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Il rapporto tra storia e politica
La prima opera, scritta in volgare francese per essere accessibile a tutti, tratta del rapporto fra storia e politica. La storia non è predeterminata dalla natura, né direttamente dalla volontà di Dio, ma risultato, processo autonomo, dell'attività dell'uomo, che, in quanto libero, esprime a sua volta i principi e gli ideali su cui si fonda l'ordine civile e politico. Di conseguenza lo Stato, come comunità politicamente organizzata, è il risultato di un lungo processo storico, la cui origine è attribuibile a uno stadio primitivo degli uomini, che vivevano come animali feroci, dove l'unico elemento motore è l'istinto, la lotta per la sopravvivenza. In questo stadio la libertà è assoluta, in quanto priva di vincoli o freni sociali, ne consegue anche che la volontà era guidata dagli istinti, perciò mutevole e indeterminata. La vera umanità si attua quando la volontà si fa.costante e quando cominciare con ragione e libertà, perché vuole i fini indicati dalla ragione e pone da sé stessa dei limiti per conseguire i suddetti fini. La religione, il timore di Dio, è la prima forma di disciplina, grazie alla quale si vengono a formare dei principi di convivenza, disciplina di volontà, come le famiglie, i gruppi parentali e quelli gentilizi, le tribù. A seguito dello scontro di queste forme elementari di aggregazione sociale si costituirono le prime vere forme di formazioni politiche, che possono essere denominate Stato o Repubblica, la cui caratteristica fondamentale è quella di esprimere una forza comune, questa non è che la volontà, in quanto energia motrice che tende a realizzare il fine che le è stato indicato dalla ragione, e nell'ordine politico questa volontà si esprime, a sua volta, nel comando delle leggi. Quindi, conclude Bodin, lo Stato, in quanto forza, è una
volontà comune che si esprime e si realizza per il tramite delle leggi e delle sue istituzioni, una volontà che è la condizione indispensabile, perché le volontà dei singoli possano realizzarsi come volontà libere, che si pongano cioè come propri fini individuali indicati dalla ragione. L'uomo non conosce altra autorità fuori dalla ragione, potere su se stesso. La storia può essere considerata in una concezione unitaria e sistematica considerando il costante progresso dell'umanità, della razionalità e della civiltà. Bodin concepisce la cosmopoli o la respublica mundana, risultato dei progressi geografici e scientifici, che consiste nella comunità universale che abbraccia tutti i popoli. L'obiettivo è determinare quale principato consenta ai comportamenti degli uomini di istituzionalizzarsi e di comporsi nell'unità reale dello Stato, al quale debbono riferirsi in modo.Sistematico tutte le questioni che attengono alla politica. Il principio alla base dello stato è che unifica gli individui, i gruppi sociali, le cose di cui si serve è la Sovranità. Nei sei libri della repubblica si tratta dei problemi dello stato [Governo giusto che si esercita con potere sovrano su diverse famiglie e su tutto ciò che esse hanno in comune fra di loro], costituito pertanto dalla famiglia, le cose comuni, il giusto governo e la sovranità, la prima costituisce il soggetto attivo della comunità statale. Così il filosofo prende le distanze dalla concezione contrattualistica della società politica, l'individuo non è altro che un animale sociale, ciò significa che non può essere considerato da solo, ma organicamente inserito nel gruppo sociale primario in grado di esprimersi come autonoma unità, che è, per l'appunto, la famiglia, soggetto attivo; in quest'ultima si esprimono i tipi di.
Il comando e l'obbedienza sono i fondamenti del sistema dei comandi e delle obbedienze che caratterizza la società politica. Infatti, la famiglia, sotto l'aspetto politico, precede storicamente lo Stato, il quale si costituisce quando più famiglie sono sotto un unico potere sovrano, che comporta la perdita di sovranità dei padri che diventano cittadini e che esercitano il loro potere solo nell'ambito familiare.
Per quanto concerne il potere, questo si fonda sull'originaria autorità naturale propria di ogni uomo, in altri termini equivale a dire che l'uomo non riconosce altra autorità se non quella della ragione, che, per Bodin, è sempre conforme alla volontà di Dio. Il potere si distingue in pubblico e privato: il primo si esercita dal sovrano per il tramite della legge e dai suoi magistrati nell'ambito delle leggi stesse; il secondo è quello che viene dai capi delle famiglie, oppure dai corpi e collegi sui loro appartenenti.
Nella famiglia, gruppo sociale naturale, il potere è esercitato dal padre sulla moglie, il figlio, gli schiavi e i servi; questo potere è considerato naturale. Per quanto riguarda l'individuo anch'esso esercita un'autorità su sé stesso, ed è in questo che si identifica la prima forma di potere, nella disciplina dei sentimenti e degli appetiti al comando della ragione. La forza impone sé stessa naturalmente e esprime da sé stessa il principio che la legittima: l'imposizione che ha portato alla prima forma di governo, la monarchia dei tempi eroici. I poteri si distinguono in sovranità, dominato e tirannia, questi poteri sono caratterizzati dall'essere assoluti, ma i primi due sono giusti, mentre il terzo è ingiusto; il potere sovrano è la forza che si manifesta per il tramite del diritto, il dominato è il potere caratteristico del periodo delle origini delle società politiche i cui.limiti sono l'etica e la ragione, la tirannia è il potere che non esprime alcuna regola, alcun valore che lo limiti o lo disciplini, è generato dalla forza e si mantiene con la violenza. Il secondo elemento costitutivo dello Stato è il pubblico, le cose comuni, cioè quei beni, quei servizi e quelle disposizioni senza le quali non è possibile realizzare un'organizzazione che possa essere utile a tutti, ma per definirlo dev'essere ben chiaro anche cosa è privato, per questo Bodin considera la proprietà privata uno dei cardini della organizzazione costituzionale dello stato. Quindi implica la distinzione tra pubblico e privato. Il terzo elemento dello stato è la sovranità, che unifica le persone e le fa sussistere. La sovranità è definita come il potere assoluto che non riconosce al di sopra di sé alcun altro potere, se non quello di Dio. L'assolutezza significa, per Bodin, che il potere sovrano non è limitato da nessun altro potere.poteresovrano trova in sé stesso le ragioni della sua determinazione e che non risponde anessuno di queste ragioni tranne che a Dio; e così come in Dio volontà e ragione coincidono, alla stessa guisa, nella sovranità la volontà, il comando, non può non esprimersi secondo ragione, cioè mediante il diritto. Quest'ultimo è la regola con cui la forza deve autodisciplinarsi, in modo da realizzare l'ordine, che consente agli individui coesistere in un'armonica unità nello stato. La sovranità è un potere assoluto, perpetuo, indivisibile, intrasferibile e imprescrittibile: perpetuo perché non può essere limitato nel tempo, indivisibile perché la sovranità consiste in un'unità dei poteri in cui si esplica, intrasferibile in quanto delegare da altri l'esercizio della sovranità significa spogliarsene, imprescrittibile in quanto attiene
All'unità dello Stato e all'esistenza dello stesso, non può essere perduta per il mancato esercizio di alcune prerogative per un certo periodo di tempo. La sovranità è caratterizzata dalla potestà di fare le leggi, di modificarle e di interpretarle, a questa prerogativa si connettono tutti quegli altri poteri che si riferiscono all'attività che sono determinanti per l'esistenza dello Stato, come la guerra, la pace, i giudizi dei magistrati, la nomina e la restituzione degli alti ufficiali dello Stato, l'imposizione dei tributi e l'esenzione, la concessione di grazie, la fissazione del valore legale della moneta e l'imposizione ai sudditi del giuramento di fedeltà. [Stato, potere sovrano e forza coincidono]
Il quarto elemento è il governo giusto, intimamente connesso con la sovranità, consiste nel far valere il principio della giustizia. Chi detiene la forza deve nello stesso tempo affermare
un principio di giustizia. [differenza tra forza e violenza, volontà giuste concesse dal sovrano: la prima, determinata dal diritto, viene fatta tramite le leggi e la seconda avviene tramite l'energia non regolata].
Il potere, nello Stato moderno, sussiste in quanto la sovranità consente agli stati generali di rivendicare il monopolio della produzione delle leggi e di affermare la supremazia di queste leggi su tutte le altre norme giuridiche. Per quanto riguarda la consuetudine, Bodin la mette come fonte di enorme valore giuridico, ma solamente nei limiti fissati dalle leggi emanate dal potere sovrano. I rapporti che devono intercorrere fra la monarchia e gli stati generali si basano sul fatto che gli stati generali non possono rivendicare alcun potere autonomo nei confronti della monarchia ed hanno il compito di informare, dire agguagliare il re sulle situazioni del paese, inoltre hanno il diritto di essere informati e informare a loro volta per quanto riguarda
I provvedimenti legislativi che sono richiesti alle esigenze del paese possono essere emanati soltanto dal potere sovrano, cioè il re di Francia. Quest'ultimo ha anche il potere di imporre tributi a suo arbitrio, ma solo con l'approvazione degli Stati generali. Il potere sovrano non può porsi come fonte autonoma di principi e regole per sostituirle alle norme di diritto divino e naturale. In altri termini, lo stato testimonia un insieme di valori meta-empirici di carattere etico-religioso che costituiscono il vero criterio della sua legittimazione.
Lo Stato sovrano deve essere considerato uno Stato costituzionale, ovvero sottoposto a una serie di limiti, posti in prima sede dal diritto divino e quello naturale e poi elaborati nella legge. Esistono poi delle leggi fondamentali che si riferiscono all'organizzazione politica dello Stato francese, che non possono essere in alcun modo modificate dal re; la legge salica e...
o come un diritto naturale.