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usa solo il legno, ma vengono creati dei prodotti di derivazione vegetale come la cellulosa, usata
per creare la carta e i suoi derivati, le fibre tessili, gli zuccheri e gli amidi, gli oli essenziali, cibi e
bevande ( noi mangiamo tutte le parti delle piante ), i medicamenti, le resine e il latice. In
particolare il caucciù si crea a partire da latice e azoto. Le piante più utilizzate sono il pioppo, il
teak, il faggio e il sughero. Le tecnologie usate dall’ uomo possono danneggiare le piante ( per
esempio tramite l’emissione dei CFC ) e questo porta a creare problemi alla vita dell’ uomo stesso.
I CFC in particolare hanno creato e tuttora ampliano il buco dell’ ozono, che impedisce il filtraggio
di raggi UV che colpiscono la Terra producendo malattie cutanee sugli uomini e alterando
l’efficienza del metabolismo delle piante che secondo studi scientifici è diminuito. L’utilizzo
sconsiderato delle piante a fini consumistici crea dei grandissimi problemi alla vita delle piante, e
di conseguenza anche alla nostra. Si assiste quindi a fenomeni di depauperamento del patrimonio
vegetale dovuti all’inquinamento e a un incremento demografico che fa aumentare la domanda di
beni derivanti dalle piante. L’uomo quindi distrugge ettari di foreste per creare campi da coltivare
e lo fa tramite disboscamento o incendi. La totale perdita di piante in una zona può portare a
rendere il territorio desertico, franabile ( in seguito a una diminuita capacità di assorbimento
dell’acqua da parte delle piante ) e sterile. La diminuzione delle piante riduce la produzione di
ossigeno e l’assorbimento di anidride carbonica e genera delle variazioni climatiche. Un agente che
causa la perdita di molti ettari di piante è l’incendio, solitamente gli incendi sono dolosi e solo in
rari casi spontanei. Le alte temperature derivanti dal fuoco cambiano le proprietà chimico-fisiche
del suolo rendendolo più sterile, meno permeabile, e più soggetto a processi erosivi. Nonostante
per creare una foresta ci vogliano migliaia di anni e per distruggerla pochi giorni, ci sono dei
metodi per rimediare a questa perdita consistente di patrimonio vegetale. Esse sono innanzitutto
creare delle coltivazioni di piante da cui si possono produrre i beni di consumo. In questo caso le
piante sarebbero continuamente ripiantate e quindi rinnovate. Un altro metodo è la
conservazione “in sito” o “ex situ”. La prima consiste nel preservare le specie vegetali nel loro
habitat creando riserve naturali e parchi. La seconda consiste nel conservare il germoplasma
( ovvero qualsiasi materiale vegetale che può essere usato per creare una pianta intera ) in
specifici luoghi come le banche del seme. Il germoplasma conservato in tali banche può essere
diviso in collezioni di semi ( per le piante a riproduzione gamica ) o in collezioni clonali
(conservazione in provetta di piccole piantine di specie a conservazione vegetativa ). Attualmente
esistono diverse banche del seme che conservano semi di milioni di specie vegetali in modo da
non far estinguere una determinata specie e anche per poter utilizzare i semi per creare delle
coltivazioni di piante a seconda della necessità. Vengono infatti create coltivazioni in laboratorio di
piante medicinali. Si sta tuttora studiando come aumentare la produzione di metaboliti secondari,
che sono quelli che vengono utilizzati nei farmaci, da parte di una singola pianta, in modo da
doverne utilizzare di meno per ottenere la quantità di metabolita desiderata. Purtroppo ad oggi
non si sono ottenuti risultati significativi. Le piante sono da sempre state utilizzate come
medicinali ma tutte portano anche ad avere effetti negativi che vanno da allucinazioni ( piante
oppiacee e allucinogeni ) a allergie fino a portare alla morte. Molte infatti sono velenose anche se
consumate in piccole dosi, ma quasi tutte sono dannose se usate in dosi eccessive. Inoltre alcune
piante hanno delle parti innocue ma altre molto velenose.