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T
a capire la quantità iniziale del template – oppure – ciclo della reazione di amplificazione in cui il
segnale di fluorescenza del campione è maggiore rispetto a quello treshold
Per ogni campione si ottiene una curva di amplificazione il cui C è inversamente proporzionale alla quantità
T
di template utilizzato. per calcolarmi la curva osservo la fluorescenza del campione
Ordinata = fluorescenza
Ascissa = n° cicli di amplificazione
SYBR green
Vantaggi Svantaggi
metodica semplice Non specifico
La molecola fluorescente si lega random a tutte le
Non costoso doppie eliche includendo dimeri di primers
E’ necessario ottimizzare la metodica per evitare la
formazione di prodotti aspecifici
PCR real time con sonde Taq-man più specific edl SYBR green
La sonda Taq-man è un oligonuceotide che, come i primer della PCR, viene disegnata per essere
complementare alla sequenza bersaglio da amplificare. Quindi questo metodo utilizza oltre ai primers delle
sonde.
La sonda è disegnata in modo da ibridarsi all’interno del frammento amplificato nella reazione di PCR.
Questa sonda contiene due fluorocromi:
R (5’) ---------------------------- Q (3’)
(R) REPORTER = fluorocromo ad alta energia che emette fluorescenza
(Q) QUENCHER = fluorocromo a bassa energia che maschera la fluorescenza del reporter
Se (R) è vicino a (Q), il Q “spegne” l’effetto del R in quanto i fotoni di R vengono assorbiti da Q.
Quando metto nella reazione i primer, la Taq polimerasi e la sonda, quest’ultima si va ad attaccare al
filamento complementare nucleotidico, in particolare si attacca ai primer. Durante la fase di amplificazione
la Taq-polim amplifica e, con la sua attività endonucleasica, digerisce la sonda/la sposta dal DNA
complementare e polimerizza l’amplificato.
A questo punto la sonda non è più intatta, l’ R e Q sono rilasciati e non sono più vicini come nella
sonda.
Il Q non maschera più la fluorescenza del R che a sua volta può emettere fluorescenza.
IN CONCLUSIONE: La fluorescenza viene rilasciata solo quando la sonda è spostata dalla sua posizione
iniziale (ossia quando viene digerita) questo avviene solo quando io ottengo un amplificato. Quindi tanti
più amplificati ottengo tanta più fluorescenza viene emessa. l’aumento di fluorescenza del R è
direttamente proporzionale al n° di ampliconi generati.
MOLECULAR BEACON
Simile al metodo precedente con sonde Taq-man. Anche qui sono presenti Q e R
La sonda è studiata in modo che, formando un uncino il fluoroforo e il Q siano vicini. In questa
configurazione, quando viene illuminata dalla luce UV l’energia del fluoroforo viene assorbita dal Q.
Al contrario quando la sonda si appaia alla sequenza di DNA il fluoroforo e il Q si allontanano e
avviene l’emissione di fluorescenza.
Quindi: Sotto forma di uncino = no fluorescenza. Se la forma diventa simile a quella di una sequenza
di DNA il Q e R si allontanano e viene emessa fluorescenza. La sonda si attacca al frammento di DNA
complementare ed emette fluorescenza.
o Ad ogni ciclo viene calcolate la fluorescenza emessa (per questo è una real time).
L’aumento della fluorescenza man mano che la reazione procede è un indice del n°
crescente di molecole amplificate.
QUANTIFICAZIONE:
Assoluta: i campioni sono quantificati in modo assoluto. Necessitano di standard di cui si conosce la
concentrazione assoluta (utilizzo standard curve).
Relativa: la quantificazione viene effettuata paragonando il ∆C ( variazione dei cicli in cui raggiungo la fase
T
esponenziale) con quello di controllo interno.
REAL TIME APPLICAZIONI
Quantificazione dell’espressione genica
Quantificazione virale
Quantificazione di agenti patogeni
Controllo della qualità del campione
Controllo degli OGM
SEQUENZIAMENTO DIRETTO DEL DNA MEDIANTE L’USO DI TERMINATORI FLIORESCENTI
Il metodo più famoso è usato è quello di Sanger 1958 (Nobel)
Il principio di tale metodo si fonde sull’uso della PCR a cui vengono aggiunti anche dei dideossi nucleotidi
che fungono da determinatori
Privi del gruppo ossidrilico in 3’dello zucchero
Incorporati con la stessa efficienza dei deossi nucleotidi
Bloccano la fine del fluoro foro per la mancanza di 3’OH
Ciascun dideossi è marcato con un fluoroforo diverso.
dda ddT(rosso)
FAM ddC (blu); JOE (verde); TAMRA ddG(giallo); ROX
Seqeunziamento:
DNA stampo denaturazione del DNA viene usato un unico primer, (a differenza della solita
amplificazione da PCR), che si appaia alla squenza complementare = anealing la polimerasi si attacca al
primer di innesco e polimerizza
Nella reazione di sequenziamento uso oltre ai nt anche i dideossi coniugati con i fluoro fori
Si forma una popolazione di nucleotidi che differiscono l’uno dall’altro per un dideossinucleotide associato
al proprio fluoro foro.
In seguito viene denaturato il campione/i ottenuti i quali vengono posti su un gel di acrilamide dove è
possibile riconoscere/ricostruire la sequenza basandosi sulla fluorescenza emessa da ciascun frammento. I
frammenti separati in acrilamide differiscono, come detto sopra, per una sola base determinata dall’attacco
del dideossi terminale.
Elettroferogramma = Mostra i picchi per ogni fluoroforo di ogni frammento permette di leggere il
frammento e quindi la sequenza formata. L’elettroferogramma può anche essere visto come il risultato
finale del sequenziamento prodotto dal sequenziatore automatico.
Sequenziatore automatico = 3100 o 3700 due modelli nei quali varia il n° massimo di campioni
diversi che possono analizzare in 24h
DIFFERENZE TRA PCR E SEQUENZIAMENTO DEL DNA
La reazione di sequenziamento è unidirezionale in quanto alla miscela viene aggiunto un solo
primer. Non c’è “amplificazione” vera e propria ma solo copiatura del filamento di DNA stampo.
Nel sequenziamento viene usata una DNA –polimerasi particolare: la sequenasi = alta processività,
assenza di attività esonucleasica 5’-3’ per non rimuovere il ddNTP.
Il sequenziamento del DNA è molto importante, ad esempio, per rintracciare cambiamenti di una sola base
in eterozigosi (mediante sequenziamento diretto). In questo caso nell’elettroferogramma si osserveranno
due picchi (anche non perfettamente sovrapposti) che indicano la presenza di due basi diverse.
Il sequenziamento permette anche di osservare inserzioni e/o delezioni di un numero limitato/piccolo di
basi. In questo caso nell’elettroferogramma, datone uno di riferimento iniziale, si può osservare lo
sfasamento dei picchi, (corrispettivi a determinate basi), che permette di individuare variazioni nella
sequenza di DNA.
CLONAGGIO DEI GENI
Come già visto ,considerando il DNA, il clonaggio può avvenire:
A livello di sistema cellulare
Direttamente in vitro
Clonaggio di un frammento in un sistema cellulare:
Generata una molecola di DNA ricombinante costituita da un vettore (unità di DNA capace di
ricombinarsi) e il frammento di DNA da clonare (es; gene).
Questa molecola di DNA ricombinante viene introdotta in un sistema cellulare appropriato
Il vettore si moltiplica nella cellula
Tutti i discendenti di questa singola cellula produrranno una colonia o un clone le cui cellule
conterranno la medesima molecola di DNA ricombinante.
ENZIMI PER LA MANIPOLAZIONE DEL DNA
Nucleasi: tagliano, accorciano e degradano molecole di acidi nucleici
Polimerasi: producono coppie di molecole di acidi nucleici
Enzimi di modificazione: rimuovono e aggiungono gruppi chimici
Ligasi: uniscono molecole di acidi nucleici
LE NUCLEASI
Eso-nucleasi = accorciano il frammento stesso. Sono in grado di rimuovere un solo nt alla vaolta dalle
stremità
Endo-nuclasi = sono in grado di tagliare i legami fosfodiesterici interni del DNA. Tagliano il frammento
iniziale in pezzi più piccoli
Vi sono diversi tipi di nucleasi:
Nucleasi S1 = taglia singoli filamenti
DNAsi 1 = taglia singoli e doppi filamenti
Endonucleasi di restrizione = tagliano DNA a doppio filamento ma da siti di riconoscimento specifici
o I° enzima isolato da H.O Smith nel 1968
o Enzima di origine batterica. È in grado di tagliare il DNA in maniera precisa e riproducibile a
livello di siti specifici
È molto importante la specificità del taglio, nella clonazione dei geni, per quanto riguarda gli enzimi di
restrizione. Il taglio deve essere specifico dia per il vettore (unico sito di taglio) che per la molecola di DNA
(due siti di taglio)
Gli enzimi di restrizione nei batteri svolgono un ruolo di difesa contro infezioni virali (restrizione
controllata)
Il DNA batterico viene protetto attraverso la metilazione delle sequenze di riconoscimento.
Le endonuclaesi di restrizione e le metiltrasnferasi formano il sistema di restrizione e modificazione dei
batteri
SISTEMA DI MODFICAZIONE E RESTRIZIONE DEI BATTERI
Esistono 3 gruppi principali di enzimi di restrizione in base a:
Organizzazione delle sub dell’enzima
Richiesta di cofattori
Sito di riconoscimento o di taglio
1) 3 subunità: R = endonuclesi; M = metilasi; S = specificità di sito
a. Riconoscono una sequenza di DNA bipartito e simmetrico (es: TGAN8TGCT)
b. Tagliano a distanze estremamente variabili (da 400 a 7000 basi)
c. Richiedono ATP per funzionare
2) 2 subunità: MS = metilasi e specificità di sito; R = endonucleasi
a. Riconoscono una sequenza asimmetrica di 5-7 bp
b. Tagliano 24-26 bp a valle del sito di riconoscimento
c. Richiedono ATP per funzionare
d. Endonucleasi e metilasi sono simultanee
In biologia molecolare vengono spesso usate quelle di terzo tipo
3) Terzo tipo
a. Attività metila sica e endonucleasica separate
b. Riconoscono sequenze palindrome di 4-8 bp
c. Tagliano all’interno di sequenze conosciute o a distanza definita
d. Non richiedono ATP per funzionare
Gli enzimi di primo tipo sono poco utili in quanto tagliano il DNA in modo imprevedibile. Gli enzimi di tipo
secondo difficilmente controllabili in quanto tagliano e metilano il DNA contemporaneamente. Gli enzimi di
terzo tipo invece tagliano il DNA in modo specifico e riproducibile per questo sono i più usati.
NOMENCLATURA DEGLI ENZIMI DI RESTRIZIONE
1. Le prime tre lettere, in corsivo, sono prese dalla nomenclatura del batterio d’origine
2. Tipi diversi dello stesso organismo sono identificati da una quarta lettera in maiuscolo (es: Hino,
Hinf ...)
3. Dove necessario, segue una lettera maiuscola a un n° che identi