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CLASSIFICAZIONE DEI METABOLITI
SECONDARI
In riferimento alla biosintesi i metaboliti
secondari rientrano principalmente tra
le seguenti classi di composti:
TERPENI o isoprenoidi (formati da unità isopreniche)
FENILPROPANOIDI (formati da unità di fenilpropano)
ALCALOIDI (contenenti azoto)
Mentre, per quanto riguarda la struttura chimica, i metaboliti secondari hanno una natura chimica
molto diversa, ma inquadrabili in tre ampie classi:
1. isoprenoidi (es. terpeni) 2. alcaloidi 3. composti fenolici (es. flavonoidi)
all’interno delle quali sono presenti ulteriori sottogruppi.
4. glucosinolati (glucosidi isotiocianici) 5. glucosidi cianogenetici
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Questi due ultimi gruppi non possono essere inseriti nei primi tre, ma fanno parte del gruppo dei
glicosidi in cui possiamo altresì includere molti composti appartenenti alle classi degli alcaloidi,
isoprenoidi e composti fenolici.
GLICOSIDI ED ETEROSIDI
Si tratta di composti nella cui molecola è possibile distinguere una parte zuccherina (glicone) legata
ad un non zucchero (aglicone o genina). Ne esistono molti nel Regno Vegetale e a loro volta possono
essere classificati sulla base delle loro caratteristiche strutturali: 1. riferendosi allo zucchero; 2.
riferendosi al non zucchero; 3. riferendosi alle proprietà biologiche e chimico-fisiche; 4. riferendosi al
legame tra le due parti descritte.
1. RIFERENDOSI ALLO ZUCCHERO: i composti, in questo caso prenderanno il nome di glucoside,
fruttoside, ramnoside, ecc., per glicosidi il cui zucchero è rispettivamente glucosio, fruttosio,
ramnosio… Naturalmente gli zuccheri possono essere presenti sotto forma di monosaccaridi,
disaccaridi ecc.
2. RIFERENDOSI AL NON ZUCCHERO: i composti in questo caso prenderanno il nome di
flavonolglicoside, sterolglicoside, ecc., evidenziando la porzione agliconica, rispettivamente
rappresentata nell’esempio da flavonolo e sterolo.
3. RIFERENDOSI ALLE PROPRIETA’ BIOLOGICHE E CHIMICO – FISICHE: lo zucchero rende i composti
polari e quindi solubili in solventi polari; le proprietà chimico- fisiche e biologiche dei glicosidi sono
molto diverse (possono essere cristallini, amorfi, amari, dolci ecc.), il tutto giustificabile per la presenza
di una componente agliconica che può essere molto varia.
Un esempio per tutti è il gruppo dei glucosidi cardiotonici, stimolanti l’attività cardiaca.
4. RIFERENDOSI AL LEGAME TRA LE DUE PARTI DEL COMPOSTO: in questo caso si avranno O-
glicosidi, S-glicosidi (solfo glucosidi), N-glicosidi (azoto glucosidi o nucleosidi), C-glicosidi, in cui sono
presenti rispettivamente ponti ad ossigeno, zolfo, e azoto e legame diretto tra aglicone e zucchero.
ISOPRENOIDI
Sono isoprenoidi tutti i metaboliti secondari nella cui struttura vi è la presenza di una o più unità
isopreniche, intendendo per isoprene, il metilbutadiene, a 5 atomi di carbonio, 4 in catena e 1 come
sostituente. Vi sono, in ogni caso, composti isoprenici in cui non sono presenti unità isopreniche.
I composti costituiti da unità isopreniche sono detti terpeni o terpenoidi, i composti non costituiti da
unità isopreniche sono detti steroidi (non hanno un numero intero di unità isopreniche).
TERPENI
Sono classificati in base al numero delle unità isopreniche che contengono:
• 5 atomi C → emiterpeni (1 unità isoprenica)
• 10 → monoterpeni
• 15 → sesquiterpeni 13
• 20 → diterpeni
• 30 → triterpeni (6 unità isopreniche)
• 40 → tetraterpeni
• (C5)n con n›20 → politerpenoidi
I terpeni agiscono da deterrenti per un gran numero di insetti e di mammiferi fitofagi, giocando
importanti ruoli di difesa nel regno vegetale.
1. MONOTERPENI
Numerosi monoterpeni sono importanti agenti di tossicità per gli insetti. Es. piretroidi presenti in
foglie e fiori del genere Chrysantemum (commercialmente popolari per la loro bassa persistenza
nell’ambiente e per la loro bassa tossicità per gli animali).
2. MISCELE DI MONOTERPENI E SESQUITERPENI VOLATILI (OLI ESSENZIALI)
• Si trovano frequentemente in tricomi ghiandolari che si protendono fuori dalle epidermidi;
• impartiscono un caratteristico odore alle foglie che li producono;
• presentano proprietà repellenti per gli insetti;
• agiscono da repellenti sugli erbivori potenziali, prima che questi possano dare un “morso di
assaggio”;
•Importanti da un punto di vista commerciale per l’aromatizzazione dei cibi e per l’industria dei
profumi (es. menta piperita, basilico, salvia).
3. SESQUITERPENI
Tra i tanti sesquiterpeni conosciuti per la loro capacità di essere forti repellenti per la nutrizione di
numerosi insetti e mammiferi erbivori, vi sono i lattoni sesquiterpenici, che si possono trovare in
diverse specie della famiglia delle Asteraceae (Compositae) come il girasole e l’artemisia.
Deterrenti alimentari per i mammiferi, i lattoni sesquiterpenici hanno anche per gli uomini un gusto
amaro.
4. DITERPENI
Molti di questi composti si sono rivelati tossici per erbivori e deterrenti per l’alimentazione. Le resine
delle piante, es. pini, contengno significanti quantitativi di diterpeni, come l’acido abietico.
Quando i canali resiniferi del tronco sono perforati dagli insetti, la fuoriuscita di resina che ne deriva,
può bloccare l’alimentazione e servire da deterrente chimico ad ulteriori predazioni; esposte all’aria le
resine induriscono e sigillano le ferite.
Es. piante della famiglia delle Euforbiaceae producono esteri diterpenici del forbolo e altri composti
che fungono da forti irritanti per la pelle e da endotossine per i mammiferi.
5. TRITERPENI e STEROLI
I triterpeni e steroli attivi contro gli erbivori vertebrati comprendono cardenolidi e saponine.
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Cardenolidi: glicosidi con gusto amaro ed estremamente tossici per gli animali superiori; a dosi
cautamente regolate sono in grado di rafforzare il battito cardiaco (es. Digitalis: i due p.a. sono
digitossina e digossina).
Saponine: così chiamate per il fatto che i materiali ottenuti da piante che contenevano saponine
venivano originariamente usati per il lavaggio del bucato (es. Saponaria officinalis). Sono glicosidi che
anche a concentrazioni basse, inducono la formazione di schiuma in soluzione acquosa.
La loro tossicità è legata alla capacità di distruggere le membrane cellulari e causare l’emolisi.
6. POLITERPENI
La gomma è il più conosciuto e contiene da 1500 a 15000 unità isopreniche. Si trova in numerose
piante, ma quella commercialmente più importante si ricava dall’albero della gomma (Hevea
brasiliensis).
COMPOSTI FENOLICI
Vasto gruppo di sostanze, caratterizzate strutturalmente da almeno un anello aromatico legato ad
uno o più gruppi ossidrile. I vari gruppi sono distinti sulla base del numero di atomi di C del loro
scheletro e ci limitiamo ad elencarli:
•Fenoli semplici : dispersi nell’ambiente possono influire sulla crescita di altre piante (allelopatia =
effetti dannosi che una pianta provoca a quelle vicine: inibizione di germinazione e crescita). Es. ac.
caffeico e ac. ferulico
•Acidi fenolici
•Acidi fenilacetici
•Acidi idrossicinnamici
•Cumarine
•Naftochinoni
•Stilbeni
•Flavonoidi : gruppo dei fenoli più rappresentato e a distribuzione più generale. Si tratta di pigmenti
accumulati nei vacuoli, la cui struttura di base è costituita da 2 anelli aromatici tenuti insieme da una
unità a 3 atomi di C. Sono composti molto frequenti negli organi colorati delle piante e le principali
classi di f. che contribuiscono alla pigmentazione sono ANTOCIANINE, FLAVONI e FLAVONOLI
ANTOCIANIDINE: importanti per l’interazione pianta-animale: forniscono segnali visivi che aiutano ad
attrarre gli animali verso fiori e frutti, questi ultimi garantiscono i processi di impollinazione e
disseminazione. La presenza di gruppi funzionali ne determina il colore. FLAVONI E FLAVONOLI: altri
gruppi di f. presenti nei fiori, non sono visibili all’occhio umano (assorbono la luce nell’ultravioletto),
ma insetti come le api, che vedono nella regione dell’ultravioletto possono rispondere ai segnali
attraenti dei flavoni e dei flavonoli, che servono ad indicare la posizione del nettare e del polline. La
loro presenza è estesa anche alle foglie e a tutte le parti verdi, dove proteggono le cellule da un
eccesso di radiazioni UV, per la loro capacità di assorbire nell’ultravioletto. ISOFLAVONOIDI: noti per il
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ruolo di fitoalessine: composti antimicrobici che si accumulano in concentrazioni elevate a seguito di
infezione batterica o fungina, aiutando a limitare la diffusione dei patogeni invasori.
•Lignine
•Tannini : agiscono come repellenti per l’alimentazione in una grande quantità di animali. Nell’uomo
causano una sensazione spiacevole e astringente quando vengono masticati, a causa del loro legame
con le proteine salivari. I mammiferi come i bovini, i suini e le scimmie evitano piante o parti di esse
con un alto contenuto in tannini. Servono anche come difesa contro i microrganismi, per es. la parte
interna morta di molti alberi contiene alte concentrazioni di tannini che aiutano ad impedire il
deperimento dovuto all’azione di funghi e batteri. Si trovano in particolare nelle cortecce, nelle foglie
e nei frutti
ALCALOIDI
Classe molto grande di composti, particolarmente studiati, per i motivi di seguito descritti. 1. Sono
composti molto attivi, molte specialità medicinali ne contengono. 2. Sono comuni e diffusi nel Regno
Vegetale (Amarillidaceae, Asteraceae, Lauraceae, Leguminoseae, Papaveraceae, Rutaceae,
Solanaceae)
Definizione di Robert Hegnauer
• Sostanze più o meno tossiche (= particolarmente attive, se usate fuori dalla dose terapeutica,
possono essere tossiche);
• agiscono principalmente sul sistema nervoso centrale (non solamente, e comunque sia
deprimendolo – eroina, morfina – sia eccitandolo – cocaina);
• contengono azoto di natura eterociclica (un anello contenente cioè sia atomi di carbonio che di
azoto);
•sono sintetizzati da aminoacidi e loro derivati.
Nella parte centrale della definizione Hegnauer si sofferma sulle caratteristiche chimiche: gli alcaloidi
contengono uno o più atomi di azoto di natura eterociclica. Quest’ultima affermazione rappresenta
un limite della definizione: alcaloidi molto conosciuti, quali efedrina, mescalina ed altri ancora, non
presentano l’N all’interno di un anello aromatico
• Veri alcaloidi: basi azotate eterocicliche elaborate da aminoacidi
• Pseudoalcaloidi: non derivanti da aminoacidi (alcaloidi steroidei e terpenici)
• Protoalcaloidi: aventi l’atomo di azoto in una struttura a