ampie vetrate.
L’interesse di Le Corbusier per la pratica costruttiva in
cemento armato confluisce nella formulazione del
progetto per la Maison Dom-Ino. È un sistema strutturale
caratterizzato da un’ossatura in cemento armato che
consente di articolare le piante e i prospetti dell’edificio in
maniera indipendente dalla struttura. Il suo sistema progettuale è improntato dunque su l’uso di sistemi
razionali, con moduli e forme molto semplici, secondo i principi del “Funzionalismo”. Con questo nuovo
sistema si elabora una nuova estetica conosciuta con il nome di “Purismo”. L’uso di forme geometriche
semplici, la ricerca dell’essenzialità simile a quella dei prodotti industriali, l’ossessione per il rigore
geometrico classico, sono le regole da applicare sia in architettura quanto in pittura e in scultura.
[Dom-ino: struttura fabbricata con elementi standard che possono combinarsi liberamente, permettendo
grande diversità nel disegno degli alloggi]. [Nel 1915 Le Corbusier mette a punto il sistema costruttivo
denominato Casa Domino in grado di essere impiegato per la realizzazione di case in serie.
Questo sistema si basa su una struttura a scheletro formata da sei pilastri di cemento armato e tre solai
orizzontali collegati da una scala].
I 5 principi dell’architettura
Pubblicato nel 1923, Verso un'architettura è l'opera teorica più importante della prima metà del XX
secolo. In essa, Le Corbusier espone i suoi celebri cinque punti alla base del nuovo modo di concepire lo
spazio architettonico e di costruire un'abitazione con cemento armato.
Architettura contemporanea basata sull’utilizzo di nuovi materiali (metallo e cemento armato).
• I Pilotis (piloni), sostegni molto esili, poggiati su dei plinti, su cui appoggiare poi i solai in calcestruzzo
armato. L'edificio è retto così da alti piloni puntiformi, di cemento armato anch'essi, che elevano la
costruzione separandola dal terreno e dall'umidità. L'area ora disponibile viene utilizzata come giardino,
garage o - se in città - per far passare strade.
• Il Tetto-giardino (tetto a terrazza) restituisce all'uomo il verde, che non è solo sotto l'edificio ma anche e
soprattuto sopra. Tra i giunti delle lastre di copertura viene messo il terreno e seminati erba e piante, che
hanno una funzione coibente nei confronti dei piani inferiori e rendono lussureggiante e vivibile il tetto,
dove si può realizzare anche una piscina.
• Il Plan libre (pianta libera) è resa possibile dalla creazione di uno scheletro portante in cemento armato
che elimina la funzione delle murature portanti che 'schiavizzavano' la pianta dell'edificio, permettendo
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