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Costantinopoli e non attua l’editto iconoclasta . Questo fa sì che l’esarcato , che già era

lontano da Bisanzio e quindi dall’impero , diventi ancora più indipendente . Alle

conseguenze della lotta iconoclastica che era stata posta in essere dalla dinastia degli

imperatori isaurici , tenteranno di porre rimedio gli imperatori della dinastia dei Macedoni e

in particolare Basilio I modificherà radicalmente la politica ecclesiastica imperiale .

Ritornando ai territori bizantini in Italia abbiamo Ravenna quale capitale dell’esarcato e

Roma quale capitale e sede di un ducato ma anche della corte pontificia . A Ravenna si

trovano gli organi della amministrazione centrale bizantina e quindi Ravenna è

preminente dal punto di vista politico rispetto agli altri ducati ; fa eccezione la Sicilia che ha

un suo magistrato direttamente dipendente da Bisanzio e non dall’esarca d’Italia . A Roma

c’è la sede di un ducato ed essendo anche sede pontificia , si ha un forte intreccio fra

potere laico e potere ecclesiastico . L’esarca ha un palazzo anche a Roma , sul colle

Palatino, esarca che è scelto direttamente dall’imperatore romano d’oriente e inviato ad

regendam omnem Italiam e cioè a governare tutta l’Italia , per un periodo di circa tre

anni ma la carica poteva durare anche 7 , 10 o addirittura 14 o 18 anni . L’esarca era a

capo di tutte le milizie occupate in Italia ed aveva la piena rappresentanza politica

dell’imperatore. Tra i poteri civili dell’esarca vi era la nomina dei duchi e l’esarca inoltre

nominava , dirigeva e retribuiva la maggior parte dei funzionari . Tuttavia , non aveva alcun

potere sugli ufficiali nominati e dipendenti direttamente dall’imperatore o dal prefetto

d’Italia . In ambito giurisdizionale , l’ esarca era giudice di ultima istanza in tutti i

procedimento civili e penali ; era tuttavia possibile adire l’esarca in prima e dunque unica

istanza su richiesta degli interessati . In ambito fiscale l’ esarca collaborava con il prefetto

d’Italia a cui si sostituisce del tutto nell’ VIII sec . Poiché Giustiniano aveva concesso ai

vescovi ampi poteri in ambito civilistico , l’ esarca controllava anche l’elezione dei

vescovi , controllava la loro nomina da parte del papa e addirittura le procedure di

consacrazione del pontefice . I ducati bizantini d’Italia sono considerati dall’impero in

modo unitario , in particolare sono considerati come costituenti uno dei sei eserciti generali

dell’impero . Quindi i ducati bizantini d’Italia , compreso l’esarcato di Ravenna e il ducato

delle pentapoli , costituivano il c.d exercitus Italiae ( esercito d’Italia ) . Questo esercito

era composto da schiere , denominate numeri , anche o sebbene di rado , bande e a

comandare queste schiere erano i duchi . Tuttavia l’esercito nel suo complesso era sotto il

comando dell’esarca di Ravenna che poi era l’esarca di Italia . A Ravenna aveva sede ,

finché la carica rimase in vita , il prefetto d’Italia , anch’esso nominato direttamente

dall’imperatore e avente giurisdizione sui territori bizantini in Italia ad esclusione della

Sicilia . Il prefetto d’Italia , una volta creato l’esarcato aveva poteri soprattutto nell’ambito

dell’amministrazione fiscale e finanziaria . Per quanto riguarda la città di Roma , questa è

governata da un duca e da un tribuno . In ambito politico è sicuramente subordinata

rispetto a Ravenna che era sede dell’amministrazione imperiale tuttavia essendo Roma la

sede del pontefice d’occidente , questa città ha una supremazia gerarchica dal punto di

vista religioso sul vescovo di Ravenna . La storia istituzionale di Roma quindi differisce

rispetto a quella degli altri domini bizantini in Italia perché negli altri ducati è radicata l’idea

di un potere pubblico denotato dalla sacralità imperiale per il cui esercizio esisteva una

articolata struttura amministrativa. A Roma invece si va progressivamente perdendo la

tradizione politica e culturale dell’impero e si sviluppa la tendenza a confondere il pubblico

con il privato . Il Senato ad esempio diviene un organo locale , all’interno del quale si

discutono e trattano gli interessi dei ceti agrari locali e laziali . Bellomo ci dice che il senato

romano si riduce al rango di una vecchia curia municipale , offuscando così la sua

passata grandezza. Le massime autorità politiche e militari a Roma sono ovviamente il

duca e il tribuno ; tuttavia il pontefice , i funzionari della curia e i vescovi delle altre città del

ducato assumono via via un peso sempre maggiore nelle vicende temporali , tanto è vero

che il pontefice si avvale addirittura di una rete di uffici ordinata burocraticamente .

All’interno di questa rete di uffici tuttavia i compiti attinenti gli affari del papa tendono a

sovrapporsi e a confondersi con i compiti che invece riguardano la chiesa universale .

Quindi si ha questa tendenza a confondere affari privati del papa con affari pubblici

della chiesa universale . Il duca di Roma è nominato dell’esarca e resta in carica per

qualche anno poiché non paiono esservi scadenze fisse . A Roma si assiste ad una

progressiva privatizzazione del rapporto fra il duca e i funzionari in quanto questo rapporto

non si basa sulla titolarità della carica ma sulla volontà del duca . Il tribuno , che spesso

ha il titolo di comes o magister militum , è la massima autorità per quanto riguardava

l’ambito militare e di difesa della città e aveva inoltre alcune mansioni amministrative . La

città di Roma aveva poi anche una curia che era composta per lo più dagli stessi membri

del senato con cui quindi la curia tende a confondersi . Gli organi cittadini

progressivamente vengono assoggettati al potere vescovile , tanto è vero che ad un certo

punto il presidente della curia viene nominato direttamente dal vescovo di Roma che lo

sceglie una volta sentito il parere dell’alto clero e del patriziato urbano . Il presidente della

curia viene così nominato defensor civitatis. ( difensore della città )

Papa Gregorio Magno che è sul soglio pontificio fra il 590 e il 604 interviene sul

patrimonium sancti petri ( patrimonio di San Pietro ) , che è quel complesso di diritti e

beni appartenenti alla sede pontificia e così facendo accentua ancora di più la perdita di

carattere pubblico del potere infatti al fine di ridurre ad ordine ed equità i rapporti

privatistici connessi a questo patrimonio della sede pontificia , finisce per cristallizzarli in

senso istituzionale. Inoltre il re longobardo Liutprando nell’VIII sec. dona Sutri a Roma e

quindi si accresce questo patrimonium sancti petri . Abbiamo poi pressioni longobarde sul

confine nord del ducato di Roma ; in più ci sono le tensioni scatenate di quella che

abbiamo visto essere l’editto iconoclasta . La santa sede nell’VIII sec assieme al patriziato

agrario concentra i possedimenti agrari intorno a Roma , per quanto possibile ,

congiungendoli con le proprietà del ravennate e dell’Umbria . Nel 754 Pipino il Breve , re

dei Franchi riconquista dai Longobardi l’esarcato di Ravenna e lo dona al papa . Quindi il

patrimonium sancti petri diviene ancora di più costituito da situazioni giuridiche sia

pubbliche che private e cioè da territori pubblici e patrimonio fondiario privato . Per questo

il patrimonium sancti petri diviene l’embrione di uno stato pontificio che costituirà

patrimonio personale del pontefice , distinto dal suo potere spirituale . A questo punto

avremo una distinzione tra uffici e funzionari dello stato pontificio e dignitari responsabili

del governo della chiesa. Passando ora a parlare della Sicilia , nel secolo VI e VII l’isola

non dipendeva da Ravenna . Giustiniano affida l’isola ad un praetor ( pretore ) avente

potere di direzione politica , giurisdizione civile e penale di massimo grado nonché

poteri fiscali . Il pretore di Sicilia era soggetto alla giurisdizione di due altissimi funzionari

aventi sede a Costantinopoli e cioè il quaestor sacri palatii per quanto riguardava gli

affari giudiziali e il conte del patrimonio d’Italia per quanto riguardava gli affari fiscali .

In Sicilia abbiamo comunque un duca con poteri però esclusivamente militari . Come a

Roma , anche in Sicilia il potere pubblico finisce per identificarsi con il dominium privato ,

con la proprietà privata ; quindi l’imperium , quello che è il potere pubblico finisce per

identificarsi con il dominium e questo perché il pretore finisce per non esserci più . In

conseguenza di ciò il duca oltre ad avere poteri militari , assume anche poteri

giurisdizionali che in assenza del pretore arrivano ad espandersi fino a divenire libero

esercizio . Si creano quindi dei potentati locali e la Sicilia si avvia verso l’isolamento

politico . Contro queste tendenze centrifughe , l’imperatore Eraclio , che siede sul trono

dell’impero d’oriente dal 610 al 641 inizia una grande riforma costituzionale che viene

applicata anche in Sicilia . L’impero infatti viene diviso in temi che sono grandi

circoscrizioni pluriregionali è ciascuna di queste circoscrizioni è retta da uno stratega ,

nominato direttamente dall’imperatore e avente pieni poteri militari . Nel 701 abbiamo una

prima notizia di un tema di Sicilia . Nei decenni successivi il tema di Sicilia appare avere

grandi dimensioni . La capitale è Siracusa e il territorio del tema di Sicilia riunisce i ducati

di Calabria e di Otranto nonché le isole minori . Inoltre , nella seconda metà dell’VIII sec .

il tema di Sicilia assorbe dal punto di vista amministrativo anche il ducato di Napoli . Nel IX

sec. però abbiamo l’invasione araba che indebolisce fortemente la struttura istituzionale

bizantina che arriva a frantumarsi e quindi nel X sec. abbiamo un tema autonomo di

Calabria che non rientra più in quello di Sicilia , ormai invasa dagli Arabi . La terra

d’Otranto si unisce al resto della Puglia e alle terre del ducato di Benevento , che in

origine era un ducato longobardo ma nell’ 891 era passato all’impero e questo perché

l’impero era riuscito a vincere contro i longobardi del ducato di Benevento. Quindi la terra

d’Otranto , il resto della Puglia e il ducato di Benevento vanno a costituire il c.d. Tema di

Longobardia , avente come capitale Bari. Si avrà anche un tema di Lucania ma mentre

non è certo che via sia già un tema di Lucania nel X sec. , certamente lo abbiamo nell’XI

sec. Il tema di Longobardia , nel 969 assume la denominazione di Catepanato d’Italia . Il

catepanato d’Italia sopravvive fino al 1071 quando viene soppresso dai Normanni . Nei

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A.A. 2014-2015
6 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MatteoLigeri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto romano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Montorzi Mario.