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°LIBERAZIONE E DISPERSIONE DELLE SPORE
La dispersione delle spore è un processo fisico che avviene nell’atmosfera e che provoca
l’allontanamento del materiale prodotto dalla sorgente che lo ha generato. Liberazione, dispersone e
deposizione sono i tre momenti che caratterizzano questo processo.
La liberazione permette alla spora di liberarsi della forza adesiva che la tiene attaccata al
conidioforo, al basidio, o di liberarsi dalla protezione delle pareti di un ascocarpo e di un asco, per
diventare aerodispersa. La liberazione può avvenire con meccanismi passivi ed attivi. I passivi
avvengono per diffusione tramite gravità o correnti d’aria. Alle volte può essere necessaria l’acqua,
o come gocce o come nebbia.
I meccanismi attivi possono coinvolgere le cellule immediatamente sotto la spora, che perdono
acqua raggrinzendo la cellula finché non si ha sostituzione di acqua-aria, che riporta la cellula allo
stato di turgore, provocando lo scatto che proietta le spore. Anche le forti pressioni idrostatiche che
sparano via la spora dal micelio sono meccanismi attivi
La dispersione dipende da una serie di fattori intrinseci e non. Tra i primi dimensione, forma,
rugosità, densità e carica elettrica. I fattori estrinseci sono i parametri ambientali quali correnti
aeree, viscosità dell’aria, turbolenza del vento, temperatura e umidità relativa.
°DORMIENZA E GERMINAZIONE DELLE SPORE
Il ciclo vitale di una spora può essere diviso arbitrariamente in una serie di livelli od eventi che non
necessariamente avvengono nel corso della vita di ogni tipo di spora. Possono essere definiti come
segue:
Maturazione - periodo in cui avvengono cambiamenti citologici prima che la spora sia matura e
capace di germinare.
Dormienza – esteso periodo di quiescenza.
Post-maturazione – periodo di conservazione richiesto prima che la spora germini.
Attivazione – specifici trattamenti di corta durata che accorciano il periodo di post-maturazione o
interrompono il letargo.
Germinazione - primo passo irreversibile ad uno stato riconoscibile come diverso rispetto alla
cellula quiescente.
Nel momento in cui la spora raggiunge la terra, è potenzialmente in grado di germinare. Ma spesso
necessita una dormienza costituzionale, cioè caratteristica della specie, indotta da fattori ambientali.
Durante il rigonfiamento ad inizio germinazione, vengono assorbiti principalmente idrati di
carbonio, che vengono poi modificati in chitina e cellulosa, mentre gli amminoacidi vengono
convertiti in sostanze proteiche. Anche l’adesione corretta e l’adesione al giusto substrato sono due
parti importanti per la corretta germinazione della spora, che è dotata di una sorta di adesivo di
glicoproteine e carboidrati che consentono una buona adesione al substrato e soprattutto al giusto
substrato per quella specifica specie.
°IMPORTANZA ECOLOGICA E NUTRIZIONE MINERALE
L’importanza ecologica dei funghi è legata soprattutto alle loro capacità degradative ed alle loro
modalità di nutrizione.
Sono importanti per:
- decomposizione di materia organica
- sintesi di sostanze umiche
- rilascio di elementi minerali
- modificazioni alla permeabilità dei suoli
- miglioramento del trasporto di elementi (simbiosi con piante)
- detossificazione dei suoli
- aumento di capacità germinativa per degradazione degli strati superficiali
- produzione di sostanze utili (antibiotici ed immunosoppressori)
I funghi hanno nutrizione estremamente complessa e necessitano di elementi fondamentali come
macro e micro elementi, indispensabili per lo sviluppo. I funghi utilizzano il carbonio presente negli
idrati di carbonio, negli acidi organici, negli alcoli. L’azoto necessario alla sintesi proteica viene
prelevato dal terreno tramite l’aiuto di batteri azotofissatori.
°PROCESSI DEGRADATIVI
DEGRADAZIONE DELL’AMIDO
L’amido rappresenta una miscela in proporzioni variabili di amilosi ed amilopectina. I funghi
effettuano degradazione dell’amido tramite idrolisi, prducendo maltosio, che ancora una volta
degradato produce glucosio semplice. Amido → destrine → maltosio → glucosio
DEGRADAZIONE DI CELLULOSA ED EMICELLULOSA
Quando la spora di un fungo cellulosolitico viene a contatto con materiale vegetale germina, e
penetra nelle cellule sottostanti attraversando cuticola esterna e pareti cellulari. L’attacco è
localizzato all’estremità dell’ifa, molto più rapida nelle separazioni e biochimicamente più attiva,
perciò in grado di produrre esoenzimi di superficie, il complesso delle cellulasi, che lisa le strutture
difensive della pianta. In realtà diverse tipologie di enzimi sono partecipi di questo processo, anche
in relazione alle specie. Alcune ad esempio, non sono in grado di produrre esocellulasi, ed
utilizzano altre tipologie enzimatiche per raggiungere lo stesso scopo.
Le emicellulose sono scomposte da enzimi specifici, citasi o emicellulasi.
Cellulosa → cellobiosio → glucosio
DEGRADAZIONE DELLA PECTINA
Il consistente principale della pectina è l’acido d-galatturonico. Possono agire diversi enzimi, tra cui
pectino-metilesterasi, che decompongono la pectina in acido pectico e metanolo, e numerosi altri
enzimi che idrolizzano le catene di acido peptico o della pectina stessa.
Pectina → acido peptico e metanolo
DEGRADAZIONE DI SOSTANZE AZOTATE
Tramite gli enzimi di cui dispongono diverse tipologie fungine, I prodotti contenenti azoto vengono
trasformati in un chetoacido ed un amminoacido, processo importante dato che molti di questi
amminoacidi sono direttamente assimilabili dal fungo. Poichè viene assorbito principalmente come
sale d’ammonio, la sua percentuale nei funghi varia secondo il substrato di cui dispongono. È
componente anche dei metaboliti fungini che hanno spesso effetto psicotropo sull’uomo e su altri
animali. Molti amminoacidi possono essere sintetizzati direttamente dal fungo che possiede azoto.
DEGRADAZIONE DELLA LIGNINA
La lignocellulosa rappresenta la metà della materia organica prodotta con fotosintesi. Composta di
cellulosa, emicellulosa e lignina.
I principali organismi responsabili della degradazione della lignocellulosa sono i funghi filamentosi
aerobici e tra questi principalmente i Basidiomycota.
Il legno può subire tre tipi di degradazione:
Funghi del marciume bianco - i più abbondanti degradatori di legno in natura. Decompongono la
lignina nel legno per avere accesso alla cellulosa immersa nella matrice legnosa. Possono agire in
modo selettivo agendo su lignina ed emicellulosa, o in modo non selettivo degradando ogni
componente allo stesso modo. Foreste di angiosperme e foreste tropicali.
Funghi del marciume bruno – numero relativamente piccolo di Basidiomiceti che invece di
degradare modificano la lignina per avere accesso agli altri elementi. Crescono principalmente su
conifere.
Funghi del marciume soffice - predominano ambienti troppo severi per i basidiomiceti del legno.
Sopportano ampi intervalli di temperatura, pH e livelli di ossigeno.
DEGRADAZIONE DI ALIMENTI E PATOGENI DELLE PIANTE
La capacità di sviluppare numerosi enzimi, e quindi di degradare diverse tipologie di materiale, è
positivamente utilizzata in vari aspetti della biotecnologia. Questa diversità nell’uso del substrato ha
anche lati negativi, in quanto degradano spesso anche prodotti utili all’economia umana.
Prodotti alimentari conservati in modo sbagliato, producono funghi che li degradano. Questi spesso,
per produzione di metaboliti secondari, producono micotossine, che possono provocare anche gravi
danni negli animali e nell’uomo. Sono composti non volatili, insolubili in acqua che si
scompongono con cloroformio, benzene ed acetone.
Micotossine più conosciute e studiate:
La aflatossine sono il gruppo di tossine più studiato, idrolizzabili in ambiente alcalino. L’organo
bersaglio è il fegato e la reazione è acuta e mortale. L’intossicazione cronica conduce a fenomeni di
cirrosi e cancerizzazione epatica.
l’acratossina A causa danni renali ed al fegato. Alcune ricerche hanno dimostrato che si può
ritrovare nel latte materno in soggetti che hanno assimilato per via alimentare sostanze contenenti
crescite microfungine.
Lo zearalenone è un composto di natura estrogenica che possiede caratteristiche uterotrofiche e
teratogene. l’azione biotossica è similare a quella degli estrogeni e causa inoltre sindromi epatiche
renali ed emorragie interne.
La sterigmatocistina a tossicità acuta induce necrosi epatica mortale.
I funghi attaccano anche frutta e verdura.
I frutti morbidi (fragole ) sono attaccati da botrytis cinerea, mucor piriformis, rhizopus.
Mele, pere, arance, limoni sono attaccati da monilia fructigena, phytophtora syringae,
gloeosporium e penicillium.
Gli oli sono un’altra classe alimentare ampiamente attaccata dai funghi. Le piante esposte hanno
sviluppato meccanismi e comportamenti a prevenzione dell’attacco e per combattere i patogeni in
aggressione. A loro volta i funghi hanno sviluppato strategie come l’attacco delle ferite della pianta,
o l’utilizzo di strutture specializzate.
ALTRI PROCESSI DEGRADATIVI
Carburanti e lubrificanti sono soggetti all’attacco fungino. Cladiosporium resinae cresce tra
kerosene ed acqua nelle taniche di combustibile per aviazione, bloccando in alcuni casi filtri e
meccanica. Le vernici sono suscettibili all’attacco, sia in conservazione sia una volta applicate. I
poliesteri, il poliuretano e le plastiche in generale sono anch’esse preda dei funghi, che vi trovano
acidi grassi con catene di varia lunghezza.
Alcuni funghi possono produrre prodotti volatili dell’arsenico. Alcuni funghi si sviluppano sulle
medicine, e molti producono spore che inducono allergie.
°INTERAZIONI FUNGHI-ALGHE: I LICHENI
Il termine simbiosi indica il vivere assieme di due organismi diversi. SI possono distinguere
simbiosi parassitiche e simbiosi mutualistiche.
Perchè si tratti di simbiosi mutualistica si devono realizzare alcune condizioni fondamentali:
- rapporto duraturo nel tempo
- l’uno deve far parte integralmente del ciclo vitale dell’altro
- devono avvenire scambi nutrizionali che causano modificazioni morfologiche e fisiologiche.
Per lichene s’intende l’associazione tra un organismo eterotrofo (fungo) ed uno autotrofo
(cianobatteri o alghe verdi). Nel tallo che ne risulta (micobionte), il fungo occupa la parte più
esterna, mentre l’autotrofo (o fotobionte) si colloca più internamente.
Il fungo usufruisce degli idrati di carbonio prodotti di fotosintesi, mentre l’altro sfrutta acqua e sali
minerali raccolti dalla terra dal fungo.
I micobionti appartengono agli Ascomycota, raramente a Basidiomy