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Boecis:
1° testo Lingua d’Oc.
Composto dopo l’anno 1000, manoscritto 11° secolo.
Francia de Sud/Provenza. Occitanico. Provenente da un
ambiente clericale o monastico, dall'abbazia di San
Marziale di Limoges, poi si trova alla biblioteca
municipale di Orleans. Questo perché in Francia durante
la rivoluzione vengono chiusi molti conventi e i beni
vengono trasferiti nelle biblioteche municipali, forte
statalizzazione. Anche il Sant'Eulalia nella biblioteca
municipale di Valenciennes.
E' un frammento di traduzione in decasillabi del "De
consolatione philosophiae" di Boezio dove il senatore
latino viene considerato un martire cristiano. E' un testo
agiografico.
Boezio era un funzionario del Re ostrogoto Teodorico, era
ateo. Era una persona colta che suscitava invidie e viene
accusato di tradimento con l'impero d'Oriente nei
confronti di Teodorico. Lui ci crede e lo fa giustiziare.
Nel periodo di prigionia scrive il ''De consolatione
philosophiae". Poemetto Agiografico anonimo di 255
versi divisi in lasse di misura variabile. La lassa si
distingue dalla strofa perché ha un numero variabile di
versi, più elastica, si adegua la struttura al contesto. I
versi sono pari per una questione di memoria, si
ricordano meglio, sempre con la stessa rima (ultimo
accento tonico uguale) o assonanza (identità dei suoni
vocalici). Sono decasillabi (cesura epica 4+6) Non veniva
letta ma recitata o cantata.
Considerato come un martire cristiano, viene un po'
distorta la storia.
Testo:
Coms fo de Roma e ac ta gran valor
aprob Mallio lo rei emperador
el era·l meler de tota la onor,
de tot l’emperi·l tenien per senor.
Mas d’una causa nom avia genzor:
de sapiencia l’appellavan doctor.
Quan venc la fis Mallio Torquator,
donc venc Boecis ta granz dolors al cor
ne cuid aprob altre dols li demor.
Morz fo Maillos Torquator dunt eu dig:
ec vos e Roma l’emperador Teiric;
del fiel Deu no volg aver amic
(…)
El Capitoli l’endema, al di clar,
lai o solien las altras liz jutjar
lai veng lo reis sa felnia menar.
Lai fo Boecis e foren I soi par.
Lo reis lo pres de felni’ a reptar:
qu’el trametria los breus ultra la mar,
Roma volia a obs los Grex tradar.
Pero Boeci anc no venc e pensar.
Sal en estant e cuidet s’en salvar:
l’om no·l laiset e salvament annar.
Cil li faliren qu’el soli aiudar,
fez lo lo reis e sa charcer gitar.
Traduzione:
Conte fu di Roma ed ebbe grande considerazione da
parte di Manlio, il re imperatore: era il migliore di tutto il
principato, in tutto l’impero lo ritenevano signore. Ma
per una cosa aveva rinomanza più nobile: lo chiamavano
dottore di sapienza.
Quando giunse la fine di Manlio Torquator allora a
Boezio venne tanto dolore al cuore che non credo che
dopo altro dolore gli resti.
Morto era Manlio Torquator del quale io narro: ed eccovi
a Roma l’imperatore Teoderico; fra I fedeli di Dio non
volle avere amico (…)
In Campidoglio l’indomani a giorno chiaro, là dove
solevano giudicare le altre vertenze, venne il re a
perpetrare la sua fellonia. Là era Boezio e là erano I suoi
pari. Il re prese ad accusarlo di fellonia: che egli inviava
lettere oltremare, che voleva tradire Roma a favore dei
Greci. Ma ciò a Boezio non venne mai in mente. Si alzò in
piedi e pensò di salvarsi: non lo si lasciò andare a
salvamento. Gli vennero meno quelli che lui soleva
aiutare, il re lo fece gettare nel suo carcere.
Analisi:
Coms < Comes. In realtà non era un conte, era un
• console. Viene invece introdotto come un conte di
famiglia nobile.
Fo < fuit
• Roma : La a finale si mantiene in Provenzale rispetto
• al Francese (e evanescente).
Ac < habuit (perfetto, significa ebbe)
• Habuit > avu > aw si pronuncia ac.
Ta < tantum
• Aprob: Ab+probe (da parte di, presso)
• Mallio < Manlium. Nl + I semiconsonante palatalizza
• in LL.
Rei < rex
•