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RNA.
Ricordiamo che i ribozimi self-cleaving erano quei ribozimi che da un punto di
vista chimico sfruttavano il gruppo OH presente naturalmente, il gruppo OH
reattivo che l’RNA normalmente ha in posizione 2’.
Quindi abbiamo il gruppo OH, la proteina sfrutta questa istidina 12 non
protonata come catalizzatore basico, quindi sfrutta la proprietà basica per
andare a strappare un protone in corrispondenza di questo gruppo OH.
Lo strappo di questo protone rende questo gruppo un più forte nucleofilo,
perché qui diventa un O , nel senso che il gruppo OH funge da nucleofilo perché
-
ha il doppietto di elettroni che sono in grado di attaccare il legame
fosfodiesterico, ma strappando questo protone, questo gruppo diventa un O ,
-
quindi ha una carica negativa netta e questa carica negativa netta ha una più
forte proprietà nucleofila.
Quindi è un catalizzatore basico perché questo amminoacido favorisce la
formazione di un più forte nucleofilo e quindi favorisce l’attacco di questo
legame fosfodiesterico.
Questo legame fosfodiesterico che viene rotto portava alla fuoriuscita di questo
gruppo uscente, anche qui la proteina, siccome funziona come catalizzatore, avrà
un’istidina 119 che è protonata, e questa istidina funziona come catalizzatore
acido, cioè fornisce l’idrogeno a questo gruppo uscente e fa in modo che si
favorisce l’uscita dell’OH .
’
Quindi, i due prodotti che si formano sono quelli che abbiamo già visto, il 2’-3’-
fosfato ciclico e il 5’-OH libero. 363
La proteina utilizza questi due amminoacidi, uno come catalizzatore basico e
uno come catalizzatore acido, per andare a favorire la rottura di questo legame
fosfodiesterico.
Poi, in realtà, c’è anche un altro residuo di lisina, che è la lisina 41, che è un
residuo carico positivamente perché ha la carica positiva sul gruppo della
catena laterale.
Questa lisina 41, con dei legami idrogeni diretti verso il fosfato che è coinvolto
nel legame fosfodiesterico, stabilizza molto lo stato di transizione.
Quindi ci sono questi tre residui amminoacidici che sono importanti nel
funzionamento di questa proteina e che gli servono per catalizzare in maniera
efficiente la rottura del legame fosfodiesterico.
Sorprendentemente, i ribozimi self-cleaving fanno questa reazione utilizzando
dei nucleotidi specifici, che funzioneranno da catalizzatore acido, catalizzatore
basico e stabilizzatore dello stato di transizione.
Ci sono appunto dei nucleotidi che, tramite queste conformazioni
tridimensionali che abbiamo descritto, sono messi in delle corrette posizioni in
maniera tale che abbracciano il legame fosfodiesterico che deve essere tagliato e
riescono ad operare questa catalisi da soli, senza l’intervento di una proteina
esterna.
Quindi tutti i nucleotidi che abbiamo visto nelle reazioni dei ribozimi fungono da
catalizzatore acido, catalizzatore basico e stabilizzatore dello stato di
transizione, per esempio nei ribozimi hairpin abbiamo la guanina 8 e l’adenina
38 funzionano catalizzatore basico e catalizzatore basico e l’adenina 9 funziona
da stabilizzatore dello stato di transizione.
A livello dei ribozimi self-cleaving questi sono i meccanismi chimici, come
abbiamo visto per gli introni di gruppo I.
Invece, dal punto di vista biologico gli introni di gruppo I hanno questa capacità
di funzionare come polinucleotidil-transferasi oppure hanno anche la capacità di
andare a catalizzare questa reazione di congiunzione fra molecole di RNA
differenti.
Invece i ribozimi self-cleaving, da un punto di vista biologico, quelli hairpin e a
testa di martello servono per operare i meccanismi di duplicazione di alcune
entità che sono i viroidi e i virusoidi.
I viroidi sono delle entità “particolari” perché sono delle entià infettanti che non
hanno il capside, la struttura proteica che poi è tipica dei virus, quindi sono
semplicemente delle molecole di RNA infettanti e molto spesso infettano le
piante, che non hanno la struttura che siamo abituati a pensare per il virus,
364
quindi è semplicemente la molecola di RNA che poi funziona da molecola
infettante e queste molecole di RNA di questi viroidi si duplica attraverso un
meccanismo particolare di duplicazione del DNA, che è il cosiddetto
meccanismo del circolo rotante. Questi ribozimi self-cleaving a
testa di martello e a forcina
servono effettivamente per i
processi di duplicazione di
virusoidi o viroidi e che
spiegano il meccanismo del
circolo rotante, quindi ci sono
questi meccanismi di
duplicazione del DNA un po’
particolari che hanno bisogno poi di questi ribozimi, ma non entriamo nel
dettaglio.
Portiamo, invece, un esempio che poi viene da un articolo scientifico, quindi
sono le ultime cose che stanno venendo fuori, che invece questi ribozimi e
specialmente i ribozimi a testa di martello, in questo caso, si sta vedendo che
sono importanti per il controllo dell’espressione genica.
Questo, per esempio, è un caso di intervento di un ribozima a testa di martello
nel controllo dell’espressione genica di un gene eucariotico, quindi è importante
vedere che queste strutture che possono sembrarci un po’ strane o comunque
sia insignificanti da un punto di vista funzionale invece sta emergendo che
hanno dei ruoli ben precisi. Questo, per curiosità, è quello che
succede a livello di questo gene,
che è un gene di mammifero che
codifica per le lectine di tipo C,
che sono delle proteine che
intervengono nei meccanismi di
aggregazione piastrinica o
comunque nel controllo e
differenziamento delle piastrine.
Quindi vediamo la porzione
365
codificante di questo gene e la riconosciamo perché c’è il segnale di stop, poi
nella porzione non codificante che precede la coda di poliA, che sappiamo essere
la cosiddetta regione 3’-UTR, quindi nella regione non codificante che precede la
coda di poliA, si è notata la presenza di un ribozima a testa di martello, che
vediamo nella diapositiva, prima a forma lineare molto semplice e poi come si
riarrangia effettivamente a livello della struttura secondaria.
La presenza di questo ribozima a testa di martello, quindi di un ribozima che è
capace di fare una reazione di self-cleaving, si è visto che serve per regolare
l’espressione di questo gene a livello dell’RNA, perché in particolari condizioni
questo ribozima si attiva, attivandosi inizia ad effettuare questa reazione di
auto-taglio e questa reazione porta all’allontanamento della coda di poliA,
perché è posizionata a livello di questa regione 3’-UTR, quindi tagliandosi qui
viene allontanata la coda di poliA.
Quindi, l’allontanamento della coda di poliA poi inficia sul corretto trasporto
dell’RNA messaggero dal nucleo verso il citosol e fondamentalmente la corretta
traduzione dell’RNA messaggero.
Quindi, la perdita della coda di poliA poi effettivamente è un meccanismo che
regola l’espressione di questo gene, ovviamente è un meccanismo che viene
acceso in particolari condizioni, quindi è un meccanismo di regolazione e non un
meccanismo costitutivo, altrimenti questo gene non verrebbe mai espresso, non
sono ancora molto chiare le condizioni per le quali poi questo meccanismo di
regolazione di attiva, però è una delle prime evidenze sperimentali della
presenza di questi ribozimi all’interno di RNA messaggeri, quindi di sequenze
che poi portano alla produzione di particolari proteine e quindi sono
effettivamente delle molecole che possono avere il ruolo di regolare
l’espressione genica.
Infine, vediamo che questa funzione di regolatore dell’espressione genica è ben
conosciuta, invece in questo caso, per un altro ribozima che è il ribozima glmS,
che è una molecola che fa un po’ da ponte fra questi ribozimi (glmS è un gene che
codifica la glucosammina-6-fosfato sintetasi) e un’altra classe di RNA
regolatori che vedremo, che sono i riboswitch.
Il glmS è un enzima che converte il fruttosio-6-fosfato e glutammina in
glutammato e glucosammina-6-fosfato, quindi è un enzima che catalizza questa
reazione.
La glucosammina-6-fosfato è una molecola che serve per la biosintesi delle
parete cellulari batteriche. 366
A monte della sequenza codificante ha un ribozima, cioè un qualcosa che è
capace di auto-tagliarsi.
La differenza con quello che abbiamo visto prima è che qui stiamo a monte della
sequenza codificante, cioè nella regione 5’-UTR, mentre nel caso di prima stava a
valle, cioè nella regione 3’-UTR.
Quand’è che questo ribozima si attiva ed opera questa reazione di taglio e questa
reazione di taglio è responsabile poi di una regolazione dell’espressione?
Questa attivazione è dovuta ad un meccanismo di feedback, cioè quando mano a
mano nella cellula si inizia ad accumulare la glucosammina-6-fosfato, quindi il
prodotto di questa reazione, la glucosammina-6-fosfato va a legarsi a questo
ribozima, cioè questo metabolita è in grado di legarsi a questo ribozima e il
legame di questo metabolita porta all’attivazione del ribozima che quindi va ad
operare questo meccanismo di auto-cleaving.
Questo meccanismo di auto-cleaving porta alla liberazione di un’estremità OH
libera, perché è sempre un taglio di tipo endonucleotidico e l’estremità OH libera
viene riconosciuta da una RNasi specifica cellulare, l’intervento di questa
esonucleasi porta piano piano alla degradazione dell’RNA messaggero.
Quindi effettivamente si ha uno spegnimento della produzione dell’RNA
messaggero, che codifica per la glucosammina-6-fosfato sintetasi.
Quindi è un meccanismo di feedback negativo, perché mano a mano che si forma
il prodotto di questa reazione, il prodotto di questa reazione va ad inibire la
produzione dell’enzima stesso, perché a quel punto ce ne è tanta di
glucosammina-6-fosfato e quindi non c’è più bisogno di produrre l’enzima
necessario alla sua produzione.
Quindi man mano che si accumula il prodotto, questo funziona come effettore
per andare a regolare l’espressione dell’enzima che è necessario alla sua stessa
367
produzione e lo fa andando ad attivare un ribozima, quindi una parte dell’RNA
che sta a monte della sequenza codificante di questo RNA messaggero, però
l’attivazione di questo ribozima porta ad un auto-taglio dell’RNA, che viene poi
riconosciuto dalle esonucleasi e quindi questo auto-taglio poi scatena il
“mangiucchiamen