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2. IDENTIFICAZIONE DELLA REGIONE DI CONTATTO CON DNASI I
3. SAGGIO DI INTERFERENZA PER MODIFICAZIONE CON DMS
4. FOOTPRINTING
5. MUTAGENESI
→procarioti = 50 nt al secondo che corrisponde a 15 aa al secondo di sintesi proteica. Non c'è
bisogno di un primer e il legame della RNA-polimerasi con il promotore viene definito complesso
chiuso poiché il DNA è ancora integro. In seguito una serie di cambiamenti nell'enzima ne inducono
l'apertura con la conseguente formazione del complesso aperto. L'RNA- polimerasi inizialmente
sintetizza un filamento senza staccarsi dal promotore che viene rilasciato prima di raggiungere i 9 nt
e tale processo si ripete molte volte fino a che non si forma un ibrido DNA-RNA più lungo di 9, il
DNA infatti sembra fungere da regolatore allosterico. Tale fase è stata studiata con le tecniche di
DNA footprint e sembra che sia importante anche per rimuovere una regione del fattore sigma che
occupa inizialmente il canale di uscita. Il trascritto in genere inizia sempre con una A segno che nel
sito attivo ci deve essere una particolare affinità per il corrispondente nucleoside trifosfato.
Ci sono tre modelli che tentano di spiegare come la RNA-polimerasi avanzi sul promotore:
passaggio transiente = la polimerasi avanza per un tratto breve sintetizzando un corto
• frammento abortivo di RNA e poi indietreggia tornando sul promotore;
bruco = la polimerasi, che in questo modello dovrebbe essere molto flessibile, si allunga e si
• contrae sul DNA;
accartocciamento = inizialmente sta ferma sul promotore e ingloba dentro di sé del DNA che
• poi accartoccia. Questo potrebbe essere fatto anche nella fase di allungamento ed in
particolare si pensa che fornisca l'energia necessaria per promuovere il distacco dal
promotore.
→promotori e sigma = il promotore nei batteri ha tre componenti:
una sequenza a -35 TTGACA
una sequenza TATAAT a -10
una sequenza +1 che presenta la A del TSS.
Se si verificano delle mutazioni si possono avere due casi:quelle down diminuiscono l'efficienza del
promotore mentre le up ne aumentano l'efficienza.
Invece per quanto riguarda l'oloenzima esso potrebbe non riuscire a legarsi al DNA se sul filamento
codificante si hanno troppe mutazioni poiché è con esso che instaura la maggior parte dei punti di
contatto.
La RNA-polimerasi ha una sua affinità per il DNA ed in particolare nella cellula essa si trova legata
alla doppia elica con un equilibrio in cui il distacco sarà lento e il legame veloce. Essa però non è in
grado di legarsi specificamente e con grande precisione al sito di inizio infatti per fare ciò è
necessario il fattore sigma. Quest'ultimo deve essere legato alla RNA-polimerasi altrimenti essa non
è in grado di riconoscere la zona del promotore. In particolare inizialmente la RNA-polimerasi con
la subunità sigma già presente contatta la sequenza -35, poi sulla regione del promotore si forma il
complesso chiuso ed infine la fusione nella zone della regione a -10 permette la formazione della
forma aperta.
L'allungamento è la fase successiva che inizia quando il fattore sigma non blocca più l'uscita del
filamento e non si hanno più i trascritti abortivi. Questo non è affatto un processo senza interruzioni
e continuo. Spesso le RNA-polimerasi rallentano, fanno delle pause e creano dei complessi inattivi,
dove il 3'OH del trascritto si distacca dal sito attivo, e che possono essere riattivati in seguito.
Esistono dei fattori di allungamento come GreA e GreB che riattivano tali processi e aumentano la
velocità di sintesi. Inoltre GreB può partecipare alla correzione di bozze di tipo idrolitico in cui
deve essere idrolizzato un nt errato che è stato introdotto nella catena.
Inoltre mano a mano che la polimerasi avanza si generano dei superavvolgimenti positivi e negativi
lungo il DNA e ciò viene definito modello dei domini gemelli per la trascrizione: ogni 10 nt
polimerizzati si genera un superavvolgimento a valle e uno a monte. Se se ne creano troppi positivi
il DNA si compatta e la sintesi si arresta.
Infine si ha la terminazione in cui la sintesi si arresta grazie al transito della RNA-polimerasi su
alcune sequenze definite terminatori. In coli ci sono due diversi meccanismi per terminare la
trascrizione: si possono avere dei terminatori intrinseci ovvero delle sequenze palindromiche ricche
in G-C seguite da un tratto ricco in A-T, che da sole inducono il distacco dell'enzima e il rilascio
dell'RNA formando una forcina che destabilizza il complesso trascrizionale; oppure la terminazione
Rho-dipendente in cui la proteina rho si lega a una sequenza ricca di citosine e povero di G che è
privo di strutture secondarie ed è chiamata sito di utilizzo di rho. Questa usando ATP si muove in
direzione 5'→ 3' come un'elicasi, raggiunge l'RNA-polimerasi, la dissocia e poi separa l'brido DNA-
RNA.
Quando si ha sul DNA una mutazione non senso ed i ribosomi si distaccano precocemente Rho può
accedere alla RNA-polimerasi e terminare prematuramente la trascrizione.
REGOLAZIONE
i batteri sono particolarmente sensibili alle molecole presenti nel terreno di cultura poiché esse
possono fungere o come attivatori implicati nella regolazione positiva, contribuendo a incrementare
il livello di trascrizione, oppure come repressori implicati nella regolazione negativa. In particolare
il momento in cui esse agiscono è la fase iniziale della trascrizione, infatti influenzano il legame
della RNA-polimerasi al promotore. Il repressore si lega a una sequenza chiamata operatore, che si
può trovare sovrapposta o adiacente al promotore, mentre l'attivatore si lega con due domini: uno
interagisce con la RNA-polimerasi e l'altro riconosce una sequenza vicina al promotore
promuovendo la formazione del complesso aperto e della isomerizzazione della molecola di RNA-
polimerasi.
Nei procarioti i geni sono organizzati in operoni ovvero sono posti gli uni adiacenti agli altri e
vengono trascritti in un unico mRNA che per questo motivo viene definito policistronico.
Un tipico operone in particolare è formato da: uno o più geni strutturali che codificano per delle
proteine, un unico promotore che si trova a monte rispetto a tutti questi geni, un operatore
sovrapposto o adiacente al promotore ed infine un gene regolatore che produce la proteina
regolatrice ma che non viene considerato parte integrante dell'operone in quanto tale sequenza si
può trovare anche dislocata in un punto del genoma lontano da esso.
Gli operoni possono essere di due tipi diversi: ci sono quelli inducibili e quelli reprimibili. I primi
sono normalmente silenti e possono essere indotti mentre gli altri sono normalmente attivi e
possono essere repressi. → si può trovare dove è l'operatore con la tecnica del DNA footprint
Inoltre tali operoni possono essere soggetti a due diversi tipi di controllo: positivo e negativo e
queste due modalità possono combinarsi indipendentemente con le due tipologie di operoni.
Nel caso del controllo positivo si ha una proteina trans-agente prodotta dal gene regolatore si lega a
sequenze cis-agenti e promuove la trascrizione mentre nell'altro caso la proteina trans-agente si lega
a sequenze cis-agenti per inibire la trascrizione.
→OPERONE LAC (operone inducibile) = è soggetto a due meccanismi di regolazione :
1. regolazione negativa o specifica = l'operone lac è formato dai geni LacZ che codifica per
l'enzima β galattosidasi, il gene LacY che codifica per una permeasi che consente l'ingresso
di lattosio nella cellula e dal gene LacA che codifica per la tiogalattoside-permeasi che
trasferisce un gruppo acetilico ai β galattosidi.
A monte di essi troviamo il promotore, l'operatore ed infine molto più a monte il gene LacI
che è un gene regolatore costitutivamente trascritto a partire da un proprio promotore. Esso
codifica per un repressore che se legato all'operatore inibisce la trascrizione dei geni
dell'operone Lac: in particolare con un dominio lega proprio la sequenza dell'operatore
mentre l'altro lega le molecole segnale come lattosio e simili.
L'induttore naturale è l'allolattosio, un analogo del lattosio e sottoprodotto della β
galattosidasi, che si lega all'operatore favorendo la trascrizione. In assenza di esso il
repressore si lega al repressore che non è più in grado di legare il DNA (le due teste al
livello della cerniera del repressore si inclinano e non possono più legarsi alla doppia elica)
e inibisce la trascrizione. c
I mutanti costitutivi Lac producono una β galattosidasi funzionale ma non regolata dalla
presenza/assenza dell'induttore. Di essi ne esistono due categorie: quelli che mappano
c c
nell'operatore (O ) e quelli che mappano nel gene regolatore I (I ). In entrambi i casi ciò che
avviene è che viene impedito il legame del repressore all'operatore. Se però tali mutanti si
pongono in parziale diploidia con una copia del tipo selvatico posta su un plasmide
rispettivamente si avranno un fenotipo costitutivo e wild-type. Le mutazioni Oc infatti
interessano la sequenza nucleotidica dell'operatore ed esse hanno permesso di identificare
l'operatore come un elemento che non funziona attraverso un prodotto genico ma solo in
quanto capace di essere legato e riconosciuto dal repressore. In questo modo i geni
strutturali adiacenti in questo tipo di mutazioni saranno espressi costitutivamente mentre
quelli sul plasmide saranno regolati normalmente. L'operatore è definito dominante in cis
poiché controlla solo i geni strutturali a valle o adiacenti ad esso.
c
Le mutazioni LacI invece, portano alla mancanza della produzione del repressore attivo e
in grado di riconoscere l'operatore; perciò se poste con il plasmide bastano i repressori
funzionanti prodotti da quest'ultimo per riottenere un fenotipo wt. Esso viene definito
dominante in trans in quanto con il suo repressore riesce a controllare i geni anche distanti
sul genoma.
Il repressore Lac in particolare è una molecola dimerica in cui ciascun monomero è formato
da: un dominio N-terminale o testa che si lega al DNA, un dominio centrale che contiene il
sito di legame per l'induttore, una regione C-terminale che contiene una α-elica implicata
nella formazione del tetramero con il quale il repressore lega due operatori. Il repressore si
lega al DNA grazie alla presenza di un motivo detto elica-giro-elica che è formato da due α
eliche di cui una è detta elica di Riconoscimento e l'altra stabilizza l'interazione DNA-
proteina. La zona in cui avviene il legame è in presenza di due emisiti parzialmente ripetuti
ed invertiti a cui si lega ogni monomero. S
Le mutazioni che i