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Il ceppo è un microrganismo he si distingue per i geni, ma non per il 16S perché appartengono
alla stessa specie.
Questa analisi viene fatta in silico. In questo lavoro vanno ad ottenere curato (ceppo privo dei
plasmidi) con arancio acridina (agente mutageno) con un unico trattamento. Si ottiene così il
ceppo curato. Il primo risultato è che la presenza di plasmidi non ha effetti sulla crescita in MRS
a 37°. La presenza di NaCl al 6% influisce sulla crescita. Nessun effetto sulla acidificazione.
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Sia il ceppo curato che il ceppo One type sanno usarlo lo xylano, quindi l’informazione non è
sul plasmide.
È stato trovato il gene mobA che è il gene implicato nella mobilizzazione; plasmidi per la
tolleranza al sale; geni correlati al metabolismo di alcuni carboidrati come la lattato
deidrogenasi (per avere due geni he ripristinano il potere riducente, resto comporta maggiore
velocità) e geni per il processo catabolico dello xilano; geni per codificare tossine e batteriocine
in particolare per la tossina mazF-toxin ( i geni devono essere indicati in corsivo, mentre il
prodotto del gene non deve essere scritto in corsivo) con proprietà probiotiche e serve per
competere e inibire la sintesi proteica di patogeni; geni coinvolti nella tolleranza ai metalli.
Distribuzione geni: alcuni
hanno ragioni bianche con geni
che codificano informazioni
non note. In tutti i plasmidi ci
sono categorie di geni coinvolti
nei processi cellulari (verde),
esempio formazione del setto
per la divisione cellulare. In
giallo ci sono tutte le
informazioni della cellula per
comunicare con l’ambiente.
Questa è una predizione a
livello della grandezza per dire
quali informazioni si trovano sui
geni.
Dopo questa caratterizzazione è stato caratterizzato in vitro con alcune proprietà funzionali,
per poter caratterizzare queste informazioni è necessario rimuovere il plasmide. Per creare il
curato si utilizza arancio di acridina che si intercala La doppia elica il DNA e non è più
disponibile alla sua funzione. Il mutageno non è selettivo nel DNA plasmidico e potrebbe
intercalarsi nel DNA cromosomale, è quindi fondamentale stabilire la concentrazione da
utilizzare che non inibisce la crescita batterica. A seguito stata valutata la curva di crescita del
ceppo curato e del ceppo One type. Il curato cresce più velocemente rispetto al ceppo One
5 type, a 24h raggiungono la stessa
densità cellulare. Nei confronti della
crescita in 6% di NaCl evidenzia che
questi plasmidi non sono implicati. Lo
xilano viene usato sia dal ceppo One
type e dal ceppo curato. La crescita a
concentrazioni superiori di NaCl (8%)
diminuisce in entrambi i ceppi. Il lavoro
viene proseguito con la caratterizzazione
di altre proprietà funzionali: molecole
estratte da ceppo curato e ceppo One
type, nella seconda le molecole testate,
mentre nella terza e quarta colonna
sono presenti valori della minima
concentrazione di inibenti e si usa per
capire la sensibilità o meno di un ceppo
rispetto una molecola ad esempio gli
antibiotici. L’unica differenza tra ceppo
curato e ceppo One type nella sensibilità
della clindamicina che nel curato è meno resistenza. Gli antibiotici hanno uno specifico target
nella cellula batterica (parete, enzimi intracellulari, ribosomi per inibire la traduzione delle
proteine) e inibiscono la crescita del patogeno (batteriostatico), i biocidi invece non hanno uno
specifico target, ma possono averne più di uno e hanno attività battericida (portano alla morte
delle cellule). Per i batteri è più facile avere resistenza agli antibiotici. Non ci sono differenze
sulla MIC per altri antibiotici, neanche sulla crescita in presenza di composti fenolici. Anche
per i metalli sono state determinate le MIC (minima concentrazione inibente) , è uguale per tutti
i metalli tranne per mercurio e cadmio. Inoltre è stata valutata la capacità di adsorbire i metalli
pesanti alla porzione extracellulare degli esopolisaccaridi. Nella seconda parte c’è la
valutazione di specifiche attività probiotiche. Cambia la capacità di inibire patogeni, la
tolleranza al pH, tolleranza alla bile, cambia inoltre la capacità di aderire alla mucina.
Dai risultati questo lavoro rappresenta un esempio di
come andare a valutare le informazioni presenti nei
plasmidi.
ESEMPIO 2: questo caso si sfrutta il fenomeno della
coniugazione. N questo caso vengono trasferite
specifiche informazioni a Lacticaseibacillus rhamnosus
che ha la caratteristica di non crescere bene in latte per
manza di geni e non ha attività proteolitica nei confronti
della caseine. La coniugazione avviene da Lactococcus
lactis NCDO 712. 6
In rosso ci sono le informazioni necessarie per la replicazione del plasmide, in verde I geni del
lattosio, e in azzurro geni per le proteasi. L’esperimento è stato mettere in contatto i due batteri
e consentire la coniugazione. Affinché avvenga la coniugazione le cellule sono state messe
insieme , serve un metodo per discriminare e due cellule successivamente, è stata usata la
resistenza intrinseca nei confronti alla valcomicina (antibiotico). Mentre l’attività proteolitica
rimane stabile nelle generazioni, la capacità di utilizzare il lattosio no.
Il documento "Plasmid Evolution" tratta l'evoluzione dei plasmidi, elementi genetici che
colonizzano e si replicano nelle cellule procariotiche. Sono considerati una forza trainante
dell'evoluzione dei procarioti grazie alla loro capacità di trasferirsi tra popolazioni, favorendo il
trasferimento laterale di DNA e la competizione microbica.
FAGI E TRASDUZIONE È un trasferimento genico orizzontale che coinvolge
i fagi. I fagi sono un metodo noto coinvolti nel
trasferimento orizzontale.
Nell’immagine sono indicati i due cicli
che interessano i fagi: ciclo lisogeno e
ciclo litico. Il primo obiettivo dei fagi è
infettare la cellula batterica: il fago si
attacca su specifici recettori della
cellula batterica e inietta i propri acidi
nucleici (DNA e RNA). Provoca la
degradazione del genoma della cellula batterica e si ha l’assemblamento di particelle fagiche
che porta alla produzione di cellule fagiche e alla lisi della cellula. Nella seconda possibilità il
genoma fagico si integra con il genoma batterico e si replica con esso(profago) la cellula
batterica si chiama cellula lisogenica. Questo ciclo va avanti finche un segnale ambientale
induce l’escissione del genoma fagico che induce il ciclo litico.
Una relazione di antagonismo in un ambiente specifico come il microbiota umano si è
trasformato in una relazione mutualistica ossia una relazione positiva per fagi e batteri.
Sul pianeta terra si arriva ad avere 10 particelle fagiche, che sono 10 volte superiori alle cellule
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batteriche. I fagi necessitano di un ospite suscettibile (che consenta loro di entrare) da cui
dipendono per la replicazione del genoma e per la loro sopravvivenza. Il processo di infezione
avviene a spese della cellula batterica perché mette a disposizione al fago tutto ciò che
necessita per la replicazione del suo genoma. La lisi porta alla morte della cellula. È un costo
anche se integrato nel genoma perché la cellula ha più genoma da replicare. La convivenza con
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il profago conferisce un vantaggio alla cellula batterica stessa perché il profago si porta dietro
informazioni che possono essere utili alla cellula stessa. Dall’analisi del genoma si nota che
più o meno tutti i genomi comprendono una sequenza fagica. Ci possono essere comunità
complesse di cellule (es microbiota intestinale, mare..) in cui per fermare la replicazione del
genoma fagico la cellula batterica si lisa sacrificandosi per la popolazione. L’intestino umano
oltre la comunità batterica continente anche dei fagi sia batterici che di eucarioti e tutto questo
prende il nome di viroma. Nell’oceano i sono più virus che cellule batteriche (1/100) mentre
nell’intestino il rapporto è 1/1.
L’effetto dei fagi: due punti di vista. A livello di Singola cellula l’interazione cellula-fago non è
mai positiva. - Ciclo litico: la cellula muore
- Lisogenesi: c‘è un periodo di
convivenza fino a qualche segnale
ambientale che induce la produzione
di particelle fagiche e lisi della cellula
(es crisi energetica per la cellula
batterica Ossia carenza di fonte di carbonio, oppure incapacità della cellula di usare la
fonte di carbonio).
- Infezione cronica: c’è l’ingresso del genoma virale una volta all’interno della cellula
batterica c’è la continua produzione di particelle fagiche senza lisi della cellula ospite.
Mentre nel ciclo lisogenico a presenza del fago può rappresentare un vantaggio,
nell’infezione cronica rappresenta un costo metabolico che influisce sulla capacità di
crescita di una cellula. La curva rossa si sposta verso destra e quindi aumenta la fase di
latenza, l’altro effetto è accorciamento della fase esponenziale e quindi si avrà una
minore densità cellulare.
Lo scenario a livello di singola cellula è sempre negativo.
A livello di popolazione l’interazione fago-batterio apporta la coesistenza tra fago e batterio.
1. Popolazione di batteri sensibili ad una
specifico fago: questo porta alla cellula di
produrre varie ti genotipiche (irreversibili)
resistenti al fago; la seconda variante è a
livello fenotipico (reversibile).
2. La comunità resiste alle fasi del fago.
3. Le cellule fagiche vanno ad attaccare
le forme che possono essere sensibili
4. Il fenotipo reversibile resistente al fago
ritorna sensibile, ma il fago si è adattato ad
attaccare la variante fenotipica.
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Tutto ciò va a creare variabilità generica. C’è un effetto di protezione da parte della comunità.
Avere più varianti consente di avere una maggiore protezione della popolazione, perdere un
fenotipo può causare a perdita di un meccanismo di protezione. Un esempio è il microbiota
intestinale in cui virus e batteri hanno imparato a coesistere, questo antagonismo si è
sviluppato nel corso dell’evoluzione attraverso due strategie particolari on la premessa che
l’esposizione ai fagi è la forza che induce variabilità all’interno di una popolazione microbica.
Perdere n fenotipo, una variante è un costo per una comunità batterica perché grazie a queste
raggiunge una certa labilità nei confronti ei fagi.
Strategia:
- Corsa alle armi: continuo adattamento della cellula batterica nei confronti del fago e il
fago nei confronti del