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TRASCRIZIONE NEI PROCARIOTI
Il flusso dell’informazione genica va dal DNA all’RNA e da questo alle proteine. Il processo
che sintetizza l’RNA da uno stampo di DNA è chiamato trascrizione ed è attuato da un
enzima detto RNA polimerasi. Questo enzima è costituito da varie subunità e dopo essersi
legata al DNA lo apre creando una zona detta bolla di trascrizione.
l’RNA prodotto però non rimane legato al DNA ma si stacca ad una distanza di pochi
nucleotidi da dove è stato aggiunto l’ultimo ribonucleotide. Così l’RNA è pronto per
sintetizzare nuove proteine.
Dopo che il DNA è separato nelle due eliche, l’RNA polimerasi, che sintetizza in direzione
5’3’, utilizza solo uno dei due filamenti come stampo. Il filamento utilizzato come stampo
sarà quindi complementare al filamento di RNA messaggero, mentre l’altro filamento sarà
uguale al RNA messaggero ed è detto filamento codificante.
L’RNA polimerasi inizia la trascrizione legandosi a particolari sequenze sul DNA dette
promotori, situate all’inizio del gene da trascrivere. Inoltre il gene contiene anche un sito
da cui inizia la sintesi dell’RNA detto sito di inizio della trascrizione la quale procede poi
fino ad una sequenza definita terminatore.
Quindi la RNA pol a differenza della DNA pol non ha bisogno di un primer per iniziare la
trascrizione.
La trascrizione può essere suddivisa in una serie di passaggi:
Inizio : in cui avviene il riconoscimento del promotore e il DNA si apre formando la
- bolla di trascrizione.
Allungamento : in cui la polimerasi e la bolla si muovono lungo il DNA sintetizzando
- la nuova catena di RNA.
Terminazione : in cui l’RNA pol si arresta una volata arrivata al terminatore.
- 29
L’RNA polimerasi è un enzima con forma a pinza e suddiviso in diverse subunità: 2α, 1β e
1β’ ed infine 1ω.
Le due subunità α sono responsabili dell’assemblaggio del complesso e contengono due
domini con due diverse funzioni:
Un dominio C-Terminale che si lega ad una zona del promotore chiamata UP-
- element.
Un dominio N-Terminale che è responsabile dell’interazione con le altre subunità.
-
La subunità β contiene il sito catalitico che sintetizza l’RNA, la β’ si lega al DNA ed infine la
ω ha la funzione di promuovere e mantenere stabile il complesso.
Oltre a queste, alla RNA polimerasi è legata un’altra subunità σ che permette all’enzima di
riconoscere il promotore.
Ciò che permette l’inizio della trascrizione è il riconoscimento tra promotore e una subunità
dell’enzima σ che si associa alla polimerasi formando l’oloenzima αα’ββ’ωσ. Il fattore σ
riconosce sequenze che si trovano a monte del sito di inizio della trascrizione.
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In realtà esistono diversi tipi di fattori σ, il più usato è il σ che riconosce un promotore che
contiene due sequenze conservative lunghe sei nucleotidi che si trovano in posizione -10
e -35.
Queste sequenze sono dette “sequenza consenso” è una sequenza ideale che
rappresenta le basi che più frequentemente si trovano in una determinata posizione. Per
esempio la sequenza in posizione -10, denominata Pribnow box, è caratterizzata da
un’elevata quantità di T e A.
Il fattore σ si lega alla RNA polimerasi occupando la zona interna tra le due parti della
pinza cioè tra le due subunità β occupando in parte il canale dove si posizione il DNA.
Il fattore σ è a sua volta diviso in diverse regioni chiamate σ1, σ2, σ3 e σ4.
La regione che riconosce l’elemento -10 è la
σ2, ma nei promotori che presentano
l’elemento -10 più esteso esso entra in contatto
anche con la σ3. Mentre quella che riconosce
la -35 è la σ4 70
Quindi il σ è il fattore che promuove
principalmente la trascrizione legando la
polimerasi al promotore. Ma esistono anche
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altri tipi di fattori σ. Un esempio è il σ il quale
in Escerichia Coli, dirige la polimerasi a trascrivere geni che codificano per proteine che
proteggono il batterio dalla shock termico.
Invece, in alcuni promotori procariotici è presente un elemento aggiuntivo sulla sequenza
in posizione -35 chiamato elemento UP. In questo caso la sequenza non viene
riconosciuta da il fattore σ, ma direttamente dalla subunità α della polimerasi. Questa
subunità α è legata al resto della RNA polimerasi tramite una struttura proteica detta
“giunto flessibile” che permette di raggiungere l’elemento UP anche se non si trova
immediatamente vicino alla regione -35. 30
Nella fase iniziale della trascrizione l’RNA pol sintetizza e rilascia dei corti filamenti di 9-12
nucleotidi. Cioè la RNA polimerasi si muove avanti e indietro su un corto filamento,
allungandosi e accorciandosi secondo un modello chiamato a “bruco”. Questa fase iniziale
è detta anche fase abortiva.
Dopo la fase abortiva quando l’RNA raggiunge la lunghezza di 9-12 nucleotidi alcuni
cambiamenti conformazionali della subunità σ permettono lo scorrimento lungo il DNA.
Inizia quindi la fase di allungamento. Nonostante la processività dell’RNA pol,
l’allungamento non è affatto un processo continuo e senza interruzioni, anzi spesso il
processo rallenta o si blocca.
Può succedere anche che la polimerasi incorpori un nucleotide sbagliato e per risolvere
questo problema esistono due tipi di correzioni:
Editing pirofosforico : meccanismo che è in grado di eliminare il nucleotide sbagliato
- legando ad esso una molecola di pirofosfato, provocando così la reazione invera
che porta al rilascio del nucleotide a cui sono legati tre gruppi fosforici.
Editing idrolitico : l’enzima in questo caso torna indietro di uno o più nucleotidi
- provocando il distacco della catena contenente errori. 4
In media durante la trascrizione viene fatto un errore ogni 10 nucleotidi.
La struttura topologica del DNA ha un ruolo importante nella trascrizione. Infatti, nel DNA
superavvolto negativamente (condizione fisiologica) è più facile aprire i due filamenti e
quindi formare la bolla di trascrizione. Durante la fase di allungamento, mentre l’RNA
polimerasi avanza il DNA si apre davanti all’enzima
ma allo stesso tempo si richiude dietro all’enzima
nelle zone che sono già state trascritte. Questo
fenomeno genera dei superavvolgimenti positivi
davanti e negativi dietro che vanno a determinare il
modello dei domini gemelli per la trascrizione che
può portare ad una eccessiva compattazione del
DNA che andrebbe a bloccare la trascrizione.
Quindi anche nella trascrizione è molto importante
l’azione delle topoisomerasi.
L’RNA polimerasi termina la trascrizione quando raggiunge delle zone dette terminatori.
L’arresto impedisce l’aggiunta sull’enzima di altri nucleotidi e quindi esso si dissocia. È
quindi necessario separare il filamento di DNA da quello di RNA neosintetizzato.
Questo può avvenire attraverso due meccanismi:
Attraverso sequenze denominate terminatori intrinseci che inducono i polimeri a
- staccarsi e rilasciare la catena di RNA. Un tipico terminatore intrinseco è
caratterizzato da un tratto di DNA ce contiene delle sequenze palindromiche ricche
in G e C seguite poi da un tratto ricco di A e T.
Oppure se la sequenza di terminazione non è in grado di promuovere il distacco
- interviene la proteina Rho che va a legarsi in una zona ricca di citosine andando poi
ad agire come un’elicasi.
REGOLAZIONE DELLA TRASCRIZIONE NEI PROCARIOTI 31
Le cellule procariotiche sono particolarmente sensibili alla presenza di segnali esterni, per
lo più molecole presenti nel terreno di coltura che entrano nella cellula e interagiscono con
proteine regolatrici sia di tipo positivo che
negativo.
Le prime sono chiamate attivatori, sono implicate
nella regolazione positiva, ovvero vanno ad
incrementare la trascrizione. Le seconde invece
sono dette repressori, sono implicate nella
regolazione negativa e vanno quindi ad inibire la
trascrizione. In genere in assenza di proteine
regolatrici il legame della RNA polimerasi al
promotore è debole e ne risulta un livello di
espressione definito basale.
Questi fattori influenzano l’attività della RNA
polimerasi andandosi a legare su specifici siti in
prossimità del gene da codificare. In particolare la
trascrizione viene inibita dal legame del
repressore su una sequenza di DNA che prende
il nome di operatore. Mentre, l’attivatore ha due
siti di legame, uno interagisce con la RNA
polimerasi, l’altro riconosce una sequenza sul
DNA vicino al promotore, promuovendo un legame stretto e cooperativo della proteina sul
DNA scatenando una spontanea isomerizzazione nella conformazione aperta che
favorisce l’inizio della trascrizione.
Nel genoma dei procarioti i geni sono organizzati in operoni. Un operone è un gruppo di
geni adiacenti, trascritti insieme in una singola molecola di mRNA che viene chiamato
policistronico.
Nella gran parte dei casi i geni di un operone, oltre ad essere disposti sequenzialmente nel
genoma sono anche funzionalmente correlati poiché codificano proteine implicate in
un’unica via metabolica.
Un tipico operone è costituito da:
Uno o più geni strutturali che codificano proteine;
- Un unico promotore a monte che lega la RNA pol;
- Un operatore, che può andare ad interferire con la pol regolando l’espressione;
- Un gene regolatore che codifica per la proteina regolatrice, questo però può anche
- trovarsi lontano dall’operone.
La struttura dell’operone venne descritta nel 1961 da Jacob e Monod i quali studiarono
l’utilizzo del lattosio come fonte energetica in Escherichia coli e da quel momento
l’operone lac è considerato il modella di regolazione genica nei procarioti. Esso è soggetto
a due meccanismi di regolazione:
Una regolazione specifica da parte di un repressore: controllo negativo.
- Una regolazione globale da parte di un attivatore: controllo positivo.
-
Controllo negativo
Questa regolazione è responsabile della sintesi degli enzimi necessari quando la cellula si
trova a dover utilizzare lattosio come fonte di energia. Il metabolismo del lattosio necessita
di due enzimi: la β-galattosidasi ( che scinde il attosio in galattosio + glucosio) e la
permeasi espressi rispettivamente dai geni strutturale lacZ e la