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REX SUPERIOREM NON RECOGNOSCENS , IN REGNO SUO EST IMPERATOR”.

[Bartolo non era però ateo, era cattolico e studioso della scuola di Tommaso d’Aquino. ]

Bodin costruisce la sua nozione di sovranità proprio a partire da tale definizione. Per Bodin

infatti il “sovrano è colui che nulla riceve dagli altri , che non riconosce nessuno al di sopra

di se e che non dipende da niente se non dalla sua spada”. per Bodin, però, Il sovrano è

vero che non deve sottostare a nessun altro uomo o autorità presente in terra ma è anche

vero che ha l’obbligo di riconoscere DIO , il sovrano ULTRATERRENO. la legge per Bodin

trae infatti origine da Dio. In questo concetto Bodin riprende il pensiero Medievale che

Marsilio aveva rigettato e a differenza di Marsilio non mette da parte il rapporto tra Chiesa

e Sovrano, e non scinde i due poteri. Sulla terra, però, il sovrano gode della PLENITUDO

POTESTATIS, ovvero della pienezza dei poteri. i caratteri peculiari della sovranità sono :

ASSOLUTEZZA, ORIGINARIETA’ ( POTERE VIENE DA DIO) E PERPETUITA’. Accanto a

questi Bodin individua la vera natura della sovranità nel CONDERE LEGEM. legge alla

quale il sovrano non ha l’obbligo di conformarsi in quanto è è LEGIBUS SOLUTUS. in

altre parole per Bodin la sovranità è la suprema potestà indipendente e senza alcun

vincolo di legge.

Da questo capiamo come Bodin rappresenta quindi il principale teorico

dell’ASSOLUTISMO, tant’è che da li a poco, tra il 500 e il 600, si affermerà il cosiddetto

STATO NAZIONALE MONARCHICO. Bodin però ci tiene a precisare che lo stato assoluto

non è uno stato tirannico o dispotico , in quanto tale stato assoluto ha un fine ben preciso

che è quello di ORDINARE LA SOCIETA’. Ricordiamo infatti che Bodin è un

giusnaturalista moderno, e in quanto tale si avvale della triade propria del giusnaturalismo

moderno : STATO DI NATURA, CONTRATTO, DIRITTI INNATI DELL’UOMO e parte dal

presupposto che Lo stato nasce e si fonda su una nozione di conflitto potenziale. Lo stato

interviene a dirimere il conflitto.  [ Bodin ipotizza che prima dell’esistenza dello stato i

capifamiglia vivevano in piena libertà. Dopo che la forza e la violenza li ebbero armati gli

uni contro gli altri, si verificò una situazione tale per cui parte di essi furono ridotti in

schiavitù da parte dei vincitori. E all’interno di questi, colui ch era stato nominato

condottiero conservò la sua autorità sui vincitori, quali sudditi leali e fedeli, e sui vinti, quali

schiavi. ( vediamo come entrano in uso alcuni termini prima ignoti : SIGNORE, SERVO

DEL PRINCIPE , SUDDITO). In tal modo, la piena libertà precedente allo stato venne

perduta definitivamente , in quanto anche coloro che avevano vinto dovevano sottostare

alle leggi e al potere altrui. ] Da ciò si può dedurre che lo stato tragga origine dalla

violenza e dalla forza. Tantè che Bodin afferma che “ il sovrano è colui che legittima il

proprio potere con la forza, con la spada. “ [la forza poi non è piu forza bruta . non è il

piu forte che vince sul piu debole, ma la spada nello stato moderno sarà rappresentata dal

diritto ].Tutto ciò spiega anche la distinzione che lo stesso Bodin fa tra legge, e contratto :

la legge è espressione dell’autorità del sovrano e mette colui che possiede la sovranità in

una posizione di supremazia rispetto ai sudditi. Il contratto invece è una convenzione che

obbliga le due parti, ovvero sovrano e cittadini dello stato, reciprocamente. Ovvero io, in

quanto cittadino, mi lego al sovrano , gli offro fedeltà e obbedienza e in cambio devo

ricevere giustizia, consiglio, conforto e aiuto. Ora, non tutti i sudditi di uno stato sono

cittadini, in quanto gli schiavi per esempio non possono essere considerati cittadini. Da qui

deriva la definizione del cittadino come SUDDITO LIBERO .

DIFFERENZE TRA HOBBES E BODIN  in Hobbes c’è la volontà. Ovvero sono gli uomini

che decidono di uscire dallo stato di natura , di unirsi e di dare vita allo stato civile per

mettere ordine alla società in cui vivono. In Bodin manca quest’elemento volontaristico in

quanto in Bodin è solo il sovrano che decide di dar vita allo stato civile non gli uomini.

Inoltre in Hobbes l’uomo ha paura della morte, in Bodin no.

THOMAS HOBBES  Thomas Hobbes è stato un filosofo Britannico vissuto a cavallo tra il

500 e il 600. La sua principale opera politica è il LEVIATANO. Diciamo innanzitutto che

Hobbes Pone le basi per la costruzione dello stato moderno : con lui si compie infatti quel

processo di emancipazione dello stato da ogni fondamento metafisico e religioso, e allo

stesso tempo inizia quel cammino che ha consentito in seguito alla dottrina giuridica di

pervenire a una concezione dello stato come strumento il cui fine è la difesa della VITA

UMANA. Hobbes vive infatti il periodo della guerra civile inglese . ricordiamo che in

Inghilterra nel 600 ci sono state due rivoluzioni. Hobbes a differenza di Locke vive la

prima, la rivoluzione sanguinosa degli anni 40. dunque ciò che gli interessa maggiormente

è di ricercare quelle condizioni che consentono la creazione di un ordine politico stabile

che consente di evitare ogni forma di anarchia e disordine.

Contrariamente alla concezione aristotelica dell’uomo come “animale sociale” che tenda

cioè a vivere aggregandosi in comune con gli altri, Hobbes è invece convinto che l’uomo è

malvagio di natura, e che anzi sia lupo per l’altro uomo. Ammette quindi, ipoteticamente,

che vi sia stato un momento in cui gli uomini vivevano nello STATO DI NATURA, dove tutti

erano uguali e avevano gli stessi diritti su tutto. La proprietà toccava al piu forte che aveva

il possesso su quel bene. Naturalmente in un tale contesto si veniva a creare una

condizione di guerra : una sorta di BELLUM OMNIUM CONTRA OMNES, dove tutti erano

in lotta contro tutti. L’uomo però in questa situazione teme per la sua incolumità, e in

particolar modo teme per la sua vita, per quello che viene definito il SOMMUM DOLUM;

ecco perchè diventa necessario uscire dallo stato di natura e dare il via alla formazione

dello stato civile . in quanto giusnaturalista moderno, per Hobbes questo avviene con la

stipulazione di un CONTRATTO. Mentre però la tradizione giusnaturalista ammetteva una

doppia natura pattizia nel senso che abbiamo un Pactum Societatis e un Pactum

Subjectionis, in Hobbes invece, i due patti erano unificati nel PACTUM UNIONIS . quindi

gli uomini si mettono d’accordo tra di loro , rinunciando ai loro diritti , e declamando un

sovrano, il cosiddetto LEVIATANO, decretando cosi la nascita dello stato assoluto e

divenendo SUDDITI. Un diritto però viene conservato : il diritto alla resistenza. A cui

possiamo ricorre quando il sovrano diventa tiranno , quando cioè venga meno al suo

compito che è quello di garantire l’ordine e soprattutto di salvaguardare il bene supremo,

la vita.

La dottrina di Hobbes ha un significato ideologico ben preciso : essa giustifica il potere

assoluto . proprio per questo motivo Hobbes viene quindi visto come l’apologeta

dell’assolutismo monarchico. In realtà, Hobbes ci ha solo fatto capire che siamo noi gli

artefici dello stato, in quanto lo stato nasce dalla volontà degli uomini. Esso è uno stato

ARTIFICIALE, una sorta di MACHINA MACHINARUM . Inoltre dobbiamo sempre partire

dal presupposto che a capo di tale stato c’è un Dio che possiamo sconfiggere, in quanto

Dio umano. L’assolutismo monarchico quindi non ha una derivazione divina, ma può venir

meno qualora venga meno il compito del sovrano, che è quello di TUTELARE LA VITA.

Hobbes quindi porta a compimento il processo di emancipazione del potere statale da

quello religioso. Dicendo che il potere del monarca deriva dal contratto, non da DIO.

Piuttosto, La conseguenza della dottrina hobbesiana è quindi la riduzione della GIUSTIZIA

ALLA FORZA, sino a che rimane lo stato di natura, non esiste alcun criterio per distinguere

il giusto dall’ingiusto, tranne l’arbitrio e il potere del singolo. Quando però gli individui

trasmettono tutti i loro diritti al sovrano, gli trasmettono anche il diritto di decidere ciò che è

giusto e ciò che è ingiusto . giusto è cio che è ritenuto tale dal sovrano, e quindi dal piu

forte. Proprio per questo motivo Hobbes può essere considerato il PRIMO

GIUSPOSITIVISTA , in quanto per Hobbes giusto è solo ciò che è comandato.

Hobbes, però, come dicevamo è anche considerato un teorico del GIUSNATURALISMO

MODERNO, anzi viene considerato in realtà come un giusnaturalismo atipico. come i

giusnaturalisti moderni fa derivare la legge naturale dalla ragione , riconduce la creazione

dello stato alla volontà dell’uomo e si avvale del procedimento matematico / scientifico per

spiegare la nascita dello stato, tant’è che lui, come gli altri, verrà chiamato GEOMETRA

DEL DIRITTO.

Locke  Locke fu un filosofo britannico , vissuto nella seconda metà del 600. Come

Hobbes anche Locke è un giusnaturalista moderno , ma mentre Hobbes è considerato

l’apologeta dell’assolutismo monarchico, Locke è un liberale, è il padre del

costituzionalismo. Tra l’altro i periodi in cui vivono questi due filosofi sono diversi , o

meglio diverse sono le rivoluzioni a cui assistono . Hobbes vive la rivoluzione inglese del

1642. Una rivoluzione drammatica ; e quindi proprio per questo motivo nel Leviatano

afferma di vivere con una sorella gemella che chiama PAURA( paura della morte) . Locke

invece delinea una teoria della sovranità tenendo conto della rivoluzione del 1688 e del

nuovo clima politico che essa aveva determinato in Inghilterra. Si era trattato infatti di una

rivoluzione meno drammatica, nella quale era emersi addirittura presupposti liberali.

Proprio per questo motivo Locke, pur essendo un contrattualista come Hobbes ( perchè

per dare origine allo stato pongono il contratto sociale ) ,e pur facendo riferimento allo

stato di natura fa un ragionamento diverso rispetto a Hobbes.

Nello Stato di natura tutti gli uomini possono essere uguali e godere di una libertà senza

limiti; in tale stato di natura non c’è una guerra perenne di tutti contro tutti di cui parlava

Hobbes, In quanto gli uomini nutrono per i propri simili sentimenti di simpatia e tolleranza .

con l'introduzione del denaro e degli scambi commerciali, tuttavia, l'uomo tende ad

accumulare le sue proprietà e a difenderle, escludendone gli altri dal possesso. Sorge a

questo punto l'esigenza di uno stato, di una organizzazione polit

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
4 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher seniorita224 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Calabrò Gian Pietro.